Un classico esempio di sciatteria

martedì 30 novembre 2010


Ogni volta la solita scena, ogni volta ci chiediamo perché la Polizia Municipale debba lasciare questi simpatici ricordini appesi agli alberi. Un simbolo di sciatteria e menefreghismo, tanto più grave in quanto viene da una istituzione che dovrebbe far applicare la legge (il Codice della Strada) e sanzionare comportamenti irrispettosi per la collettività la da parte della gente. Invece questo è il buon esempio che danno. Anzi, questo è solo uno dei "buoni esempi". Un'altra scenetta tipica dell'inciviltà italica è l'auto della Municipale ferma in sosta vietata o in doppia fila quando non è in servizio. Per i nastri basterebbe una circolare che obblighi tutti i vigili a rimuovere le fettucce senza lasciare residui. Per le auto in doppia fila la faccenda è un po' più complicata. Servirebbe un corso accelerato di civiltà. Non è per tutti.

La new entry della sciatteria romana sono i nastri attaccati ai pali e sugli alberi. Li trovi ovunque, sono i nastri che mettono le ditte quando fanno i lavori e la polizia quando chiude alle macchine certe zone. Mettono i nastri di delimitazione per non far passare la gente o le macchine e poi una volta conclusi i lavori o terminato il divieto, i nastri li tolgono male, lasciano sempre un pezzo annodato ai pali della luce o agli alberi. Ci chiediamo: è così difficile rimuovere completamente i nastri? Va bene la sbadataggine e la casualità, ma non è possibile che tutta, ma proprio tutta la città sia disseminata di nastri abbandonati e svolazzanti! L'idea che si trasmette è che si possano attaccare i volantini ai pali e infatti Roma è invasa di manifesti sui lampioni, i semafori e i segnali stradali. Levare quei nastri può dare il buon esempio e far capire che pali ed alberi non s'imbrattano. (Les)

Affissioni abusive a Roma Tre

lunedì 29 novembre 2010

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Questo post non vuole entrare nel merito della protesta studentesca per la riforma Gelmini. Le posizioni dei vari membri del blog sono diverse, spesso non nette e sfumate. In generale, sotto alcuni (pochi o molti) aspetti della riforma, le critiche sono abbastanza condivise. C'è chi ne apprezza alcuni aspetti, chi solo alcuni interventi marginali. In generale, comunque, non ci interessa trattare l'argomento in questa sede. Qui ci occupiamo solo ed esclusivamente di degrado.

In un'ideale classifica degli imbrattatori, i graffitari sono al primo posto. Al secondo i cartellonari. Al terzo? Politici e studenti, a pari merito. Ebbene sì, gli studenti si lamentano dei politici ma si comportano come loro. I politici ricoprono i muri di manifesti abusivi e gli studenti universitari fanno altrettanto. In più, gli universitari incartano i pali e gli alberi di annunci e volantini che alla prima pioggia diventano una poltiglia di carta e scotch. Un degrado pazzesco creato dagli studenti in ogni quartiere universitario, da San Lorenzo all’Ostiense non c'è un palo senza gli "affitto camere" o "vendo libri". Di mettere gli annunci su apposite bacheche all’interno delle facoltà, non se ne parla nemmeno. E quando ci sono le manifestazioni, gli universitari a Roma spendono centinaia di euro per stampare inutili manifesti che incollano abusivamente sui muri dei palazzi circostanti. Qui le elezioni per il Consiglio Nazionale Studenti a Roma Tre e qui alla Sapienza. Pochi giorni fa c'era un'assemblea a Roma Tre, gli studenti non hanno trovato di meglio che attaccare un manifesto sotto il ponte della metropolitana. (Les)

Tridente SI e NO

venerdì 26 novembre 2010


Da Repubblica.it: Parte l'operazione pedonalizzazione del Tridente. Che sarà soft e progressiva. Tra le misure più clamorose: lo stop alle auto blu di ministri e sottosegretari lungo via del Corso grazie all'individuazione di un percorso dedicato alle spalle del Parlamento, con Senato e Camera collegati attraverso via dei Prefetti, a cui verrà mutato senso di marcia. Obbiettivo del progetto che il sindaco Alemanno presenterà domani all'Ara Pacis: completare la chiusura del Tridente entro il 2013. Un disegno ambizioso in due tappe. La prima, da avviare già a gennaio, prevede la riqualificazione e l'installazione a lotti di dissuasori e arredi urbani su tutte le strade interne al Tridente: alcune diventeranno totalmente pedonali (a partire da Piazza San Silvestro) mentre altre resteranno percorribili ma solo a velocità basse, e dalle sole auto dei residenti o veicoli autorizzati (come i fornitori dei negozianti, che però subiranno una stretta sugli orari di carico e scarico merci). Contestualmente, per scongiurare la rivolta degli abitanti, si interverrà sulla regolamentazione della sosta: perciò saranno ricavati una serie di parcheggi a loro riservati su alcuni assi viari tra cui Via dei Due Macelli, Trinità dei Monti, Via Gregoriana, Passeggiata di Ripetta. E la stessa cosa avverrà per i motorini. La seconda tappa dovrebbe essere completata nel 2013, quando saranno realizzati i parcheggi di scambio lungo il sottovia dell'Ara Pacis e quelli ottenuti dall'ampliamento del Parking al Galoppatoio di Villa Borghese (che però è in forte ritardo): allora anche i lati e l'asse centrale del triangolo mediceo dovrebbero essere completamente interdetti al traffico privato e tutta l'area diventare pedonale. Chi ha acquistato il permesso per la Ztl non potrà più attraversare il Tridente. In compenso, in via del Tritone, a Villa Borghese e all'Ara Pacis saranno aperte tre nuove stazioni di ricarica elettrica per il servizio di car sharing "verde", a attivato il servizio di raccolta pneumatica dei rifiuti. (Leggi l'articolo)

Incredibile al Municipio III!

giovedì 25 novembre 2010


Riceviamo e pubblichiamo anche qui un articolo tratto dal blog del Comitato Promotore della Delibera di Iniziativa Popolare contro i cartelloni abusivi. Dopo una serie di trionfali passaggi nei vari Municipi, con approvazioni quasi sempre all'unanimità (vedi II, XI, XV, XX Municipio) la Delibera incontra il suo primo stop nel Municipio III. Qui trovate i nomi dei consiglieri astenuti.

Siamo stati informati che il Consiglio del Municipio III nella seduta del 22 novembre si è astenuto all'unanimità riguardo il parere sulla proposta di delibera di iniziativa popolare. I consiglieri tutti non hanno espresso alcun parere, né favorevole né contrario e ciò risulterà agli atti. Il Comitato Promotore non pretende che la sua proposta di delibera, seppur appoggiata dalle circa 10.000 firme dei cittadini, venga sempre e comunque appoggiata, laddove raccomandazioni, suggerimenti e financo critiche risultano invece sempre molto preziosi. Quello che però davvero non si capisce è come un'assemlea di eletti possa non dichiararsi su un tema così sentito e grave. Sembrerebbe l'ennesimo esempio di distanza siderale tra le necessità e richieste dei cittadini e l'ovattato mondo della politica, tanto meno comprensibile in quanto trattasi del livello politico più vicino ai cittadini. Contiamo che i rappresentanti del Municipio III, in particolare quelli della maggioranza che hanno in questo caso una responsabilità in più, vogliano far udire la propria voce tramite i commenti a questo post fornendo una chiave di lettura di questa altrimenti oscura vicenda. Se preferiscono gli mettiamo a disposizione un post apposito per chiarire a tutti l'accaduto. Per la cronaca: la maggioranza in Municipio III è di centrosinistra.

Emergenza graffiti a Montagnola

mercoledì 24 novembre 2010

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Ancora una carrellata di orrori metropolitani. Graffiti, graffiti, sempre e solo graffiti. A Roma ormai non c'è emergenza più grande di questa. Ogni superficie scrivibile è stata devastata da queste scimmie disadattate. Muri, saracinesche, portoni, serrande, pensiline. E adesso anche le strade, i marciapiedi, i cortili. Scritte politiche, tags, murales e dediche d'amore. Ce n'è per tutti i gusti. Di questa vera e propria emergenza sui media non si parla mai. Mai un servizio sul telegiornale, mai un servizio in nessun programma. Ne parlano solo, a volte, Le Iene e Striscia la Notizia. In tono leggero e ironico, come fosse un problema da niente. I graffiti vandalici sono la prima causa di degrado visivo della città di Roma. E se il fenomeno deriva da una mancata educazione da parte delle famiglie, gli effetti di simili catastrofi rischiamo di portarceli dietro per generazioni e generazioni. Prendiamone atto e facciamo partire un programma serio di rimozioni. Non un servizio di volontariato (che ci sta anche bene, ma non può essere l'unica arma). Qui serve un vero e proprio Piano Marshall. Servono montagne di soldi, investimenti sul futuro, una programmazione degli interventi. Serve un obbiettivo da rispettare. Servono leggi severe e guai a chi sgarra. Serve introdurre l'obbligo per commercianti e residenti di ripulire i palazzi danneggiati! Così poi, quando il pischelletto coglione verrà beccato con la bomboletta in mano dal genitore incapace o dal vicino, riceverà la suddetta bomboletta dritta nel culo. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: siamo gli ultimi della classe. Non esiste altra città al mondo messa male come Roma. Nelle città del mondo civile le superfici imbrattate saranno al massimo il 10-15% del totale. Da noi a Roma abbiamo il 90% di ogni superficie vandalizzata. E non parliamo solo di muri. E' un'emergenza vera e propria che coinvolge tutto. Intanto beccatevi queste foto scattate da Les.

Nuova bonifica a Via Baldo degli Ubaldi

martedì 23 novembre 2010

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Vi ricordate? Meno di un mese fa avevamo ripulito l'ascensore della metro a Via Baldo degli Ubaldi, cancellando i graffiti e staccando i manifesti abusivi appiccicati al vetro. Ebbene, tempo poche settimane e i taggers sono tornati a colpire, esattamente come ci aspettavamo. Bisogna capirli, questi esseri disadattati. Per loro qualsiasi elemento di arredo urbano che sia integro rappresenta un vero e proprio affronto, devono per forza scriverci sopra. Idem per i muri, i segnali stradali, ora persino le vetrine dei negozi. Il graffitismo vandalico ha raggiunto livelli imbarazzanti. Ormai qualsiasi cosa venga ripulita dura al massimo qualche giorno, e subito compaiono sopra decine di tags e imbarazzanti "throw-ups" tondeggianti, che di artistico non hanno proprio niente. Così è successo a Via Baldo degli Ubaldi. Andiamo lì, cancelliamo le scritte e che succede? Dopo pochi giorni arieccoti le tags nuove di zecca. Ma noi non vogliamo dar soddisfazione a queste scimmie, e così siamo andati lì a cancellarle di nuovo. Il risultato potete vederlo nelle foto prima/dopo. Ma non è finita qui. Avevamo giusto finito il lavoro, quando due attacchini scendono dall'auto con l'intenzione di incartare i vetri appena bonificati e ripuliti con decine di manifesti del PDL. Gli diciamo che non è il caso e li invitiamo gentilmente ad andarsene. E stavolta, per fortuna, non fanno storie. A questo punto, ripulito l'ascensore della metro e sventato il blitz attacchinaro, non restava che bonificare completamente la zona dalle affissioni abusive attaccate ai pali e agli alberi. Affittasi, vendesi, adesivi dei traslocatori e un mucchio di locandine del concerto di capodanno con Barbarossa e Marcorè. Una bonifica integrale di tutta la strada. Di volantini e cartaccia varia non rimane più traccia. Ma quanto durerà? Dipende da noi, da tutti noi. In questa lotta contro il degrado serve l'aiuto di tutti. Da soli, purtroppo, si fa ben poco.

Una città abbandonata a se stessa

lunedì 22 novembre 2010


Che Roma fosse una città sporca, degradata, invivibile, non lo scopriamo certo oggi. Ormai siamo (tra virgolette) "abituati" a sorbirci ogni giorno la nostra razione di orrori metropolitani. Eppure a volte capita quella giornata in cui magari ti va tutto storto, in cui magari ti rode già di tuo, e in cui il degrado e l'invivibilità di questa città ti si manifesta in tutta la sua violenza e senza mezze misure. La sensazione è che Roma non sia mai stata così degradata come lo è oggi. Si, è vero, vent'anni fa c'erano i monumenti e i palazzi anneriti, le piazze trasformate in parcheggi, ma la città aveva una sua "piacevole piattezza" quasi romantica, con quella sua immagine di città in cui il tempo si è fermato. Oggi la patina di smog e del tempo che corrodeva i palazzi è stata sostituita da una selva infinita di tag, murales e scritte sui muri. Non ci sono più le piazze parcheggio, ma il numero di auto è aumentato a livelli esponenziali. Ma, soprattutto, in questa città il tempo non sembra passare mai. Abbiamo ancora strutture e servizi degni degli anni '60, corrosi dall'incuria, dal menefreghismo e dal tempo. Una città strutturalmente arretrata, a livelli da quarto mondo, che si regge sul filo sottile del "Dio ce la mandi buona". Negli anni non si è messo mano a nessun progetto sistemico su larga scala per riammodernare Roma. I lavori pubblici sono sempre più di infima qualità, evidentemente è il prezzo da pagare per chi deve accontentare le aziende amiche. Così capita che 10 minuti di diluvio facciano allagare strade, creino ingorghi disumani, aggravati dalla romanissima pratica della doppia fila. Uscendo a cena un parcheggiatore a San Lorenzo a cui non vuoi pagare il "pizzo" ti si presenta con un coltello in mano, proprio davanti alla Caserma dei Carabinieri. Aiutato magari dal buio dei lampioni fulminati. Capita pure che una strada chiusa a Testaccio sia segnalata da un cartello buio, storto e completamente ricoperto dalle tag. E che nessuno lo noti, e che si crei un ingorgo mostruoso anche lì, con le auto incastrate in retromarcia. Capita eccome. Benvenuti a Roma.

Il degrado "invasato"

giovedì 18 novembre 2010

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Due segnalazioni, di Les e Marco, sul degrado delle fioriere che "abbelliscono" (o meglio, dovrebbero abbellire) le strade della nostra città.

I romani non sanno o non hanno ancora capito che i vasi ornamentali servono per abbellire le strade. E ci buttano la monnezza dentro, come se fosse un cestino. Avete mai fatto caso alle fioriere che ornano le vie dello shopping? Sono piene di cartacce, bottiglie, sigarette, persino giornali accartocciati, buttati lì accanto ai fiori. Fiori che, per la maggior parte, sono secchi. I negozianti, che dalle fioriere avrebbero tutto da guadagnare in termini di bellezza della strada, non fanno nemmeno lo sforzo di annaffiarli. D'altronde pure loro sono romani, e sappiamo benissimo come la pensano i nostri concittadini: "le strade nun so' mie". E se non si stupiscono delle scritte sui muri e sulle serrande, figuratevi se protestano per la monnezza nei vasi. Solo per dovere di cronaca, qui siamo a Viale Marconi, ma potremmo essere dovunque. Roma è tutta così. (Les)

Carissimi Signori, vorrei segnalare alla Vostra attenzione lo stato di degrado in cui versano i vasi all'entrata del Vostro Teatro Salone Margherita. Sono anni che sono rotti senza piante e pieni di rifiuti che gettano i turisti tutti i giorni. Il degrado della nostra città ha raggiunto livelli assurdi ed è giusto rispettare luoghi e strade così frequentate da turisti di tutto il mondo. Vi prego di rimuoverli o di sostituirli al più presto. Vi ricordo inoltre che questa segnalazione sarà inoltrata al presidente del primo municipio, a vari blog sul degrado di Roma e alla polizia municipale. Grazie. (Marco)

Scenari da terzo mondo

mercoledì 17 novembre 2010


Mentre in Germania ci si pone l'obbiettivo di arrivare a "rifiuti zero" entro il 2020, ricavando energia e denaro dagli scarti, qui a Roma continuiamo ad annegare nella monnezza. Con la discarica più grande d'Europa ormai satura che continua ad essere utilizzata (e ad avvelenare la gente) e la recente "invasione" di topi (notizia dell'estate scorsa) che escono dalle fogne attirati dalla sporcizia delle nostre strade, perennemente invase dai rifiuti. Ci manca solo una epidemia di colera a sancire la definitiva annessione della nostra città incivile al terzo mondo. Una città che affoga nell'immondizia, con i topi che scorrazzano indisturbati per le strade, l'immagine più eloquente dello schifo che siamo. Così, parlando della Capitale di un paese europeo, fa un certo effetto discutere di inquinamento delle falde acquifere, di avvelenamento da metalli pesanti e di invasione di topi. Eppure lo stato delle cose è questo ed è bene prenderne atto. Gli antichi romani costruivano acquedotti, noi li avveleniamo con la monnezza. Una regressione allo stato barbaro inarrestabile. Niente di nuovo sotto il sole, direte voi. Ma quel che stupisce è la totale noncuranza e menefreghismo del romano medio di fronte a un simile raccapriccio. Con la gente che, di fronte a cumuli di monnezza sparpagliata a terra fa finta di niente, li scavalca con un passo e prosegue dritto, senza indignarsi minimamente. E intanto ai piani alti si continua a girare attorno al problema appositamente per non risolverlo. Privatizzazione dell'AMA, raccolta porta a porta in ogni quartiere, chiusura della discarica di Malagrotta e provvedimenti da EMERGENZA sui rifiuti da adottare subito. Perché, anche se non lo sappiamo e nessuno ce lo dice chiaro e tondo, è bene aprire gli occhi e prenderne atto: siamo in piena emergenza!

Manifesti abusivi: una piaga senza fine

martedì 16 novembre 2010


In tempi di crisi e incertezza politica, si avvicina lo spettro delle elezioni e con esso la prospettiva di una nuova, devastante, campagna di incartamento globale della città. Non che oggi il quadro sia migliore, e visto lo stato in cui versa Roma, aggiungere altro degrado a questo scenario raccapricciante è da folli. Intanto il Messaggero pubblica una lettera del nostro Stefano.

Roma invasa dai manifesti abusivi. Continua l'assalto senza regole e senza pudore all'Aurelio. Forze politiche che ci amministrano o che si propongono a farlo si sfidano a suon di affissioni illegali in una guerra tra sudici in cui vince chi riesce ad imbrattare e sporcare di più.

A farne le spese qualsiasi superficie piana utilizzabile ma le vittime preferite continuano ad essere i casottini degli ascensori metro ed i cassonetti gialli della differenziata. Così, se da un lato di Baldo degli Ubaldi ci informano che "la Polverini ce l'ha fatta ed ha salvato la sanità" dall'altro lato strada, in perfetta par condicio, l'opposizione ci dice che non è così. Gli spazi residui sono naturalmente occupati da "abbruciatori di prezzi", imbianchini onesti, aperitivi al centro sociale, scritte sui muri e amenità varie.

Signori politici date l'esempio, cominciate voi a fare qualcosa di buono per i cittadini: questa roba attaccatevela nella cameretta vostra, cosi potete cantarvela e suonarvela da soli in tutta tranquillità. (Stefano)

Il Palazzo delle Poste a San Paolo

lunedì 15 novembre 2010

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Ancora nuove immagini degli orrori romani. Qui siamo al Palazzo delle Poste di San Paolo, un edificio ripulito di recente e nuovamente vandalizzato dai moderni barbari con la bomboletta. A vedere queste immagini ci cascano le braccia. Se queste sono le armi con cui intendiamo combattere questa battaglia, allora siamo destinati a perderla. A cosa servono questi interventi di ripulitura se non a prendere soldi alla gente e a buttarli direttamente nel cesso. Che senso ha pulire senza trattare le superfici? Lo chiediamo a chi si è fatto carico dei lavori, ma anche alle ditte stesse. Com'è possibile che la stragrande maggioranza degli edifici non sia trattato con appositi protettivi? Non ci vuole un genio per capire che sia così, dato che sui muri trattati basta un acquazzone per far scivolare via la vernice. Eppure i muri di Roma sono tutti devastati, sia quando fa bello sia quando diluvia. Non ce n'è uno che si salva. Il trattamento protettivo deve entrare nei pacchetti delle aziende che offrono i servizi di ripulitura. Gli sgravi promessi dal Comune devono essere vincolati all'utilizzo dei prodotti protettivi. Solo così si può sperare di cambiare veramente le cose, di veder decrescere esponenzialmente, nel giro di pochi anni, il numero degli edifici vandalizzati. Solo così si potrà cominciare a multare, come è giusto che sia e come già oggi prevede la legge, chi non ripulisce i muri del proprio palazzo entro 48 ore. Le ditte di rimozione dei graffiti devono tornare a gestire l'ordinaria amministrazione. Queste pezze provvisorie sono solo un inutile spreco di soldi. Davvero, ve lo diciamo senza alcun intento polemico: smettete di buttare i soldi. Meglio aspettare qualche mese di più, ma investire in un trattamento protettivo. Che poi i prezzi sono francamente ridicoli.

Prendere esempio da questi!

venerdì 12 novembre 2010


Ieri vi abbiamo mostrato in quali oscene condizioni è il piazzale antistante il Ministero della Pubblica Istruzione. Con tutti i costi della politica, con i soldi che spendiamo noi per mantenere questa gente, nemmeno un centesimo viene speso per rifare i marciapiedi e sistemare il praticello intorno. Il segno evidente che per i nostri politici l'argomento degrado non esiste. Oggi vogliamo mostrarvi un esempio virtuoso che viene dalle scuole. Nei giorni scorsi i ragazzi del Liceo Tacito hanno organizzato una serie di interventi di pulizia delle proprie aule. Due giorni in tutto, per riportare vivibilità e decoro nel loro ambiente. Due giorni certamente ben spesi, rubati a qualche pallosissima e inutile lezione di educazione civica. Spiega Jacopo: "Abbiamo scrostato il vecchio intonaco, rovinato per le infiltrazioni di umidità, passato la carta vetrata e steso la nuova vernice. Il tutto in sole due mattinate. Ci siamo divisi i compiti e, insieme, abbiamo lavorato benissimo". Di contro, Valentina ci spiega le ragioni di questa loro iniziativa: "Alle scuole pubbliche arrivano sempre meno fondi, che non bastano a coprire le spese necessarie. Con questo gesto abbiamo deciso di lanciare un messaggio, non polemico ma costruttivo, alle istituzioni: noi teniamo alla nostra scuola e vorremmo che anche loro se ne prendessero più cura". Niente di nuovo sotto il sole, purtroppo. Continuate a tagliare sulla scuola anziché togliere l'auto blu ai vostri portaborse e a far pagare le tasse ai vostri elettori-evasori. Poi mandiamo i ragazzi a passare 5-6 ore al giorno in una topaia infernale, devastata da incuria e degrado. E vediamo cosa ne esce fuori. E non saranno i vostri interventini spot con telecamere al seguito a convincerci della vostra buona fede. Il malgoverno di questo paese e di questa città è da sempre sotto gli occhi di tutti. I complimenti li facciamo a questi ragazzi, loro si che se li meritano.

Ministero della Pubblica Distruzione

giovedì 11 novembre 2010


A prima vista sembra uno scenario post-bellico. Un pezzo di città triturato da una granata e abbandonato a se stesso. Invece è un pezzo del giardino e del marciapiede esterno del Palazzo del Ministero della Pubblica Istruzione. Guardate in quali condizioni abominevoli si trova. C'è di tutto. Un marciapiede bucherellato e moribondo, impietosamente coperto da un tappeto di foglie impastrocchiato dall'acqua. Un giardinetto spelacchiato ricoperto da buste di plastica e cartacce varie. Il lastrone di marmo che delimita il giardino dal marciapiede, spaccato in un punto e abbandonato lì da chissà quanto. Il giardinetto umiliato, stuprato, barbarizzato da un cartellonaccio storto e rachitico che nemmeno si regge in piedi. Due cabine (una sembra un pisciatoio) devastate da affissioni e tag. Un segnale stradale storto, quasi cadente. Un palo della luce con un bel VENDESI abusivo attaccato sopra e residui di carta, colla e altre schifezze varie risalenti ad ere geologiche fa, appiccicati sopra. E non è tutto. Vedeste in quali condizioni di degrado versa la zona tutta intorno all'edificio. Tra le auto in sosta vietata, una selva di cartelloni abusivi e un mini-parchetto frequentato da tossici e barboni. Qualche settimana fa Les ci aveva mostrato le tag sul palazzo. Insomma cos'altro vi serve per montare un caso mediatico? Tutto questo mescolato insieme ci dà un quadretto raccapricciante degli orrori romani e della nostra inciviltà. A partire da tutti, dal primo all'ultimo dei cittadini. Perché nessuno ne parla? Ma fatelo un bel servizio su questo! Andate a fare un confronto con un qualsiasi altro paese del mondo. Non dico New York, Parigi o Londra, ma andate a vedere a Bucarest, a Tirana, a Medellin, a Mumbai. Andate a raccontarlo a un cittadino del mondo civile che questa è la sede di un Ministero. Vi riderà dietro per giorni. Incivili e barbari, coloro che tollerano tutto questo.

L'assalto dei barbari, il silenzio dei media

mercoledì 10 novembre 2010


Scritte sui muri, locandine, manifesti e fogliacci vari affissi con la colla sulle finestre. Uno scenario orrendo cui Roma ormai si sta lentamente abituando. E' la calata dei barbari che si stanno mangiando e corrodendo ogni angolo della città. Qui siamo in Viale Trastevere, e questa è la fine che fa un esercizio commerciale quando chiude i battenti. Nulla sfugge alla furia vandalizzatrice di questo esercito di scimmie. E quando questi vengono risparmiati (nei rarissimi casi in cui questo avviene) ci pensano i nostri politici, che pagano appositamente gli attacchini per deturparlo. E così muri e finestre finiscono incartati per la gioia del popolo votante, che evidentemente prova un godimento speciale nel vedere i faccioni dei candidati replicati in serie. Oppure, semplicemente, sono stati abituati così e i media, le scuole, le famiglie non fanno nulla per aprire loro gli occhi. Il degrado ormai è parte di noi. Di questo devastante fenomeno sociale abbiamo ormai tutti i caratteri distintivi. Il nostro blog serve proprio a questo, ad aprire gli occhi alla gente sul problema numero 1 di questa città che sta andando letteralmente a pezzi. Degrado, inciviltà, malcostume, abusivismo, arredo urbano fatiscente o inesistente, monumenti che cadono a pezzi. Non ci facciamo mancare niente. Questa foto è l'esempio lampante di cosa accade quando si lascia una città intera in balia della gente. Tutto tende spontaneamente al degrado, l'inerzia è questa ma nessuno ne ha ancora preso atto. Come una carcassa di animale lasciata in balia di vermi e avvoltoi. E allora ci piacerebbe vedere un programma apposito sulle reti Rai che parli di degrado, trattando l'argomento come fenomeno sociale. Non solo scampoli di Report, Iene e Striscia la Notizia. Ci piacerebbe che le scuole organizzassero manifestazioni contro il degrado delle loro classi. E voi insegnanti, che ruolo avete in tutto questo?

Strappare, strappare, strappare!

martedì 9 novembre 2010


Le affissioni abusive sono illegali e vanno strappate senza pietà. Spesse volte ci viene detto da più parti che la nostra azione è un inutile spreco di tempo e di energie, che è tutto inutile, che è come cercare di svuotare il mare con un secchiello, o peggio ancora con un cucchiaino. Io dico che, se non cominciamo mai, non saremo mai tanti abbastanza per sconfiggere i malcostumi di questa città. Certo, dovrebbe essere qualcun altro a farlo al posto nostro, qualcuno che è pagato per farlo. Noi non abbiamo nemmeno le autorizzazioni per poterlo fare, non sulla carta. Anche se nessuno ci denuncerebbe mai per aver estirpato un'affissione abusiva, perché sarebbe come ammettere pubblicamente il suo abuso. Non dimentichiamoci che c'è un ordinanza contro le affissioni abusive. In questi giorni si fa un gran parlare di volontariato civico, di proposte in questo senso, come i "volontari AMA". Le stesse iniziative promosse da ReTake Roma e dagli ambasciatori americani, per i quali il Sindaco in persona ha espresso parole di elogio. E' il segno che dobbiamo rimboccarci le maniche tutti quanti, che i mezzi per poter migliorare i pessimi servizi che abbiamo e per ripulire questa fogna di città non ci sono. Che il degrado corre veloce e si mangia continuamente pezzi di città e non riusciamo a star dietro a questa barbara furia vandalizzatrice. E allora io credo che nessuno in nessuna sede si sognerebbe mai di disincentivare l'opera di volontari che combattono il degrado. Per questo vi invito a combattere il degrado senza paura. Strappiamo tutte le affissioni abusive. Non lasciamole al palo. Togliamo gli stickers adesivi dei traslocatori, e quando saremo in tanti gli stessi traslocatori scopriranno che non sarà più conveniente. Mai più tolleranza per chi devasta Roma. Creiamo un'associazione di cittadini virtuosi. STRAPPARE, STRAPPARE, STRAPPARE TUTTO! SENZA PIETA'!

La fine che fanno i volantini

lunedì 8 novembre 2010

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Lo scorso giovedi sera, passando per viale Trastevere, tra il degrado folle che ormai avvolge il quartiere, mi sono soffermato nel solito spettacolino indecente di degrado che il fenomeno della pubblicità abusiva si porta appresso. Decine e decine di volantini pubblicitari abbandonati sulle fessure della pubblicità esterne ai portoni, molti abbandonati addirittura in terra, chissà forse pensando che qualcuno li avrebbe presi da lì... finiti sparsi ovunque, come era logico attendersi. Nella prima foto potete vedere uno di questi portoni invaso da cartaccia, ma vi assicuro che erano ben più di uno in quelle condizioni. Certo, niente in confronto alle scritte sui muri, all'invasione di cartelloni e bancarellari, alle affissioni abusive, alla sosta selvaggia, ai cumuli di monnezza che ancore infestano i vicoli del quartiere (ebbene si!), nonostante il dilettantesco e fallimentare piano dell'AMA di raccolta porta a porta. Ma i volantini pubblicitari caduti in terra rappresentano di gran lunga la prima causa di sporcizia delle strade e di questo bisogna tener conto quando si fanno certi ragionamenti sul perché delle strade sporche. Senza volantini non ci sarebbe quasi più bisogno di spazzare le strade, o lo si farebbe nella metà del tempo. I marciapiedi non sarebbero invasi da cartaccia nell'attesa (spesso vana) che qualche operatore ecologico passi di lì. Esiste un'ordinanza che lo vieta, ma come potete ben vedere, nessuno la fa rispettare. Ed è logico che sia così, perché il pugno di ferro su questo porta via voti e consensi. A noi, invece, non ci vota nessuno, ed è per questo che una quarantina di questi volantini abbandonati in terra, li abbiamo raccolti e cestinati. E adesso veniteci a dire che non siamo autorizzati a farlo. Detto tra noi, chissenefrega.

Bye bye Dolce Vita

venerdì 5 novembre 2010

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Proprio oggi chiude i battenti il Festival del Cinema di Roma. Qualche spunto di riflessione in questo articolo firmato da Les.

Un'anno fa Riprendiamoci Roma denunciò lo stato di degrado assurdo della nostra città, ben visibile nei film italiani e stranieri. Ci scrivemmo anche un post circa un anno fa e poi spedimmo una lettera al direttore del Festival, a tutto il suo staff e persino al presidente della Roma Film Commission che poi è l'ente che si occupa di "vendere le location" ai produttori cinematografici e televisivi. Ottobre 2009-Novembre 2010, è passato più di un anno. La situazione non è cambiata, anzi è peggiorata. Roma è una città inguardabile e la situazione peggiora giorno di più. Non c'è un luogo che si salva, dal centro alla periferia, solo graffiti, sporcizia, cartelloni abusivi, giardini secchi e pieni di monnezza. Un'immagine da Terzo Mondo, non certo da città della Dolce Vita dei bei tempi che furono. Non fa eccezione l'entrata dei Cinecittà Studios, tripudio di squallore indecente per uno dei luoghi simbolo della nostra cultura. Guardate com'è ridotto: le scritte su ogni centimetro di muro, come se fosse un magazzino abbandonato. A pochi metri dall'entrata degli studios, una fermata dei pullman a pezzi con i manifesti abusivi attaccati sopra. E questa sarebbe la fabbrica dei sogni? Facciamo un confronto. Ecco gli studios americani: Universal, Sony Pictures, Warner Bros, Paramount, DreamWorks. Un altro pianeta rispetto a noi. Ma i produttori italiani se ne fregano,si cullano nella loro sciatteria da perfetti italiani quali sono. Così gli attori e i registi romani, che non hanno detto mai una parola contro il degrado, vivono in quartieri imbrattati dal primo all'ultimo muro. Ma a loro va bene così. Eh sì cari amici, abbiamo gli unici artisti al mondo a cui non piace la bellezza, ma la monnezza. E ormai non c'è più un luogo a Roma dove poter girare un film.

Il macchiaiolo

giovedì 4 novembre 2010

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Ciao Luca, ciao Les. Vorrei segnalarvi una nuova forma di graffito che è comparsa in centro città. Si tratta di macchie di spray nero sui muri e sulle cornici in travertino di tutta la zona attorno alla Fontana di Trevi e Galleria Alberto Sordi. Le foto si riferiscono a Via di S. Maria in Via, ma le vie laterali ne sono piene. Al peggio non c'è mai fine. Oggi ho chiamato l'ufficio del Decoro Urbano per chiedergli di cancellare le tags sulle traverse di Via del Babuino, Via Condotti, Via Frattina e via del Corso, ma mi hanno detto che loro intervengono solo per rimuovere scritte ingiuriose e politiche. Se l'amministratore del palazzo non interviene, nessuno mai le rimuoverà. Ma vi rendete conto? Inoltre mi diceva che la situazione è nettamente migliorata con la giunta Alemanno perchè gli interventi sono più numerosi. Non ho parole... non ho davvero parole! Dobbiamo fare qualcosa!


Eh già, Marco, neanche noi abbiamo parole. Intanto abbiamo la conferma (semmai ce ne fosse stata bisogno) che l'AMA non interviene per ripulire i graffiti. La percentuale delle scritte ingiuriose e politiche sarà l'1 per mille del totale. Praticamente l'AMA rimuove i graffiti una volta ogni morte di Papa. E Mister "faccia come il culo" ha anche il coraggio di dire che con Alemanno la situazione è migliorata. Un disastro era e un disastro è rimasta. Insegnategli almeno a fare 2+2 a questi. Per quanto riguarda il da farsi, Marco, come tu ben sai per ripulire un edificio occorre che sia d'accordo tutto il palazzo, occorre chiedere permessi, e si rischia pure di finire denunciati se a qualcuno non va bene il nostro lavoro. Ma non preoccuparti, in qualche modo faremo.

L'ennesimo sfregio

mercoledì 3 novembre 2010


Lo stavamo aspettando e puntualmente è arrivato. Il volgare sfregio della teppaglia con la bomboletta in mano, che ormai ha battezzato tutti i muri di Roma. Non se ne salva uno, e vi invito a farci caso quando mettete il naso fuori dalla porta. Guardatevi attorno e ditemi quanti palazzi sono puliti. In questo scenario di vera e propria emergenza, nessuno si sogna di dotare gli edifici con superfici in marmo di una adeguata protezione contro gli atti vandalici di queste scimmie. Nemmeno negli edifici di nuova concezione. Come questo, costruito in tempi recenti lungo Viale Marconi nell'ambito di un interessante (ma dagli esiti incerti) progetto di riqualificazione urbana. Men che meno i condomini si sognano di ripulire il palazzo, dato che sanno benissimo che tempo due giorni e le scimmie incivili torneranno a scriverci sopra. E allora perché dover sborsare 200 euro a metroquadro per una sabbiatura, quando con 2 euro il primo stronzo può devastarti tutto di nuovo? I prezzi che le aziende praticano sono ovviamente fuori mercato. Certo, c'è da dire che una sabbiatura ha i suoi costi per un milione di possibili motivi, tutti condivisibili e giustificabili. E allora forse vuol dire che è sbagliato il rimedio, alla radice. Se una cosa è troppo costosa, è destinata a fallire. E allora rivolgiamo la nostra attenzione altrove. Ai prodotti protettivi, ad esempio, che garantiscono una protezione duratura nel tempo. Ma dove sono le aziende che offrono questi servizi? Perché non girano in lungo e in largo i quartieri di Roma, coinvolgendo i cittadini in operazioni di ripulitura di intere strade, a costi ridotti? Ce lo chiediamo ogni volta, e l'unica risposta che ci viene in mente è che evidentemente a loro va bene così. Che nessuno fa questo per passione o vocazione, è semplicemente un lavoro come un altro, e se rende comunque e senza fatica non c'è motivo alcuno di aumentare il carico di lavoro e imbarcarsi in avventure impossibili. E pensare che noi saremmo anche disposti a farvi pubblicità gratis. Fateci sapere, se siete interessati.

Una volgare speculazione

martedì 2 novembre 2010


Chi segue questo blog sa quanto noi siamo sempre stati favorevoli al Gran Premio di Roma. In prospettiva, più che il ritorno economico, ci piaceva l'idea che il rione ne uscisse fuori riqualificato con interventi sull'arredo urbano, nuovi marciapiedi e l'ipotesi suggestiva dell'interramento della Cristoforo Colombo, con conseguente pedonalizzazione dell'asse monumentale che va dalle Tre Fontane al Palalottomatica. Cosa positiva sarebbe stata il ritorno d'immagine per un quartiere unico nel suo genere in Europa, che avrebbe tutte le carte in regola per costituire, da solo, un polo di attrazione turistica, molto più di quanto non lo sia ora. Le architetture del ventennio, ma anche la nuova Nuvola e gli edifici residenziali di Renzo Piano, nonché l'Acquario virtuale e l'apertura al pubblico del Palazzo della Civiltà e del Lavoro, alias Colosseo Quadrato, trasformato in museo della moda e del design con annesso ristorante panoramico. Un intervento all'arredo urbano sarebbe assolutamente necessario per rilanciare il quartiere. Ma alla vista del progetto abbiamo letteralmente strabuzzato gli occhi. Nessuna traccia degli interventi sull'arredo urbano, né dell'interramento della Colombo. Il progetto prevede la costruzione dei due mostri osceni che vedete nel rendering qui sopra. Un abominio che ci lascia senza parole, uno stupro in piena regola, inaccettabile e irricevibile senza se e senza ma. L'architetto che ha partorito questa cacata mostruosa è, citando Repubblica, Carlo Maria Sadich, già autore del "Soratte Outlet". E così, in uno dei quartieri meglio disegnati d'Europa, esemplare manifesto dell'architettura del ventennio, consentiamo a un architetto di centri commerciali di piazzare una volgarissima "carie" informe. Senza un bando internazionale, senza una gara. Un modello di edilizia che in Europa è bandita da anni, e che a Roma trova terreno fertile a causa della cafonaggine di certi indidivui inopportunamente piazzati nei posti che contano. Altro che Gran Premio. Questa è una volgarissima e irricevibile speculazione edilizia.

Passeggiata a Piazza dei Cinquecento

lunedì 1 novembre 2010

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Mettetevi comodi ed osservate con i vostri occhi il più allucinante e grottesco viaggio negli orrori di Roma. Uno dei più raccapriccianti report che siano mai stati postati qui sul blog. Roma è una città totalmente abbandonata a se stessa. E basta guardare queste immagini per rendersene conto. Un'anarchia di degrado sconvolgente, che nemmeno nelle peggiori Capitali del terzo mondo hanno mai conosciuto. Non so quando il cittadino romano medio se ne renderà conto, ma ora come ora sembra completamente assuefatto da un degrado incredibile. In questa passeggiata antidegrado, organizzata in occasione della visita di Manuele di Degradodivarese, abbiamo fatto un vero e proprio tour degli orrori. Indicazioni stradali devastate e rese illeggibili dalle tag, cartelli turistici corrosi dalla colla delle affissioni abusive dei peracottari nostri concittadini. La Municipale, che oltre a tollerare doppie file a non finire continua a lasciare traccia della propria inciviltà, lasciando ai pali quegli osceni nastri gialli. Verrebbe voglia di prenderli uno ad uno per un orecchio e farglieli mangiare. Guardate la doppia fila davanti all'Hotel Exedra, unico 5 stelle al mondo contornato da un degrado simile. Guardate i colonnotti divelti e lasciati lì, buttati in mezzo alla strada, in attesa che il primo motorino ci passi sopra, e il conducente finisca sfracellato a terra. L'inefficienza del comune è catastrofica. Non son capaci nemmeno a raddrizzare un colonnotto divelto. Guardate le Terme di Diocleziano, racchiuse da decenni in una gabbia da pollaio. Guardate il segnale stradale divelto, buttato sull'erba morta, con alle spalle un raccapricciante tripudio di affissioni abusive pagate dai politici. Guardate la cassa di cornetti abbandonata proprio davanti al cartello turistico, come l'AMA prescrive. Tanto per ricordare ai turisti che razza di gente siamo. Per la cronaca, Les e Manuele hanno estirpato una cinquantina di affissioni, altrettanti stickers, e un paio di nastri gialli della Municipale.

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