Think different

venerdì 30 luglio 2010


Dove ci eravamo lasciati? Ah si, ecco. La teoria delle Oasi antidegrado. Le oasi sperimentali antigraffiti. I trattamenti protettivi. Di carne al fuoco ce n'era tanta, in effetti. In questi mesi abbiamo messo sul tavolo tanti progetti ambiziosi. Il Ghetto trasformato in Oasi Antigraffiti. La pulizia dei segnali stradali a Trastevere. La pulizia integrale delle saracinesche e dei portoni di Vicolo del Bologna. Iniziative magnifiche sulla carta, addirittura a costo zero per residenti e commercianti. Ma poi? Poi non se n'è fatto più nulla. Il che non significa, badate bene, che noi ci abbiamo rinunciato. Significa solo che non è ancora il momento. E quando sarà il momento? Questo non lo sappiamo. Quello che possiamo dirvi è che quando sarà ce ne accorgeremo. Perché non saremo più noi a dover chiamare o a dover proporre. Saranno loro a venirci a cercare. Noi lanciamo il sasso, diamo la nostra disponibilità. Ma poi questo sasso qualcuno deve pur raccoglierlo. E' una fase essenziale. Possiamo essere grandi, dipende tutto dall'impegno che mettiamo nelle nostre azioni, nelle nostre proposte. Se salta su una buona idea e se c'è entusiasmo, la gente si trova. Ecco appunto, l'entusiamo. Lo dico da tempo. Ci sono questi progetti in standby. Ma ce ne possono essere tanti altri ancora. Se qualcuno ci crede, cosa aspetta a proporsi di organizzarli e di metterli in pratica? E non mi riferisco necessariamente ai residenti dei quartieri interessati. Ma anche ai volontari del blog. Ai membri del gruppo. Riprendiamoci Roma è una struttura, una piattaforma, nulla di più. Sta a noi, a tutti noi, utilizzarla. Mettendoci dentro il futuro che immaginiamo per questa città, la nostra città. Un movimento d'avanguardia. Fuori dagli schemi. Ci ritroviamo qui a settembre.

Missione compiuta!

giovedì 29 luglio 2010


Venerdi mattina sono state consegnate in Campidoglio le firme a sostegno della delibera d'iniziativa popolare contro cartellone selvaggio. In tutto circa 10.000 firme, di cui 8.500 validate dall'Ufficio Elettorale del Comune. Insomma abbiamo indubbiamente ottenuto un ottimo risultato. Grazie a tutti. (Fabio Depino).

Ora possiamo dirlo: missione compiuta! E compiuta alla grande! 10.000 firme raccolte è una signora cifra. E' esattamente il doppio della quota minima richiesta per legge. E rappresentano un segnale d'allarme per l'amministrazione che non potrà certo essere ignorato. Ora la delibera di iniziativa popolare arriverà in discussione al consiglio comunale e da lì si comincerà a giocare a carte scoperte. Chi voterà contro rimarrà col cerino in mano. E non potrà più nascondere le proprie responsabilità. Ringraziamo tutti i volontari che hanno partecipato alla raccolta firme, le associazioni, i blogger antidegrado, i forumisti di Skyscrapercity e i semplici cittadini che hanno speso il loro tempo per raccogliere le firme necessarie. Ogni sera un banchetto, ogni sera una raccolta firme, anche il weekend, anche con 40° all'ombra. Un impegno intensissimo e gravoso che ha coinvolto anche i membri di Riprendiamoci Roma, togliendo tempo alla consueta organizzazione delle nostre passeggiate antidegrado. Tuttavia il nostro lavoro non è finito. Per vincere questa battaglia occorre continuare a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema. Dobbiamo continuare a parlare con la gente, mostrare loro le immagini degli orrori cartellonari. E lo faremo senz'altro. Giusto il tempo di riprendere fiato e di goderci un po' di meritato riposo.

EDIT, 1 agosto 2010 - Intanto la battaglia di Cartellopoli finisce nuovamente sui giornali, sulla prima pagina di Cronaca Roma, e perfino sul TG5.

Metro Inferno

mercoledì 28 luglio 2010

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Ecco qui un piccolo reportage dello stato di folle degrado in cui versa la metro B. La linea povera di Roma, quella che non ha ancora beneficiato dell'introduzione dei nuovi treni C.A.F. con aria condizionata. Quella che provoca svenimenti e collassi a raffica a causa dei 50° percepiti all'interno delle vetture, come denunciato da Repubblica qualche giorno fa e dal nostro blog in questo post. Ebbene, Les si è fatto un giro su uno di questi convogli e ci ha inviato qualche foto. Il caldo insopportabile potete solo immaginarvelo, ma le foto del degrado indicibile con cui ci "presentiamo" ai turisti qualificandoci come peracottari incivili della prima ora è ben evidente da questi scatti. Treni vecchi, zozzi, mai ripuliti, anneriti dal grasso e dallo sporco. Fiancate e finestrini completamente ricoperti da scritte, murales e altra merda varia. Porte guaste segnalate con un volgare, volgarissimo foglietto di carta che chiunque può staccare a suo piacimento e adesivi di pericolo smangiucchiati o resi illegibili dai soliti vandali. Questo è quello che vedono i turisti, mentre si squagliano sotto i 50° gentilmente offerti dal Comune. Ma non è finita. Carlo, un nostro lettore, ci invia una foto per email emblematica di come vengano fatti rispettare i divieti all'interno delle carrozze dei treni. Il trasporto è consentito per cani di piccola e media taglia al guinzaglio e muniti di museruola, ci spiega il nostro amico lettore. Eppure nelle foto potete vedere un bel cagnolone accucciato a terra completamente privo di museruola. La signora è salita alla fermata Flaminio, il 15 luglio alle 19,00. E ovviamente nessuno le ha detto nulla. A Roma il rispetto della legge è un optional, ognuno fa come cazzo gli pare. E sempre via email ci arriva una foto di una siringa (usata) buttata davanti alla fermata metro con la busta della farmacia poco distante. Milioni di euro spesi per inutili maxischermi, milioni di euro spesi per i sistemi di video rilevazione, milioni di dubbi appalti per pulizie e sorveglianza, ed ecco i risultati. Metro San Giovanni, giovedi 15 luglio, tardo pomeriggio. Probabilmente quella siringa stava lì dalla sera prima.

Blitz antidegrado all'Ostiense

martedì 27 luglio 2010

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Colgo l'occasione per ringraziare Les, Marcello, Giovanni e Alfb di Tolleranza Punto Zero, per aver organizzato questa splendida passeggiata antidegrado nel quartiere universitario dell'Ostiense e tutti i membri del gruppo per l'impegno profuso quotidianamente nella raccolta firme. Le nostre azioni antidegrado non si fermano. La prossima volta spero di poter essere dei vostri anch'io. Intanto, beccatevi questo bel report di Les e godetevi le foto.

Da febbraio è vietato attaccare gli annunci sui pali. Ve ne siete accorti? Noi no, visto che ogni palo continua ad essere incartato da locandine di concerti, affittasi-vendesi e bigliettini di ogni tipo. L'AMA non li toglie, i vigili non fanno le multe e perciò gli affissori continuano a metterli senza problemi. Il comitato "L'Ostiense" ci ha fatto notare via email il degrado di affissioni nel loro quartiere e noi ci abbiamo fatto una capatina per togliere un po' di mondezza dai pali. Dal ponte della ferrovia fino a Piazzale Ostiense abbiamo tolto affittasi, vendesi, corsi di computer, cartelli in plastica dei garage, locandine di concerti. La parte peggiore è il muro ad angolo tra Via Ostiense e la stazione Roma-Lido. Quel punto è una vera discarica tra sporcizia e manifesti sui muri. Girato l'angolo, accanto alla stazione, ancora manifesti abusivi e pali usati come pubblicità dal giornalaio lì vicino. Abbiamo strappato molta cartaccia inutile e ripulito i semafori di Piazzale Ostiense avvolti da locandine discotecare. I tempi erano stretti e questo ci ha impedito un lavoro approfondito, rimane la soddisfazione di aver dato un segnale ai gradassi che si appropriano indebitamente dell'arredo urbano della nostra città. (Les)

Cartelli turistici a Viale Marconi

lunedì 26 luglio 2010
Guardate com'è ridotto questo segnale. Incartato da un affittasi, un corso di samba, una locandina di una discoteca e il solito nastro bianco-rosso dei lavori abbandonato. Tanto per ricordare ai turisti in visita alla Basilica di San Paolo o agli Scavi di Ostia Antica quanto noi romani facciamo schifo. La fotografia è di ieri, nessuno ha rimosso i volantini e sicuramente non c'è stata alcuna multa. A quanto pare il Comune ci ha presi in giro. Non ha intenzione di diminuire il degrado ma di lasciare le cose come stanno: graffiti su ogni muro e pubblicità abusiva sui segnali stradali. Un'amministrazione che a parole si dice contro il degrado ma nei fatti lo alimenta, con i cartelloni abusivi, con i camion bar, con le bancarelle, con l'eliminazione della ZTL e la diminuzione dei parcheggi a pagamento. E il segnale stradale qui sopra è l'emblema dell'incompetenza dei redattori dell'ordinanza contro i manifesti abusivi. Un'ordinanza che non viene fatta rispettare e che prevede multe troppo blande per poter costituire un efficace deterrente. Manca infine la chiarezza: chi dovrebbe rimuovere gli annunci e le locandine sui pali? Gli operatori AMA? No, gli operatori dell'AMA non staccano gli annunci e le locandine, glielo abbiamo chiesto e ci hanno risposto che non è compito loro. E allora di chi è il compito di rimuovere questo schifo? Non si sa, al momento non lo fa nessuno e i risultati si vedono. Siamo noi volontari a ripulire i pali dalle cartacce abusive e non gli operatori del Comune pagati coi nostri soldi. E le multe chi le fa? Le dovrebbero fare i vigili, ma secondo voi le fanno? No, non le fanno. Dovrebbero appuntare il numero telefonico dell'inserzionista. Troppo difficile forse? Evidentemente si. E quindi gli affitttasi e le locandine rimangono sui pali, e senza multa. E le ordinanze antidegrado a che servono? Non lo abbiamo ancora capito.

Come i turisti vedono Roma

venerdì 23 luglio 2010


Sindaco, ogni tanto vada a leggersi i commenti dei turisti sul web.

1) We just returned from six days in Rome. This was our first trip to Europe and we had no idea what to expect. We found a city that was remarkably dirty, graffiti everywhere, beggars on the streets, horrendous traffic. (tripadvisor.it)
2) I was sorry to see so much graffiti defacing a beautiful city and making it look "dirty". (fodors.com)
3) I love Rome because of the ancient visual art and architecture. I love the good food and speaking Italian. The down side though I feel is the grafitti, the drivers, beggers and other tourists! (travelexpertguide.org)
4) I love the italian people, and the aweasome narrow roads. I just didnt really expect so much graffiti. their was graffiti everywhere but it was stilll awesome! (travelexpertguide.org)
5) Arriving in Trastevere after nine days in Paris was like finding one's self suddenly in a version of Bosnia. [...] The ancient street the hotel is on is a total mess, with graffiti everywhere, trash, and actual garbage strewn around the cute little old "cisterna" fountain at the corner. The hotel itself I liked. (slowtrav.com)
6) The first problem in Rome is graffiti, it's everywhere and reminds me off New York at its worst but they appear to have left the historical sites alone. (tripreport.com)
7) Rome is fabulous, though I have to say we were disappointed to see so much graffiti around the place. (tripadvisor.it)
8) The graffiti was shocking [...] There is not a single mansion, church or historical monument in the city that does not have some form of desecration. (travbuddy.com)

Una lettera, una riflessione

giovedì 22 luglio 2010


Inadempienti i vigili? Sì, ma non solo, non tutti. Ai giardini di Via Carlo Felice ogni giorno è un tripudio di impunità. Ragazzini che giocano a calcio malgrado i divieti, e che dopo aver scempiato un prato e gli alberi intorno hanno deciso che è più divertente giocare sul tratto mattonato, rischiando di colpire i passanti. Genitori naturalmente soddisfattissimi dell'esordio alla prepotenza dei propri rampolli. Arroganti coi cani sciolti, specialmente se grandi e pericolosi, malgrado la presenza di una vastissima area per cani, occupata da pochi zelanti che prima o poi si scocceranno di essere tali. L'altra sera nel chiosco bar era stata organizzata una cena per una dozzina di vigili, in borghese. Ad uno dei tavoli c'era una "signora", con un molosso sciolto e senza museruola. Al bancone un capellone con un incrocio di lupo, sciolto naturalmente. I vigili se la ridevano senza un fremito di etica professionale; interpellata una volante di carabinieri di passaggio, ci si sente dire che c'è l'obbligo di guinzaglio e museruola solo per le razze catalogate e pericolose, conosciute solo dai vigili: sic! L'obbligo è per tutti i cani nei luoghi pubblici, e i carabinieri dovrebbero saperlo; come dovrebbero sapere che ci sono obblighi di polizia in comune tra le forze dell'ordine, che dovrebbero intervenire e vigilare senza bisogno di segnalazione. Questa arroganza senza freno è grave perché diseduca anche coloro che le leggi le rispettano, e finiscono per chiedersi perché tenere il proprio barboncino fra la torba mentre il pitbull altrui scorazza nell'erba fresca. E fa dimenticare che il rispetto delle regole e degli altri, comporta sempre sforzi e rinuncia ai propri arbìtri.


G. Biun

Il Gran Premio di Roma

mercoledì 21 luglio 2010


Abbiamo ancora sotto gli occhi le tremende immagini della cronometro finale del Giro d'Italia 2009, con i corridori che attraversano il centro di Roma mostrando in diretta TV uno spettacolo di indicibile degrado, con strade zozze, cartacce e buste svolazzanti ad ogni metro di strada. Un anno fa, per il Giro del Centenario, nessuno si preoccupò minimamente di pulire le strade, dare una risistemata ai marciapiedi e all'arredo urbano. In TV andò in onda uno spettacolo deprimente, mortificante, inaccettable per noi romani. Per il futuro ci aspetta il Gran Premio di Formula1 all'EUR. Un'occasione potenzialmente importantissima per rilanciare l'immagine di uno dei quartieri più belli e maltrattati di Roma. Ma anche qui, non abbiamo alcuna aspettativa. Il percorso scelto rimane ai margini del quartiere, evitando scientificamente i tratti più scenografici. Si è detto: una necessità per tutelare la fruizione della Colombo, attraversata da migliaia e migliaia di auto di residenti e pendolari. E anche questo è vero. Il che significa che non è previsto alcun tipo di investimento per infrastrutture alternative. Le macchine dunque sfrecceranno tra cartelloni abusivi, marciapiedi triturati e praticelli spelacchiati, racchiusi da gabbie di filo spinato che li rendono simili a pollai. Sul lato dell'arredo urbano, non ci aspettiamo nulla. Tempo fa si parlò di un suggestivo progetto di interramento della Colombo e pedonalizzazione integrale della "spina del quartiere in superficie. Un progetto che ridarebbe finalmente la dignità che merita al quartiere, permettendo di godere delle architetture passeggiando al centro dell'attuale Via Cristoforo Colombo. Progetto tanto ambizioso quanto fatiscente. E difatti è svanito come un fuoco fatuo. Così come non si sa più nulla dei progetti dei sottopassi di Via dell'Oceano Atlantico e di Acilia.

Salviamo il Colosseo

lunedì 19 luglio 2010
Il Colosseo corre il pericolo più grave della sua lunga storia, il Commissario straordinario alla tutela archeologica di Roma, Arch. Roberto Cecchi, ha deciso di affidare il restauro del monumento simbolo della romanità ad imprese edili invece che ad imprese di restauro specializzate. Utilizzando l'enorme potere discrezionale ereditato da Bertolaso, il Commissario ha declassato il Colosseo: nel 2000 era stato operato un intervento campione, affidato a restauratori professionisti e lodato da tutto il mondo, per metter a punto le metodologie di intervento. Ora invece è stato formulato appositamente un nuovo e rozzo progetto di restauro delle superfici malate, al quale sono state chiamate a mettere mano non più imprese di restauratori specializzati, ma le grandi imprese edili, sulle quali convergono la fiducia e la simpatia del Commissario. Questa deprecabile procedura è stata già attuata per una parte del Colosseo e per altri importantissimi monumenti del Foro Romano, come il Tempio di Antonino e Faustina, eludendo platealmente la legge che individua nei restauratori specializzati i legittimi esecutori di interventi così delicati, proprio al fine di garantire la migliore conservazione possibile del monumento. Il Commissario Speciale, creato per fare presto e meglio i restauri monumentali, ha scelto di mettere a gravissimo rischio la loro conservazione. Un intervento inadeguato rischia di asportare la pelle più significativa del monumento con danni irreparabili; un triste destino condiviso da molti monumenti appaltati a Roma dalle Soprintendenze negli ultimi anni nell’indifferenza dei media. Firmiamo la petizione lanciata dall'Associazione Restauratori Italiani per abolire l'Istituzione Commissariale e salvare i monumenti romani ripristinando la legalità e la corretta interpretazione della legge in vigore. Firmiamo perché venga rispettato l'art. 9 della Costituzione italiana che impegna la Repubblica a tutelare il proprio patrimonio artistico. By salviamo-il-colosseo.org

Forni ambulanti a 50°

venerdì 16 luglio 2010


Forni ambulanti si aggirano nel sottosuolo di Roma. Sono i treni della famigerata metro B, succursale dell'Inferno. I carri bestiame che a Incivilia osiamo chiamare metropolitane. La denuncia arriva sulla prima pagina di Repubblica. In questi giorni, all'interno dei vagoni, si raggiungono temperature inumane: fino a 50° (cinquanta gradi!) con tassi di umidità da tentato omicidio. Entrare in uno di questi forni significa assistere a un film horror. Romani e turisti, cotti, inzuppati, ammassati e spremuti l'uno contro l'altro come carne da macello, asfissiati, soffocati dall'aria irrespirabile. Gente che collassa, stramazzando a terra svenuta, a decine, una dopo l'altro. Anziani, asmatici, cardiopatici, donne incinte. Una morìa. E mentre l'ADOC minaccia il sequestro dei forni crematori a Incivilia che si fa? Si distribuiscono bottigliette d'acqua. Delle misere bottigliette d'acqua, inutili come il demente che ha concepito una simile presa per il culo. Questa è Incivilia, signore e signori. Una città che tortura chi la ama e chi la viene a visitare. Questo è quello che Roma offre: un viaggio in un forno crematorio. Una situazione da quarto mondo, una colossale figura di merda, una vagonata di sterco, uno tsunami di vergogna, una Caporetto mortale. Come già segnalato dal nostro blog meno di una settimana fa, l'assessore Marchi aveva promesso, entro l'estate, la sostituzione di parte dei vecchi treni con vetture nuove dotate di aria condizionata e il restyling delle rimanenti carrozze con la dotazione di nuovi impianti di condizionamento. Ebbene, neanche questo è riuscito a fare. Siamo l'unica città mediterranea a non avere l'aria condizionata in metropolitana. E siamo anche la città con la rete metropolitana più piccola d'Europa. Solo qui, a Incivilia, condizionare 2 linee metropolitane vecchie e scamuffe sembra un'impresa titanica che richiede decenni. E i viaggi della tortura continuano. Intanto due consiglieri comunali quasi si menano discutendo degli scontrini per i tassinari. E questa sarebbe la città che vorrebbe ospitare le Olimpiadi del 2020? Ma voi non avete il senso della vergogna! Siete pazzi! Andate a rinchiudervi in un manicomio!

Munnezzia!

giovedì 15 luglio 2010


17,9%. Questa è la quota ridicola di raccolta differenziata a Roma secondo Legambiente. Un dato bassissimo, che non ha eguali in Europa. Un dato umiliante, di cui vergognarsi. Un dato degno della Capitale incivile quale siamo. Un dato addirittura in calo rispetto al 19,8% del 2008. Secondo l'AMA, tuttavia, le cose non vanno poi così male. No. Secondo loro siamo a quota 20,7%. In crescita dello 0,9% (zerovirgolanovepercento!) rispetto all'anno scorso. Di questo passo, tra ottant'anni raggiungeremo quota "rifiuti zero". Dovremmo vergonarci. A Berlino, capitale europea del riciclo, già nel 2007 veniva differenziato e riutilizzato il 90% dei rifiuti prodotti. Nove cittadini su dieci, ogni giorno, differenziano i rifiuti. Dai giovani agli anziani. Scenette come quelle a cui siamo abituati a Roma (ben descritte dalla foto qui sopra), a Berlino sono inconcepibili da almeno un decennio. Da noi sono la norma. E se le facce disgustate dei turisti tedeschi in visita a Roma le abbiamo bene impresse nei nostri occhi, non riusciamo nemmeno a immaginare cosa possano pensare nella loro testa alla vista di questa sterminata Malagrotta diffusa. E forse è meglio così. Forse è meglio non saperlo. Tuttavia non possiamo fare a meno di chiederci cosa aspetti l'Europa ad imporre sanzioni a Incivilia. Una città in condizioni igieniche medievali, con i topi che scorrazzano per le strade e i vicoletti in cerca di qualche sacchetto della monnezza da rosicchiare, cosa ci sta a fare in Europa? Cosa abbiamo in comune noi con il mondo civile? Cosa abbiamo in comune noi con città come Parigi, Berlino, Bruxelles? Sbatteteci fuori dall'Europa, o quantomeno imponeteci di prendere provvedimenti. Noi da soli non ne siamo capaci. Noi discutiamo di stronzate, di crocifissi in aula, della madonnina caduta da Monte Mario, della sagra della porchetta sul Tevere e degli scontrini dei tassinari. Aiutateci voi.

Monteverde Ridens

mercoledì 14 luglio 2010


Spesso i blitz e le passeggiate antidegrado nascono così, da un momento all'altro, senza preavviso. Un appuntamento saltato, un pomeriggio libero e due ragazzi volenterosi a spasso per la città. Domenica scorsa io e Iena Ridens ne abbiamo approfittato per fare un po' di pulizia in giro per la città. Via Ozanam e Via di Donna Olimpia i nostri obbiettivi. Abbiamo cominciato dedicandoci alle ben note affissioni illegali dei fantomatici corsi di regia e seminari di recitazioni (ve li ricordate? Secondo me sono sempre loro). Ne abbiamo staccati una decina, ma almeno altrettanti sono finiti mutilati, con il numero opportunamente strappato e reso illegibile. Un segno di riconoscimento inequivocabile per l'affissore. Quando passerà di qui (se passerà, noi ce le auguriamo) vedrà che i cittadini sono stanchi della sua cartaccia appesa e sono pronti a strapparla senza pietà. Immancabile un coupon fastweb, ormai bello che vecchio, unico sopravvissuto alle intemperie. Quindi ci siamo dedicati alla rimozione di volantini pubblicitari: pizzerie e articoli sportivi, in totale una quarantina di volantini. Alcuni di questi erano stati infilati in una buca della pubblicità, ma erano finiti in terra. E da lì li abbiamo raccolti. Infine ci siamo dedicati agli immancabili stickers dei traslocatori, strappandone via una buona quindicina e bonificando una intera parete. Un altro segno che il cittadino c'è ed è vigile. Dunque, noi il nostro lo abbiamo fatto, adesso è arrivato il momento di invitare voialtri a fare altrettanto. Se vedete un'affissione su un palo staccatela, o quantomeno mutilatela, rendendo il numero illegibile. Se vedete uno sticker attaccato a un palo o a un muro o a una saracinesca, estirpatelo senza pietà. Se vedete un volantino su un tergicristallo, non esitate a toglierlo, prima che finisca in terra (some sempre accade). Non abbiate paura, nessuno vi dirà nulla. C'è un'ordinanza che vieta di fare volantinaggio in strada. Datevi da fare, riprendiamoci le nostre strade.

Firmate e fate firmare

martedì 13 luglio 2010


Mancano due settimane. Due settimane ancora per firmare e far firmare. Contro l'invasione selvaggia dei cartellonari, che stanno stuprando e devastando ogni angolo di Roma con i loro orrendi impianti abusivi e/o irregolari. Se non l'avete ancora fatto, vi invito caldamente a farlo recandovi in uno dei punti di raccolta firme o inviandoci una email per concordare luogo e ora. Oppure potete scrivere al referente del vostro municipio (qui trovate l'elenco) per essere informati sui luoghi in cui sono allestiti gli ultimi banchetti. Se avete moduli con firme raccolte, anche solo parzialmente riempiti, vi invitiamo caldamente a consegnarceli quanto prima. Il tempo stringe e siamo in dirittura d'arrivo. Le 5000 firme richieste sono state già raggiunte da tempo. Ma, come tutti voi ben sapete, da sole non sono sufficienti. Molte di esse risulteranno non valide, moltissime verranno inevitabilmente annullate. Serve quindi l'ultimo sforzo per raccogliere le "firme di sicurezza". E far arrivare la delibera anti-cartelloni in discussione al Consiglio comunale. Purtroppo siamo in estate, la gente scarseggia e i pochi volontari (che finora hanno fatto un lavoro eccezionale) hanno pur diritto a godersi qualche giornata di relax. Fino ad ora, dobbiamo dirlo, ci aspettavamo di più. Per certi versi, siamo rimasti molto delusi dalla risposta dei volontari antidegrado. In primo luogo delle associazioni che hanno sostenuto (sulla carta) questa delibera. E mi riferisco principalmente a Legambiente e Italia Nostra, che non hanno fatto pervenire nemmeno una firma. Ma non solo a loro. Serve l'aiuto di tutti. Non chiediamo molto, solo la vostra firma e un paio d'ore del vostro tempo per aiutarci in questa difficile battaglia. Dobbiamo arrivare almeno a 7000. Ma più ne raccogliamo, meglio è. Non possiamo permetterci di fallire questo obbiettivo. Venite a darci una mano e spargete la voce. Aiutateci a mandare in porto questa sacrosanta iniziativa. Parlatene con parenti, amici, vicini di casa, sensibilizzate le persone, portateci gente. Firmate e fate firmare!

Incivilia senza aria condizionata

lunedì 12 luglio 2010


Incivilia: l'unica città mediterranea in cui si viaggia in metropolitana senza aria condizionata! Anni fa l'allora Sindaco Veltroni sostituì gradualmente i vecchi treni della linea A con i nuovi treni C.A.F. moderni e dotati di aria condizionata. A gennaio di quest'anno si è partiti finalmente, con decenni di ritardo rispetto all'Europa civile (vedi Barcellona, tanto per citare una città che ha lo stesso identico clima di Roma), con la sostituzione anche dei vecchi treni della linea B con i nuovi treni moderni dotati di aria condizionata. Secondo quanto riportato da questo articolo, entro questa estate (l'estate 2010 n.d.r.) i Caf affiancheranno le vecchie navette, 13 delle quali destinate ad un'operazione di restyling che le metterà a nuovo, con tanto di sistema di areazione e climatizzazione, oltre che telecamere e servizi di sicurezza più intensi. Dunque, l'estate 2010 è arrivata, e allo stato attuale, secondo le promesse, sulla linea B dovremmo avere i nuovi treni in servizio e i restanti vecchi treni restaurati e dotati di aria condizionata. Ebbene, qualche giorno fa il Messaggero ha pubblicato una lettera di denuncia di una signora (ragazza?) che quotidianamente usufruisce della metro B. Leggiamo cosa dice: Voglio segnalare quanto ormai chi, come me, è costretto ad utilizzare la metro B giornalmente conosce assai bene: viaggiare è diventato una esperienza veramente al limite del collasso. I famosi treni con aria condizionata sono veramente esigui se non totalmente inesistenti (a mio avviso dalla frequenza dei fortunati incontri che ho fatto nei miei due viaggi giornalieri saranno al massimo due o tre), la linea è sempre molto frequentata nonostante le scuole chiuse, poiché tocca sia quartieri ad alta densità lavorativa che siti di indubbio interesse archeologico e turistico; mi trovo a pensare con grande tristezza (amando la mia città e la mia nazione) che non ho mai visto niente di simile in un paese che possa definirsi civile. Non c'è che dire, proprio un bel servizio per romani e turisti. Incivilia non si smentisce mai.

Incivilia cade a pezzi!

venerdì 9 luglio 2010


Finalmente dal mondo civile arriva la mazzata che Incivilia meritava. Un articolo al vetriolo in prima pagina sul New York Times sbatte in faccia al buriname romano la dura e cruda verità: "Mentre Roma si modernizza lascia che il suo passato si sbricioli". E dipinge una città in macerie che costruisce cattedrali nel deserto. Leggetevi l'articolo e leggetevi i commenti. Un vero e proprio massacro mediatico. Una città immersa nella zella, devastata da abusivismo, incuria e menefreghismo, che lascia morire i suoi monumenti più rappresentativi. Crolla la Domus Aurea, crolla il Palatino, crollano le Mura Aureliane, il Circo Massimo è racchiuso dal filo spinato, con l'erba alta 2 metri e i sorci che scorrazzano, le Terme di Caracalla circondate da una gabbia per polli, di sera si trasformano in un mignottificio. Il Teatro Marcello ha i percorsi pedonali delimitati da volgari transenne, neanche fosse un cantiere. Il Colosseo giace affumicato, circondato da tubi innocenti ed erba secca, ridotto a uno squallido spartitraffico. I più importanti monumenti romani sono presi d'assalto dai bancarellari, paninari, mutandari, cocomerari. Le piazze storiche ridotte a parcheggi e perennemente invase da fiere e manifestazioni di pessimo gusto. Arredo urbano inesistente, scritte sui muri su chiese e palazzi storici. I deliranti discorsi dei burini nostrani ridisegnano Roma capitale dell'arte contemporanea, ma poi investono nella cultura lo 0,2% del proprio bilancio. Una briciola costantemente rosicchiata dai roditori che dovrebbero occuparsi della tutela dei nostri tesori. E così, mentre Giro se la prende con il mondo civile, il mondo civile snobba Incivilia relegandola nell'angolo. Su una cosa però il sottosegretario ha ragione. L'articolo del New York Times è decisamente lacunoso. Non un'accenno sull'orrendo cartellone che umilia e tamarriza il MAXXI. Non un accenno al parcheggio cafone che giace esanime su quel vialone che altrove sarebbe stato un Boulevard. Abbiamo scritto al New York Times per far notare loro questa inaccettabile lacuna. Fatelo anche voi, e non dimenticate di ringraziare.

La questione irrisolta dell'inceneritore

giovedì 8 luglio 2010


Il Comitato per l'ambiente Settecamini, Case Rosse e Setteville ci segnala via email il caso dell'inceneritore BASF che, secondo quanto si apprende, dovrebbe nascere in un sito totalmente inadeguato, in mezzo alle case del quartiere e a poca distanza da un asilo nido. Cosa ancor più grave è che la Provincia abbia dato l'Autorizzazione Integrata Ambientale senza tener conto del parere vincolante del Comune, che per legge è chiamato a tutelare la salute dei cittadini. Il Comune ha fatto sapere che avrebbe dato parere favorevole, ma limitato ad un anno ed a condizione che la Basf avesse sperimentato in questo periodo una nuova tecnologia ad emissioni zero, come l'AquaCritox, in sostituzione dell'inceneritore. Ma inspiegabilmente la Provincia di Roma non ha preso in considerazione il parere del Comune nel concedere l'Autorizzazione. I Cittadini hanno quindi fatto ricorso al Capo dello Stato ma il Presidente della Provincia Zingaretti li ha chiamati in giudizio davanti al TAR del Lazio. A questo punto, i cittadini si trovano con le mani legate, costretti ad accettare volontà calate dall'alto senza più poter dire la loro sulla vicenda. Ora, noi non ne facciamo una questione di NIMBY ma di salute dei cittadini. Questa procedura, così come ci è stata descritta, non ci convince neanche un po'. I cittadini che ci hanno letteramente bombardato di email affermano che alla questione non è mai stata dato spazio sugli organi di informazione. Giornali e telegiornali non hanno mai fornito un'adeguata copertura mediatica a questa vicenda. Stanti così le cose, pubblichiamo la loro email (qui trovate il loro comunicato stampa, qui il sito di riferimento) e ci uniamo a loro nel chiedere alle istituzioni di fare un passo indietro, di ascoltare le richieste dei cittadini e di tenere sempre al primo posto nelle loro decisioni la garanzia della salute e della sicurezza delle persone.

Santa Fraschetteria in Gerusalemme

mercoledì 7 luglio 2010


Genevieve, una nostra lettrice, ci invia per email questa foto ribattezzandola "Fraschetteria in Gerusalemme". Una comitiva di (turisti? pellegrini?) seduti sui gradini di una delle sette basiliche di Roma improvvisa un banchetto a suon di panini con la porchetta. Il risultato (prevedibile) è che al termine del pranzo il sagrato della Basilica sarà ridotto a un porcile, pieno di cartacce, piatti di plastica e tovaglioli accartocciati. Scene simili non sono certo nuove a Roma. Un tempo, davanti ai monumenti simbolo di Roma, vigeva il divieto assoluto di bivacco. Ricordo ad esempio che sulla scalinata della Trinità dei Monti, a Piazza di Spagna, comparve perfino un cartello di divieto multilingua, con vigili inflessibili a far da guardia 24 ore su 24. Oggi siamo regrediti allo stato primitivo e consentiamo che il sagrato di una delle sette basiliche della cristianità sia trasformato in una fraschetteria. Ricordiamo ai lettori che il sagrato è a tutti gli effetti uno spazio consacrato! In altre parole, è come se quella comitiva stesse mangiando dentro la chiesa. Ma non è tutto. Il bel piazzale che dà aria alla facciata della basilica (e consente di scattare bellissime foto), è invaso come sempre dalle auto in sosta. Non sappiamo se vietata o meno, quel che è certo è che quel parcheggio, improvvisato o meno che sia, è davvero fuori luogo. Come si fa a parcheggiare davanti alla facciata di una delle sette basiliche romane? Per far capire a tutti la gravità della cosa: è come se si consentisse di parcheggiare l'auto davanti a San Pietro o davanti a San Giovanni in Laterano. E non è solo un motivo di decoro (il che comunque basterebbe ampiamente a giustificare un divieto) quanto piuttosto di sicurezza. E se in una di quelle auto in sosta ci fosse una bomba? Ci avevate mai pensato? Evidentemente no. Mala tempora currunt.

Paninari!

martedì 6 luglio 2010


Il Corriere della Sera, nella prima pagina di Cronaca Roma, dà conto del ritorno del paninaro-fruttarolo abusivo davanti all'Ara Pacis. Sono trascorsi quasi tre mesi dalla prima segnalazione, che aveva portato Bordoni a dire: "Se la postazione non è autorizzata, il mezzo sarà multato e rimosso". Ebbene, dopo tre mesi il furgoncino sta ancora là beato e pacioso. Leggiamo cosa dice il Corriere: Ad aprile aveva minacciato i fotografi, perchè se ne andassero senza documentare un abuso evidente. Ora pare incurante perfino delle pattuglie di vigili che passano a pochi metri, su ponte Cavour. Insomma, i prepotenti fanno quello che vogliono indisturbati. A Roma delinquere conviene, si possono fare un sacco di soldi. Un'altra considerazione. Alemanno si è tanto battuto per abbattere il muro "scandaloso" che nasconde la chiesa. Ora verrà abbattuto il muro per dare visibilità al camioncino del fruttarolo abusivo. Ma quella dei camion bar è ormai un'invasione. Non c'è monumento romano in cui non sia presente un paninaro-fruttarolo. Al turista civile diamo l'ennesima dimostrazione della nostra peracottaggine. Di furgoncini ne spuntano sempre nuovi. Laddove non ce n'erano, ora ci sono, laddove ce n'era uno, adesso sono due. Quattro lungo via dei Fori Imperiali, uno sotto l'Ara Coeli e in piazza San Marco, uno a Fontana di Trevi, in via della Conciliazione e in piazzetta San Marco, a due passi dalla scalinata del Campidoglio. E adesso anche con vista sul Foro di Traiano, al termine della scalinata di Magnanapoli. Gli abitanti del centro storico puntano il dito verso il Comune. Viviana di Capua commenta così al Corriere: "Chi ha le mani nel commercio deve dare trasparenza, ma soprattutto rispetto, a luoghi che sono unici al mondo. Questa fiera di panini e bottigliette è una volgare mangiatoia di cui il centro storico non ha assolutamente bisogno perché è già stracolmo di locali di ristorazione". Non sarà il caso di aprire un nuovo blog sui bancarellari? Nel frattempo, Iena Ridens ci propone un blitz davanti all'entrata dei Musei Vaticani (infettati da ben due pustole di camioncini) per sensibilizzare l'opinione pubblica e i turisti su questo schifo.

Sotto er sole de Ostia

lunedì 5 luglio 2010


Auto incolonnate, grovigli di lamiera, ore di calvario in macchina, in fila indiana, per raggiungere il mare. E' il classico teatrino domenicale, dal vago sapore fantozziano, che il romano medio mette in scena ogni estate. Cento metri ogni mezz'ora, a passo d'uomo, ammirando cartelloni e cartelletti ficcati ai lati della strada e sullo spartitraffico, e la corona di palazzoni che umiliano, stuprano, devastano i pochi scampoli di campagna romana rimasti integri. Tutto questo per andare a Ostia. Località di mare nata con le migliori intenzioni ma rapidamente trasformatasi in borgata di periferia, quartiere dormitorio, orrore palazzinaro. Un "non luogo" raccapricciante, un pezzo di Tuscolana trapiantato sul mare, una cancrena sterminata di schifo. Questa è la tanto agognata meta dei romani aggrovigliati nel carnaio della Colombo. Questo è quello che i romani spacciamo al turista per luogo di villeggiatura, la Lloret de Mar de' noantri. Al posto del lungomare c'è un'autostrada con uno spartitraffico ricoperto da erbetta bruciacchiata. Potresti benissimo stare a Torbellamonaca, perchè il mare c'è ma non si vede. Quel che si vede è solo un lungo, lunghissimo muro intervallato da casotti e stabilimenti cadenti a pezzi. Dopolavoro ferroviario, dopolavoro Istat, dopolavoro Carabinieri. Un panorama desolante. Poco più giù, qualche stabilimento più carino, intervallato dai soliti buchi neri di nulla. Il porto turistico tra le baracche dell'idroscalo e i palazzoni scrostati di Via Forni. Dall'altra parte della Colombo ci stanno i cancelli, con i suoi 7km di spiaggia libera. L'unico pezzo di costa scampato alla furia dei barbari palazzinari. Un paradiso di dune e macchia mediterranea a perdita d'occhio. Se non fosse per i canali, la mancanza di depuratori, l'acqua a metà tra il verde e il marroncino, sarebbe un luogo bellissimo. Ci pensano i parcheggiatori abusivi a farti passare la voglia. Se non gli dai un'euro ti rigano la macchina. E il panzone di guardia ai cancelli sbraita peggio di un pesciarolo al mercato. Ai romani sta bene così.

I volantini della CGIL

venerdì 2 luglio 2010


Mercoledi scorso, passeggiando per Piazza Trilussa in attesa dell'arrivo del banchetto per la raccolta firme, ci siamo casualmente imbattuti in un gruppo di ragazzi che distribuivano volantini dei "Giovani della CGIL". Ne hanno messi una ventina sui tergicristalli delle auto parcheggiate in sosta vietata, praticamente ovunque, e altrettanti li hanno appoggiati (nel vero senso del termine) sulle selle delle moto e dei motorini parcheggiati. Tempo qualche secondo e una folata di vento ne fa cadere uno a terra. Al che mi avvicino ai quattro pischelli e gli intimo di non poggiare più alcun volantino sulle moto o sui motorini e di limitarsi a distribuirli a mano. Gli spiego che esiste una delibera che vieta il volantinaggio in strada. Ma la presenza delle vigilesse nella piazza non mi aiuta ad avvalorare questa tesi. Pur avendo assistito alla scena, infatti, non hanno mosso un dito nè contro i volantinari nè contro le auto parcheggiate in sosta vietata. Comunque i ragazzi mi dicono che va bene, che non distribuiranno più volantini sulle moto o sui tergicristalli. E così fanno, si sistemano in un angolo della piazza e cominciano a distribuirli a mano. Nel frattempo io e Les ci diamo da fare per rimuovere tutti i volantini caduti a terra e quelli rimasti sulle auto, sulle moto e sui motorini. Una ventina in tutto. Cogliamo pure l'occasione per rimuovere una manciata di affissioni abusive. Ormai ne spuntano di nuove ogni giorno, come fossero funghi. Finito il breve giro di perlustrazione, torniamo ad aspettare i volontari col banchetto firme. Appuntamento davanti alla statua di Trilussa. Ci guardiamo attorno. Il monumento è letteralmente circondato da motorini. Il prato che lo circonda è invaso da bottiglie, cartacce e piatti di platica. Arriva una camionetta dell'AMA. Auto in sosta vietata e vanno a prendersi una birra.

Pizza, che pizza!

giovedì 1 luglio 2010


Pizza di qua, pizza di là, tutte le auto sono invase di volantini pubblicitari. In barba all'ordinanza antivolantino (non ci stancheremo mai di ricordarlo) emanata dal Sindaco e sbandierata mesi fa come se fosse la panacea di tutti i mali. In realtà, non solo i vigili non fanno le multe, ma sono anche all'oscuro dei contenuti della delibera. Lungi da noi aspettarci che da qui a qualche anno possano cambiare le cose. Troppo pochi i vigili, troppo svogliati, e troppo basse le multe per costituire un reale deterrente. A Roma l'unica ordinanza che realmente funziona è la legge non scritta del "lassa fa" e del "volemose bbene". Come si fa a cambiare una simile mentalità? Con multe esemplari (non 500 euro, bensì 5000 euro!), che raddoppiano la seconda volta che si viene beccati, e con la minaccia della chiusura del locale (da 3 giorni a una settimana) dopo la terza volta. Con una direttiva ai vigili che dica nero su bianco che bisogna fare le multe. Insomma, l'unico modo per uscirne è rendere antieconomici questi malcostumi. E per farlo servono multe vere e certezza della pena. Ricordiamo, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che il volantinaggi oselvaggio è la prima (la prima!) causa di sporcizia delle strade. Vedete una strada sporca? Fateci caso: nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di volantini finiti in terra. C'è perfino uno studio dell'AMA che conferma questa nostra impressione già espressa sul blog in tempi non sospetti. Non a caso, il primo post, il primo blitz di questo blog fu proprio contro i volantini pubblicitari. Un intervento rapido, a costo zero e di sicuro effetto. E allora, a tutti voi dico: continuate a togliere i volantini dai tergicristalli prima che finiscano in terra e continuate a tartassare i vigili, chiedendo l'applicazione della delibera. Chiedetegli di fare le multe. Rendiamo antieconomico questo genere di pubblicità, selvaggia e incivile oltreché illegale.

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