LA VILLA DI TRAIANO AGLI ALTIPIANI DI ARCINAZZO
Come ultimo appuntamento della rubrica Roma insolita, abbiamo scelto un luogo che non è a Roma, ma che con
questa è legato a doppio filamento: la villa di Traiano agli Altipiani di
Arcinazzo.
Si tratta di un imponente complesso di cui è stata scavata e
portata alla luce solo una piccola (si fa per dire) porzione e che per la maggior parte rimane purtroppo
ancora sepolto, non essendoci fondi per continuare lo scavo.
E’ una visita che consigliamo a tutti, un viaggio di poco
più di un’ora al termine del quale ci si immergerà in una realtà assolutamente
inaspettata da cui si farà fatica a riemergere, sia per la bellezza del luogo
che per la natura circostante, quella stessa natura che ha colpito l’imperatore
Traiano in modo così profondo quasi duemila anni fa…..
Gli altipiani di Arcinazzo
La località è a circa 850 m s.l.m. ai piedi del parco
naturale regionale dei Monti Simbruini. Per raggiungerla si hanno due opzioni:
a) percorrere la A24 fino a Vicovaro-Mandela, immettersi nella SR5 fino al
bivio con la SR411 “Sublacense”, seguire quest’ultima fino a Subiaco e
proseguire seguendo le indicazioni per gli Altipiani di Arcinazzo, superare
Affile, quindi oltrepassare il bivio per Arcinazzo Romano e dopo pochi
chilometri, proprio qualche centinaio di metri prima dell’arrivo nel centro
abitato di Altipiani di Arcinazzo, sulla sinistra, appaiono i ruderi della
villa di Traiano b) percorrere la A1 in direzione Napoli fino all’uscita
Anagni-Fiuggi, seguire le indicazioni per Fiuggi, superare il centro abitato e
immettersi nella SP147 per Altipiani di Arcinazzo, superare anche il centro
abitato di quest’ultima località e immettersi nella SR411 “Sublacense”; una
volta percorsi circa due chilometri l’ingresso della villa si trova sulla
destra.
Noi consigliamo il primo percorso, più vario e suggestivo,
che si snoda nell’alta valle dell’Aniene e che permette di scorgere paesi da
favola come Cervara di Roma, Anticoli Corrado, la stessa Subiaco (con la Rocca
e il Monastero di S. Benedetto), piccoli gioielli che andrebbero visitati e che
potrebbero essere inclusi programmando una visita più lunga.
Il percorso per raggiungere la Villa di Traiano via A24 |
Gli Altipiani di Arcinazzo sono, dunque, rinomati per il
suggestivo paesaggio: ampi prati, ideali per escursioni e pic-nic, in una
cornice di monti e boschi secolari. Oggi gli Altipiani sono un’importante
località turistica, apprezzata d’estate per la temperatura mite e d’inverno per
la vicinanza alle stazioni sciistiche di Campo Staffi e Monte Livata.
LA VILLA DI TRAIANO
In questa splendida cornice è collocata la villa
dell’imperatore Traiano (98.117 d.C.), residenza di caccia di una delle figure
più affascinanti del mondo antico. Il sito archeologico, recentemente
musealizzato, ha un’estensione di circa 5 ettari, distribuiti su tre
terrazzamenti. La preziosità dei marmi, delle pitture, degli stucchi e
dell’apparato decorativo documentano la magnificenza delle sue sale.
La villa sorge alle falde del monte Altuino ed era
raggiungibile o dai monti Affilani percorrendo la via Praenestina o dalla via
Valeria-Sublacense risalendo la valle dell’Aniene. L’attribuzione a Traiano
è sicura in base al rinvenimento
nell’ottocento di tubi in piombo (fistulae
acquariae) con la titolatura imperiale.
La villa fu senza dubbio utilizzata per godere dei frigora estivi, ma probabilmente servì anche per
l’approvvigionamento di selvaggina da destinare
ai banchetti imperiali e forse
agli spettacoli circensi. L’altopiano era infatti popolato di abbondante fauna
(cinghiale, cervo, capriolo, istrice, orso, lince ecc.) e la villa, a diretto
contatto con i boschi doveva essere circondata anche da parchi e riserve di
animali (vivaria).
Grazie agli scavi iniziati nel 1999, la struttura del
complesso è oggi sufficientemente nota. Si compone di vaste spianate
artificiali (plateae), per un’area di
circa 5 ettari, sorrette da poderosi terrazzamenti (substructiones). Due grandi cisterne a quota superiore, collegate a
sorgenti, assicuravano il rifornimento idrico.
Nella parte ovest ci sono molti ambienti da visitare,
dominati al centro da un grande triclinio con un’esedra-ninfeo sul fondo nella
quale getti d’acqua sapientemente direzionati colpivano statue posizionate
nelle nicchie e creavano suggestivi giochi di luce, arcobaleni e scenografie da
sogno.
L’ANTIQUARIUM
Collocato all’interno dell’area archeologica, il museo
ospita nelle sue sale la collezione dei reperti più significativi rinvenuti nel
corso delle campagne di scavo. La raccolta si compone di elementi
architettonici e decorativi, nonché di testimonianze sull’organizzazione del
lavoro durante la realizzazione della villa. Sono inoltre esposti oggetti che
testimoniano la vita quotidiana all’interno del complesso residenziale.
LA NOSTRA VISITA
L’area è visitabile tutti i giorni, escluso il giovedì,
dalle 9.00 alle 20.00.
Ci accoglie Cristiano, impeccabile e simpatica guida del sito
archeologico che, turnando con la sua collega Elisabetta, gestisce ogni aspetto
della visita: dalla biglietteria alla spiegazione di ogni locale della villa,
fino al giro all’interno del piccolo museo. Il biglietto costa solo 3 euro: un
peccato per un luogo così ricco di storia e fascino. Paghiamo quasi
vergognandoci della cifra irrisoria e seguiamo Cristiano.
Il nostro viaggio nel tempo comincia dalla platea inferiore
(per avere un’idea delle dimensioni si tenga conto che misura 145 x 35 m) che
era in gran parte occupata da un giardino delimitato da un portico a volta (largo 5 m), finestrato all’esterno e con
archi su pilastri. Aveva una fontana che alimentava due vasche semicircolari
speculari mentre nella parte ovest si concentravano gli ambienti di cui accennavamo
sopra.
La platea inferiore. Ad est si notano i contorni della platea superiore la cui struttura è nota grazie all'utilizzo del georadar |
Cristiano cattura subito la nostra attenzione, ci guida
sapientemente e in maniera anche divertente attraverso i segreti della villa.
Si sofferma sull’incredibile e unico orologio solare ricostruito fedelmente da
un frammento ritrovato in loco ed esposto nel museo.
Ci porta quindi nel ninfeo e ci spiega i giochi d’acqua e lo
fa talmente bene che sembra quasi di vederli. Poi ci spostiamo in quella che
doveva essere una camera da letto al di là della quale in un ambiente chiuso,
visibile solo agli occupanti della stanza,
si svolgevano spettacoli di ogni genere: era la televisione dell’epoca, ci dice Cristiano sgranando gli
occhi.
Il ninfeo nella zona ovest della platea inferiore. Cristiano impegnato a spiegare gli incredibili giochi d'acqua |
Ma il pezzo forte viene subito dopo: in un’altra sala dalla
funzione non ancora svelata, ecco uno splendido pavimento in marmo in perfette
condizioni che la nostra guida si affretta a scoprire in una piccola porzione.
E’ sporco, ricoperto di polvere e terra. Cristiano lo bagna con l’acqua di una
bottiglia e la meraviglia si svela ai nostri occhi: colori, motivi floreali,
qualcosa che non abbiamo mai visto prima d’ora. La nostra guida ci spiega che
il Ministero dovrebbe pulirlo ogni anno, in giugno, perché sia visibile ai
turisti, prima di coprirlo in settembre. Ma
quest’anno non è venuto nessuno, mi scuso a nome del Ministero dei Beni
Culturali, dice abbassando gli occhi quasi vergognoso di incontrare il
nostro sguardo affranto.
Particolare del pavimento. Notare i detriti ela sporcizia che lo ricoprono |
Una signora dall'accento straniero gli si avvicina e gli sussurra parole
di incoraggiamento. La cosa mi fa una tenerezza infinita: non è giusto sentirsi
in colpa per le manchevolezze dei nostri governanti, soprattutto quando si è
così appassionati e competenti come realmente è Cristiano.
Ci avviamo in silenzio verso il museo dove si svolge l’ultima
parte della visita. Non ci sono molti pezzi, ma quelli che sono esposti sono di
finissima fattura e danno un quadro sufficientemente chiaro dello sfarzo e
della grandezza dei romani di un tempo.
Frammenti con decorazioni meravigliose, suppellettili, capitelli
lavorati con una maestria da rimanere allibiti, un affresco di una delle volte
dai colori sgargianti e, al piano superiore, un’intera parete in marmo che, ci
dice Cristiano con molta disapprovazione, si
è staccata dal muro su cui era stata attaccata ed è caduta per l’inettitudine
di chi ha usato una colla non adeguata, provocando danni ingenti.
Lasciamo a malincuore Cristiano e la villa di Traiano. Un
ultimo sguardo, un arrivederci, un ultimo pensiero: se solo ci fossero i fondi
per scavare 4/5 che mancano…chissà quali e quanti tesori si nascondono sotto
terra che aspettano solo di essere portati alla luce….
Cristiano alza le braccia e sussurra: sai quante persone potrebbero trovare lavoro qui….gente che sta a
spasso e magari ha famiglia….oltre all’impatto che le future scoperte avrebbero
sul nostro territorio…..
Salutiamo ancora la nostra guida non senza una promessa:
torneremo, sicuro che torneremo.
Non vogliamo raccontarvi nei dettagli tutto ciò che si può
ammirare in questo sito, vogliamo anzi solleticare la vostra curiosità e
invitarvi a scoprire questo luogo lontano dai circuiti turistici, ma così
vicino da poterlo raggiungere in un soffio.
Andate, Cristiano è lì che vi aspetta, con i suoi occhi
verdi capaci di esprimere sentimenti veri e con la sua capacità di catturarvi e
di farvi amare questo luogo come ora lo amiamo noi.
Dunque, si chiude con questo tesoro semi-sconosciuto la
nostra rubrica estiva sulla Roma insolita.
E’ stato un piccolo viaggio che ci ha portato a conoscere alcuni
angoli di Roma, e non solo Roma, meno noti, ma non per questo meno importanti.
Da questo tour virtuale abbiamo imparato molte cose, la più
importante delle quali è anche la più triste: non sappiamo valorizzare il
nostro immenso patrimonio artistico-culturale.
Luoghi meravigliosi come la villa di Traiano, sono
abbandonati e dimenticati, lasciati all’incuria e al degrado, e questo è
inammissibile se si pensa che in altri paesi, per opere che rasentano quasi il
ridicolo, si pagano biglietti costosissimi come se si trattasse dell’ottava
meraviglia del mondo.
Dobbiamo sensibilizzare in ogni modo chi ha la competenza e
la carica istituzionale per invertire questo malcostume che ci ridicolizza agli
occhi del mondo e ci ferisce.
Questo ha voluto anche essere il senso di questa rubrica e
speriamo vivamente che a qualcuno, lì, nei piani alti di Ministeri, Gabinetti,
Assessorati, queste parole abbiano fatto un po’ male, almeno quanto lo hanno
fatto a noi….