Gli alberi di Natale di Roma
La vera Roma è ben diversa
Articolo: LES - Foto: GOOGLE
Faccia a faccia con l'attacchino
Da giorni il nostro caro amico Marcello è impegnato nella rimozione dei manifesti abusivi affissi sui muri del suo quartiere. Ce n'è per tutti i gusti: dai manifesti del Brancaleone, a quelli del Teatro Vascello, passando per i concerti vari sparsi per tutta Roma. Qualche giorno fa ci ha inviato queste foto che ritraggono un attacchino all'opera in pieno giorno e la lunga teoria di manifesti abusivi sui muri del suo quartiere. Nell'ultima foto si vedono i manifesti strappati da Marcello. Fateci caso.
"Poco fa stavo rientrando dal supermercato, quando ho notato un mio vicino di casa discutere con un ragazzo che stava attaccando dei manifesti. Glieli aveva strappati in diretta, lamentandosi anche perchè ha la suocera cardiopatica, che si spaventa a trovarsi qualcuno praticamente dentro casa. Ho posato la spesa, ho preso la macchina fotografica e sono tornato giù. Ho scattato le foto che ti allego, dopo aver ovviamente chiesto il permesso. Il tizio se n'è andato borbottando, mentre gli staccavo i 5 manifesti che aveva appena attaccato. Ormai mi sono affezionato a quel muro: il 15 novembre, dopo la mattinata di pulizia del quartiere, ho passato un'altra ora e mezza a ripulirlo. Ho fatto due chiacchiere col vicino, che ha ripulito il suo muro dopo aver visto che qualcuno aveva pulito l'altro, di fronte casa sua. Fa piacere sentirsi un po' meno soli."
I Manifesti di Capodanno
Capodanno si avvicina e per l'occasione Roma finisce di nuovo incartata dalla pubblicità. Manifestini, manifestoni, cataloghi, affissioni. Fateci caso, girando per la città: di questi tempi non c'è un palo della luce che sia libero dalla cartaccia pubblicitaria. La situazione nelle strade non è migliore. I marciapiedi pullulano di volantini pubblicitari caduti in terra. Uno su tre pubblicizza un locale dove passare il Capodanno. Nell'attesa che il sindaco renda attuativa la promessa delibera contro il volantinaggio, abbiamo provveduto noi, nel nostro piccolo, a fare un po' di piazza pulita. Passeggiando lungo Viale Marconi ci siamo imbattuti nei volantini che pubblicizzavano un locale, il Brasil Cafè, che si trova in Via della Magliana. Di volantini di questo tipo caduti in terra ne abbiamo contati 12, finiti a far compagnia alle foglie secche. Dai tergicristalli in tutto ne abbiamo rimossi rimossi 54. Come sosteniamo da tempo, il volantinaggio selvaggio costituisce la prima causa di sporcizia delle strade. Uno studio dell'AMA conferma la nostra impressione. Una delibera ad hoc che vieti questa forma barbara, incivile, arrogante di pubblicizzare negozi e locali, ridurrebbe la sporcizia di un buon 60%. Fateci caso quando passeggiate, i marciapiedi sono pieni di volantini finiti in terra. Una pratica illegale che deturpa la città e impegna l'AMA in un vero tour de force. Noi ci siamo rotti le scatole di pagare per l'illegalità altrui e quindi rimuoviamo tutti i volantini che incontriamo per strada.
S.O.S. Eternit
Nuovo logo
VI Passeggiata Antidegrado: Via del Corso
Un mini-esercito di volontari anti degrado si aggira a Via del Corso. Nove persone in tutto, tra cui il blogmaster di Tolleranza Punto Zero, un australiano amico di Marcello e Margherita e una ragazza di Piacenza che vive a Granada, amica di Tolleranza Punto Zero. Le foto delle slide sono state scattate all'inizio e alla fine della passeggiata e documentano lo stato di degrado in cui versano Via del Corso e dintorni. Un immondezzaio a cielo aperto, in cui viene abbandonato di tutto, dai sacchi della monnezza alle transenne. Durante la passeggiata avevamo i guanti e le mani sporche di antigraffiti e non abbiamo potuto scattare foto dei nostri interventi. Per cui dovrete fidarvi della nostra parola. Salvo restando che per il futuro servirà trovare un fotografo e reporter ufficiale. Abbiamo cominciato da Via del Corso, ripulendo dagli adesivi una decina di pali nel primo tratto di strada che va da Piazza Venezia a Piazza Colonna, e strappando una ventina di affissioni abusive. Poi siamo passati alle vie laterali. Abbiamo completamente ripulito dai graffiti l'immenso portone laterale della Chiesa di Sant'Ignazio, cinque contatori dell'ACEA e un cestino in ghisa. Quindi abbiamo bonificato dalle affissioni tutta l'area di Largo Argentina e ripulito la mappa di Roma della fermata dell'autobus proprio davanti alla Feltrinelli, che era completamente infestata da tag e adesivi. Infine, io e Les abbiamo ripulito la cancellata del Teatro Marcello dai residui di carta e scotch di un preesistente mega cartellone. Alla prossima passeggiata!
La chiamano "Street Art"
I cartelloni oscurano i monumenti
Scrivilo per terra
La nuova mania del moderno bimbominkia è questa. Scrivere frasi d'amore, ingiurie politiche, coretti da stadio, sui marciapiedi e sulle strade. Fulgidi esempi di questa nuova "arte metropolitana" li potete trovare praticamente ovunque, da Via Portuense a Via Nomentana, da Trastevere fino alla passeggiata del Gianicolo. Le moderne leggi che dovrebbero arginare il fenomeno sono al solito talmente in ritardo sui tempi da non prevedere alcuna sanzione per questi imbrattatori. E così gli scrittori de' noantri si dilettano a devastare strade e marciapiedi tra il menefreghismo della gente e la complicità dei media, che non vedono il problema e quando lo vedono lo impacchettano per bene e ce lo spacciano per "arte". In un paese civile una Capitale europea completamente devastata dai graffiti fin sopra i suoi monumenti sarebbe motivo di dibattito a reti unificate 24 ore su 24. In Italia (un paese che è tutto fuorché civile), non se ne parla mai. Questa gente va fermata in tempo, perchè per rimediare ai danni da loro provocati ci vogliono milioni di euro. Finchè i delinquenti dell'informazione italiana continueranno a non vedere il problema e a pisciare controvento questi "novelli artisti" si sentiranno legittimati a continuare nella loro opera di distruzione. E' solo l'inizio, presto avremo tutte le strade e le piazze imbrattate, proprio come i muri. La foto che vedete è stata scattata all'ingresso del Liceo Morgagni. Ecco come crescono i nostri vandali.
L'abitudine al degrado
I traslocatori romani
Questi adesivi li abbiamo fotografati nel quartiere Ostiense, zona San Paolo. Non c'è palo della luce o cassonetto dell'AMA che non ne ospiti almeno una decina. Li abbiamo fotografati onde poterli catalogare, per cercare di capire l'origine e la portata di questo fenomeno. La nostra grande sorpresa è stata constatare che in ogni altro quartiere di Roma i numeri di telefono di questi loschi e misteriosi imbrattatori sono sempre gli stessi. Da nord a sud, troverete sempre gli stessi 20 o 30 numeri di telefono. Guardate questi adesivi. Guardateli bene. Non li trovate molto simili tra di loro? Alcuni riprendono lo stesso identico motivo grafico, cambiano solo i colori. E' come se ci fosse un consorzio organizzati che si spartisce il territorio, un pezzo a me e uno a te, tu appiccichi qua, io appiccico là. A ognuno i suoi spazi, senza pestarsi i piedi, sennò finisce male. Questi adesivi pubblicitari sono assolutamente abusivi e sono ovunque, dalla estrema periferia al centro storico. Alcuni di essi sono piazzati sui segnali stradali, sulle indicazioni della raccolta differenziata, sui muri dei palazzi storici. Una città devastata per colpa di una ventina, trentina al massimo, di scaricatori di borgata. Non c'è limite al cattivo gusto, tutto è permesso, tutto è tollerato. Se però uno di noi ragazzi prova a togliere questi adesivi con un taglierino, rischia una denuncia. Perchè non è compito del singolo cittadino di occuparsi di manutenere l'arredo urbano della propria città. In Italia (e a Roma) l'unica cosa che è realmente tutelata è l'illegalità.
Ci serve una scala
Per la prossima passeggiata antidegrado abbiamo bisogno di uno strumento indispensabile: una scala pieghevole, piccola, leggera e trasportabile, di quelle a tre o quattro gradini che si usano per prendere oggetti negli scaffali più alti dei negozi o delle biblioteche. Ne vedete un esempio nella foto qui sopra, la prima che ho trovato. Ma non è detto che debba essere necessariamente così, basta che sia pratica e funzionale al nostro scopo. Non vogliamo portarci appresso tonnellate di metallo. La scala servirà per ripulire segnali stradali e paline dell'atac da graffiti e stickers. Se qualcuno di voi ne ha una ed è disposto a portarla con sè bene, altrimenti proporrei di acquistarne una e di suddividere le spese. Anche a poco prezzo, l'importante è solo che sia leggera e maneggevole. Stavolta abbiamo bisogno di una partecipazione di massa. Le nostre passeggiate antidegrado devono crescere e devono cominciare a portare risultati visibili ed evidenti a tutti. Dobbiamo fare un salto di qualità, anche in prospettiva di ciò che potrà essere in futuro e quasi certamente sarà. Per questo invito tutti voi a partecipare e ad estendere la voce ad amici, parenti, conoscenti, chiunque voglia impegnarsi direttamente per la cura e la salvaguardia del decoro della propria città. Nel sondaggio in alto a destra potete contribuire a decidere il quartiere, la strada o la piazza da ripulire. Ricordate di portarvi anche una spatolina, un taglierino e uno spruzzino pieno d'acqua.
San Lorenzo [R]esiste!
Teoria delle Oasi Antidegrado
Non c'è due senza tre
Dal produttore al degradatore
L'invasione dei volantini Fastweb
Una tragedia annunciata
San Paolo, metro shock
La Basilica di San Paolo è una delle Sette Basiliche della cristianità. Ogni anno, milioni di pellegrini e turisti arrivano qui da ogni angolo del mondo. Questo è lo spettacolo che Roma offre al visitatore: una stazione della metro semplicemente raccapricciante, che sarebbe impresentabile perfino nel più remoto angolo del Bronx. La tremenda puzza di urina è difficile da descrivere a parole. Ma le immagini del degrado assoluto che regna in questo non-luogo, vero e proprio monumento alla inciviltà romana, parlano chiaro e lasciano poco spazio ai commenti. Queste foto sono state scattate lunedi scorso. La stazione si presenta così già da lontano, completamente incartata. Le aiuole del piazzale antistante sono ormai cimiteri di bottiglie vuote. All'interno perdite d'acqua, muri scrostati, calcinacci cadenti, discariche sparse, rottami di cabine telefoniche, residui di civiltà in putrefazione. Il tutto condito da bancarelle abusive che chiudono ogni via di fuga dall'uscita della metropolitana e intralciano ogni eventuale via di accesso ai mezzi di soccorso. Potrebbero ambientarci un film horror in questo tunnel infernale. Ringraziamo il buon Marcello, che si è cimentato nell'ardua impresa di defiggere i 20 strati di carta dei manifesti affissi sul marmo, con ottimi risultati peraltro (se ci passate, fate un confronto tra la foto e la situazione attuale). Inoltriamo questa segnalazione ai principali quotidiani nazionali, nella speranza che possa presto cambiare qualcosa.
V Passeggiata Antidegrado: San Paolo
La passeggiata antidegrado di ottobre si è svolta lunedi sera nel quartiere San Paolo-Ostiense. Le strade interessate dalla nostra "cura" sono state Viale Giustiniano Imperatore, un tratto di Via Chiabrera e Viale Leonardo da Vinci, con sortite anche nelle vie limitrofe. Abbiamo defisso una quarantina di affissioni abusive di vendesi, eliminato altrettanti adesivi pubblicitari e rimosso i (pochi per la verità) volantini dai tergicristalli delle auto. Con l'occasione abbiamo anche testato i prodotti antigraffiti su una superficie di cemento, rimuovendo un paio di tag, con eccellenti risultati: alcool e antigraffiti funzionano benissimo anche su questo supporto. Durante la passeggiata abbiamo avuto occasione di scambiare due parole con una coppia di signori che, a tempo perso, praticano il nostro stesso "hobby" di strappare affissioni, adesivi e volantini. In generale siamo più che soddisfatti della nostra buona azione mensile. Saremmo poco obiettivi se dicessimo che le condizioni del quartiere sono migliorate. Lo schifo in cui regna la zona è ben visibile dalle foto. Discariche a cielo aperto, residui di manifesti che nessuno raccoglie, festoni abbandonati della Polizia Municipale, miliardi di adesivi sparsi ovunque. Ma il nostro contributo l'abbiamo dato, e qualche palo lo abbiamo pulito completamente. Ringraziamo l'attivissimo Marcello e la sua altrettanto attivissima compagna (di cui purtroppo non ricordo il nome) e diamo appuntamento a tutti a novembre per la prossima passeggiata.
Ordinanza anti-writers
L'attendevamo per settembre, è arrivata a fine ottobre, ma siamo contenti lo stesso. Stiamo parlando della famigerata ordinanza anti-writers, tanto evocata nelle scorse settimana tra i lettori del blog. In realtà ancora non c'è niente di definitivo, della materia ne stanno discutendo gli uffici del Comune. Qualche indiscrezione però è filtrata alla stampa, così Repubblica titola: "Writers, chi imbratta pulirà anche il muro vicino". Una delle novità introdotte dall'ordinanza è il divieto di vendita di bombolette ai minorenni, pena una multa fino a 1000 euro. A loro arriverà una lettera di diffida, così non potranno dire di non aver letto l'ordinanza. Secondo noi servirebbe anche un divieto di vendita cumulativa. Non più di 2 bombolette a persona, altrimenti basta avere un amico maggiorenne che fa la scorta per tutti. E servirebbe inoltre un piano straordinario di pulizia e sgravi fiscali per chi ripulisce il proprio palazzo. Altra novità: i netturbini notturni dell'AMA vestiranno anche i panni di "agenti accertatori" e potranno infliggere multe a chi verrà sorpreso a taggare sui muri. Le norme sulla sicurezza pubblica prevedono il carcere da uno a sei mesi e una multa fino a 1000 euro per il writer che deturpa immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati, pena che sale a tre mesi a un anno di carcere e 3000 euro di multa per chi deturpa edifici storici e monumenti. Se recidivo, si rischia due anni di carcere e 10 mila euro di multa.
Enoteca a cinque stelle
E questi qui sarebbero "artisti"?
Io penso che si debba seriamente cominciare a denunciare chiunque, a mezzo stampa o in televisione, definisca "artisti" questa cricca di barbari cavernicoli che quotidianamente devastano le nostre città. E si dovrebbe cominciare a denunciare anche chi permette loro di "sdoganarsi" con improbabili mostre di bassissimo livello. Il recente decreto sicurezza prevede multa e carcere per chi imbratta i muri. Ogni anno il Comune di Roma spende decine di milioni di euro per ripulire le scritte. Non si contano gli edifici in travertino, anche di pregio, anche di valore artistico, devastati da impropri interventi fai-da-te di gente esasperata, pronta a scartavetrare o a verniciare il marmo pur di mettere fine a questa barbara pratica. E in TV abbiamo gente che, davanti a milioni di lettori e telespettatori, si permette di definire "artisti" i responsabili di questo macello. La legge italiana li considera criminali, in tv e sui giornali passano per artisti. A questi cialtroni incompetenti che straparlano a vanvera, senza conoscere l'entità e le implicazioni del fenomeno di cui trattano, vorremmo porre una domanda: come si fa a definire "artista" un imbecille che tagga sui cartelli turistici? Con quale faccia di bronzo si definisce artista chi sull'arte (quella vera) ci sputa sopra? Dovremmo organizzare una bella passeggiata antidegrado di massa armati di prodotti antigraffiti per ripulirle tutte, proprio come hanno fatto gli amici bloggers di I Am Ascoli. Te la do io l'arte!
Delirio a Trastevere
Il Rione Trastevere è in coma irreversibile. Il suo stato di degrado è catastrofico, siamo realmente vicini al punto di non ritorno. Se non si interviene immediatamente c'è il concreto rischio che la situazione non sia più recuperabile. Guardate queste foto. Sono state scattate alla fine di Via del Politeama, nello slargo che si apre sul Lungotevere, poco prima di Piazza Trilussa. Non si sa neanche da dove cominciare per raccontare lo stato di degrado di questo posto. Affissioni abusive, graffiti, stencil, stickers, transenne, cumuli di monnezza, strade sporche, macchine in sosta vietata. Di notte, un folto gruppo di ragazzi staziona sui muretti bevendo alcol in bicchieri di plastica e lasciando una vera e propria discarica plasticosa che l'AMA fa fatica a rimuovere la mattina. Molti pisciano direttamente dietro al muretto. Quando non piove, la puzza è insopportabile. Non mi stupirei che questo slargo sia anche uno dei centri dello spaccio di droga, visto che il luogo si presta benissimo ad assolvere a questo ruolo. C'è di tutto e di più in questo angolo di inferno. La cosa che mi lascia incredulo è che i commercianti, i residenti, non dicano niente. Li ho visti entrare e uscire dalle case, li ho ascoltati discutere di tutto e di più, mentre schivavano montarozzi di monnezza, laghetti di piscio, auto parcheggiate in mezzo alla strada. Il degrado ormai non lo vedono più. C'è bisogno di fare qualcosa, urgentemente, o questo Rione morirà per sempre.
Riflessioni cinematografiche
In questi giorni a Roma si svolge il Festival Internazionale del Film. Da quest'anno è stato istituito anche un "Premio Colosseo", un riconoscimento (a dire il vero un po' provinciale) a chi nel mondo parla bene di Roma. Il premio è andato a Franco Zeffirelli per il suo "Omaggio a Roma", un cortometraggio dedicato alle eterne bellezze della Capitale. Immagini bellissime, non c'è che dire. Ma Roma non è questo, i romani lo sanno, i turisti lo sanno. Dunque perché ingannare noi stessi e il prossimo? A Roma non servono spot ruffiani ma politici e cittadini che la migliorino prima di tutto per gli italiani stessi. Ormai la magia di Roma è quasi scomparsa sotto i graffiti che ricoprono interamente i muri dei suoi palazzi più belli. Se n'è accorto lo scenografo di "Barney's Version" in cerca di uno scorcio trasteverino privo di scritte, se ne stanno accorgendo i turisti venuti a Roma a cercare le atmosfere di "Angeli e Demoni". Le zone più belle della città versano nel degrado più totale, le vie, i ponti, i lungotevere, i vicoli tipici sono un ricettacolo di graffiti, monnezza, parcheggi abusivi. I monumenti che ci hanno resi famosi sono oscurati dalla sciatteria, dall'incuria del nostro arredo urbano. A dispetto della sua potenziale bellezza, Roma è diventata la città meno fotogenica d'Europa. Noi tutti vogliamo che la Città Eterna ritorni al suo antico splendore. Meno spot e più sostanza, i problemi per cortesia affrontiamoli senza nasconderli.
Articolo: LES - Foto: STREETVIEW
Lungotevere trash
A Roma il "mestiere" dei blogger antidegrado è semplicissimo. Basta uscire di casa armati di fotocamera e farsi una passeggiata di qualche centinaio di metri per collezionare giga su giga di materiale fotografico. Lo scandalo non c'è neanche bisogno di andarselo a cercare. Ti viene a trovare lui direttamente, puntuale come un orologio svizzero. Come in questo caso. Passeggiare per il Lungotevere da Nord a Sud è come percorrere un lunghissimo, interminabile museo degli orrori. Guardate queste immagini. Sono state scattate dal Lungotevere Aventino e riprendono lo scandaloso stato di degrado e incuria in cui si trovano le banchine del Tevere dalla parte opposta, sul Lungotevere a Ripa, proprio davanti al mastodontico complesso di San Michele. I muraglioni sono completamente ricoperti da una striscia infinita di graffiti, che prosegue, senza soluzioni di continuità, per decine e decine di metri. Ironia della sorte, l'edificio che vedete e che si trova proprio dietro il muro dello scandalo custodisce uno dei più famosi e apprezzati centri di restauro al mondo, al pari dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze. Ma non è certo questo l'unico tratto di Lungotevere devastato dai graffiti o attanagliato dalla morsa del degrado. Presto pubblicheremo altre foto, ancor più raccapriccianti, a cominciare dai muraglioni di Lungotevere dei Tebaldi e Sangallo. Mettetevi comodi: il film horror è cominciato.
Servizi di qualità
Nella targa di sotto (non si legge bene) è scritto: "Dipartimento I: Risorse umane e qualità dei servizi". Sulla destra (questa si, si legge decisamente bene) c'è una mostruosa tag di dimensioni madornali. Di fronte a questo simpatico quadretto non possiamo fare a meno di chiederci se siamo noi ad essere esageratamente esigenti o se questi qui ci stanno prendendo per il culo. Come può risultare minimamente credibile un dipartimento che dovrebbe occuparsi della "qualità dei servizi", e che non è neanche capace di pulire il portone della propria sede? E' un po' come quando l'AMA pretende di pulire (male) le strade con mezzi vecchi, zozzi e ricoperti di tag. Non dico che sia di competenza della Provincia o di quel dipartimento specifico ripulire la città dalle tag. Ma santo cielo, è una questione di credibilità. Quale messaggio arriva ai cittadini? Come fanno le istituzioni a pretendere dai cittadini un comportamento civile e rispettoso della propria città, se le loro stesse sedi sono ridotte in questo modo? Per ripulire quella spruzzata di vernice occorrono pochi euro di prodotto antigraffiti (molti di essi vanno bene anche per il legno!) una spugna e qualche minuto di lavoro. Stendiamo un velo pietoso sullo stato imbarazzante in cui versa il marciapiede antistante l'edificio, che sembra sopravvissuto a una granata, oltre ad essere perennemente occupato da auto e motorini in sosta, piazzati lì dello zingaro parcheggiatore abusivo di turno.
Il Teatro di Marcello
Varchiamo il cancello e ci immergiamo in un autentico girone infernale. Siamo ai piedi di uno dei monumenti più importanti della Roma antica, ma sembra di trovarsi nel bel mezzo di un cantiere postbellico. Tutto il percorso si presenta così, transennato alla bell'e meglio o circondato da orrende ringhiere. In caso di pioggia, il sentiero si trasforma in un acquitrino e diventa sistematicamente offlimits per i turisti (a parte quelli muniti di calosce). Lo squallore che ci si para davanti agli occhi è indescrivibile. Turisti che si improvvisano saltatori di lungo per superare le enormi pozzanghere disseminate lungo il percorso. Alcuni scansano le transenne ed entrano nel teatro, altri salgono sui blocchi di marmo accatastati a terra per scattare improbabili foto da una diversa prospettiva. Nessun custode. Non un cartello, non una spiegazione, niente di niente. L'anarchia più totale. Intorno una sensazione di incuria, trascuratezza, abbandono indescrivibile. Siamo all'anno zero della civiltà. Torniamo su Via del Teatro Marcello e ci giriamo attorno. Plasticacce arancioni segnalano improbabili lavori in corso. Ma non si vede nessuno da mesi. I pannelli in plexiglass delle balaustre che circondano l'area archeologica sono tutti ricoperti da tag, graffiati e mangiati dallo smog. Alcuni pannelli sono spaccati, con lame affilatissime a vista. Se ci passa un bambino rischia di cadere nel vuoto. Questa è Roma, signori turisti. E nessuno dice niente. Le TV e i giornali continuano a dormire sonni tranquilli.
Nasce il Forum di Lotta al Degrado
Santa Maria della Monnezza
Liberiamo i tetti alle antenne
Nessun'altra Capitale europea ha uno skyline tanto emozionante quanto Roma. Una sfilata continua di cupole e campanili, da togliere il fiato. Basta andare in una qualsiasi terrazza, al Gianicolo, al Pincio, al Giardino degli Aranci, sulla Terrazza delle Quadrighe, per rendersi conto di cosa sia Roma. Eppure neanche lo skyline di Roma si sottrae alle ferree logiche dell'inquinamento visivo e della mancanza totale di decoro e arredo urbano. I tetti di Roma sono a tutt'oggi invasi da milioni di antenne. Una delibera del 2004, risalente dunque alla passata giunta Veltroni, imponeva (e impone) agli abitanti dei palazzi di pregio di installare antenne centralizzate. Ma a quanto pare la suddetta delibera è a tutt'oggi in buona parte inapplicata. Guardate questo video comparativo. Le foto sono state prese dal sito flickr.com, tra quelle liberamente condivise, e modificate con Nikon NX Capture. Guardate come, con una semplice delibera fatta rispettare a dovere si può modificare in positivo l'immagine di Roma dall'alto. Ci dispiace sottolinearlo ancora (ormai è una triste consuetudine) ma in nessun'altra città in Europa esiste una simile selva di antenne. Non ci credete? Andate su flickr.com e digitate "Paris skyline", oppure "London skyline", o anche "Madrid skyline" e raccontatemi cosa vedete (o meglio, cosa non vedete). Questo è lo skyline di Londra. Cosa manca? Ma che domande, mancano le antenne! Questi sono gli standard. Roma non è degna di stare in Europa.
Corso di affissione abusiva
A nome del blog di Riprendiamoci Roma esprimo tutta la mia solidarietà per il volontario antidegrado aggredito. E' toccato a lui, poteva toccare a ognuno di noi. La città è in mano alla criminalità organizzata e le istituzioni, che dovrebbero garantire il rispetto della legge e tutelare i suoi cittadini più virtuosi, dormono sonni tranquilli. Mala tempora currunt.
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