YIWU a 300 km da Shanghai ha il più grande mercato all’ingrosso al mondo di beni di largo consumo |
"Mi trovo all’aeroporto internazionale di Hong Kong. Il volo è leggermente in ritardo ed ho il tempo di rileggere i miei appunti di viaggio.
Oltre a far foto, tutto quanto suscita il mio interesse viene annotato nel mio telefono. Lo stile è quello dei “diari di viaggio”.
Leggo gli appunti e rivivo queste ultime due settimane, finestra temporale del mio primo viaggio in Oriente.
Leggo e sorrido.
Rivedo luoghi, situazioni e persone.
La Cina è difficile da descrivere, da spiegare e forse da comprendere.
È la prima economia mondiale, ha una crescita economica spaventosa. Ti travolge; quasi annichilisce. Ne vieni totalmente sopraffatto. Anni fa, mi dicevano, da straniero, potevi aprire un conto nell’Istituto di Credito più importante del Paese, the Bank of China, solo con il passaporto. Oggi hanno talmente tanti di quei soldi da aver limitato, se non addirittura chiuso, l’apertura di conti correnti agli stranieri.
Rileggo gli appunti. Raggiungendo un amico in Cina per motivi di lavoro, sempre passando per via Hong Kong, inizio il mio viaggio diretto a Yiwu, lo faccio atterrando ad Hangzhou, in quella che dovrebbe essere la Cina più rurale. Mi colpiscono i contrasti tra la modernità che marcia prepotente ed i retaggi del passato: certo non ricco e quindi da cancellare. Non giudico ma provo sensazioni contrastanti.
Il viaggio tra le due città lo faccio in auto: il simpatico autista, che non parla inglese ( lo parlano in pochissimi) suona spesso il clacson e fuma come un dannato. Io sto attaccato al finestrino.
Voglio guardare: vecchi palazzoni, d’impronta tipicamente comunista, lasciano il posto a nuovi, gradevoli, complessi residenziali.
La strada, ai lati, è piena di operai, anche donne: scavano, piantano alberi, interrano tubi e srotolano tappeti di erba di un verde sbrilluccicante. Lavorano in gruppi ed avanzano con una rapidità impressionante.
Se mai tornerò in Cina, qui, tra meno di un anno, il posto cambierà completamente volto: linee metro realizzate in tempi record, grattacieli tirati su nel tempo che da noi ci impiegano a passare da un tavolo tecnico ad una conferenza di servizi. Penso alla vicenda Stadio della Roma e mi porto la mano al capo scuotendolo.
Ma dove vogliamo andare? Cosa vogliamo fare?
Tornando alla Cina: lo smog ed il traffico sono impressionanti. Lo sono in maniera più marcata in queste nuove città in costruzione, roba da 10.000.000 di abitanti, che in quelle storiche. Ci stanno comunque lavorando, mi han detto.
Non sono stato a Pechino, quindi non posso dire, ma sono stato a Shanghai. E qui mi sono veramente arrabbiato. Una megalopoli tentacolare, la città più popolosa al mondo con 24.000.0000 di persone che ci vivono, talmente grande da far provincia, con una rete metro spaventosa e, ad oggi, la più estesa del Mondo, è tenuta uno specchio? Com’è possibile? Come fanno?
Una città otto volte più popolosa della nostra Roma. Ma l’idiota che commenta sempre:” eh... ma Roma è grande”, è mai uscito dal Raccordo che qui, tra le altre cose, ha lo status di strada normale? Penso a questi ignoranti che popolano Roma e sorrido. È anche per colpa loro se siamo ridotti così.
Non ho potuto ovviamente visitare bene Shanghai ma quanto visto conferma la mia teoria: ordine, decoro e pulizia, non dipendono dalla grandezza di un luogo, dalla sua vastità territoriale e dal numero dei suoi abitanti. Purtroppo questo è l’alibi di chi non ha mai viaggiato o, ancora peggio, di chi lo ha fatto e mente per interessi personali e di bottega. Regole, civiltà, multe, pene pesantissime sono questi gli strumenti che utilizzano ovunque per garantire il rispetto delle regole, il decoro, morale e civile, la legalità. È proprio questo che a Roma manca ed è su questo che bisogna lavorare."
Lettera Firmata