San Giovanni dei Caciottari
Quella che vedete nella foto è Porta San Giovanni. Potenzialmente uno dei luoghi più suggestivi di Roma. Un tratto di mura tra i più belli della città. Potete avere un'idea della sublime bellezza di questo luogo osservando questa foto. Forse in pochi lo sanno, ma Roma è l'unica grande città in Europa ad aver conservato pressoché intatte le sue mura romane. Il 90% delle mura Aureliane, lunghe ben 19km, è arrivato fino a noi in buono stato di conservazione. Ci sono ancora le porte storiche, magnifici e trionfali accessi alla città Eterna. Porta San Giovanni, Porta dell'Asinara, Porta Maggiore, Porta Tiburtina, Porta San Paolo, Porta San Sebastiano. Sono ancora tutte lì a testimoniare la grandezza della Roma antica. Eppure guardate come siamo stati capaci di rovinare questo luogo. Triviali, incommentabili, demenziali accrocchi color giallo canarino, con i soliti quintali di carta straccia appiccicata sopra. Un flusso continuo di auto in transito, alla faccia della tutela dello stato di conservazione dei monumenti così delicati (smog, vibrazioni, incidenti, ecc.). Erba spontanea che fa capolino tra i mattoni. Una sensazione di incuria, degrado e abbandono che lascia attoniti. L'arredo urbano è inesistente. Guadate anche solo lo spartitraffico, striminzito marciapiede per pedoni kamikaze: una colata informe di catrame! Un lavoro fatto col culo! Guardate che schifo! E adesso proviamo un po' ad immaginarci questo luogo come lo vorremmo noi, e come sarebbe se solo Roma fosse una città civile. Un bel piazzale pedonale pavimentato a sampietrini e delimitato da eleganti parigine in ghisa anti-sosta. Il traffico deviato sottoterra, 100 metri più a destra. Una bella illuminazione studiata ad hoc, con faretti puntati sul monumento, magari pure qualche lampioncino. Qualche fiore, una panchina. Magari pure un chioschetto in ferro battuto, defilato, discreto. Un cartello turistico esplicativo. Questa è la Roma che vogliamo noi. Togliamo questa città dalle zozze mani dei caciottari!
San Giovanni Martire
In più di un'occasione vi abbiamo parlato delle scandalose condizioni di degrado in cui versa, nell'indifferenza e nel menefreghismo collettivo, la fermata metro San Paolo (vedi qui e qui). Oggi vi mostriamo un'altra "perla" di sciatteria e caciottaggine che Roma offre ai suoi numerosissimi turisti. Ecco a voi l'uscita della metro di San Giovanni. Ecco l'orribile, raccapricciante scena che si para davanti agli occhi del cittadino del mondo civile in visita a Roma. La foto scattata da Les è sufficientemente esplicativa e non merita commenti. In un qualsiasi paese civile la diffusione di una simile immagine sarebbe fonte di scandalo e imbarazzo. Qui, semplicemente, gli amministratori se ne fregano. Roma è una fogna a cielo aperto, peggiora ogni anno di più, e l'amministrazione comunale è immobile. Non c'è un piano, non una strategia per combattere questo massacro. Si naviga a vista, con un dilettantismo programmatico che lascia sconcertati. La città è e resta in balia di un manipolo di vandali con la bomboletta in mano. Il comune messo spalle al muro da un manipolo di ragazzini. Laddove in tutto il mondo il fenomeno è stato preso di petto, combattuto, ghettizzato, sovente estirpato, eradicato, qui a Roma non si è fatto un emerito cazzo! Solo annunci su annunci e l'introduzione di nuove multe, che sono rimaste puntualmente sulla carta. Intanto Roma affonda in un degrado sconfinato, è addirittura grottesco parlarne, tanto sembra inverosimile. E lo è tanto più per il turista straniero, che dal mondo civile si reca a Incivilia e che, puntualmente, non capisce. Non capisce come si possa ridurre una città in questo modo sconcio, stuprarla in maniera così barbara senza che nessuno, nemmeno il primo cittadino muova un dito. Chiediamo un piano di interventi a tappeto, il trattamento di tutti gli edifici in travertino con speciali prodotti protettivi e sgravi fiscali a chi tiene pulito il suo palazzo e la sua saracinesca. Il Comune ne parla da due anni e mezzo. E' ora di mettere da parte le chiacchiere e muovere il culo: siamo in piena emergenza!
Caos visivo
Roma è probabilmente la città con la peggiore segnaletica verticale del mondo. Indecenti accrocchi fatti con materiali scadentissimi. A Roma i segnali stradali sono ridotti così (vedi foto sopra), dalla periferia estrema fino al centro storico. I paletti vengono piegati, deformati, devastati da stickers e affissioni abusive, i segnali stradali vandalizzati, coperti, piegati, rotti, abbattuti. Perfino svitati, quando non addirittura sradicati (come segnala in questo articolo Esquilino's Weblog) dai soliti furbi che vogliono evitare le multe. Presi di mira sono soprattutto i segnali di divieto di sosta, che ormai stanno sparendo dalla città, lasciando il posto a una selva di pali, un esercito di moncherini, segno della nostra barbarie e inciviltà. Basta infatti una minima imperfezione al segnale stradale per consentire all'automobilista multato di vincere un ricorso. E così, se il segnale di divieto di sosta non c'è, la multa non arriva. Insomma i segnali stradali a Roma sono sempre più portatori di degrado, perché non correttamente progettati. Basterebbe realizzare i pali con materiali resistenti, magari in ghisa (che non si deforma), infilarli nel terreno con un minimo di criterio, ricoprire i pali con vernici granulose anti-affissione, realizzare i segnali stradali con materiali resistenti e con un minimo di gusto. In Europa questo lo si è già fatto da tempo. Qui in Italia, ovviamente, no. A Londra addirittura lanciano stupefacenti programmi di riprogettazione della segnaletica verticale in tutta la città, con l'obbiettivo di rimuoverne il più possibile in quanto producono "caos visivo". Ovviamente Roma è indietro di secoli, relegata alla preistoria della civiltà. Nella città che ha prodotto lo scandalo Cartellopoli il concetto di "caos visivo" non può sperare di essere compreso. E difatti a Roma nessuno si pone il problema. Per capire veramente come siamo messi, prendetevi un antiemetico e cliccate qui.
Blitz antigraffiti a Via Baldo degli Ubaldi
Nuovo blitz antigraffiti, stavolta realizzato "su commissione". Siamo andati a Via Baldo degli Ubaldi, al civico 79, a ripulire l'ascensore del gabbiotto della metro, orribilmente deturpato da decine di tag. Il gabbiotto si trova proprio davanti a un gelataio, il quale ci ha chiesto se potevamo darci una ripulita. Il gelataio avevamo avuto modo di incontrarlo già in occasione della nostra ultima passeggiata antidegrado e con lui avevamo preso accordi. Cogliamo l'occasione per segnalarvelo: si chiama "Il gelato naturale", ed è una succursale di Torcè. Per chi non lo conoscesse, si tratta di una delle migliori gelaterie di Roma. Quando qualcuno è attento al decoro della città e come noi si batte contro il degrado per accogliere i clienti in un ambiente più decente, noi gli facciamo volentieri pubblicità. Ci siamo recati a Via Baldo degli Ubaldi verso le 20. Qualche volantino tolto e qualche affissione lungo il percorso e quindi la pulizia del gabbiotto con il nostro prodotto antigraffiti e le spugne abrasive. Il risultato potete vederlo nelle foto qui sopra. Il vetro non è venuto perfetto, ma è decisamente migliorato. Al termine il gelataio ha voluto ricompensarci per il nostro lavoro, offrendosi di ripagare il prodotto utilizzato, anche se noi ne avevamo utilizzato solo una minima parte. Da parte nostra vi garantiamo che sverrà tutto "reinvestito" nell'acquisto di nuovi flaconi di prodotto antigraffiti. Il blitz si conclude con un incontro curioso: una banda di attacchini fermano l'auto e scendono con la ferma intenzione di incartare l'ascensore della metro appena ripulito. Si piazzano davanti al gelataio con tanto di palo e uomo di scorta. Li blocchiamo per tempo, gli spieghiamo che il vetro è stato appena ripulito e li invitiamo ad andarsene. Alla fine desistono, ma l'impressione è che non abbiano capito bene le nostre ragioni. Della serie "ma che fastidio ve danno due manifesti?"
La notte della civiltà
Umiliante. Non trovo altre parole per definire questa foto emblematica. Rende perfettamente l'idea del difficilissimo momento che stiamo passando. E' la notte della civiltà e non se ne vede la fine. Abbiamo alzato bandiera bianca. Le istituzioni non ci sono o non sono in grado di combattere il fenomeno. 1-0 per i writers e palla al centro. Anzi, a dirla tutta qui i vandali hanno fatto goleada. Queste foto si vedono solo qui, solo da noi. Ringraziamo Les per averci inviato questa perla di foto. Cosa aspettarci per il futuro prossimo? Da Comune e istituzioni niente di che, hanno altro a cui pensare e lo si è visto in più di un'occasione. Se avessero a cuore il decoro di questa città non avrebbero mai permesso la sconcia, pornografica invasione di cartelloni. Non avrebbero mai calato le brache davanti ai nemici giurati della ZTL. Ma soprattutto, anche volessero risolvere il problema (se non altro per una questione id immagine, qui si rischia di perdere definitivamente la faccia) questi qui non hanno la minima idea di come risolvere il problema. Preferiscono affidarsi a misure dilettantistiche di zero efficacia e scarso ritorno mediatico. Serve un sussulto di orgoglio da parte dei "Romani de Roma". Quelli che "Roma è la città più bella der monno", quelli che soffrono a vedere una così bella città, la propria città, ridotta peggio di una discarica. E' a questi romani che noi ci appelliamo, nella speranza, forse vana o forse no, di creare un movimento di opinione e di azione forte e radicato nel territorio. Uniamoci insieme e vediamo di vincere questa battaglia di civiltà. Nella speranza che i Grandi Incapaci non ci mettano i bastoni tra le ruote.
Il cartellone che oscura il semaforo
Il seguente cartellone pubblicitario, istallato negli ultimi due anni, si trova in Via Portuense, all'altezza dell'incrocio con Via degli Irlandesi. Il cartellone è posizionato a meno di 15 metri da un semaforo, DAVANTI al semaforo, e a seconda di come si prende la curva copre una o l'altra lampada del semaforo. In ogni caso, disturba non poco la visuale, trovandosi in piena traiettoria. Il semaforo può NON essere percepito visivamente da un guidatore distratto. Il cartellone si trova inoltre su uno spartitraffico di larghezza inferiore ai 4 metri, in piena curva, e viola quindi platealmete il codice della strada. Inoltre, è perpendicolare al senso di marcia e si trova a meno di due metri dal bordo della carreggiata, in entrambi i sensi di marcia. Data la palese violazione del codice della strada e la sua pericolosità, se ne chiede l'immediata rimozione.
Questa l'email (già segnalata sul blog Cartellopoli) che abbiamo spedito lo scorso 9 agosto alla Polizia Municipale e all'indirizzo Segnalazioni Affissioni. E' passato un mese e mezzo e ancora non abbiamo ricevuto risposta. Speriamo che nel frattempo chi di dovere stia valutando cosa fare e che la nostra email non sia stata cestinata. In caso di incidente la responsabilità sarebbe tutta di chi doveva provvedere a rimuovere il catafalco e non ha provveduto, ignorando la nostra segnalazione. Nell'email abbiamo inserito anche una immagine presa da streetview dello stesso incrocio, risalente all'incirca ad aprile 2008, nella quale il suddetto cartellone non compare. Un'altra perla regalata alla città dallo Scandalo Cartellopoli.
Puliamo Roma 2010
Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa iniziativa, invitando tutti i volontari e i lettori del blog a partecipare in massa:
PULIAMO IL MONDO 2010 - ROMA - Circolo Legambiente Mondi Possibili
Il 26 settembre partecipate con noi a Puliamo il Mondo! Abbiamo scelto come punto per effettuare la pulizia e come punto di partenza per il giro/visita in bicicletta il parco adiacente al Ponte Nomentano (vicino al Ponte Tazio; la mappa è qui) per due ragioni: 1) è abbandonato a se stesso e per questo da PULIRE, (per pulire il mondo da qualche parte occorre iniziare...) ed è un peccato perché potrebbe essere una bella area verde, con vista del ponte antico, anche se schiacciato da milioni di macchine; 2) è fondamentale come snodo ciclabile di Roma: si incontrano lì infatti la ciclabile dell'Aniene che va alla Salaria, e la ciclabile dell'Aniene che invece procede per il parco di Aguzzano. E' stato inoltre approvato da anni, dai Municipi interessati, il progetto promosso dal comitato "Ciclabile Nomentana Subito" che organizza una visita sulle bellezze e sull'abbandono sull'antica via romana. Info Facebook.
Ore 10.00 Appuntamento per la pulizia "Puliamo il Mondo 2010"
Ore 12.00 Visita guidata in bicicletta sulla Nomentana (Villa Paganini, Porta Pia, Villa Blanc): "bellezza e abbandono" organizzato dal Comitato Ciclabile Nomentana Subito
Ore 13.30 PACL (Piccolo aperitivo a contributo libero)
Per le informazioni e prenotazioni giro in bicicletta legambientemondipossibili@gmail.com - 328/0651517
PULIAMO IL MONDO 2010 - ROMA - Circolo Legambiente Mondi Possibili
Il 26 settembre partecipate con noi a Puliamo il Mondo! Abbiamo scelto come punto per effettuare la pulizia e come punto di partenza per il giro/visita in bicicletta il parco adiacente al Ponte Nomentano (vicino al Ponte Tazio; la mappa è qui) per due ragioni: 1) è abbandonato a se stesso e per questo da PULIRE, (per pulire il mondo da qualche parte occorre iniziare...) ed è un peccato perché potrebbe essere una bella area verde, con vista del ponte antico, anche se schiacciato da milioni di macchine; 2) è fondamentale come snodo ciclabile di Roma: si incontrano lì infatti la ciclabile dell'Aniene che va alla Salaria, e la ciclabile dell'Aniene che invece procede per il parco di Aguzzano. E' stato inoltre approvato da anni, dai Municipi interessati, il progetto promosso dal comitato "Ciclabile Nomentana Subito" che organizza una visita sulle bellezze e sull'abbandono sull'antica via romana. Info Facebook.
Ore 10.00 Appuntamento per la pulizia "Puliamo il Mondo 2010"
Ore 12.00 Visita guidata in bicicletta sulla Nomentana (Villa Paganini, Porta Pia, Villa Blanc): "bellezza e abbandono" organizzato dal Comitato Ciclabile Nomentana Subito
Ore 13.30 PACL (Piccolo aperitivo a contributo libero)
Per le informazioni e prenotazioni giro in bicicletta legambientemondipossibili@gmail.com - 328/0651517
Romani di Serie B
Non sono artisti, e su questo non c'è pericolo di essere smentiti. Scrivono slogan sui muri, spesso minacce, spesso insulti, alcuni di una violenza inaudita. Stiamo parlando degli ultras di Roma e Lazio. Proprio loro, che intonano slogan dedicati a Roma e alla Roma, alla città più bella der monno. Poi loro, questa città così bella, si divertono a sfregiarla e ad ammirarla compiaciuti. Per puro cazzeggio e spirito goliardico. E le foto degli sfregi vengono caricate sui siti degli ultras. Guardate qui, su A.S. Roma Ultras, e ancora qui, una sezione dedicata esplicitamente alle "scritte sui muri". Il tutto condito dalla solita frase idiota, ormai lo slogan degli scarabocchiatori moderni: "muri puliti, popoli muti". D'altra parte di che stupirsi, questi pezzenti sono stati sdoganati nientepopodimenoche dal Ministro Maroni, che ha usato le stesse frasi per difendere i writers. Guardate qui su La mia Roma, un altro campionario ben rifornito di scritte. Addirittura ci sono sezioni a parte, dedicate alle scritte dei Boys, alle scritte dei Fedayn, alle scritte del Commando Ultrà Curva Sud, e via dicendo. E la Lazio? Niente paura, ci sono pure loro. Anche qui una sezione dedicata esclusivamente alle scritte sui muri, suddivisa per gruppi ("Viking", "Banda Noantri", "S.S. Lazio Army") e per aree geografiche ("dentro lo stadio", "il cuore della vecchia Prati", "un artista a Vigna Clara"). Ci sono le scritte dedicate a Gabriele Sandri e quelle commemorative per un derby vinto. Sul web, a disposizione di tutti. Ci sono pure le firme dei gruppi che hanno fatto le scritte. E non venite a dirmi che polizia e carabinieri non sanno chi siano questi tizi, visto che sono schedati, monitorati, controllati. Eppure nessuno fa niente. Loro devastano Roma, lo fanno alla luce del sole e nessuno muove un dito. Roma è completamente abbandonata nelle mani di un gruppo di delinquenti pregiudicati che la devastano ogni notte impunemente nell'indifferenza e nel menefreghismo generale. Tutto questo è una vergogna.
Riprendiamoci Roma su ZDF
In seguito all'articolo pubblicato da Repubblica relativo al progetto antigraffiti portato avanti dal nostro blog siamo stati letteralmente sommersi di email. Ci ha fatto enormemente piacere ricevere tanti attestati di stima e proposte di collaborazione, segno che il problema delle scritte sui muri è più sentito di quanto si creda dai nostri concittadini. La sorpresa più gradita è arrivata il 12 agosto. La redazione di ZDF (Zweites Deutsches Fernsehe), la "RaiDue tedesca", ci ha cercato per un intervista e una breve dimostrazione sul campo della nostra attività antigraffiti. Un'opportunità da cogliere al volo, per far conoscere agli abitanti del mondo civile come vanno le cose a Roma. Nonostante fosse agosto (molti di noi erano in vacanza e il blog era temporaneamente "chiuso per ferie") siamo riusciti a mobilitare cinque dei nostri volontari. L'intervista si è svolta il 19 agosto ed andrà in onda in questi giorni sulla TV tedesca. Prima un po' di riprese degli orrori romani: Piazza Trilussa, le balaustre di Ponte Sisto di nuovo devastate dai graffiti, e Via dei Pettinari, vero e proprio museo dell'inciviltà romana. Quindi, antigraffiti alla mano, i volontari del blog sono stati ripresi mentre cancellavano un paio di tag, da un muro nei pressi di Campo de' Fiori e dalla saracinesca di un'edicola in Corso Vittorio Emanuele II. Nel mezzo una manciata di interviste a romani e turisti: tutti disgustati dalle scritte sui muri. E così, in attesa che le tv italiane si sveglino e comincino a prendere coscienza della reale portata del problema, non ci resta che affidarci alle tv straniere, sempre più sbalordite e incredule di fronte al degrado folle in cui annega la nostra città. Ringraziamo Maurizio Gemmer per aver dato spazio al nostro movimento, i volontari antigraffiti, Marco, Les, Stefano, Daniele e Giovanni per il magnifico reportage fotografico.
Sciatteria stradale
A Viale del Policlinico hanno rifatto le strisce che limitano la carreggiata... però non hanno pulito prima! "A signo', me pagheno pe' ffa' e strice, mica pe' leva' e foje"... solo a Roma!
Marcello ci invia per email questa simpatica foto, immagine esemplare della caciottaggine e del dilettantismo imperante a Roma. Il livello dei lavori pubblici è tra i più bassi al mondo. Siamo ampiamente sotto al livello medio delle città turistiche africane. Il motivo? E' molto semplice. Qui a Roma il concetto di "qualità" nel lavori pubblici non esiste. Il lavoro pubblico è un lavoro che puoi pure fare male, "tanto pagano i cittadini" e non devi rendere conto a nessuno. Qui a Roma quando si rifà una strada o un marciapiede (quelle rare volte) non si pensa mai a riqualificare la suddetta strada o il suddetto marciapiede. Il lavoro pubblico è concepito sempre come sinonimo di "pecetta". Aggiusto una cosa rotta. Rifaccio una striscia cancellata. E così la suddetta striscia può disegnarla pure la ditta di Mimmo er pesciarolo "amico di". D'altra parte la vernice usata è di quelle che, tempo un acquazzone e una strusciata di gomma, vengono via. Mai nessuno pensa a migliorare la qualità e l'estetica del manto stradale, delle materie prime, a tirare una linea con vernici smaltate, che resistono alle intemperie e durano nel tempo. Qui da noi lavoro pubblico = pecetta. Ed è per questo che rattoppiamo le strade e ritiriamo le righe una volta all'anno, su tutte le strade. Per far mangiare i caciottari e far lavorare i raccomandati. Abbiamo ancora marciapiedi degli anni '60, anche in pieno centro. A Via del Corso, a Piazza Navona. Qui da noi gli appalti si vincono al ribasso, il che garantisce materie prime infime, finiture pessime, sicurezza del lavoro nulla e lavoro nero. E' un problema culturale. Per Alemanno decoro urbano è rattoppare le buche. Qualcuno gli spieghi che rattoppare buche è una misura d'emergenza per garantire la sicurezza, ma per il decoro urbano serve riasfaltare le strade come Cristo comanda! Le buche sono l'abc, il minimo sindacale della civiltà. A noi manca pure quello.
Orrore all'Appio Latino
Il nostro reporter Les ci manda altre foto di ordinario degrado a Roma. Qui siamo nel quartiere Appio Latino, precisamente tra Piazza Re di Roma e Porta Metronia. Bei palazzi, costruiti negli anni '20, bei negozi, una discreta qualità edilizia. Anche qui, la costante che accomuna tutti i quartieri di Roma: le scritte sui muri. Scritte ovunque, sui palazzi, sui negozi, sui portoni. Non se ne salva nessuno. Perfino le scuole sono devastate dalle scritte. Una situazione catastrofica, un vero e proprio cataclisma della civiltà. Tutta Roma è invasa da barbari pezzenti, ragazzini con la bomboletta, e nessunpo riesce a fermarli. Una banda di bracaloni col cappuccio in testa, coglionazzi della prima ora, tengono in scacco Roma, rovinano palazzi, muri, portoni e arredo urbano, devastano monumenti, provocando danni immani ai proprietari degli immobili (che devono ristrutturarli periodicamente) e all'immagine della città (e quindi al turismo). Una invasione folle e incredibile che avanza strisciando nell'indifferenza e nel menefreghismo generale. Una città tesoro che sprofonda nelle fogne e non ne parla nessuno. In TV qualche delinquente continua a trattare questi vandali con i guanti, definendoli "artisti". Allucinante. Il Comune si arrende a una banda di pischelletti bracaloni. Unica proposta messa in campo: un'ordinanza clownesca, con multe ridicole, da far ridere i polli, i galli, le galline e pure le quaglie. Nessun progetto di largo respiro, nessun dialogo con cittadini e commercianti, zero incentivi per ripulire. Una politica di tipo condominiale, alla "volemose bbene". La classica pecettina simbolica alla romana. Famo finta che c'arabbiamo, poi, passata una settimana, amici come prima. E così un'intera città è finita ridotta in condizioni allucinanti, peggio di una fogna di Calcutta: una succursale di Malagrotta. Orrore e raccapriccio. Una città ai margini del mondo civile, relegata nell'angolino riservato agli zozzoni. Una vergogna senza fine.
Scrivono sui muri, oscurano segnali stradali...
Questa mattina mia figlia si è spaventata perché qualche vandalo-graffittaro ha sgorbiato questo mostro sul muro della scuola (San Lorenzo, Via dei Sabelli). Notare anche il cartello stradale coperto da qualcosa. Altri sgorbi vari recanti i nomi altisonanti degli autori "POLIS" e "CANI SCIORTI", nonché un certo "DIE YOUNG" hanno fatto la loro comparsa sui muri del quartiere (ripuliti questa estate... *sigh*).
Questa la denuncia di Paolo, un nostro lettore, sul profilo della nostra pagina facebook. Notate bene non solo il mostro disegnato sul palazzo della scuola ma anche lo sticker: copre un cartello di divieto di accesso... NEI PRESSI DI UNA SCUOLA! Come si può tollerare una cosa simile?? Come si può prevedere solo 500 euro di multa per chi provoca danni per milioni di euro e attenta alla vita delle persone? Interessante la proposta di Paolo, che condividiamo in pieno:
Le conseguenze sociali del degrado
Ormai queste scritte non le vediamo più. Mimetizzate nello schifo globale che ci si para davanti agli occhi a 360° non ci facciamo più caso. Le scritte sui muri fanno ormai parte del paesaggio e dell'immaginario collettivo romano. Chi dobbiamo ringraziare per questo? Sicuramente le amministrazioni comunali, che al di là di interventini-spot non hanno saputo porre un freno e dare una risposta adeguata alla valanga barbara. Quindi i media, in primis le tv, che continuano ad ignorare questo fenomeno vandalico e finiscono anzi per sdoganare queste scimmie devastatrici, definendole addirittura "artisti". Mostriamo di non aver compreso la reale portata del fenomeno. La percentuale di artisti veri è probabilmente inferiore all'1% dell'intero movimento. A fronte di ciò, si mette tutto in un unico calderone, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un fallimento totale, una Caporetto senza appello. L'unico paese al mondo che non ha ancora capito la portata del danno economico e di immagine che il degrado porta con sè. Una città sporca perde quote turistiche, in primis nella fascia del turismo di qualità, quello che porta soldi. Viceversa, attira il turismo cialtrone. Da tutta Europa (Spagna e Germania in primis) c'è un via vai continuo di sbandati che vengono a Roma solo per scrivere sui muri. Qui da noi si può. Ricordatevi della turista beccata a incidere il suo nome sul Colosseo o di quella beccata a taggare Fontana di Trevi. Ricordatevi cosa hanno detto: "pensavo si potesse, non pensavo fosse vietato". Come dicevano gli antichi, il simile attira il simile. Per tacere delle implicazioni sociali che questo schifo si porta appresso: il degrado ambientale genera sempre degrado morale. Spinge a comportamenti antisociali, porta a violare le regole, dà sensazione di impunità. Stiamo regredendo allo stato barbaro. Piano piano, senza nemmeno accorgercene.
L'ha squola publica
Lo abbiamo detto più volte e qui lo ripetiamo: l'educazione dei figli passa dalle scuole. Non si può sperare che un ragazzo che frequenta un cesso di scuola cadente a pezzi e ricoperta di scritte vandaliche cresca con un minimo di senso civico e di rispetto delle regole. Discorsi ovvi in un paese che si definisce civile. Discorsi incomprensibili e privi di senso in un paese (come l'Italia) che taglia ogni anno i fondi alla scuola pubblica, già ridotta a brandelli. E per capire a che barbaro livello siamo, leggetevi questo post di les e guardatevi le foto.
Qualche mese fa sono andato a Parigi e ho visto molti edifici scolastici, scuole medie e superiori, palazzi eleganti e ben tenuti. Avete presente le scuole di Roma? Una roba stile "ghetto di Los Angeles degli anni '80". Muri coperti da graffiti, addirittura scritte sulla targa col nome dell'istituto, la bandiera italiana esposta all'ingresso quasi sempre ridotta a uno straccio sbiadito e sfilacciato. Le aule non sono migliori. Ce le ricordiamo tutti così: cadenti a pezzi, scritte sui banchi, sulle sedie e sui muri. Ci sono poi tutta una serie di problemi che ben conosciamo, dagli infissi vecchi e difettosi ai tetti in eternit. La classica scuola romana si presenta così: muri pieni di scritte, coperte a loro volta da manifesti politici abusivi, scritte a pennarello sui davanzali tipo "Emy & Mirko x Sempre", e se c'è un cortile viene utilizzato per buttarci le sedie rotte. Un posto schifoso per studiare e per insegnare, lo specchio dell'inciviltà di più generazioni, quella dei professori che hanno permesso lo scempio e quella degli studenti che lo perpetrano. Ma i politici non hanno ancora capito che il rilancio della scuola italiana passa anche attraverso il rinnovo degli edifici. Gli studenti non possono rispettare un'istituzione che si presenta in modo indecoroso e abbandonato? I muri del palazzo dove ha sede il Ministero della Pubblica Istruzione dicono tutto: la sciatteria al potere.
Arte contemporanea?
Di fronte a simili spettacolini di quotidiana inciviltà rimaniamo sempre stupiti. Che si tratti di arte contemporanea? La domanda sorge spontanea, osservando bene la curiosa composizione in stile "natura morta". Abbiamo un gabbiotto aperto (un contatore? una centralina elettrica?) e alla mercè dei passanti, abbiamo un nastro bicolore acciambellato attorno, risalente probabilmente agli anni '80, lasciato lì a biodegradarsi (speranza vana). C'è l'usuale cumuletto di monnezza, un adeguato contorno di erbaccia, e per finire una scrittina (non ci facciamo mancare niente). Una composizione perfetta. La foto ce la manda Les, siamo nel devastato rione Trashtevere, ma potremmo essere da qualsiasi altra parte. Ormai a Roma il degrado è talmente diffuso e radicato, talmente endemico, che è impossibile non coglierne traccia, ovunque ci si trovi. Questi mini-spettacolini dell'inciviltà italica, tuttavia, il più delle volte sfuggono alla vista del passante distratto, troppo concentrato ad incrociare con lo sguardo il Grande Schifo. Ed è per questo che noi, inesorabilmente, continuiamo a inquadrarli, zoomarli, fotografarli per proporveli sul blog. Isolando il soggetto, forse, si riesce a cogliere la natura del problema. Il proprietario del gabbiotto si fida ciecamente a lasciar aperto il contatore. Non si preoccupa del fatto che, in caso di incidente, la responsabilità per il bambino morto fulminato sarà la sua. La municipale mette i nastri bicolori per segnalare i lavori, ma poi non li toglie, o se li toglie lascia un pezzetto. Anche questo è un tratto distintivo, una demarcazione del territorio. Il fiocchetto residuo DEVE esserci, per mostrare al mondo di che pasta siamo fatti noi. Il turista passa di lì e ci getta una cartaccia. In fondo che male c'è, lo fanno tutti. Il pischelletto giulivo col pennarello in mano lascia la firma sull'opera appropriandosene definitivamente. Si perché noi, in fondo, vogliamo sperare che di opera d'arte si tratti. Ed è per questo che alla foto abbiamo dato un tocco fiabesco, un bagliore suggestivo, un'atmosfera accattivante. Voi che ne dite?
Degrado a Ostia Antica
Oggi vi segnaliamo questo interessantissimo documentario fotografico inviatoci qualche settimana fa da un nostro lettore di Ostia. Mauro gestisce un sito web dedicato a Ostia Antica e vorrebbe aprire, in futuro, una sezione dedicata al degrado in cui versa l'area antistante gli scavi e il borgo antico. "Salve! Il mio nome è Mauro, gestisco ormai da più di dieci anni un sito dedicato ad Ostia Antica. Amo questo quartiere, del resto è dove sono cresciuto. Negli ultimi anni è all'abbandono ed al degrado più totale, ho sempre pensato di dedicare una sezione sul mio sito al riguardo, cosa che sicuramente farò, ma nel frattempo non mi resta che segnalarvi la situazione allegando qualche foto." Le foto che ci invia Mauro documentano un numero impressionanti di orrori. Tanto più impressionante se si pensa che le foto sono state scattate in appena due strade. "Quella che va dalla stazione alla rotatoria di Ostia Antica (lo snodo principale del traffico verso il centro città ed Ostia Lido) e che dovrebbe penso permettere ai disabili di raggiungere il centro quartiere, e la strada che va dalla stazione agli scavi archeologici, che purtroppo per loro è completamente impraticabile." E, come potete vedere dalla slide, le foto sono realmente impressionanti. C'è n'è per tutti i gusti: strade impraticabili, tag e affissioni abusive ovunque, cartelloni e cartelletti posti davanti ai semafosi (una vera giungla!), arredo urbano inesistente, fatiscente, devastato dall'incuria, brutture edilizie a non finire. Una sensazione di abbandono e pressapochismo desolante per uno dei siti archeologici romani più importanti al mondo. Suscita orrore la vista del Castello di Giulio II, contornato da una sterpaglia affumicata e da cassonetti della spazzatura. Inaccettabile in un paese che si definisca "civile". Salutiamo e ringraziamo Mauro per averci inviato queste foto e speriamo di poter presto organizzare qualche intervento antidegrado anche a Ostia. Teniamoci in contatto!
Lungo er Tevere
Quest'oggi vi proponiamo un reportage di Les su una delle manifestazioni più note dell'Estate romana: "Lungo er Tevere". Lanciamo una proposta: vincolare l'autorizzazione dell'occupazione di suolo pubblico alla pulizia delle scritte sui muraglioni (per un totale pari al numero di metri quadri occupati).
Una delle migliori iniziative dell'Estate Romana è "Lungo il Tevere", la fiera situata sulle sponde del fiume nel tratto che va dall'Isola Tiberina a Ponte Sisto. Una lunga serie di ristoranti e bar di qualità, spazi culturali e stand per lo shopping di ogni tipo. Un allestimento curato nei minimi particolari, arredo elegante, banchine finalmente percorribili (senza più le orrende transenne di un tempo) fanno di quest'iniziativa un must dell'Estate Romana. Una vera oasi nel panorama squallido e puzzolente dei lungotevere romani, notoriamente abbandonati nel lerciume più totale (e ultimamente anche invasi dai topi...). Per capire come si trovano le sponde non interessate dai festival estivi, basta spostarsi alla riva di fronte e avvicinarsi alla scalinata che scende fino alla banchina: verrete assaliti da un fetore intenso e scorgerete sugli scalini stracci, bottiglie vuote, escrementi umani che impediscono materialmente di scendere verso il fiume. Questa scena immonda si ripropone ad ogni ponte, salvo quelli che ospitano circoli sportivi o manifestazioni temporanee come "Lungo il Tevere 2010" che ci trasportano per un momento nell'Europa Civile. A riportarci indietro nella bruttezza di Roma ci pensano le scritte sui muri delle banchine a sfregiare l'aspetto degli argini come non avviene in nessun'altra capitale europea. Gli indolenti e menefreghisti romani hanno lasciato imbrattare anche le sponde del fiume con graffiti e tags, com'è già avvenuto con i palazzi di questa città. Ci auguriamo che le future iniziative sul Tevere spingano il Comune a ripulire quante più banchine dai graffiti vandalici e restituire un aspetto europeo al nostro fiume.
Villa Farnesina martoriata
Quella che vedete nella foto è Villa Farnesina, la più bella Villa rinascimentale di Roma, progettata da Baldassarre Peruzzi e affrescata internamente da Raffaello Sanzio in collaborazione con i suoi allievi. Uno scrigno di tesori che in qualsiasi altra capitale Europea sarebbe un must da non perdere. Ma siccome siamo a Incivilia la Villa è completamente abbandonata: affogata nel degrado, umiliata, stuprata, barbarizzata da una mandria di bovari. In qualunque angolo del globo, Africa e Asia compresa, un simile capolavoro artistico e architettonico verrebbe preservato, curato, tutelato, valorizzato al meglio. Qui da noi la Villa è alla mercè degli Unni. Queste foto sono state scattate dal Lungotevere. Da dove vogliamo cominciare? Il muro esterno della Villa è completamente ricoperto da scritte e graffiti, su tutta la sua lunghezza. Scritte oscene, umilianti, dementi, che nessuno ha mai pensato di rimuovere, per la felicità degli Unni vandalizzatori con la bomboletta spray. Stanno lì da mesi, se non anni, nel menefreghismo generale. Parte delle inferriate della Villa sono rotte, storte, piegate. Un pezzo di nastro bicolore rosso-bianco, messo lì probabilmente dalla Municipale (sempre molto attenta al decoro della città) e abbandonato senza alcun rispetto. Sopra al muretto, quattro bottiglie di birra abbandonate. Un cartellone del Comune, recanti indegne lasagne cartacee con demenziali e triviali insulti politici, umilia ancor di più la facciata della Villa. Lo stato del manto stradale è deprimente, bucherellato, triturato, devastato dall'incuria e ricoperto di foglie morte, fazzoletti di carta e ogni altro genere di schifezza. Questa è Roma, signore e signori. La città più incivile dell'Universo. Ricordiamo ai nostri lettori che il centro storico di Roma è inserito nelle liste dell'UNESCO e tutelato come Patrimonio dell'Umanità. Proteggere e tutelare questi monumenti è un nostro preciso dovere. Uno scandalo nello scandalo. Non resta che augurarsi che all'UNESCO qualcuno si renda conto del degrado in cui affogano i nostri monumenti e minacci la rimozione di Roma dalle proprie liste. Un danno di immagine enorme. Proprio quello che ci vuole per dare la sveglia.
Strappare, defiggere, estirpare!
Nuovo blitz anti-degrado a Via Baldo degli Ubaldi e dintorni. C'era da rimuovere un centinaio di locandine abusive appiccicate su ogni semaforo. La solita selva di cartaccia che sponsorizza i concerti estivi, pubblicizzati in maniera barbara e senza alcun rispetto per le regole. Nonostante le ordinanze anti-degrado, queste ditte di abusivi continuano a fare il porco del comodo loro. Stavolta doppio lavoro per i volontari. Le locandine rimosse sono state prontamente rimpiazzate da ignoti (proprio mentre era in atto il blitz!) e altrettanto prontamente rimosse per una seconda volta. In totale un centinaio di affissioni sono finite dritte nel cassonetto e altrettanti volantini pubblicitari hanno fatto la stessa fine. Abbiamo anche provveduto a staccare una decina di stickers dei traslocatori appiccicati sui muri dei palazzi. In totale abbiamo riempito e svuotato un maxi-bustone per ben cinque volte. Un superlavoro per i volontari anti-degrado, che in poco più di un'ora e mezza di lavoro hanno bonificato tutta l'area. In finale c'è stato anche il tempo per prendere accordi con un simpatico gelataio per un futuro intervento di pulizia di graffiti nell'area antistante al suo negozio. Loro pagheranno i prodotti, noi metteremo la manodopera e cercheremo insieme di ridare dignità allo slargo antistante il locale. Al termine della chiacchierata, il gelataio ci ha anche offerto un eccellente gelato come forma di ringraziamento per il nostro impegno civico. "Il gelato naturale", succursale di Torcè (quindi sinonimo di qualità eccellente), per chiudere la serata in bellezza. Ma il nostro impegno non finisce qui. Continueremo a monitorare la zona e torneremo presto a colpire in caso di violazione. La prossima volta faremo pure un salto in caserma per denunciare questo sconcio malcostume. Grazie a tutti i partecipanti, alla prossima.
Ipse Dixit: Munnezzia!
L'usuale classica faccia come il culo e una montagna di soldi buttati nel cesso.
Una gigantesca pattumiera a cielo aperto. Grande come il Raccordo Anulare e dove invece di pulire i cassonetti, spazzare le strade, aumentare e potenziare la raccolta differenziata, l'azienda della raccolta dei rifiuti preferisce pubblicare edulcorati i risultati dei sondaggi di qualità, scegliendo Manuela Arcuri come testimonial di un amore che non c'è. L'analisi realistica e impietosa sull'Ama, la spa comunale che raccoglie i rifiuti, è del Codici, il Centro per i diritti dei cittadini, una delle associazioni dei consumatori più attive a Roma negli ultimi mesi. La responsabile della sede del Lazio, Valentina Coppola, ieri ha preso carta e penna ed ha denunciato lo spettacolo che i romani hanno trovato al loro rientro dalle vacanze, citando anche alcuni casi paradossali segnalati dallo stesso Codici all'Ama, invano. E allora l'affondo: "Non occorre un occhio di lince per constatare l'approssimazione e l'incuria con cui vengono più o meno quotidianamente pulite le strade e i cassonetti dell'immondizia". Poi l'associazione sceglie la strada dei cittadini e sintetizza le centinaia di segnalazioni giunte negli ultimi mesi: "Fanno tutte riferimento a cartacce, bottiglie vuote, indumenti, pacchetti di sigarette, in alcuni casi anche preservativi, abbandonati agli angoli delle vie della città che si sta trasformando, impietosamente, in una discarica a cielo aperto. I cassonetti, poi, soprattutto quelli adibiti alla raccolta differenziata, risultano essere insufficienti per contenere l'ingente portata di rifiuti prodotta dai romani e dai turisti in visita in città. Non c'è differenza quindi tra centro e periferia. Da questo punto di vista, non ci sono quartieri di serie A e di serie B. L'immondizia fa ovunque la parte del leone e a pagare le spese sono quasi sempre i cittadini". (Leggi l'articolo).
Le vie dello shopping di lusso
Email di stamattina: Ciao Luca, stasera ho fatto queste foto in pieno centro nelle vie dello shopping di lusso che sono state prese d'assalto dai writers... maledetti bastardi! Come se non bastasse, adesso avremo il raduno mondiale dei writers al Circo Massimo organizzato dal Comune di Roma! Pazzesco! (Marco)
Proprio in questi giorni sono usciti dati allarmanti sul turismo romano. Il titolo non inganni: il +11% di arrivi è a confronto con il 2009, un anno nero per il settore a causa della crisi. Leggiamo attentamente l'articolo. Il numero di arrivi cresce, ma cala il numero di presenze e, soprattutto, cala la spesa media. Si è registrata, rispetto al 2009, sia una contrazione della spesa media destinata alla vacanza, attestandosi ai 330 euro in media per persona, sia della durata del soggiorno (2,5 giorni), arrivando anche, nei casi più estremi, a un solo giorno di pernottamento. [...] Particolarmente forte la flessione negativa del settore dei viaggi d'affari (-40%), dei viaggi "motivazionali" (incentive) delle aziende (-60%), e delle organizzazioni congressuali dall'estero (-30%). In poche parole: Roma sta perdendo il turismo di alta fascia. Quello che spende soldi, che visita i musei, che fa colazione al bar seduto in piazza e mangia al ristorante, che compra souvenir. Insomma: il turismo che porta ricchezza. Ecco perchè gli operatori piangono, nonostante il segno "più". Come dice Massimiliano Tonelli, "Roma è una vacanza semplicemente inaccettabile per attempati benestanti, per ricchi che vogliono grandi servizi, grandi musei, grandi ristoranti, grandi alberghi." Roma non è più la città della Dolce Vita, ha perso tutto il suo appeal. Anche le vie dello shopping, le strade vetrina, sono ridotte in maniera indecente. E il Comune che fa? Organizza i raduni mondiali dei writers. Li avremo tutti qui, per tre giorni. Alla fine conteremo i danni. Intanto anche Ostia, nonostante i calippi e le bire, sprofonda nell'abisso.
San Paolo Martire
Torniamo a parlare, purtroppo, della martoriata Metro B, e in particolare della fermata San Paolo. Una delle più frequentate dai turisti, che da ogni parte del mondo civile si recano a visitare le Sette Basiliche della cristianità. Usciti dai vagoni roventi della linea B, veri e propri forni crematori (come già denunciato in questo post) ci si trova davanti uno spettacolo raccapricciante. Il biglietto da visita che Incivilia offre ai tanti coraggiosi turisti. Come dicevamo, non è la prima volta che documentiamo lo stato di incredibile degrado della fermata San Paolo (vedi qui e qui). Ma la situazione, oggi, è drammaticamente peggiorata. Guardate le immagini delle slide. Affissioni abusive appiccicate ovunque, graffiti su ogni angolo di muro, le mappe del Comune rese illegibili dalle tag dei writers. Ma quello che più desta raccapriccio è la situazione di inaudita illegalità generata dai bancarellari. Un vero e proprio suk, piazzato all'uscita della metro, con tanto di camion e camioncini rigorosamente in doppia e tripla fila. Una situazione allucinante, degna di una favelas indiana. L'accrocco mutandaro ricopre totalmente la fermata metro, si prende in ostaggio il marciapiede, impedisce qualsiasi possibile via di fuga in caso di incendio. Guardate la comitiva di turisti increduli mentre si incuneano in quel fazzoletto di marciapiede lasciato libero dai bancarellari. I camion, rigorosamente fermi in sosta vietata in piena curva, restringono la carreggiata. Una situazione sconcia, folle, incredibile. Tanto più incredibile se si pensa che, a pochissimi metri da qui, precisamente in Vicolo di Grotta Perfetta, c'è una stazione dei Carabinieri! Ma questo schifo inaudito avviene alla luce del sole. Segno che i Carabinieri hanno le mani legate. Segno che, forse, questo mercatino immondo e criminale sta lì perchè è autorizzato. E allora tanto vale denunciare l'immondo suk ai Vigili del Fuoco. E' la nostra unica speranza per far sbaraccare questa muraglia criminale.
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