LA DISASTROSA SITUAZIONE DEI PARCHI PUBBLICI A ROMA

martedì 28 maggio 2019


Parco del Rinnovamento.
Via Mosca nel Municipio VIII.
Così lo chiamano i residenti della zona.
Si tratta di un'area verde occupata in gran parte da un piccolo parco giochi per bambini.
Ci ha chiamati uno studente universitario preoccupato per le condizioni del parco, ma soprattutto per il degrado presente intorno e all'interno dell'area giochi.
Con Roberto, siamo andati oggi pomeriggio.
Devo dire che il parco sarebbe bellissimo, se fosse curato.
È stato inaugurato nel 2012 e poi abbandonato.
Erba altissima nasconde il legno marcio di panchine fatiscenti, sostegni di cestini senza secchio, lampioni caduti, alcuni in piedi ma pericolanti, soliti mucchi di rami secchi mai smaltiti, immondizia varia, viali nascosti dalla vegetazione.
Un piccolo campo di basket e calcetto troneggia sulla collinetta al di là del parco giochi.
Le porte senza rete, i canestri rotti, l'erba alta che incombe tutto intorno, rendono desolato e triste un paesaggio che potrebbe essere un gioiello e che invece è, per forza di cose, abbandonato anche da chi potrebbe usufruirne.
Un peccato.
E poi l'area giochi.
Giochi rotti, inutilizzabili, e mai sostituiti, pezzi divelti e nascosti nell'erba cresciuta a dismisura, altalene con sedili in stato pietoso.
Qui la fa da padrona la ruggine, pericolosissimo per i (pochi) bimbi che vorrebbero giocare.
Poco più in là un parcheggio nascosto, terra di nessuno, a pochi metri dai giochi: bottiglie di vetro, fazzoletti sporchi, confezioni di preservativi buttare per terra, tra fango e rifiuti.
Proprio lì, vicino ai bambini, si beve, si fa l'amore, si sporca.
E sempre lì vicino, una sede dell'AMA.
Da non credere...
Tutto questo mentre il capogruppo grillino Lupardini del Municipio VIII annuncia il più che possibile ritorno dell'orrore Tiberis.
Altro parco, solita storia.
La cura del verde pubblico a Roma non funziona e non ha colore politico.
È semplicemente inesistente.

Mi imbattei in un bus battente bandiera Israeliana con targa tedesca. Il Campidoglio sulla via di Berlino per rendere immatricolabili i bus a noleggio.

mercoledì 8 maggio 2019
I bus nel deposito Polimar di Guidonia
Sui 70 Bus ATAC noleggiati a Tel Aviv si prova la via tedesca. I Bus si trovano in due depositi privati: Guidonia e Salerno. Il pagamento della sosta in deposito, va precisato,  non è a carico di ATAC. I Bus risultano essere non immatricolabili perché Euro 5 e non Euro 6. Fonti interne ci dicono di un tentativo del Campidoglio di risolvere il problema immatricolandoli in Germania. In questo modo si risolverebbe il nodo più importante: immatricolarli in uno Stato membro e poi farli girare a Roma. Bus israeliani, del 2008,  con targa tedesca nella Capitale! La normativa da superare è europea e non nazionale: cosa s’inventeranno i tedeschi non è ancora chiaro. Fonti interne ci fanno sapere che i 70 bus sono arrivati tutti non marcianti, di cui 4 con motore fuso. I passaggi: le officine li rendono marcianti e man mano vengono messe calcomanie ATAC  “ma questo non vuol dire che passino il collaudo e possano essere immatricolati”.  Interventi.  “ Le anomalie riscontrate sono le seguenti:
A) Protezione posto guida (la vettura non presenta un’adeguata protezione
del conducente alle spalle e nella parte DX del posto guida).
B) L’apertura della sola porta anteriore non mette in funzione il “blocca porte” (dispositivo di sicurezza che serve a tenere bloccata la vettura
 finché le porte rimangono aperte).
C) Le porte per la salita e la discesa dei passeggeri, non hanno il dispositivo
che ne blocca la chiusura se un passeggero rimane fra le ante
provocandone lo schiacciamento.
D) Serve un distanziatore che tenga i passeggeri lontano dal poggia mano
posto sul cruscotto, per i seguenti motivi: 1) quando la vettura è piena, il conducente perde totalmente la visibilità dalla parte DX. 2) i passeggeri che sostano vicino al poggia mano posto sul cruscotto sarebbero travolti dall’apertura della porta anteriore che non ha il dispositivo di blocco qualora trovi un ostacolo nella chiusura e nell’apertura.” - Altro tema: è stata trovata sabbia nel motore e negli impianti di aerazione che vanno sanificati. Nota bene: se non si trovano soluzioni, tutto va riportato allo stato originale per poi rimandarli in Israele. Un casino immane! Se è vero, come ha detto ATAC, che non esiste nessun rischio economico per l’Azienda poiché il corrispettivo versato pari al 16% è coperto da polizza di garanzia, cosa dobbiamo pensare di tutto il resto? A quanto ammontano le spese di adeguamento mezzi ? Non era meglio acquistarli nuovi? Se si risolverà il tutto potreste imbattervi in un bus battente bandiera israeliana con targa tedesca. Pare na barzelletta? È ATAC! 

ShareThis