Nella foto uno dei tanti dormitori improvvisati a Villa Pamphilij dove è nato un vero e proprio racket di posti letto
Roma ha un patrimonio tra i patrimoni: le sue ville storiche. Sono tantissime che, insieme a parchi e giardini più recenti, contribuiscono a fare della Capitale la metropoli più green d'Europa. La percentuale del verde, nel vastissimo territorio comunale, è molto alta ma purtroppo il tutto è tenuto in piedi quasi esclusivamente dal volontariato.
Tornando alle sole Ville che sorsero a partire dal Rinascimento e prima del 1870 nel perimetro delle mura di Roma o nelle immediate adiacenze, proprietà di famiglie importanti,contando i Giardini del Quirinale, arriviamo a ben 46! Un numero veramente ragguardevole.
Le tre ville monumentali più grandi di Roma, in totale 448 ettari, che conservano la memoria dei re, del Risorgimento e dell’arte, sono vittime dell’incuria, dell’illegalità e dell’occupazione degli immigrati. Villa Ada, Villa Pamphilij e Villa Borghese hanno tutte i medesimi problemi: incuria, erba incolta, bivacchi, luogo di dimora improvvisato di extracomunitari, scippi e financo prostituzione. A Villa Ada, nella scuderia appartenuta ai Savoia, l'ex sindaco Veltroni voleva realizzare il museo dei giocattoli. Oggi è un rudere abbandonato. Come lo sono quelli di Villa Pamphilij: le serre ottocentesche sono diventate un dormitorio dove c’è il commercio dei giacigli. I suoi 184 ettari di verde sono affidati a soli 11 giardinieri. Erano 82, con l'arrivo delle coop di Buzzi. Presente il problema della prostituzione sul lato di largo Martin Luther King. L’intercapedine del ponte Artemisia Gentileschi Lomi, realizzato per l’Anno Santo (costo 2 miliardi e mezzo di lire) e che assolve la funzione di collegare le due entrate alla villa, è diventata un dormitorio: materassi, coperte, panni stesi ad asciugare. Tutto davanti a cittadini e turisti, rilasciando quell'immagine da terzo mondo che Roma, ormai da anni si è appiccicata addosso! Niente di meglio nell'altro parco monumentale: Villa Borghese. Qui gli abitanti scelgono direttamente le tende che vengono smontate al mattino presto per sottrarsi ad improbabili controlli.
Poco distante c'è l'uscita metro che scarica turisti pronti a visitare una delle Ville più importanti di Roma che vengono accolti da uno stuolo d'immondizia mai raccolta, ormai assemblatasi al terreno e da due ali di abusivi che vendono liberamente merce contraffatta. A un centinaio di metri da questo punto c'è la cabina Acea dove fu stuprata nel 2011 una ragazza americana.
La situazioni delle altre ville più piccole e dei Parchi e aree verdi è, se è possibile, ancora peggiore. Un patrimonio di verde pubblico che potrebbe migliorare di molto la qualità della vita dei propri cittadini viene maltrattato per manifesta incapacità alla sua gestione. Una bestemmia enorme per una città con tanta storia come la nostra. La soluzione, per noi di RR, è una sola: affidare le ville e i parchi ai privati. Solo in questo modo sarebbe possibile garantire standard qualitativi elevati e una fruizione godibile da parte del cittadino e del turista. Se la Raggi e la Montanari hanno altre soluzioni, che non siano quelle misere di affidarsi all'attivismo del cittadino volenteroso, le dicano e presto: i parchi e le ville storiche sono patrimonio di Roma, dei romani e di chi ci viene a visitare. Meritano rispetto e tanta, tantissima, cura. RR.
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