Le cronache di ordinario degrado si susseguono giornalmente sulle prime pagine dei giornali. La città è messa e ferro e fuoco dai barbari. E puntualmente scoppia la polemica delle associazioni di quartiere. Polemiche assai confuse, a dire il vero, che mancano totalmente di lucidità. I vandali scrivono sulla fontana di Villa Borghese? Le associazioni dei residenti tuonano: "Basta coi tavolini selvaggi!" Gettano la vernice nella Fontana di Trevi? Le associazioni dei residenti tuonano: "Ordinanza antivetro, subito!" La sensazione è che si faccia fatica a percepire la reale radice del problema. Le scritte sui muri, le scritte sui monumenti, le affissioni abusive, la sosta selvaggia, i quintali di sacchi di monnezza buttati in strada, l'arredo urbano inesistente e/o brutalizzato, gli episodi di ordinario vandalismo, i lavori pubblici fatti male. La mancanza di decoro, legalità e vivibilità. Questi sono i problemi del centro storico. Il problema non è abolire la movida. Quella c'è in ogni città del mondo, ma non genera il caos che c'è qui da noi. Il problema semmai è un altro. Non si può chiedere a un ragazzo che frequenta un cesso di quartiere nel centro di Roma di comportarsi bene. Non lo farà mai. Perché in un quartiere ridotto peggio di una latrina di Calcutta, come è ad esempio Trastevere, il ragazzo si sentirà sempre autorizzato a scrivere sui muri, a buttare le bottiglie in strada, ad attaccare manifesti sui palazzi. Il degrado chiama sempre degrado. E le responsabilità sono dei residenti e dei Comitati di Quartiere, che pur esistendo da molto tempo evidentemente (e la prova è nei fatti) non sono mai stati in grado di risolvere i problemi. E' un fallimento di cui si deve prendere atto. Possibile mai che questi comitati, in alcuni casi, non abbiano nemmeno un blog di riferimento in cui discutere? All'associazione Vivere Trastevere abbiamo proposto una serie di iniziative antidegrado, senza mai ricevere risposta.
Riprendiamoci Roma raccoglie le firme
In queste settimane Riprendiamoci Roma partecipa attivamente alla raccolta firme a sostegno della delibera di iniziativa popolare promossa dal blog Cartellopoli, comitati di quartiere e altre associazioni. Per tre weekend consecutivi, i nostri volontari del blog, insieme a quelli di Cartellopoli e a qualche forumista di Skyscrapercity, hanno raccolto firme a Villa Pamphili, ascoltando e recependo la rabbia della gente verso un fenomeno di cui tutti hanno, letteralmente, le palle piene. Nei confronti di questo problema abbiamo visto un consenso unanime e assolutamente trasversale. Gente che, spontaneamente, dopo aver visto le foto dello scempio, si avvicinava al tavolino chiedendoci di poter firmare. Abbiamo raccolto testimonianze di persone che quotidianamente assillano i vigili chiedendo la rimozione degli impianti abusivi, di gente che vorrebbe legare la sommità del cartellone al proprio suv e poi dare gas per poterlo sradicare dal terreno. Gente che prospetta di trasformare i cartelloni in una lunga teoria di torce ardenti, simbolo della rabbia del popolo romano che si ribella ai barbari invasori e dell'anarchia che governa stati d'animo ormai esasperati. Chi non si è fermato a firmare (e, credetemi, sono stati davvero in pochi) non lo ha fatto per diversi motivi. Da chi non crede che le firme possano servire a qualcosa ai disillusi totali. Ma tutti hano convenuto con noi: i cartelloni sono orrendi, pericolosi e Roma è l'unica città in Europa stuprata da una simile barbara, selvatica forma di pubblicità. Un consiglio al Sindaco: non sottovaluti la rabbia della gente. Di esasperati, di gente con gli occhi iniettati di sangue, ne abbiamo visti parecchi. In tre weekend abbiamo raccolto quasi 1000 firme. Nonostante la pioggia. E nonostante i vigili, come sempre inflessibili e ben disposti a rompere i coglioni alla brava gente. Ma pazienza. Il traguardo ormai è vicino. Se la delibera arriverà in discussione si giocherà a carte scoperte, e chi voterà a favore dei cartellonari resterà col cerino acceso in mano.
Shame on you, barbarians
L'altroieri mattina, alla notizia dell'ennesimo atto vandalico perpetrato dalla solita banda di barbari al Gianicolo, avevamo invitato i lettori del blog a recarsi sul "luogo del delitto" per apporre uno striscione di protesta sulle statue cadute. Due ragazzi ci hanno inviato via email queste foto. Tre cartoncini recanti frasi emblematiche in italiano ed inglese sono stati deposti e attaccati alle basi delle statue con dello scotch carta (che non lascia residui). Per esprimere tutto lo sdegno di noi romani nel vedere la nostra città alla mercè dei barbari. E non ci riferiamo solo ai ragazzini che hanno buttato a terra le statue. Lo avevamo detto. Vedrete che i busti del Gianicolo caduti a terra finiranno sequestrati da quattro nastri della Polizia. E così è stato. Peccato non averci scommesso. Una soluzione provvisoria che, a detta dei due volontari, ha fatto inorridire i turisti, increduli alla vista dello scempio perpetrato nel cuore di uno dei parchi più belli e storicamente significativi di Roma. Come dice uno dei cartelli, la soluzione provvisoria è quasi peggio del danno. E noi non possiamo far altro che condividere. Una città che non ha all'ordine del giorno la cura dei suoi luoghi simbolo è una città destinata a morire. All'atto della posa dei cartelli, dei turisti hanno commentato favorevolmente l'iniziativa. Una ragazza romana si è complimentata con i due volontari, offrendosi addirittura di ripetere l'iniziativa in altri luoghi simbolo devastati dall'incuria e lasciati lì abbandonati, transennati o ricoperti da ignobili nastri o teli protettivi. Auspichiamo che le statue cadute siano restaurate quanto prima e che l'immonda scena delle "pecetta" e del sequestro del prato con nastri protettivi non si ripeta mai più. Viceversa, la vergogna calerà su chi, da domani, non sarà in grado di tutelare i nostri luoghi simbolo e provvedere all'immediato ripristino dei monumenti danneggiati. Il popolo romano non è più disposto ad accettare tutto questo, non sensa far sentire forte e chiaro tutto il suo sdegno. ps. Cerchiamo volontari per un nuovo blitz a Villa Borghese.
La Fontana di Trevi massacrata dai vandali
La cronaca di Roma somiglia sempre più a un bollettino di guerra. Registriamo oggi l'ennesimo, gravissimo atto vandalico perpetrato ai danni di uno dei monumenti simbolo di Roma. Un atto folle, terrificante, raccapricciante, inaccettabile in un paese che si voglia definire civile. Protagonista la Fontana di Trevi, che torna suo malgrado a tingersi di rosso. Ma stavolta non è opera di Graziano Cecchini, l'artista che qualche anno fa ci regalò lo spettacolo (inedito e affascinante) di una Fontana di Trevi vestita di rosso. Stavolta non si tratta di innocuo colorante, bensì di vernice. Si, avete capito bene. Un pazzo, un criminale, non saprei neanche come definirlo, ha gettato della vernice rossa dentro la fontana. Un quantitativo minimo, secondo quanto si vede dalle foto, ma sufficiente per massacrare i suoi preziosissimi marmi. La vernice non si è disciolta nell'acqua ma si è attaccata sulle pareti. E' come se qualcuno ci avesse spruzzato la vernice sopra, lo stesso identico terribile effetto. Un danno immenso, cui seguirà, inevitabilmente, un lungo e costosissimo restauro. Nelle foto raccolte dal sito di Repubblica ci si può rendere conto della gravità della cosa. In questo video, girato da un testimone, si vedono gli uomini del decoro urbano impegnati a tentare di arginare, in maniera piuttosto "casereccia", la chiazza rossa. Chissà cosa staranno pensando i turisti (ai quali Roma già offre un quotidiano spettacolo di degrado sconfinato) nel vedere la fontana sequestrata da un nastro della polizia e massacrata dai vandali. Con quell'orrendo ricettacolo di rifiuti abbandonari sui gradini. Probabilmente saranno inorriditi, agghiacciati, da tanta barbarie e inciviltà. Mi immagino le loro facce. Eccoli lì, i cittadini del mondo civile, con gli occhi sbarrati, esterrefatti, increduli, a contemplare le macerie della nostra città. E a qualche ora dal fattaccio, in uno dei luoghi più controllati, filmati, fotografati di Roma, i responsabili (incredibile ma vero) sono ancora a piede libero.
Breaking news: Villa Borghese devastata
L'assalto dei vandali alla città di Roma sembra inarrestabile. Vi diamo conto oggi di un nuovo, terrificante atto barbarico perpetrato ai danni di una fontana di Villa Borghese. Ne dà notizia, anche stavolta, Repubblica (dal cui sito abbiamo preso le foto) nella prima pagina della cronaca Roma. Durante la partita Italia-Nuova Zelanda, una delle fontane di Villa Borghese è stata presa di mira da una mandria di Unni i quali, bombolette alla mano, l'hanno completamente tappezzata di scritte. Su un lato della fontana sono comparse anche celtiche e svastiche, e una scritta, idiota come l'autore del gesto criminale: W il Re del cazzeggio. Come sempre, nessuno ha visto niente, e gli autori del folle gesto l'hanno fatta franca anche stavolta. La situazione è preoccupante, stiamo regredendo a uno stato barbaro, primitivo, primordiale, anarchico, preoccupante. Il tutto nel menefreghismo più totale. Dopo il devastante articolo di ieri, finito addirittura in prima pagina sulla homepage di Repubblica, non ci sono state dichiarazioni da parte del Sindaco. Fatto, questo, di una gravità inaudita. Dopo l'atto barbarico denunciato oggi, il Sindaco non può più starsene in silenzio. Si comincia a scrivere sui monumenti, segno che ormai il limite tra civiltà e barbarie è stato ampiamente superato. Le scritte presenti su ogni muro e il lassismo delle istituzioni autorizzano il vandalo a scrivere ovunque, anche sui monumenti. La situazione è di estrema emergenza, urgono misure ben più drastiche di quelle messe in campo finora. Arresto o foglio di via per i writers, veri e proprio criminali spacciati impunemente per artisti da certa stampa complice di questo schifo. Obbligo per i residenti e commercianti a ripulire i muri dei palazzi e le saracinesche dei negozi, pena una multa pari a 10 volte l'importo del costo dell'opera di pulizia e la chiusura provvisoria dell'attività. Questo restauro costerà migliaia di euro, e chissà se e quando verrà fatto. Quali armi mettiamo in campo per contrastare questo fenomeno? Dov'è la tolleranza zero promessa dal Sindaco? Cosa stiamo aspettando?
Lavori pubblici
Secondo la nota Teoria delle finestre rotte, il lassismo porta degrado e il degrado chiama altro degrado. In questa spirale senza fine, la città abbandonata dalle amministrazioni piomba inevitabilmente nell'anarchia barbara e incivile. Comportamenti prima inaccettabili diventano la norma. Quando si alza la soglia del degrado tollerato, si finisce con l'accettare tutto. Guardate questa foto. Ci troviamo a Trastevere, a Via della Scala, proprio davanti alla omonima chiesa. Questa è la qualità dei lavori pubblici del Comune. Una pecetta di catrame entro cui affogare i sanpietrini. Una cosa indecente e inaccettabile in qualsiasi angolo del mondo civile. A Roma, in quel buco nero di illegalità e degrado che è diventato Trastevere, tutto questo è accettato e tollerato. In una qualsiasi città dell'Europa una simile smerdata avrebbe portato la gente in piazza coi forconi e le mazze a stanare il pecionaro di turno responsabile di un simile schifo. Qui a Roma no. C'è gente pagata per distruggere la città. Ci sono ex-pecorari, avanzi di galera, manovalanza a basso costo, ingaggiata per rattoppare alla cazzo di cane le buche sulle strade del centro storico patrimonio dell'umanità. Lavori ignobili, da denuncia, da esposizione in piazza al pubblico ludibrio. E nessuno dice niente. Ci sono abitanti che pagano fior di miliardi del vecchio conio per abitare in un quartiere ridotto alla stregua di una succursale di Malagrotta. Tutto il quartiere è così. L'Italgas sgarra le strade e ricopre tutto con ignobili colatone di cemento. Tutti vedono e prontamente si adeguano. Guardate che schifo. E chiedetevi se non è il caso di fare qualcosa, di pensare a qualcosa per mettere fine a tutto questo. Se vale la pena alzare il culo da quella cazzo di sedia in cui siete seduti per sollevare il finimondo, per scendere in piazza a protestare contro questo schifo senza fine. Pensateci e poi fateci sapere.
Breaking News: Il Gianicolo è morto
Le immagini del Pincio devastato dai barbari bruciano ancora, ma già è tempo di tornare a indignarsi per un nuovo ancor più grave episodio vandalico. Il Gianicolo, la più bella passeggiata di Roma, è stato attaccato dalla solita mandria di Unni. Ne dà notizia ancora una volta Repubblica, dal quale sito abbiamo preso le immagini che vedete nelle slide. Proprio come al Pincio, i busti degli eroi del Risorgimento sono stati staccati di netto e buttati a terra. Turisti inorriditi sgranano gli occhi davanti a un simile raccapricciante spettacolo. Noi rabbrividiamo all'idea di cosa potrebbe accadere domani. Ex porchettari in divisa da vigile decideranno di sequestrare la scena del crimine con transenne arrugginite e teloni arancioni, che rimarranno in bella mostra per mesi e mesi, finendo stampati nelle menti dei civili turisti e marchiati a fuoco nelle impietose fotografie che puntualmente essi scatteranno. Scenette a cui siamo abituati, simbolo dell'incapacità, del menefreghismo, della barbarie italica. Dell'abitudine al degrado di un popolo incivile e primitivo. Ci diranno che non ci sono soldi per raddrizzare i busti, con la solita faccia di bronzo di chi guarda le macerie della città dal finestrino della sua auto blu. Se avessi i mezzi, li raddrizzerei io gratis. Che una scena simile non è accettabile in nessun angolo del mondo civile. E' già di per sè di una gravità inaudita che i giornalisti abbiano fatto in tempo a documentare il fattaccio. Invito i volontari di Riprendiamoci Roma a partecipare a un blitz di protesta al Gianicolo. Qui ci vuole uno striscione di denuncia, possibilmente in sette lingue, che spieghi al mondo civile le cause di un simile ripugnante spettacolo. Un paio di volontari e stasera lo andiamo a portare lì. Mettiamogli il pepe al culo. La gente per bene non può accettare tutto questo senza ribellarsi. Non gliene faremo passare una. Finché l'argomento lotta al degrado non sarà in cima alla loro agenda politica. Finché non avremo tolleranza zero. Quella vera.
Piscine di Torrespaccata, dove i topi mangiano i gatti
L'incredibile titolo è comparso in un articolo della Cronaca Roma del Corriere della Sera, principale quotidiano nazionale. Ci descrive, con estrema sintesi, un angolo di quarto mondo simbolo della malagestione della nostra città. Case popolari, file di palazzoni grigi a sette piani, infestati da ratti grandi come palloni da rugby. Ratti che scorrazzano sui marciapiedi, che ti entrano nelle case, che giocano a rincorrersi. Il nonnetto porta il nipote a giocare al giardino: "Sto posto è pieno de sorci e de mosche, ma come se fa coi regazzini?" Arrangiatevi, è la risposta della politicia, "Non si può fare la disinfestazione perché i soldi non ci sono". Siamo in Italia, il paese degli sperperi dei politici trimalcioni che non riesce neanche a trovare 200 euro per una disinfestazione. "Macchè, i soldi ci sono, queste sono polemiche pretestuose". E allora sarà così, forse ci divertiamo a passeggiare in mezzo ai topi. L'unica cosa che è certa è che nel contratto di servizio tra AMA e municipi la derattizzazione non è compresa. A Roma non siamo neanche in grado di far fuori quattro topi, ma vogliamo candidarci alle Olimpiadi e ospitare un Gran Premio di Formula1. Il giornalista si chiede: "Ma avete pensato a mettere dei gatti?" Risposta: "Si, ma non è servito a molto: i gatti hanno paura, sono i topi che se li mangiano." Dialoghi da favelas del quarto mondo. Dialoghi dell'assurdo. Situazioni grottesche al limite della realtà. Distacco netto tra politica e cittadini, tra interessi della classe dirigente e qualità della vita dei ceti popolari. Bisogna leggere articoli come questo per capire quanto facciamo schifo, da quale razza di animali, primitivi, incapaci, irresponsabili siamo amministrati. Ma il problema non sono solo i topi. Sono anche le topaie in cui vivono le persone. Infiltrazioni d'acqua, muffa, puzza di gatto morto, cumuli di monnezza, scale antincendio ostruite, carcasse di motorini abbandonate. Questa è Roma, degna Capitale di uno Stato del quarto mondo, indegno di far parte del mondo civile.
Roma zozzona
Ci piace immaginare che sia andata così. Che alla vista di questo articolo impietoso, pubblicato sulla rivista Panorama (non certo nemica del centrodestra) il nostro Sindaco abbia fatto un salto sulla sedia. E si sia detto, magari, che così non si può più andare avanti. Che l'argomento lotta al degrado è la vera emergenza di questa città. E' la seconda volta che la stampa amica impallina il Sindaco. In principio fu il Foglio di Giuliano Ferrara, che se ne uscì con un lunghissimo editoriale al vetriolo. Ora è la volta di Panorama, con un articolo breve ma ben più preoccupante. Il tono è scarno, freddo, distaccato. Già dal titolo si capisce che tira una brutta aria: "Roma zozzona". Con la foto del Sindaco seduto sul Colosseo e circondato da una montagnetta di monnezza. A leggere l'articolo c'è di che preoccuparsi. Balordi e barbari conquistano Roma, mentre al Circo Massimo (monumento antico di 2500 anni) si gioca al beach soccer. Roma è sporca, lo è persino più dei tempi rutellian-veltorniani andati, benché la tassa su irifiuti sia tra le più care, non d'Italia ma del mondo. All'AMA, la società che li raccoglie, Alemanno ha messo prima Stefano Andrini, un suo amico di lotta politica. Poi Andrini s'è dimesso per il caso fastweb ed è arrivato Giovanni Fiscon. Cioè: quando si dice prendere Fiscon per fiachi. E mentre il sindaco festeggia il Natale del netturbino, il romano medio il suddetto netturbino lo maledice. Lo schema di differenziata dell'AMA prevede la raccolta nel centro storico, così il salotto buono di Roma diventa ogni giorno una piccola discarica. E in periferia, cosa accade? Su un giornale locale è comparso un titolo: "Piscine di Torrespaccata, dove i topi mangiano i gatti". C'è davvero poco altro da aggiungere. Speriamo che il messaggio sia arrivato a destinazione.
Sulle strisce
Raffaella ci scrive inviandoci alcune foto scattate a Via Paolo di Dono, elegante strada del quartiere EUR, nei pressi di Via del Serafico. Le prime due foto riguardano la sosta selvaggia. Anche qui, come in tutta Roma, le strade sono il regno della doppia fila e della sosta sulle strisce. Tutto questo ormai a Roma è la regola. Le macchine sono troppe, i parcheggi non ci sono, e i cittadini si sentono autorizzati a piazzare l'auto dove gli pare. Sulle strisce, ad esempio. I vigili, quando gli chiedi come mai queste situazioni vengono tollerate, allargano le braccia e dicono: "che possiamo farci se i parcheggi non ci sono?". Per esempio potreste cominciare a fare multe su multe. Una raffica di multe! Così forse la smetteremo di comprare un'auto a persona, 3 o 4 auto a famiglia. Così forse in molti venderanno la loro seconda auto e la domanda di metropolitane, trasporto pubblico, car&bike-sharing, piste ciclabili, aumenterà. Così forse la scellerata politica di non investire sul trasporto pubblico verrà interrotta bruscamente. E per le auto che ci sono, forse qualcuno si deciderà a chiedere a gran voce nuovi parcheggi interrati, per togliere le auto dalle strade e metterle sottoterra. I vigili sono complici di questo schifo, in quanto accettano lo status quo senza muovere un dito. Roma è la città europea col più alto tasso di autovetture per numero di abitanti. Nel solo comune di Roma circola lo stesso numero di automobili di tutta l'Austria. Una follia totale. Avere quattro auto a famiglia non significa progresso. Significa ottusità, barbarie, modello primitivo di società, stupidità, mente bacata, peracottaggine. Basta! Mettiamo fine a questo schifo, creiamo un movimento di opinione e cerchiamo di salvare questa città marcia. Vi segnaliamo, se mai cie ne fosse ancora bisogno, i due blog bikesharingroma e propuproma. Seguiteli, scrivete, commentate, partecipate.
Ma quali ricollocazioni?
Una breve considerazione sulla Cartellopoli romana. Bordoni sostiene che i cartelloni che violano il codice della strada o il codice dei beni culturali o i regolamenti comunali, saranno presto ricollocati. La cosa è stata detta ai giornali, ma nessuno si è azzardato a far notare la fortissima contraddizione insita in questa affermazione. A conti fatti, cosa significa che i cartelloni saranno ricollocati? Significa che nessuno dei cartelloni abusivi comparsi come funghi in quest'ultimo anno verrà rimosso. Significa che il numero complessivo dei cartelloni non è destinato a diminuire, nè oggi, nè domani, nè dopodomani. Semmai, i cartelloni verranno redistribuiti. Ed è ancora da verificare se e quando questo avverrà. Coi tempi biblici delle amministrazioni comunali (i 6x3 sequestrati da Veltroni che dovevano essere abbattuti sono ancora lì), è probabile che questo non avverrà per i prossimi decenni. Ma torniamo al punto di partenza: la ricollocazione. Come ben sapete, noi non ne facciamo solo una questione di violazione delle regole, ma anche una questione di violazione della bellezza della città. I cartelloni devono sparire e basta. I cartelloni umiliano la città, costituiscono una fonte di inquinamento visivo (leggetevi questo articolo) intollerabile. Vanno rimossi e basta, non c'è una seconda via. Cosa impedisce che questi cartelloni siano rimossi? Se sono abusivi, se violano delle leggi, perché dare la possibilità a chi delinque di farla franca? E' come se io passassi col rosso, e al posto della multa chiedessi di essere lasciato libero di andare a bruciare semafori da un'altra parte. E' una pazzia. Ma poi, visto che ricollocare cartelloni costa e anche parecchio, chi è che pagherà le spese? Il Comune, e quindi noi cittadini? E a chi ha violato il codice della strada e i regolamenti comunali, verrà fatta una multa? Ci piacerebbe che qualche giornalista facesse a Bordoni questo tipo di domande.
Intervento antidegrado a Ponte Milvio
Sabato scorso i volontari di Retake Roma si sono dati appuntamento a Ponte Milvio per ripulire l'area del piazzale dai graffiti e dalle affissioni abusive. L'iniziativa prevedeva anche una pulizia del ponte, orribilmente devastato dai graffiti. I ragazzini della "Generazione Moccia" non si accontentano di attaccare lucchetti sui lampioni ma scrivono le loro dediche d'amore direttamente sulle balaustre in travertino di quello che è uno dei ponti più belli e antichi di Roma (109 a.C.). Non ci stancheremo mai di chiederci come sia possibile che il Comune di Roma tolleri che un monumento di tale importanza venga barbarizzato da una mandria di coglionazzi con la bomboletta spray senza fare niente. Ancor più grave è la scelta di condurre, su un monumento così delicato, un intervento "alla buona" con i classici prodotti antigraffiti. Il risultato, come da copione, è stato appena sufficiente. Il solvente in dotazione alla Protezione Civile non va affatto bene per le superfici porose come il travertino. In questo caso (e stiamo parlando di un monumento romano!) non si può lasciare mano libera ai volontari, ma è assolutamente necessario un trattamento di microsabbiatura condotto da un restauratore esperto. Interventi costosi, certo, ma necessari, visto lo stato di incredibile degrado in cui versa il monumento. Sotto questo punto di vista, la Squadra Decoro Urbano è nuovamente bocciata. Così come è negativo il giudizio nei confronti di questa dichiarazione, che rischia di sancire un nulla osta di fatto all'invasione selvaggia di lucchetti. Nota di merito, invece, per i giovani volontari delle scuole che si sono occupati dell'arredo urbano del piazzale, sradicando l'erba spontanea cresciuta sui bordi del ponte e piantando nuovi, bellissimi fiori nell'aiuola centrale. Altri "retakers" hanno staccato affissioni abusive, stickers e locandine pubblicitarie dai pali e dai muri.
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La morte di Trastevere
Trastevere è un quartiere moribondo. Vi parliamo oggi di Piazza Santa Maria in Trastevere, facendovi vedere una foto di com'era. Per vedere com'è ridotta oggi, fatevi un giro di mattina, di pomeriggio, o peggio ancora di sera. Vedrete con i vostri occhi come una cattiva amministrazione può far si che una tra le piazze più belle del mondo sia devastata al punto da dichiararla definitivamente morta. L'altro ieri è uscito un durissimo articolo sul Corriere della Sera (segnalatoci da Alfb di Tolleranzapuntozero) sullo stato di folle, pazzesco, incredibile degrado in cui versa la piazza simbolo del rione. Parole che solo a citarle si stenta a credere che siano vere. Santa Maria in Trastevere è ormai diventata un accampamento di senzatetto e di mendicanti. Imballaggi, materassi, bottiglie vuote e bivacco sul sagrato. Con la fontana berniniana trasformata in toilette e lo slargo in un vespasiano a cielo aperto. E i mendicanti che si fanno concorrenza tra loro, esibendo mutilazioni e deformità, per impietosire i passanti. E ancora: "Una barbona, forse tossica", si sfoga un esercente, "fa i bisogni per strada sotto gli occhi dei turisti, disgustati da una tale indecenza!" Un altro esercente: "Ormai sono stanziali, cucinano, dormono... per non parlare delle risse continue in preda all'alcol, con sottofondo di latrati". Una residente: "L'affare è in mano agli zingari e guai a intromettersi". Denuncia Dina Nascetti, portavoce del comitato Vivere Trastevere: "Siamo esasperati, l'isola pedonale è diventata infrequentabile, specialmente per le mamme con bambini". Altra nota dolente, le operazioni selvagge di carico e scarico merci: "Camion che sfrecciano a tutta velocità", s'infiamma una cittadina, "nonostante il divieto di transito". Alle 13.30, un veicolo colmo di birre sosta indisturbato davanti al locale. E non abbiamo parlato delle scritte sui muri, delle affissioni selvagge, dell'abusivismo commerciale, delle montagne di monnezza gettate in strada. Questa è l'incredibile sorte toccata a una delle più belle piazze del mondo.
Un weekend per firmare
Finalmente abbiamo le autorizzazioni! L'appuntamento è per sabato e domenica mattina. Ci vediamo tutti a Villa Pamphili, entrata di Via Vitellia 102 (vedi googlemap). Venite a firmare a sostegno della Delibera di Iniziativa Popolare contro i cartelloni selvaggi che stanno devastando Roma. Venite e portate gente, amici, parenti, volontari, chiunque. Spargete la voce, sul vostro profilo facebook, sulla vostra casella email. Inoltrate, inoltrate, inoltrate. Non mancate a questo appuntamento. Il meteo dice che saranno due splendide giornate. Motivo in più per godersi una passeggiata in questa villa meravigliosa, dopo aver firmato per una causa importante. Non è necessario portare il documento, basta mettere una firma. Ai banchetti troverete me, Les, Daniele, Stefano e altri membri del gruppo e della galassia dei blog antidegrado. La scorsa settimana abbiamo raccolto più di 300 firme in poche ore. La gente si fermava a firmare senza neanche chiedere spiegazioni. Sapeva benissimo di cosa si trattava. Lo scempio della cricca cartellonara, lo stupro perpetrato ai danni di questa città è evidente a tutti. Il modo criminale con cui è stato pianificato questo abominio, questa devastazione, questa offesa a una delle città più belle del mondo, resterà marchiato a fuoco vita natural durante sulle facce dei colpevoli. Gente che non ha esitato a ridurre una città intera in una immensa, immonda favelas pubblicitaria per meri fini di lucro. Una vergogna di cui, prima o poi, qualcuno verrà a chiedervi il conto. E il momento potrebbe essere arrivato. Le responsabilità di questo scempio, di chi lo ha permesso, di chi ha dato il via libera, saranno presto evidenti a tutti. Metteremo all'angolo chiunque pensi di fare affari sulla pelle della nostra città. Ricordatevi che da questa raccolta firme dipende gran parte del futuro del nostro movimento antidegrado. Ricordatevi che da questa raccolta firme dipende il futuro di Roma.
ReTake Rome a Ponte Milvio
Ci scrivono gli amici di ReTake Rome invitandoci a partecipare a una nuova iniziativa antigraffiti e antidegrado a Ponte Milvio. La piazza simbolo della movida teenager, devastata da scritte amorose e montagne di lucchetti (a proposito: grazie Moccia per aver contribuito ad uccidere il ponte romano più antico e bello della città!). Una nuova giornata all'insegna del volontariato civico. Riprendiamoci Roma aderisce all'iniziativa, pur restando in parte critici verso il lavoro svolto nelle scorse edizioni da alcuni cittadini e soprattutto dagli operatori del Decoro Urbano. Stavolta vigileremo affinché ogni lavoro sia svolto a regola d'arte. Parleremo con gli operatori, invitandoli a fare del loro meglio con un intervento di qualità, documenteremo tutto ciò che non ci andrà bene, e manderemo il tutto alla stampa. Siamo fatti così, siamo perfezionisti e non ci accontentiamo di niente. Invitiamo tutti i lettori e simpatizzanti del blog a partecipare all'iniziativa e a spargere la voce. Email, facebook, datevi da fare e diffondete il più possibile l'iniziativa. E speriamo vada tutto bene.
Retake rome a Ponte Milvio. Partecipa anche tu, ripuliamo la piazza. Rimuoveremo i graffiti, gli adesivi e tutto quanto deturpa la nostra città. Vieni a dare il tuo contributo partecipando. Sarà una iniziativa educativa per riscoprire, divertendosi, che Roma pulita è ancora più bella.
Qui trovate tutte le informazioni relative all'evento. Qui trovate il link al gruppo facebook (per chi non si fosse ancora iscritto). Ci vediamo sabato!
Nuova passeggiata a Trastevere
Nuovo intervento antidegrado organizzato da Riprendiamoci Roma nel martoriato rione Trastevere. Cominciamo dall'inizio. Da quello splendido prima/dopo del portone, rimesso a nuovo con due dita di prodotto antigraffiti e una spugna verde abrasiva. Questo è stato forse l'intervento che ci ha dato in assoluto più soddisfazione. Molte persone si sono fermate a scambiare due parole con noi. Ad alcuni di loro abbiamo consegnato il nostro biglietto da visita. Speriamo ci contattino. Vogliamo trasformare Vicolo del Bologna nella prima "strada-oasi" antigraffiti e antidegrado di Roma. La prossima settimana andremo a ripulire e ripitturare i segnali stradali e i contatori dell'ACEA. Quindi chiederemo l'autorizzazione ai residenti e ai commercianti per ripulire e trattare saracinesche e portoni. Speriamo in questo modo di riuscire a ricreare un ambiente civile in un quartiere massacrato dal degrado e dall'incuria. Le foto che seguono sono decisamente meno entusiasmanti. Scritte sui muri ovunque, affissioni abusive disseminate in totale spregio alle (inutili) ordinanze. Una Smart bruciata che sta lì da mesi. Stava già lì a febbraio, all'epoca della passeggiata antidegrado di ReTake Rome. Sono passati tre mesi, nessuno l'ha rimossa e forse nessuno l'ha ancora segnalata ai vigili. L'abitudine al degrado gioca brutti scherzi. Il foglietto AMA scritto su un pezzo di cartone con un volgarissimo pennarello e attaccato con dello scotch da imballaggi marrone sul proprio portone(!) ne è la prova. Il quartiere ormai è morto. Lo abbiamo perso per sempre. O si svegliano i residenti, o non se ne uscirà mai. L'iniziativa di ReTake Rome doveva essere un punto di partenza verso nuovi, entusiastici interventi. Invece siamo fermi al palo, in attesa che i vandali tornino a rovinare tutto. Soldi sprecati, tempo ed energie buttate al vento. Noi però non molliamo. Ieri abbiamo staccato una cinquantina di affissioni e volantini fastweb e rimosso una decina di stickers. Tra la gente che ci guardava con la stessa faccia dubbiosa con cui si guardano i vandali.
Il quartiere Aurelio dice NO al degrado!
Dopo la passeggiata antidegrado di Viale Marconi, abbiamo organizzato un nuovo blitz antiaffissioni all'Aurelio. Piazza Irnerio, Via Graziano, Via Baldo degli Ubaldi, Via Madonna del Riposo, Circonvallazione Cornelia. Strade piene di annunci e locandine sui pali della luce e dei semafori. Ne abbiamo rimossi una cinquantina, più vari adesivi dei traslocatori, serrandisti, sgombera-cantine e spurgatori di fogne. Il quartiere (inutile dirlo) è messo veramente male: scritte su ogni muro, affissioni e cartelloni abusivi. Anche qui, ci chiediamo come sia possibile che i cittadini non si ribellino al degrado. Come si fa a vivere immersi nella sporcizia senza dire niente? La nostra quotidianità è abbrutita dal degrado visivo, non ce ne accorgiamo ma è così. Muri coperti di scritte, pali incartati da vendesi e locandine, strade invase dai cartelli pubblicitari. Uno scenario terribile a cui la gente si è ormai abituata. La strada è terra di nessuno, si può fare di tutto. Parcheggiare sulle strisce, in curva o sugli scivoli per disabili. Bucare i marciapiedi per metterci i cartelloni. Attaccare i manifesti sui muri. Tanto già sono pieni di graffiti. E' il momento di ridare un aspetto decoroso a questa città. Si parte dai muri, che dobbiamo ripulire dalle scritte di ogni tipo. Si continua provvedendo a mantenere puliti i giardini di quartiere. Sulle strade basta locandine ed annunci immobiliari. Basta cartelloni e quei pochi consentiti devono essere più sicuri e gradevoli esteticamente. Queste sono le regole civili per vivere meglio. Nel nostro piccolo facciamo la differenza, staccando i volantini abusivi dai pali e cancellando le scritte dai muri del nostro palazzo. Ma serve fare di più, serve l'aiuto di tutti. Abbelliamo la città, rendiamola vivibile. Riprendiamoci Roma!
Indescrivibile, folle, raccapricciante
Questa foto ce la manda manda Mario via email. E' stata scattata a Via Appia Nuova, ma questo conta poco. Potrebbe essere stata scattata in qualsiasi altra strada di Roma, tutta la città è ridotta in queste condizioni. Guardate che roba, una vera giungla. In barba alle ordinanze antidegrado, antiaffissione, antivolantino, antitutto. La città è in mano ai vandali e nessuno sa come fermarli. E se solo un cittadino prova ad avvicinarsi ai pali e a strappare questa immonda accozzaglia di cartastraccia abusiva, si becca pure il cazziatone dalle volanti della Polizia. Com'è avvenuto nella scorsa passeggiata antidegrado a Viale Marconi. "Non potete farlo, non è compito vostro", ci dicono. "Rivolgetevi alla municipale o ai vigili". Eh no, cari poliziotti. Vi sbagliate di grosso. Noi possiamo eccome! E vi dirò di più: noi DOBBIAMO! Perché se non lo facciamo noi non lo farà nessuno. Mai visto un vigile in vita mia rimuovere un'affissione abusiva. MAI! Mai visto nessuno multare un'azienda che pratica affissioni illegali. MAI! C'è lassismo, forse addirittura connivenza. E dunque noi DOBBIAMO fare qualcosa, metterci in gioco in prima persona, provare a sovvertire lo status quo, a cambiare le abitudini dei romani, mettendo fine a questo schifo. Se le istituzioni vegetano, dobbiamo muoverci noi. Dobbiamo riappropriarci della nostra città. Si chiama principio di sussidiarietà ed è previsto dall'articolo 118 della Costituzione Italiana. E non c'è legge nè regolamento nè parere di turno che possano scavalcare una legge costituzionale. Dunque invitiamo tutti voi a riunirsi e a recarsi a Via Appia nuova e ad estirpare dai pali semaforici questa favelas cartacea.
Quando il graffito ci piace
Il post di oggi diventa un po' il "post delle buone notizie". Non tutti i graffiti a noi ci fanno schifo. A volte un bel graffito, o meglio un bel murales, può costituire perfino un'opera di arredo urbano. Quando è concepito con un criterio, se è rispettoso del contesto, se realizzato da mani esperte. E' il caso, ad esempio, di Piazza Fabrizio de André, alla Magliana. La piazza, nata nel 2002 come intervento di riqualificazione di un'area adibita a parcheggio, è stata infatti decorata con bellissimi murales ispirati alle canzoni del cantautore genovese. Gli autori dei disegni sono cinque giovani romani di età compresa tra i 22 e i 34 anni. Ma com'era la situazione preesistente? E' abbastanza facile intuirlo. Muri grigi, devastati dalle tag e dalle scritte selvagge. Ce lo spiega bene Gianni Paris, Presidente del XV Municipio: "Queste mura erano una lavagna per messaggi privati. Noi abbiamo evitato il degrado e dimostrato come sia possibile convogliare l'energia dilagante tra i giovani artisti". E rilancia: "Il prossimo intervento sarà alla stazione di Villa Bonelli". Alessandra Carloni, una delle realizzatrici dell'opera: "Lavorare alla Magliana è stata importante come esperienza umana, tra le signore che prima ci guardavano come teppisti e poi ci hanno adottato, ci portavano il caffè mentre tra dicembre e gennaio, lavoravamo in strada al freddo. In più, per qualcuno di noi è stata la prima esperienza su ampi spazi pubblici. Nessuno di noi, poi, aveva mai lavorato su un muro". Insomma, una bella storia che restituisce a Roma una piazza gioiello molto amata dal quartiere. La speranza ora è che queste mura non vengano devastate dai soliti vandali che si spacciano per artisti. Per il futuro auspichiamo che si continui con questa politica: concedere mura agli artisti che vogliano cimentarsi con opere di arredo urbano, tolleranza zero verso i vandali che devastano i muri di Roma.
Siamo tutti Palmiers!
Oggi vi segnaliamo un blog molto interessante. Si chiama Salviamo le palme ed è uno di quei (tanti) blog che si battono per la tutela del paesaggio della nostra città. Perché "salviamo le palme"? Come senz'altro molti di voi sapranno, da un po' di anni a questa parte l'Italia è invasa da un famelico insetto comunemente noto come "punteruolo rosso" che divora la palme dall'interno provocandone la morte. Una strage silenziosa cui i nostri amministratori sembrano ormai rassegnati. Eppure una soluzione per arginare questo cancro devastante ci sarebbe, solo che richiede lo stanziamento di fondi e non conviene a chi sperpera denaro pubblico in modi più proficui (auto blu, consulenze, assunzioni selvagge, ecc.). La foto qui sopra ce l'ha inviata un nostro amico lettore, segnalandoci la strage di palme in atto sul nostro territorio. Siamo in Via di Vigna due Torri, a poche centinaia di metri di distanza da Villa Bonelli. Una strada bellissima, ribattezzata "Via delle Palme" da coloro che hanno la fortuna di abitarci. Ebbene oggi la Via delle Palme non esiste più. O meglio, non esistono più le palme, ridotte ormai a dei moncherini. Anche in questo caso non ci vuole molto ad immaginare come fosse questa strada prima dell'avvento del punteruolo rosso. Potete confrontare la foto qui sopra con le immagini di streetview risalenti a due anni fa. Guardate qui, e ancora qui. Davvero piange il cuore a vedere queste fotografie. Ma qualcosa forse si può ancora fare. Come potete notare dalla foto qui sopra, in fondo alla strada si notano delle palme ancora vive. Sono le palme che si trovano all'interno della villa dell'ambasciatore indiano. Le uniche sopravvissute alla strage. A dimostrazione del fatto che, se opportunamente curate (cosa che il Comune non fa), le palme si possono salvare. Non ci sono più scuse dunque. Diciamo basta al silenzio, fermiamo la strage di palme. E' possibile segnalare ai "Palmiers" la presenza di palme colpite dal punteruolo rosso. Se avete delle segnalazioni da fare, scrivete a questo indirizzo. Facciamolo tutti insieme.
Riprendiamoci l'EUR
Sabato scorso gli amici di ReTake Rome hanno organizzato una nuova iniziativa antigraffiti all'Eur. Il quartiere, vero e proprio gioiello dell'architettura razionalista, non è stato risparmiato dai vandali della bomboletta spray. Ogni muro è ricoperto di graffiti, tags e scritte di odio politico. E' incredibile. Un quartiere così, in qualsiasi capitale europea, sarebbe tenuto come un gioiello. Eppure i nostri incivili concittadini fanno a gara a imbrattare i suoi muri, a sporcare i suoi giardini. Uno scenario inaccettabile che ha convinto i volontari di ReTake Rome a svolgere qui la nuova maratona di pulizia, con la collaborazione di volontari accorsi da ogni parte della città, coadiuvati dal Comitato di Quartiere dell'Eur. Anche stavolta l'AMA ha fornito uomini e mezzi per cancellare i graffiti. Nello specifico, è stato dato ad ogni volontario un kit composto da pennellessa e prodotto antigraffiti da applicare sui muri. Scelte le strade da pulire, i volontari sono entrati in azione applicando il gel antigraffiti sui muri e dopo una decina di minuti le squadre del Comune sono passate con le idropulitrici. Il getto d'acqua ad alta pressione ha sciolto definitivamente i graffiti, anche se alcuni muri sono rimasti segnati dalle scritte più vecchie. Comunque i palazzi ci hanno guadagnato in bellezza e l'ambiente ora è più gradevole. Viale Beethoven, Via della Fisica, Viale Tupini, i muri della parrocchia SS. Pietro e Paolo, questi i luoghi che hanno beneficiato dell'intervento dei volontari americani e italiani. Noi di Riprendiamoci Roma eravamo presenti in forze e dopo aver cancellato i graffiti ci siamo concentrati sulle affissioni abusive, estirpando i vendesi dai pali e gli adesivi dai contatori elettrici. Nelle foto delle slide potete vedere i prima/dopo fotografati da Les e Alessio. Il bilancio, a conti fatti, è abbastanza positivo. Anche se le pareti marmoree meriterebbero ben altri trattamenti (microsabbiatura). Un solo appunto: gli operatori del Comune hanno dimenticato di rimuovere i nastri bianco-rossi da una delle strade. Stanno ancora lì, appiccicati ai pali, o caduti in terra.
Passeggiata Antidegrado a Viale Marconi
Le vie dello shopping sono piene di affissioni abusive sui pali e sui muri. Non fa eccezione Viale Marconi, i cui lampioni e semafori vengono presi di mira da attacchini, traslocatori e e agenti immobiliari che li incartano con le loro pubblicità. Vista la situzione, abbiamo pensato di svolgere qui la passeggiata antidegrado di questa settimana. Appuntamento alle 21.00 a Piazza della Radio. Con forbici e taglierini abbiamo estirpato il maggior numero possibile di affissioni abusive, avvisi di vendesi e stickers dei traslocatori e serrandari. Alcuni di questi erano addirittura appiccicati sui cassonetti, proprio sopra l'indicazione della raccolta differenziata. Così ti ci cade l'occhio ma intanto non riesci più a leggere come devi smaltire i rifiuti! Pazzesco. A Piazza Fermi è accaduta una cosa bizzarra: una volante della Polizia ci ha fermato mentre scartavamo i pali del semaforo, dicendoci che non potevamo farlo ma dovevamo chiamare i vigili urbani. Seee, come no, gli stessi che dovrebbero multare le auto in doppia fila o segnalare i cartelloni illeciti... Così abbiamo spiegato ai due agenti in macchina che i nuovi decreti antidegrado prevedono sanzioni per chi affige ed espone "manifestini e simili". En passant, abbiamo ricordato ai poliziotti che il primo a rallegrarsi delle nostre azioni è stato proprio il sindaco Alemanno, quando nelle vesti di "cittadini-stacchini" abbiamo ripulito i muri dai manifesti abusivi dei politici durante le ultime elezioni. Alla fine i due agenti hanno desistito e sono ripartiti con la loro auto e noi ci siamo chiesti per l'ennesima volta perché la Polizia ci ferma a noi ma lascia stare quelli che delinquono e cioè quelli che attaccano i manifesti sui pali. Bah. Per finire, abbiamo testato su un muro ignobilmente sfregiato dalle tags il nostro prodotto antigraffiti e il risultato è stato più che decente. Come sempre, ringraziamo i partecipanti e diamo appuntamento al prossimo blitz antidegrado.
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