Anche in America

venerdì 29 ottobre 2010


L'invasione dei cartellini di vendesi e affittasi attaccati ai pali della luce, ai semafori e ai segnali stradali è un fenomeno relativamente vecchio, che però negli ultimi anni a Roma è letteralmente esploso. Negli ultimi anni l'invasione di pubblicità tarocca, fai-da-te, all'amatriciana, ha raggiunto dimensioni non più tollerabili. Ovunque sono comparse locandine di concerti, discoteche, vendesi e affitasi, avvolte sui pali di ogni genere o attaccate al muro. Questa forma di degrado urbano, che gli inglesi chiamano "flyposting" o "street spam", è diventata negli anni sempre più aggressiva e oggi è quasi impossibile trovare un palo in città che non sia incartato dalla pubblicità abusiva. Il problema dei manifesti sui pali esiste anche in altre nazioni dove però, a differenza che da noi, sono immediatamente rimossi dagli operatori ecologici e sanzionati con multe salatissime. In molte città d'Europa sono stati introdotti pali speciali ricoperti da una opportuna vernice granulosa, che impedisce "fisicamente" l'affissione abusiva. In tutto il mondo il flyposting è visto come un fenomeno da combattere. Perché i manifesti sui pali sono illegali, non pagano le tasse sulla pubblicità e soprattutto sono bruttissimi, creano inquinamento visivo e mettono in ombra il reale utilizzo di semafori e segnaletica. E se ci sono i manifesti sui pali, arriveranno anche gli adesivi e le tag sui segnali stradali, insomma degrado porta degrado, lo diciamo sempre. E' la ben nota Teoria della finestra rotta. Vi invitiamo a staccare sempre gli avvisi di vendesi e le locandine dai pali, come facciamo noi nelle nostre passeggiate antidegrado. E come fanno anche in altre città del mondo. Guardate qui cosa combinano in America i Citizens Against Ugly Street Spam (CAUSS), anche loro impegnati contro le affissioni sui pali, negli Stati Uniti e in Canada. Guardate qui come sono organizzati bene.

"Urban Act" e il "Piano Muri Puliti"

giovedì 28 ottobre 2010


Come tutti saprete, per noi di Riprendiamoci Roma il problema N°1 per l'immagine della città è quello dei graffiti vandalici che imbrattano Roma dal centro alla periferia. Avrete letto in questi giorni del nuovo piano per combattere questa piaga messo in campo dal Comune di Roma. Un piano che parte dalla firma del patto tra sindaco e graffitari, con la presenza del ministro Meloni, un accordo per dare ai writers dei muri legali sui quali disegnare e al contempo stringere i controlli sul vandalismo e iniziare a pulire i muri di tutta la città. Di questo si occuperanno "otto squadre, che si muoveranno con mezzi moderni per la cancellazione delle scritte", dice il Campidoglio. Ma torniamo al patto nominato "Urban Act": ci saranno quattro muri legali per municipio e saranno decisi dai cittadini con un sondaggio online tra varie proposte dei municipi. Per il sindaco Alemanno "la strategia proposta dall'Amministrazione capitolina si fonda sul dialogo con chi ha veramente un intento artistico e sull'inasprimento delle multe per chi scrive al di fuori degli spazi consentiti". Ma voi ci credete davvero? Che ci saranno impiegati AMA a controllare i writers per evitare che scrivano sui palazzi? Diceva così pure Veltroni con il progetto "Cromiae" e sappiamo com'è andata a finire: interi quartieri imbrattati senza che il Comune facesse nulla per impedirlo. I muri legali ci sono ovunque, in America e in Europa, la differenza è che negli altri paesi c'è anche la repressione e le scritte vandaliche le cancellano dopo 24 ore. Da noi rimangono sui muri per anni, con tutte le conseguenze negative del caso (vedi Teoria delle Finestre Rotte). Bisogna pulire immediatamente e stendere un protettivo antigraffiti che permetta la facile rimozione di futuri imbrattamenti. Il Comune di Roma non ha mai parlato di utilizzare i nuovi protettivi antigraffiti e per questo abbiamo scarsa fiducia nella campagna "Muri Puliti". Solo il presidente del III Municipio, Dario Marcucci, ha sperimentato questi prodotti, precisamente sui muri del Mercato di Via Catania. I risultati dopo circa un anno di trattamento protettivo? Giudicateli voi.

Dalla sera alla mattina

mercoledì 27 ottobre 2010


Sempre più fieri di essere romani. E lo dimostrano così, devastando la città. Imbruttendola, degradandola, sfregiandola, incartandola. Quest'area cantiere sulla Cristoforo Colombo è infestata da manifesti abusivi, gentile regalo di chi si definisce un romano orgoglioso. Parcheggi, cantieri della metro C e quant'altro. Gli attacchini non aspettano altro che superfici libere per poter sfogare la loro infinita burinaggine. Questi peracottari fanno soldi sulla pelle della nostra città, e i loro migliori amici sono proprio i nostri amministratori. I nostri politici, di tutti gli schieramenti. Un incartamento continuo, ben documentato da queste due foto di Les. Una scattata la sera, l'altra scattata la mattina dopo. Ma alle prossime elezioni politiche questa gentaglia avrà una brutta sorpresa. Per quel momento saremo talmente tanti a strappare la loro cartaccia abusiva che dovranno rintanarsi nelle loro fogne. Strapperemo tutto e lo porteremo dai Carabinieri o alla Municipale. E oscureremo di nuovo i faccioni dei candidati zozzoni con centinaia di migliaia di fogli. Questo scempio deve finire una volta per tutte. Ormai cominciamo ad essere tanti e si può pianificare un'azione a largo respiro. Per colpire ovunque, in ogni quartiere, i responsabili di tale scempio. Aspettatevi di tutto, se avete in mente di incartare di nuovo la città. E chi sta leggendo ed è d'accordo con noi, ci contatti e si prenoti per la battaglia. Chi è orgoglioso di essere romano non lo è solo a parole ma anche nei fatti. Noi siamo orgogliosi di essere romani, e la nostra attività di volontariato nasce proprio da questo orgoglio, dall'amore per la nostra città, per la sua storia, per la sua bellezza, mortificata da bande di cafoni e lobby criminali. Solo contrastandole potremo tornare ad essere orgogliosi di una Roma reale, e non più ideale. Non più la Roma che vorremmo, ma quella che, ogni giorno, contribuiamo a creare.

Sono Porci Questi Politici

martedì 26 ottobre 2010

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"Fieri italiani orgogliosi di essere romani", recita il manifesto. Fieri si, ma solo a parole. Nei fatti i nostri politici si divertono a devastare il territorio con i loro barbari stupri cartacei. Guardate e ammirate lo schifo prodotto dalla nostra classe politica. I loro amichetti attacchini incartatori non si preoccupano nemmeno di togliere la loro monnezza. I fogli vecchi vengono buttati a terra e rimpiazzati dai nuovi. L'AMA, azienda indegna perfino di lavorare in Senegal, non passa mai a ripulire questo schifo. E Roma diventa sempre più la succursale ella famosa fogna di Calcutta. Ci hanno già pensato Migliora Roma e Roma fa Schifo a ribadire il concetto. Sono Porci Questi Romani perché i loro amministratori li hanno sempre trattati da porci. Consentendo schifi, stupri, smerdate di ogni tipo. Consentendo l'attacchinaggio selvatico, la vendita di mutande, calzini, patacche nelle piazze storiche, la cafonata immane dei maxischermi a Villa Borghese per vedere i mondiali, l'invasione dei catafalchi pubblicitari, la doppia fila, lo smantellamento della ZTL. Sono Porci Questi Politici, indegni di Roma e della sua storia. E il romano cresce su come uno zoticone prendendo esempio dal suo primo cittadino. Il messaggio lanciato da quella lasagna cartacea cadente a pezzi stride in maniera allucinante con la triste realtà. Come una passata di unghie sulla lavagna. Un ossimoro inaccettabile. Ricorda tanto i manifesti del PD, quelli attaccati ovunque, pure sulle finestre delle case, che recitavano "Con Alemanno torna manifesto selvaggio". La faccia come il culo. Un invito ai Romani di serie A, quelli che si battono ogni giorno per migliorare la propria città senza alcun ritorno economico e anzi spendendo di tasca propria tempo e denaro. A tutti voi che seguite i blog antidegrado. Strappate la cartaccia di questi infami zozzoni. Strappate tutto, senza pietà. Ribellatevi a questo schifo.

Basta Cartelloni a Roma!

lunedì 25 ottobre 2010


Il blog è stato un po' fermo per impegni vari ma ora si ricomincia. Visto che sono successe un sacco di cose e sono usciti molti articoli sul degrado ci sembra giusto fare un riepilogo di quello che accade in città. Cominciamo con i cartelloni. Per sabato 23 ottobre era prevista una manifestazione per la delibera popolare contro cartellone selvaggio, ma è stata sospesa in extremis dal Comitato Promotore che ha ricevuto la convocazione a partecipare alla presentazione del Piano Regolatore dei cartelloni, presentazione che si è svolta venerdì 22. Come dite? La manifestazione era prevista per il 23 e l'assessore Bordoni ha deciso di presentare il piano il giorno prima per bloccare la protesta? Esatto, è andata così! Il Comitato, visto il paziente lavoro di mediazione con i politici per far approvare la delibera popolare, ha ritenuto giusto sospendere la manifestazione per mostrarsi dialoganti. Ora, dalle notizie che abbiamo attraverso i due siti che si occupano di cartelloni, pare che il Comune sia deciso a fare qualcosa per fermare i cartelloni e questo è dovuto esclusivamente alla protesta popolare. L'idea del Piano di Bordoni è quella di eliminare i cartelloni dal centro e piazzarne di più in periferia. Letta così è irricevibile, tuttavia Bordoni ha dato anche l'ok alla discussione della delibera popolare. Questa, se approvata, cambierà il regolamento delle affissioni e quindi il numero di cartelloni diminuirà anche in periferia. C'è stata poi la dichiarazione-bomba di Paciello, il direttore dell'Ufficio affissioni, che addirittura ha parlato di un'unica grande soluzione per il settore, il bando di gara per affidare a una o poche ditte la gestione della pubblicità esterna (ora sono in TRECENTODIECI a ficcare cartelloni in giro per Roma!). Ci dobbiamo fidare dell'assessore Bordoni e dell’avvocato Paciello? Staremo a vedere. Il 5 novembre c'è un altro incontro con il Comitato della delibera che verterà sul vero tema di questi giorni: fermare le installazioni, che proseguono nonostante le dichiarazioni di Bordoni. E i cartellonari che faranno? Aspettiamo il loro contrattacco, pronti come sempre a denunciarne le malefatte. Intanto salutiamo il nuovo blog anti-cartelloni del Comitato promotore. Un solo grido: Basta Cartelloni a Roma!

Il parco giochi tirato a lucido

venerdì 15 ottobre 2010
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La settimana scorsa alcuni volontari di Riprendiamoci Roma hanno partecipato alla pulizia del parco di Via Gandino. L'impegno dei cittadini a difesa del decoro e della vivibilità dei propri quartieri cresce di giorno in giorno. Ecco il report della serata che ci ha inviato Luciano:

Giovedì scorso, un gruppo di cittadini volenterosi, assistiti da Cittadinanza Attiva, Riprendiamoci Roma e Pasquino 18, si sono incontrati in via Giovan Battista Gandino, all'imbrunire, quando il parco (in particolare l'area giochi) si era già svuotato, e si sono dedicati alla pulizia dell'area. Hanno setacciato il terreno alla ricerca di cartacce, lattine, plastica, tappi, e quant'altro. Hanno riempito un paio di sacchi di spazzatura e, soprattutto, armati di spugne e detergenti, hanno ripulito i giochi dalle scritte che li deturpavano. Dalle fotografie allegate, potete vedere i giochi prima e dopo la cura. Purtroppo il Parco ha diversi problemi: 1) è recintato, ma i cancelli sono sempre aperti; 2) ci sono diversi bivacchi; 3) i cestini ed i bidoni non sono sufficienti. I cittadini si aspettano, da parte delle Autorità Competenti, attenzione per: a) la pulizia; b) la sorveglianza; c) una adeguata dotazione di cestini e bidoni; d) un'area riservata per i cani; e) recinzione e cancelli da chiudere di notte; f) quant'altro possa contribuire alla fruizione del parco e in particolare al gioco dei bambini. Concludendo, contiamo di ripetere liniziativa, e di sensibilizzare l'utenza e le Autorità Competenti. Luciano.

ReTake Roma a Via Cassia

giovedì 14 ottobre 2010
Join us... Venite tutti insieme... Potete essere parte del cambiamento. Un movimento di volontari apolitico e rigorosamente no-profit, supportato dalla Fondazione ONLUS Garibaldi, che si prefigge lo scopo di aiutare i giovani ad apprendere l'inglese e, allo stesso tempo, di promuovere l'impegno civico per la salvaguardia e la tutela del decoro della nostra città. Scuola per scuola, quartiere per quartiere. ReTake Roma. Tornano le iniziative di Speak Up & Clean Up, le giornate antigraffiti organizzate dagli amici di ReTake Roma. Appuntamento sabato 16 Ottobre, dalle 10 alle 13, a Via Cassia 811. Portate guanti, spugne verdi abrasive, carta vetrata e, in caso, prodotti antigraffiti. Portate sacchi della spazzatura neri, più grandi sono meglio è. Se volete sostenere ReTake Roma potete farlo con una donazione, visitando il sito della Fondazione Garibaldi. I kit antigraffiti, che saranno distribuiti sabato, costano 30 euro. Intanto vi segnalo che ReTake Roma ha vinto il Premio Baiocco per l'impegno ambientale. Un premio nato per premiare l'opera di persone che vivono nel territorio e che si sono distinte per impegno e passione nell'ambito della loro attività. "Premio Baiocco per l'impegno ambientale all'Associazione ReTake Roma che grazie all'organizzazione, sul territorio, di interventi spontanei di bonifica dell'ambiente, contribuisce alla diffusione di fondamentali valori quali il senso civico, il rispetto degli spazi pubblici e l'importanza di cooperare al fine di recuperare e conservare i beni comuni". Complimenti a Rebecca e ai volontari dell'Associazione. Ci vediamo tutti sabato!

Cartellone abusivo: sanzionato!

mercoledì 13 ottobre 2010


Devo dire la verità, non ci speravamo. Con tutti i cartelloni abusivi che ci sono in giro, le centinaia di migliaia di segnalazioni che ogni giorno arrivano alla Municipale, non ci aspettavamo che anche questa nostra nostra venisse presa in esame. Tuttavia a questa segnalazione tenevamo in maniera particolare. Un impianto piccolo, si, ma pericolosissimo. La persona che ci ha segnalato per mail questo scempio assicura di aver rischiato di passare col rosso disturbato dalla presenza dell'ingombrante cartellone. Siamo andati sul posto a verificare, ed effettivamente un certo disturbo il cartellone lo dà. Così abbiamo scritto alla Municipale. Abbiamo segnalato anche il fatto che fosse troppo prossimo al semaforo, che coprisse talvolta una o l'altra lampada, a seconda di come viene presa la curva dall'automobilista in arrivo, che fosse posizionato su uno spartitraffico di larghezza inferiore ai 4 metri, a pochi centimetri dalla carreggiata e perpendicolarmente ad essa. E proprio ieri è arrivata la risposta alla nostra segnalazione. Il cartellone, per ora, è stato sanzionato.

In data 07/09/2010 tale impianto è stato perseguito ai sensi di legge, in quanto installato in contrasto con il Codice della Strada. Eventuali provvedimenti di spostamento o di rimozione dovranno essere presi dal Dipartimento competente.

Noi ovviamente speriamo che non sia spostato, ma semplicemente rimosso. Di cartelloni abusivi ne abbiamo fin troppi. Speriamo anche che la rimozione avvenga i tempi brevi. Seguiremo la vicenda e vi terremo aggiornati.

Strappare senza pietà!

lunedì 11 ottobre 2010

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Sessanta affissioni abusive defisse, strappate e ridotte in pezzi, altrettanti volantini sequestrati prima di finire in terra, una decina di stickers staccati dai pali della luce e dai segnali stradali. E' questo il bottino dei blitz antidegrado che in questi giorni si sono succeduti numerosi. Stavolta non più in un unico luogo, ma in più luoghi, con piccoli gruppi di persone organizzati. Viale Marconi, Via Leone XIII, Via Baldo degli Ubaldi. Tre blitz organizzati quasi in contemporanea dai nostri lettori, che ci hanno mandato queste immagini. Due bei mucchi di cartaccia segno del passaggio della "resistenza antidegrado", eloquenti "prima e dopo" realizzati dagli estirpatori di affissioni abusive. Degli stickers rimossi purtroppo non abbiamo foto. Ed è per questo che chiediamo: quando rimuovete qualcosa, portatevi sempre dietro una busta, raccogliete il materiale rimosso, fotografatelo e inviatecelo per email. Documentate la vostra azione è il modo migliore per spingere altre persone ad unirsi al movimento. Un'immagine vale più di mille parole. Nelle slide qui sopra potete vedere anche una foto oscena dei manifesti della politica, che ancora infestano ogni angolo di Roma con i loro slogan triviali da bar sport. Prossimamente uscirà un bel servizio che documenterà come questa pratica non si sia certo arrestata con la fine della campagna elettorale. Ma questo lo sapete già, per cui non mi dilungo oltre. Voglio invece spendere qualche parola a sostegno del nostro movimento. Chiedo a tutti i lettori del blog e a tutti coloro che condividono la nostra battaglia di contattarci via email e di unirsi a noi. Fatelo ora, è il momento buono per dare una svolta a questa città. Si può avere una città diversa, non è un sogno irrealizzabile. Partecipate.

Mura Serviane

venerdì 8 ottobre 2010

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Ultimamente si fa un gran parlare di "orgoglio di essere romani". Manifesti abusivi piazzati su ogni muro da partiti, partitini e sedicenti movimenti politici per controbattere alla pessima battuta di Bossi. SPQR: Sono Porci Questi Romani. Battutaccia, non c'è che dire. Se detta poi da un signore che da sempre fomenta gli istinti razzisti dei popoli del nord, è ancora peggio, inaccettabile direi. Ma c'è un MA, purtroppo. Un MA grande come una casa. La cosa brutta, molto brutta, è che noi romani, zitti zitti, sottovoce, con i nostri amici abbiamo detto: MA il Bossi non c'ha tutti i torti, quando dice che siamo dei porci. Visto come trattiamo la nostra città? Monnezza ovunque, muri imbrattati, affissioni selvagge, strade sporche, monumenti cadenti a pezzi, cartelloni abusivi. Questo sarebbe l'orgoglio romano? Sarebbe questo? E tutta 'sta gente che grida "Roma caput mundi", cosa fa per tenere alto il nome della propria città? Ad esempio, imbratta le Mura Serviane alla stazione Termini. Sarebbe questo l'orgoglio romano? Prendere un simbolo della Roma Imperiale e scriverci sopra la dedica per la ragazzetta? Una bella dimostrazione di rispetto verso il proprio passato, non c'è che dire. Questi sono i giovanotti de sta Roma bella, quelli che si vantano di essere li mejo, la razza eletta, proprio come fanno i padani di Bossi che tanto prendono in giro. So' ragazzi, direte voi. Sì, so' giovani ma imitano i grandi, anche loro fieri centurioni che parcheggiano sulle strisce p'annasse a pija er caffè e buttano la monnezza fuori dai cassonetti e magari quando vince l'AS Roma ce scrivono pure 'na frasetta sul muro de casa appena ridipinto. Ecco l'esempio che c'hanno 'sti ragazzi e poi nun ve lamentate se ve scrivono sulle Mura Serviane. (Les)

Un paese a pezzi

giovedì 7 ottobre 2010

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Un altro edificante biglietto da visita del nostro paese. Guardate come sono ridotte le lampade su Viale del Ministero degli Affari Esteri. Rotte e usate come cestini per l'immondizia! E poi: vi pare possibile che lì vicino sostino da tempo immemorabile camper di gente che la domenica fa il parcheggiatore abusivo in occasione delle partite di calcio?

Queste foto ce le manda Franco, uno dei membri del nostro gruppo. A guardarle bene, non ci sarebbe molto da commentare, ma qualche parolina vogliamo comunque spenderla. Perché non si può più tollerare un simile schifo in silenzio. Un vecchio proverbio dice: "il pesce puzza dalla testa". E mai frase fu più adeguata a descrivere quel che accade nel nostro Paese. Guardate i palazzi del potere. Il Ministero degli Affari Esteri. Immaginatevi una delegazione di un Paese civile accolta in questo porcile, con il parcheggiatore che tenta di scucirgli i soldi. E' quello che accade in un Paese governato da pezzenti, idioti, incapaci, corrotti. Gente che aspira alla poltrona non per migliorare le cose ma per sistemare parenti, amici, grane e cazzi vari. Abbiamo i costi della politica più alti del mondo e i peggiori politici mai cagati su questa Terra. Gli scarti degli scarti sono finiti a noi. Avanzi di pizzicaroli ripuliti. Il più pulito c'ha la rogna. Nemmeno i loro palazzi sono in grado di tenere puliti, con tutti i soldi che si beccano. Un paese di zozzoni. La soluzione è semplice: smettere di credere alle loro fesserie. E dialogare e votare solo con chi ci dimostra qualcosa. Sono i fatti a dirci chi vale, non gli slogan. Incartatevi la bocca con i vostri manifesti. E ripulite questa merda. Inutile dire che queste foto dovrebbero fare il giro del mondo.

Antennopoli

mercoledì 6 ottobre 2010

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Nel 2010 possiamo tranquillamente dire che Roma è la capitale europea con più antenne televisive sui tetti dei palazzi. Un altro triste che record che fa il paio con quello per il maggior numero di scritte sui muri, di affissioni selvagge, di monnezza in strada, di parcheggio selvaggio, di buche e quant'altro. I romani sono abituati così, unico popolo in Europa a mettere un'antenna per ogni appartamento sul tetto del proprio palazzo, e non vogliono cambiare. Basterebbe mettersi d'accordo con gli altri inquilini ed installare un'antenna centralizzata, la tecnologia più utilizzata oggigiorno, per niente costosa, e più comoda che avere 50 antenne con relativi cavi ad ingombrare il tetto e deturpare la visuale, mortificando lo skyline romano. Peraltro ci sarebbe pure una legge, partorita sotto la giunta Veltroni, che impone (almeno in centro) di istallare antenne centralizzate. Ma forse è chiedere troppo a un popolo, quello romano, provinciale e retrogrado fino al midollo, che sembra aver dimenticato il concetto di bellezza e praticità. Così ci ritroviamo con i palazzi rovinati dai fili a penzoloni e le antenne una addosso all'altra che quasi cadono di sotto e la cosa non sembra dare fastidio a nessuno. La scomodità e l'inefficienza delle "selve di antenne" è tale da chiedersi se ci sia qualcuno che ce magna e viene in mente subito la lobby degli antennisti. Report ci ha fatto pure un bel servizio per capire cosa c'è dietro alle foreste di antenne sui tetti di Roma. E' dal 1997 che si parla di togliere le cataste di antenne, ci hanno provato pure nel 2008, ma alla fine non se n'è fatto niente. La volontà di vivere come dei baraccati, un'antenna a testa sul tetto di casa, è più forte. Noi, invece, la vediamo diversamente. (Les)

San Lorenzo in marcia contro il degrado

martedì 5 ottobre 2010


E dopo l'agghiacciante articolo di ieri, un interessante articolo di Repubblica segnalatoci da Paolo nella nostra pagina facebook. Partecipiamo?

Una fiaccolata di notturna per illuminare il degrado in cui versa il quartiere. Ad annunciarla non sono stavolta i residenti o i commercianti, bensì lo stesso presidente del III municipio, Dario Marcucci, stanco di non ottenere risposte adeguate dall'Ama. "Sarà una vera e propria processione, un funerale per un decoro che nella zona di San Lorenzo non si sa più che fine abbia fatto" denuncia il minisindaco, che da tempo ha chiesto all'Ama di inserire la zona della movida tra quelle che hanno bisogno, come Trastevere e il centro storico, di una pulizia integrativa. "Quest'area del III municipio non è solo residenziale - spiega Marcucci - ma di sera è frequentata dai tanti avventori di bar e ristoranti. Ecco perché avrebbe bisogno di una pulizia straordinaria, con uno spazzamento quotidiano delle strade e dei marciapiedi". Richieste che, però, finora sono rimaste inascoltate dai vertici dell'Ama: strade maleodoranti e cassonetti dei rifiuti completamente distrutti. "Nelle prossime settimane organizzerò una processione con i residenti e i commercianti e attraverseremo le strade più sporche e degradate di un quartiere che assomiglia a una fogna - denuncia il presidente del III municipio Dario Marcucci - e in attesa di risposte da parte dell'Ama, ho già dato il via nei giorni scorsi ad una campagna di tolleranza zero contro i volantini abusivi, con sanzioni nei confronti delle ditte che imbrattano San Lorenzo e rimozione straordinaria delle affissioni illegali". Inoltre, tutti i cartelloni pubblicitari presenti nel quartiere saranno censiti e inseriti online sul sito del III municipio, così da avere un registro degli impianti regolari e sanzionare più facilmente quelli abusivi.

Spaventosa San Lorenzo

lunedì 4 ottobre 2010

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Quando riceviamo email come questa ci fa sempre tanto piacere. E' segno che non tutti i romani sono ormai impassibili e rassegnati di fronte al degrado. E' segno che c'è ancora qualcuno che non accetta tutto questo. Grazie Nicola per il bel servizio, ti aspettiamo alla prossima passeggiata antidegrado.

Vi invio qualche foto scattata a San Lorenzo. Graffiti e manifesti OVUNQUE, anche sui molti palazzi che il III municipio ha appena fatto ripulire. Emblematica la foto della ragazza che attacca dei volantini, noncurante del divieto di affissione posto sopra la sua testa. Questa è la verità, la gente se ne frega! A che serve il divieto se poi nessuno controlla, nessuno punisce, nessuno fa niente? Bisogna risolvere il problema alla radice, far capire a chi scrive sui muri o attacca i manifesti, prima di tutto che è uno sfigato e soprattutto che NON DEVE FARLO, perchè potrebbe passare guai seri. Le mie proposte sono: 1) Installazione di telecamere che controllino i luoghi più colpiti da graffiti e manifesti; 2) Prevenzione, controllo e pulitura da parte dei comitati di quartiere (cercare di coinvolgere negozianti, scuole e uffici nel mantenimento del decoro); 3) Utilizzare lo spray anti-graffiti e dotare ogni quartiere di un'area creatività per i writers e di grandi bacheche (tenute in ordine e non lasciate al loro destino) dove poter affiggere i proprio annunci o manifesti; 4) Pene più severe per chi scrive o attacca volantini, tipo obbligo di ripulire il danno e partecipare alle azioni antidegrado dei comitati per qualche mese. Sono motivato e non accetto più che la mia città mi sia deturpata sotto i miei occhi da chiunque voglia, cartellonari, bancarellari, writers e vandali vari. Dobbiamo reagire tutti. Voglio riprendermi Roma, la mia bellissima città. Un saluto. Nicola Brucoli.

Il "degrado imposto"

venerdì 1 ottobre 2010


Centraline elettriche, vecchi magazzini, strutture abbandonate. Misteriose costruzioni in muratura che non si sa bene cosa ospitino, dato che non vengono aperte mai. Sono tanti i "casotti" sparsi per Roma. E sono tutti rigorosamente ridotti in questo modo. Le lavagne dei bimbiminkia, un ricettacolo di scritte, tag e scarabocchi. Sotto elezioni, i casotti diventano il supporto privilegiato per le affissioni selvatiche dei partiti. Più la struttura è abbandonata più viene presa di mira. Vi siete mai soffermati a pensare al degrado visivo che questi casotti si portano dietro? Forse si, molto più probabilmente no, dato che ormai siamo totalmente assuefatti da queste immagini che non ci facciamo neanche più caso. Ma è bene cominciare a pensarci. E a chiedersi: per quale motivo questo degrado imposto alla società dev'essere accettato senza battere ciglio? Per quale motivo se io metto l'unità esterna del condizionatore sul terrazzo, costruisco una veranda in legno, magari pure elegante, oppure istallo dei pannelli solari sul tetto, devo chiedere mille nullaosta, e poi si permette a qualcuno di tenere simili orrori sparsi per la città, davanti alle case, senza che nessuno dica niente? Si imponga almeno una tassa sul degrado! Sei portatore di degrado perché non vuoi ripulire e trattare la tua saracinesca o il muro del tuo casolare? Bene, paga alla collettività il danno visivo che crei! Hai un negozio in centro e la tua saracinesca è devastata di scritte, ma sei talmente spilorcio che non vuoi nemmeno pagare 20 euro per ripulirla una volta al mese? Bene, comincia a pagare una tassa per il danno visivo che crei, ai residenti e agli esercizi commerciali antistanti. Quindi paga per il danno di immagine che crei alla città. Esiste un altro modo per risolvere questi problemi? Secondo noi no. Bisogna rendere il degrado antieconomico. Sei uno zozzone? Non vuoi pulire? Bene: sgancia i soldi!

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