Roma viene sfregiata e umiliata quotidianamente e questo accade sotto gli occhi indifferenti, spesso divertiti, di tutti: abitanti, turisti, Istituzioni.
Tutti colpevoli, tutti da condannare senza appello.
Ma chi governa facendo credere di avere a cuore il decoro di Roma ha la responsabilità maggiore e meriterebbe le stesse umiliazioni che infligge, col suo manifesto disinteresse e la sua oramai accertata incapacità a governare, alla nostra città.
A Roma tutto si può fare: sfogare la bestialità dell’animo umano sui suoi monumenti e su qualunque pezzo di pietra è la norma. Ci si diverte a imbrattarla, sporcarla, devastarla, ferirla in ogni modo, commettere qualunque nefandezza su di lei, è tutto assolutamente lecito. Nessuno dirà nulla, nessuno interverrà, nessuno la difenderà.
E allora perché non far giocare dei bambini con le criniere dei leoni della famosa fontana? Perché non incidere i propri nomi sui monumenti o addirittura staccarne qualche pezzo da portare a casa come souvenir? Perché non defecare sulla sua arte, sulle meraviglie, uniche al mondo, perché non prenderla a calci, sputi e gloriarsi di queste gesta eroiche che sfidano e infrangono le regole che dovrebbero essere alla base di qualunque società civile?
In nessuna città del mondo le Istituzioni sono così latitanti. Roma è il teatro di tutti, il palcoscenico dove tutti possono essere attori, dire e fare ciò che vogliono, essere sé stessi o qualcun altro, prendere a martellate i suoi palazzi, le sue fontane per distruggere le proprie frustrazioni o, più semplicemente, nutrire la propria maleducazione.
Perché noi romani siamo naturalmente maleducati e infantili. Siamo capaci di una generosità sconfinata, ma godiamo nel distruggere ciò che amiamo. Siamo come eterni bambini il cui sommo divertimento consiste ne gettare a terra all’infinito gli oggetti che un adulto ci dà in mano. Sfidiamo l’autorità per il gusto di vederla piegata ai nostri capricci e vorremmo che questo gioco perverso quanto spassoso non finisse mai. Non abbiamo innati l’educazione e il rispetto, come altri.
Per una serie di ragioni che affondano le radici nella notte dei tempi, noi non possediamo senso civico, non nasciamo con l’innata consapevolezza del valore della res publica, non abbiamo la naturale inclinazione che hanno altri a difendere con gli artigli il proprio ambiente e tutto ciò di cui questo è fatto, da un palo della luce a un sanpietrino fino a una scultura di epoca romana. Ahinoi no.
Provate a fare in Svizzera quello che vi permettete di fare qui. Provate a comportarvi come scellerati in paesi dove l’Autorità esiste e si sente, dove le regole infrante si pagano e come se si pagano. Provatevi a toccare con un dito un finto, orribile, ridicolo obelisco egizio di Las Vegas o scrivere sulle portone del Trinity College di Dublino.
Provateci una volta. Ve ne pentirete per il resto della vita, questo è certo. Ma a Roma no. Nella città più bella del mondo, nel luogo dove si incontrano e convivono tutte le arti, in questo museo a cielo aperto, no. La colpa è vostra, ma la dividete con chi dovrebbe reprimere il Mr. Hyde che è in ognuno di voi, di noi.
L’autorità assente è un nemico mortale per Roma. L’autorità che finge di esserci è un pugnale al cuore di Roma. L’autorità dei social, del nulla venduto come petrolio, è il veleno che avvelena Roma. L’autorità che si fa deridere, che permette di prendersi gioco di lei, è il futuro negato di Roma. Roma ha bisogno di regole, ha bisogno di esempi il cui clamore spenga ogni velleità distruttiva di tutti coloro che ne calpestano il suolo.
E non date una collocazione politica a queste ultime frasi. Dimostrereste solo una stupidità senza confini. Roma ha necessità di una classe politica vera, seria, efficiente, dura quanto necessario, pratica e aperta quanto possibile. Roma ha bisogno di serietà e concretezza, di abbracciare e di allontanare.
Roma ha bisogno di tutti noi. Roma ha bisogno di non morire e voi la state uccidendo. Sarebbe ora che voi e i vostri figli ve ne rendeste finalmente conto. RR
0 commenti:
Posta un commento