Il blog Degrado Roma chiude i battenti e le Iene si uniscono a noi. Il movimento antidegrado si arricchisce dunque di nuovi "volontari" e acquista sempre più forza e consistenza. Non è un mistero che questo blog sia nato ispirandosi alla positiva esperienza di Degrado Roma. D'altra parte siamo stati noi stessi tra i fondatori (prima) e collaboratori (poi) di quel blog, curandone la grafica e l'impaginazione, scrivendo il decalogo e alcuni articoli. In un certo senso Riprendiamoci Roma è il diretto superamento di quell'esperienza. L'anello di congiunzione tra la web-denuncia e l'esperienza di volontari antidegrado. Dopo mesi di battaglie comuni abbiamo scelto di metterci in gioco, cercando di superare il muro che divide "parole" e "azioni". La semplice denuncia non ci bastava più. Volevamo qualcos'altro. Volevamo riprenderci la nostra città, strapparla al degrado, noi, in prima persona. Se non altro per dare l'esempio. In molti erano scettici sulla nostra sfida. Noi stessi nutrivamo forti dubbi sulla riuscita del progetto. Giravamo per le strade e quel che vedevamo era una città decadente, condannata a sprofondare nelle sabbie mobili di un degrado senza fine, il tutto nel menefreghismo più totale. Ci siamo detti: facciamo qualcosa e mostriamolo sul blog. Se riuscirà bene, altri ci seguiranno su questa via. E così è stato. Oggi finalmente possiamo dirlo: è nato un vero movimento antidegrado. Forte, determinato, organizzato e in continua espansione. Un movimento nato dal basso ma già oggi in grado di arrivare ai piani alti, e in futuro, chissà, anche in grado di condizionarne le decisioni. Un benvenuto alle Iene, quindi, e un augurio di buon lavoro comune. Ci siamo ritrovati sulla stessa via, ora camminiamo insieme verso un unico obbiettivo. Riprendiamoci la nostra città.
Le macerie elettorali
Ecco cosa resta dell'ultimo giorno di campagna elettorale. Quando la follia incartatrice raggiunge vette impensabili. Quando l'inciviltà politica si ostenta senza vergogna alcuna ad un popolo di zotici incivili incapaci di indignarsi di fronte a questo orrore. Montagne di carta aggrovigliate, vomitate sui marciapiedi, demenziali ammassi di poltiglia cartacea mista a colla ad ostruire completamente un marciapiede. Un secchio spaccato e buttato sul marciapiede, una colata di colla solidificata. Tutto intorno un fiume di macchine strombazzanti. L'indifferenza generale. Passavamo di lì quando abbiamo assistito in diretta all'ultimo agguato elettorale. Ci siamo accostati con la macchina intimando agli attacchini di raccogliere la merda caduta in terra. Questi si sono girati e ci hanno fissato con aria ebete. Solo allora abbiamo capito. Erano rumeni, senegalesi, peruviani. Non capivano una mazza di quello che stavamo dicendo. L'immigrato peruviano che attacca in nero i manifesti della Polverini. Una cosa che se vai a raccontarla in Europa prima si rotolano per terra dalle risate e poi ti prendono per pazzo. E invece è vero. Una scenetta talmente ridicola che sembra uscita da un film der Monnezza. Questi macellai della civiltà hanno rotto i coglioni. Ribelliamoci a questo schifo. A queste elezioni gli abbiamo servito l'antipasto, alle prossime, se solo si azzarderanno a devastare di nuovo la nostra città, riceveranno le altre 10 portate. E allora non useremo i guanti. Moltiplicheremo i nostri blitz, uno al giorno o anche di più, staccheremo tutti i manifesti, dal primo all'ultimo, faremo campagna pro-astensione, chiedendo ai passanti di non votare per chi devasta le nostre città. E saremo in tanti. E vinceremo la nostra battaglia.
I politici incartatori
Il post di oggi è in perfetta continuità con quello di ieri. Confrontate le foto. Le stesse pensiline vandalizzate dai writers sono state massacrate dai politici imbrattatori. In questo caso non si tratta di un candidato ma di un manifesto del PDL Roma (probabilmente commissionato da qualche politico trombato dal caos liste, vista l'entità dell'investimento) che se la prende con Marrazzo e con la Bonino (?) per il buco della sanità laziale. Buco che ha in realtà origini molto più lontane (vedi Badaloni) e che Storace, all'epoca in quota AN, ha contribuito e non poco ad allargare (Lady ASL e altre amenità). Marrazzo ha solo aggiunto la ciliegina sulla torta, contribuendo ad allargarlo ulteriormente. Insomma, decenni di malagestione, responsabilità equamente condivise, ma la faccia tosta a questi ignoti committenti evidentemente non manca. Così come non manca la voglia di farlo sapere. L'ignoto committente del PDL ha completamente tappezzato tutte le pensiline ATAC in zona Magliana-Marconi-Portuense. Almeno per quello che abbiamo potuto vedere, ma non è escluso che questi manifesti abbiano avuto una diffusione più capillare sull'intero territorio. Vi chiedo ora di fare un confronto. Tra la misera tag del pischello sulla foto che abbiamo postato ieri e i manifestoni dell'ignoto politico che ha completamente incartato decine di pensiline, ricoprendo integralmente le cartine delle linee bus di Roma. I politici imbrattano più dei writers. Dunque quale credibilità può avere questa gente nel proporre sanzioni anti-graffiti? E' questo il buon esempio che la classe politica romana dà ai suoi concittadini? Chi imbratta la città dovrebbe essere radiato dalle elezioni. Smerdano sulla città, rovinano un servizio pubblico e poi si permettono pure di andare a fare la morale agli altri. Dovrebbero vergognarsi.
Gli "artisti" imbrattatori
Queste pensiline hanno un paio d'anni di vita e sono già completamente devastate dai graffiti. Gli "artisti" (così come li definiscono certi media criminogeni) hanno imbrattato perfino la mappa dell'Atac rendendola illeggibile. E non è certo un caso isolato. Scarabocchiare mappe, cartelli turistici, segnali stradali, e ogni altra segnaletica di pubblica utilità sembra essere diventato lo sport preferito dei nostri "artisti". Tempo fa, durante una nostra passeggiata antidegrado, ripulimmo completamente da adesivi e graffiti la mappa di Roma che si trova sulla pensilina dell'Atac di Largo Argentina, davanti alla libreria Feltrinelli. Sempre su questo blog denunciammo questo fenomeno di malcostume mostrando una eloquente carrellata di foto di cartelli turistici concentrati nella zona di Campo de' Fiori, tutti imbrattati dagli stessi sedicenti artisti di cui sopra. Ora la fatidica domanda: si è mai visto un artista che imbratta la mappa di una città rendendola illeggibile? Si è mai visto un artista che imbratta un cartello turistico? Ovviamente no. Siamo l'unico paese al mondo dove questi grandissimi figli di puttana vengono pacificamente sdoganati in televisione. Da giornalisti che non hanno la più pallida idea di quale sia la portata sociale del fenomeno e l'entità del danno procurato da questi insulsi visigoti. E noi paghiamo il canone per assistere a questi demenziali servizi, finanche sui telegiornali. Ogni anno il comune spende 5 milioni di euro per mettere una pezza alle devastazioni di questa cricca di vandali. Eppure, girando per la città, non c'è muro che non sia scarabocchiato. Ce ne vorrebbero 10 volte di più per porre rimedio alle devastazioni di questi vandali. 100 miliardi del vecchio conio. Eccoli qui i vostri artisti.
Finalmente ci siamo
Finalmente ci siamo. La campagna elettorale è finita, da domani si vota e da dopodomani (si spera) calerà il sipario sull'invasione dei manifesti abusivi. E' dunque tempo di fare un bilancio. E lo facciamo cominciando a ringraziare tutti i blogger, i cittadini, i volontari, che hanno partecipato alle nostre azioni di stacchinaggio. Per la prima volta da che io mi ricordi è nato un movimento spontaneo di cittadini che si oppone con forza allo schifo dei manifesti abusivi. Non solo con azioni simboliche, ma con blitz ripetuti e continui di grande efficacia. Un fronte che è cresciuto sempre di più, che ha spopolato sul web, finendo perfino sui giornali e sulle TV. Ormai il dado è tratto, il futuro dei candidati zozzoni è segnato. Se non sarà domani, arriverà dopodomani, ma la loro fine è certa. Sappiate che i romani non faranno più sconti a nessuno. Dobbiamo aggiornare la lista dei candidati virtuosi. A Luisa Capelli, Marzia Marzoli e Luca Sappino si aggiungono altri tre nomi. I primi due, segnalati da Degrado Esquilino, sono Cristiana Alicata del PD e Paolo Piacentini dei Verdi, che hanno detto no a qualsiasi forma di manifesto elettorale (abusivo e non) e che si sono anche espressi contro l'invasione dei cartelloni selvaggi. Il terzo è Gilberto Casciani (Lista Polverini), attualmente consigliere comunale e presidente della lista civica Amore per Roma. Una lista alla quale ci siamo rivolti per avere un contatto con il Comune e che ci ha sempre ascoltato, fornendoci anche ottimi consigli sulla futura associazione che intendiamo formare. Vi chiediamo, infine, di aiutarci in un'ultima azione contro gli abusivi. Sul vostro facebook, inserite come status "Chi incarta Roma va scartato: non votare chi devasta la città con le affissioni abusive", o una frase simile, invitando i vostri amici a copiarla e a incollarla sul loro status.
Sushi selvaggio
Dobbiamo dirlo, la quantità di volantini sui tergicristalli delle auto sembrerebbe essere diminuita. Non sappiamo di quanto, la nostra è solo una vaga percezione. Sta di fatto che il volantinaggio selvaggio continua. La scorsa settimana vi abbiamo mostrato gli effetti collaterali di questa barbara (e illegale) forma di pubblicità. Questa settimana abbiamo deciso di passare in azione. Un mini-blitz condotto in Via Tullio Levi Civita e Via Temistocle Calzecchi Onesti, quartiere San Paolo, a pochi metri dalla Basilica. In tutto abbiamo raccolto una ventina di volantini. Quasi tutti pubblicizzavano un Sushi Bar con servizio di consegna a domicilio. Ma ne abbiamo raccolti anche un paio che pubblicizzavano una pizzeria (La Taverna del Vicolo) e una manciata di volantini di del PD e dell'UDEUR. Ci sarebbe piaciuto documentare anche il pessimo stato dei marciapiedi e delle strade, ma purtroppo non avevamo con noi la fotocamera. La stragrande maggioranza dei volantini che pubblicizzavano il Sushi Bar in questione erano infatti finiti in terra, a far compagnia ai mozziconi di sigaretta e agli escrementi di cane. Come volevasi dimostrare, all'arrivo del proprietario dell'auto non interessato alla pubblicità i volantini finiscono regolarmente in terra. Ci sarebbe da dire molto sulla passeggiata. Ci siamo spinti fino alla Basilica di San Paolo e siamo rimasti inorriditi. I giardini antistanti il quadriportico erano in condizioni pietose, completamente ricoperti da sacchi di plastica, fogli di giornale e rifiuti di vario genere (alle 9 della mattina). I muri dello stabile accanto alla basilica, completamente ricoperti di graffiti. Ma la vera "sorpresa" si ha all'uscita della Basilica: hanno rotto il muro in marmo preesistente e hanno dato il via ai lavori per la costruzione di un nuovo, orrendo fabbricato. Documenteremo presto tutto quanto.
Cronache di ordinario degrado
2010 Roma, cronache di ordinario degrado. Foto 1: Metro B, fermata Cavour, zozza, annerita, ammuffita. Graffiti e fogliacci di carta ovunque. Foto 2: Metro B, fermata Laurentina. Il palo, completamente devastato da graffiti, risulta quasi illeggibile. Foto 3: Parco del Pincio. Statua di Manzoni umiliata, massacrata dai graffiti di qualche pischello deficiente che in TV viene spacciato da giornalisti altrettanto deficienti come "artista". Ne abbiamo scelto uno a caso, ma non c'è una statua che sia pulita. Non ce n'è una. Foto 4: Piazza del Popolo. Cumuli di monnezza e mega impianti pubblicitari sullo sfondo. Foto 5: Piazza del Popolo. Centralina spaccata e riattaccata con lo scotch (!) Ripeto: Piazza del Popolo. Piazza del Popolo. Pia-zza del Po-po-lo! Foto 6: Piazza del Popolo. Residui di una manifestazione. Bandiera di Rifondazione Comunista appiccicata con lo scotch da imballaggio che nessuno ha pensato bene di rimuovere. Foto 7: Lungotevere. Plancia pubblicitaria di propaganda elettorale crollata a terra esanime. Foto 8: Lungotevere, poco distante. Altra plancia di propaganda elettorale tutta spiegazzata, arrugginita, ammuffita, crollata a terra esanime e impacchettata alla "cazzo di cane". Foto 9: Lungotevere, poco distante. Residui metallici. Non ho la più pallida idea di cosa ci fosse attaccato lì sopra. So solo che sta in quelle condizioni da mesi. Foto 10: Graffiti. Foto scattata da qualche parte, credo a Via Giolitti, ma non ha importanza perché tutta Roma è ridotta così. Ringrazio Marco, Les e Marcello per le foto. Sono state scattate in giorni diversi, in luoghi diversi, in momenti diversi. Questa è Roma signore e signori. E' tutta così. Dateci una mano a riportare un minimo di decoro in questa città morta.
Il prezzo da pagare
E con questa fanno tre. Tre foto emblematiche, scattate in tre punti diversi della città, per dimostrare l'entità del danno provocato dal volantinaggio selvaggio e l'inefficacia dell'ordinanza comunale anti-degrado. Le strade e i marciapiedi di Roma continuano ad essere invasi da decine e decine di volantini. Questi che vedete pubblicizzavano una festa facebook, con tanto di nomi, cognomi e numeri di telefono degli organizzatori. In questa foto ne abbiamo contati più di cinquanta, ma ce n'erano molti di più, ve lo posso assicurare, e non solo su questo tratto del marciapiede. In un paese civile ne basterebbe uno per far scattare una multa, tanto rapida quanto dolorosa, di quelle che fanno passare la voglia. In Italia tutto questo non accade. E i risultati sono quelli che vedete nella foto. La Capitale più sporca d'Europa. Tra volantinaggio selvaggio, affissioni abusive e il nuovo scandalo cartellopoli, a Roma il settore pubblicitario è gestito in maniera assolutamente anarchica e dilettantesca. Tutto questo finirà quando i cittadini cominceranno ad incazzarsi, quando si recheranno dai vigili per denunciare questa gentaglia, quando andranno nei ristoranti o nei locali o nei supermercati pubblicizzati e prenderanno i gestori a parolacce davanti ai clienti, quando i cittadini appiccheranno in strada dei bei falò di cartaccia. Prima di allora, questo resterà derubricato alla lista "problemi minori" e partorirà le solite pecette: l'ordinanza e la multa simbolica. Ordinanza che poi nessuno farà rispettare, multa simbolica che poi nessuno farà pagare. In Italia basta stare attenti la prima settimana, poi la legge evapora e si ritorna all'italianissimo e ancor di più romanissimo "volemose bbene".
Tanti volantini, poche multe
Dalla periferia al centro storico, la scena è sempre la stessa. Le strade di Roma sono invase da volantini pubblicitari in barba all'ordinanza emessa dal Sindaco. Arrivano le multe? Sono tante, sono poche? Non importa: la situazione è questa che vedete nella foto. E' bene prenderne atto e cominciare a studiare altre misure maggiormente efficaci. Ad esempio, raddoppiare le multe previste dall'ordinanza anti-volantinaggio ed imporre la chiusura del locale o esercizio commerciale pubblicizzato per una settimana. Una misura impopolare? Forse si, ma se si vuole avere Roma pulita e un minimo di rispetto delle regole bisognerà pur fare qualcosa. Non si può mica rinunciare ad amministrare Roma solo perché con queste norme rigide poi si perdono voti. Il nostro voto non è mica fine a se stesso. Noi votiamo per avere una Roma pulita, non ci importa nulla dell'attaccamento dei politici alle poltrone. Guardate questa foto. Qui ci troviamo in Via dei Banchi Vecchi, poco distanti da Via Giulia. Quando siamo passati non c'era un portone che non fosse addobbato da un mucchietto di cartaccia come quello che vedete sopra. Ci vuole tanto a risalire all'indirizzo del supermercato e andare a contestare la violazione dell'ordinanza, magari mostrando una foto come questa che abbiamo fatto noi? L'indirizzo è scritto sul depliant, ci sono nomi e cognomi, indirizzi e numeri di telefono dei responsabili. Servirebbe forse un po' più di voglia di lavorare da parte dei vigili accertatori. E magari anche un po' più di amore per la propria città, da parte di chi dovrebbe pulire le strade e no lo fa. Durante il nostro blitz in centro abbiamo avuto modo di osservare un paio di operatori dell'AMA intenti a fumarsi una sigaretta davanti all'edicola di Vicolo della Moretta. Forse il loro turno non era ancora iniziato. Chissà.
Quale ordinanza?
Pensavate che l'ordinanza anti-volantinaggio avrebbe portato qualche buon risultato? Nonostante i proclami diffusi nelle settimane successive alla sua approvazione, con i vigili e il Comune che snocciolavano dati sulla valanga di multe emanate all'insegna della tolleranza zero, la situazione a Roma è ancora di piena emergenza. E' bastato il primo weekend di "siesta" per abbassare la guardia, gettare la spugna e riportare la città alla dura realtà. In sostanza: siamo tornati al far west di prima. Le strade sono ancora invase di volantini caduti in terra, e si cominciano a rivedere anche i ragazzi che fanno volantinaggio lungo Viale Marconi e nei pressi dell'Università. Le grandi catene di supermercati continuano a distribuire i loro depliant con le foto dei prodotti scontati, e i vigili hanno ricominciato a far finta di niente. Come quelli che sono passati di qui, un minuto prima che scattassi questa foto. Come emerge da uno studio dell'AMA il volantinaggio selvaggio è la prima causa di sporcizia delle strade, per una quota superiore al 60%. L'ordinanza anti-volantino è una misura sacrosanta, ma serve a poco se poi non la si fa rispettare. Passa una settimana e tutto torna come prima. E poco conta se le multe siano effettivamente aumentate o se lo sporco in strada sia realmente diminuito. Il problema non è stato risolto, le strade sono sporche come sempre, i volantini sono ricomparsi come funghi. Ma questo è niente in confronto a quello che sarà tra poco. La campagna elettorale volge al termine, si giocano gli ultimi colpi e noi attendiamo con ansia i famigerati volantini elettorali, che puntualmente compariranno su ogni tergicristallo di ogni macchina. Saremmo felicissimi di essere smentiti, ma purtroppo i primi segni dell'attesa invasione li abbiamo già visti.
Ma il problema è il parcheggio
Lo stagno che vedete nella foto è in realtà un pezzo del marciapiede del Lungotevere dei Tebaldi, riempitosi a causa di una modesta ma persistente pioggia caduta su Roma nei giorni scorsi. Non sappiamo da quanto tempo questo marciapiede triturato dall'incuria sia in queste condizioni. Di sicuro sappiamo che chi passa di lì rischia se va bene di fracicarsi una gamba fino al ginocchio, se va male di rompersi l'osso del collo. Le condizioni del marciapiede in quel tratto di Lungotevere sono ignobili. Indegni perfino di essere paragonati con quelli di Baghdad. Una mina, una granata, fanno meno danni dell'incuria e dell'inciviltà romana. Siamo davanti al Liceo Virgilio, di qui transitano ogni giorno migliaia di ragazzi. Tutto il tratto di marciapiede antistante l'edificio scolastico è in queste condizioni. In in un paio di punti siamo stati costretti a scendere e a camminare in strada, con le macchine che ci sfrecciavano accanto. Impraticabile è un eufemismo che non rende bene l'idea. Ma evidentemente lo stato di questi marciapiedi non è un problema per gli studenti del Liceo Virgilio. Loro, infatti, scendono in piazza per protestare contro il parcheggio. Il marciapiede sbriciolato neanche lo vedono. Evidentemente si sono ormai abituati a sguazzare nelle pozzanghere. Per dovere di cronaca riferisco che l'auto parcheggiata che si scorge sulla destra della foto si trova in sosta vietata. Lo dico perché si sappia come si parcheggia da queste parti. A cazzo di cane, con le macchine incastrate, una sull'altra, sui marciapiedi. Di fronte a questo schifo senza fine, manifestare contro il progetto del parcheggio sotterraneo è una scelta folle e insensata che non trova giustificazione alcuna. C'è da vergognarsi, altroché.
Il portone di casa
Ma in che razza di città viviamo? Ti scrivono sul portone di casa e tu neanche lo pulisci? Questa foto è emblematica dell'assuefazione al degrado e allo schifo a cui sono giunti i cittadini romani. E' la dura, durissima Legge delle Finestre Rotte. Il degrado porta degrado, la tolleranza alimenta l'impunità e genera emulazione, in una spirale potenzialmente senza fine. E quando i muri saranno finiti ci scriveranno sui portoni, e quando i portoni saranno finiti ci scriveranno sulle finestre, e poi inizieranno a scrivere per terra, sulle strade, sui marciapiedi, dappertutto. Passeggiare per Roma sarà come correre sulle strade del Giro d'Italia o del Tour de France. Via del Corso diventerà come il terrazzino di Romeo e Giulietta a Verona. Come dice Roberto Maroni (quello di "Roma ladrona" per intenderci) "i muri sono libri di popolo". A Roma, anche le strade, i portoni, le cabine telefoniche, i monumenti, le chiese, i cestini per rifiuti, le fermate bus, i cartelli turistici e qualsiasi superficie possibile e immaginabile. Di questo passo andrà a finire che cominceremo a scriverci sulle macchine, a taggarci sui cappotti, sulle camicie, sulla faccia. Tutto questo deve finire. A partire da aprile organizzeremo una serie di importanti iniziative per dare un segnale forte contro questo schifo. Altro che multe, qui bisogna darci da fare sul serio, con campagne nelle scuole, porta a porta, e una buona dose di olio di gomito. Andiamo a scovare il malessere della gente e riversiamolo nelle strade. E' ora di cominciare a pulire questa benedetta città. E' ora di porre fine a questa barbara usanza. Noi siamo di più e possiamo agire quando vogliamo, anche di giorno, anche in mezzo alla gente. Riprendiamoci questa cazzo di città.
Cartellopoli: la protesta dilaga
La protesta contro il Cartellone selvaggio in questi ultimi giorni è letteralmente esplosa. Prima i raid con le bombolette spray immortalati dal blog Cartellopoli, quindi gli A3 di protesta segnalati da un lettore del blog, e ancora, le demolizioni degli impianti abusivi nel Parco dell'Appia Antica, la denuncia per gli abusi al Parco di Veio (con tanto di dettagliatissimo dossier), i volantinaggi organizzati, le denunce del Corriere della Sera e chi più ne ha più ne metta. Queste foto ce le ha inviate un nostro lettore e documentano la demolizione a Piazza Bologna di un cartellone abusivo piazzato davanti all'edificio delle poste. Il blitz è stato organizzato dal consigliere Athos de Luca, non nuovo a questo genere di iniziative. Qualche settimana fa, assieme a Massimiliano Valeriani, aveva già segato con un frullino un cartellone a Piazza Pio XI (qui la foto dell'intervento). Ma abbiamo trovato anche un articolo più vecchio, risalente addirittura al 2001, che documenta un suo blitz anti-cartelloni in tempi non sospetti. La cosa che stupisce, di fronte a questo clima di protesta da guerra civile, è l'inspiegabile silenzio del Sindaco. Nell'attesa godiamoci questo momento. In questi ultimi mesi a Roma si è creato un forte e variegato movimento dei volontari antidegrado. I blitz anti-cartellone, i cittadini-stacchini, gli interventi antigraffiti. Ormai le iniziative antidegrado si susseguono di settimana in settimana. Dal web alla strada, è questa l'evoluzione che ho sempre sognato per la galassia dei bloggers antidegrado. Sono i cittadini perbene che si riappropriano della propria città, che scelgono di dire no al degrado e che lo fanno mettendosi in gioco in prima persona. In un momento come questo, unica nota stonata, risulta francamente incomprensibile la chiusura del capostipite dei blog antidegrado romani.
ReTake Rome: blitz a Villa Borghese
Secondo appuntamento antigraffiti organizzato da Retake Rome, in collaborazione con la Fondazione Garibaldi e l'American University of Rome. Una bellissima giornata all'insegna del volontariato e dell'impegno civico. All'appuntamento ha risposto anche l'AMA, che ha fornito i mezzi e gli strumenti necessari all'intervento: un paio di camionette con idropulitrice, kit antigraffiti per tutti i partecipanti (guanti, mascherina, pennellessa) e l'ausilio di 15 operatori del decoro urbano (con tanto di pettorina). Ore 10, appuntamento davanti all'obelisco. I membri di Retake Rome sono vestiti di verde, un paio di loro "indossano" cartelli che pubblicizzano l'iniziativa. In tutto almeno 30-40 partecipanti. All'iniziativa era presente anche Dino Gasperini (delegato del sindaco al Centro Storico) e il sovrintendente ai beni architettonici di Roma. E ovviamente c'eravamo anche noi di Riprendiamoci Roma. Gli interventi di ripulitura hanno interessato un ponticello su Viale dell'Obelisco, i muri della foresteria che si affaccia sul Muro Torto, oltreché le statue e le fontane della Villa. I muri deturpati sono stati ripuliti con un gel antigraffiti e l'utilizzo dell'idropulitrice. I muri della foresteria, invece, sono stati riverniciati con una vernice dello stesso colore molto diluita. Noi di Riprendiamoci Roma ci siamo dedicati in particolare alla pulizia dei portoni con il nostro prodotto solvente antigraffiti. Alla fine dell'intervento di ripulitura, che ha consentito di rimuovere in tutto una trentina di scritte, i membri di Retake Rome hanno organizzato un pic-nic sui prati di Villa Borghese, per concludere tutti assieme la mattinata. Ringraziamo i nostri amici americani, per la splendida iniziativa che hanno organizzato, per l'impegno profuso e l'amore dimostrato verso la loro città adottiva. A loro andrebbe data una medaglia.
Mondi Possibili: blitz nel II Municipio
I cittadini-stacchini colpiscono ancora. Questa volta nel II Municipio, precisamente a Corso Trieste, davanti alla sede del Liceo Giulio Cesare. Il blitz anti manifesti abusivi è stato organizzato da due ragazze del circolo Legambiente Mondi Possibili, Elisa e Irene. Le foto che ci hanno inviato sono decisamente eloquenti. Una intera parete era completamente tappezzata di manifesti politici abusivi del PD e La Destra. Manifesti che puntualmente hanno fatto una brutta fine all'arrivo delle nostre amiche volontarie di Legambiente. In tutto, hanno staccato una trentina abbondante di manifesti, servendosi anche di una scala per raggiungere le parti più alte della facciata (prendiamo nota per le nostre future azioni anti-manifesti!). Al termine, hanno attaccato gli ormai famosi volantini di protesta con la scritta "Chi incarta Roma va scartato". Al blitz ha partecipato anche Les, che ci ha documentato, tra le altre cose, lo scandaloso stato di degrado in cui versa l'edificio scolastico, completamente tappezzato da scritte politiche razziste di estrema destra. La presenza di ponteggi all'interno del cortile fa sperare in un imminente ristrutturazione delle facciate, che comunque temiamo non durerà più di tanto. Restando in tema di scuole, diamo conto di un'altra interessantissima iniziativa promossa sempre da Legambiente. La carica dei diecimila: alunni al lavoro per ripulire le loro scuole. Coinvolte in tutto 500 scuole di Roma e del Lazio. Non sarebbe male, in futuro, aggregarci a questo genere di iniziative cominciando a coinvolgere i ragazzi delle scuole anche nella lotta ai graffiti selvaggi. Salutiamo e ringraziamo Elisa e Irene per il loro splendido lavoro e speriamo di poter organizzare presto altre iniziative insieme.
APA vs. Cartellopoli
Qualche giorno fa l'APA, per mezzo di uno studio legale, ha mandato una diffida al blog Cartellopoli chiedendo la cancellazione di frasi, commenti e allusioni relative a presunte irregolarità nella collocazione di alcuni impianti e minacciando azioni legali. A loro dire, gli impianti istallati sono assolutamente regolari e autorizzati dal Comune. Lo hanno ribadito anche in una lettera apparsa al Corriere della Sera, che fa riferimento a una foto apparsa sui giornali di un presunto impianto irregolare. Ora, a noi questa storia dell'azione legale non ci piace per niente. Denunciare un blog che spende tempo, energie e denaro, per tentare di riportare un minimo di decenza in questa città massacrata dal degrado, come atto d'amore per la propria città, è una reazione quantomeno fuori luogo per un'azienda che sostiene di operare nella più assoluta legalità e trasparenza. I blog non sono scatole chiuse ermeticamente. E' possibile commentare gli articoli, inviare email di chiarimento, interagire, discutere. La minaccia di un'azione legale suona come un atto intimidatorio ed è insieme un gigantesco autogol. Noi abbiamo scattato questa foto qui a Corso Vittorio Emanuele II. Ci permettiamo di esprimere le nostre perplessità circa la regolarità di questo impianto dell'APA. Siamo certi che sarà stato autorizzato dal Comune, tuttavia non possiamo fare a meno di notare come l'impianto si trovi in pieno centro storico, a meno di 25 metri da un semaforo, a meno di 15 metri da un attraversamento pedonale, a meno di 1.80 metri dalla carreggiata, e a meno di 25 metri da un impianto preesistente (verificato con streetview). Se anche l'impianto fosse stato autorizzato, esso violerebbe comunque i regolamenti comunali, il codice della strada e il codice dei beni culturali. Come la mettiamo? Se qualcuno dell'APA ci legge, può commentare questo post e chiarire una volta per tutte i nostri dubbi.
Squola di degrado
Un vecchio cestino per rifiuti strappato dall'asfalto e appoggiato a un muro devastato dai graffiti. E' l'immagine che ci si presenta davanti passeggiando per Via Vito Volterra, una stradina parallela alla trafficatissima Viale Marconi. Ci troviamo davanti al Liceo Classico Platone e alla Facoltà di Ingegneria di Roma3. E' così che crescono i ragazzi a Roma, tra strutture fatiscenti e degradate, nutrendosi di immagini raccapriccianti degni di un campo rom. Intendiamoci, nessuno si aspetta che le scuole e le università italiane siano degne della Sorbonne o di Oxford. Siamo pur sempre un paese di burini incivili, e quindi abbiamo le scuole che ci meritiamo. Ma un minimo di decenza, quella si possiamo e dobbiamo ottenerla. Come possiamo pensare che i ragazzi romani possano competere con quelli europei se li mandiamo a studiare in un ambiente che sembra un incrocio tra un campo nomadi e uno sfasciacarrozze? Come possiamo pensare di invogliarli allo studio, all'educazione e al rispetto delle regole, se li mandiamo a marcire tutti i giorni in un ambiente simile? E se poi chiediamo di ripulire i muri dell'edificio e delle aule, di acquistare banchi nuovi, di risistemare il giardino, ci viene detto che non ci sono i soldi neanche per comprare i gessi. Ma che razza di paese di merda siamo? Non ci sono i soldi? Piuttosto, non investiamo un cazzo! E' questa la verità. L'Italia è un paese che non investe un cazzo nella scuola e nell'Università. E i risultati si vedono. Siamo il fanalino di coda del mondo intero. Da oggi vogliamo far partire una serie di inchieste sulle strutture scolastiche romane. Scatteremo foto all'esterno (come abbiamo fatto, giorni fa, con il Liceo Virgilio) e sentiremo i rappresentanti dei vari istituti, chiedendo loro di inviarci immagini degli ambienti in cui vengono mandati a marcire.
Loro sporcano, noi puliamo
Né col PD, né col PDL. Non attaccano manifesti abusivi e si fanno campagna elettorale staccando quelli affissi illegalmente sui muri dagli altri partiti. Sono contrari ai condoni e denunciano lo stato di incredibile degrado della nostra città. Degrado che aumenta vertiginosamente in campagna elettorale, quando i politici, per farsi pubblicità, danno il peggio di sé. E' arrivato il momento di dire basta. Vogliamo più contenuti, più idee, meno slogan e manifesti. E in questo momento, non c'è niente di più concreto, niente di più efficace, di più utile alla nostra città che un'azione antidegrado di contrasto ai manifesti abusivi. Quella che sembra una semplice passeggiata, una iniziativa simbolica è in realtà una vera rivoluzione. Ripulire un muro, studiare soluzioni al degrado, spendere del tempo per prendersi cura della propria città, è qualcosa che non avevamo mai visto fare prima d'ora, non in questi termini e non in queste proporzioni. Quello che si sta diffondendo è un virus incontrollabile destinato a fare, nel breve tempo, centinaia di "vittime". Questo è ciò di cui ha bisogno la città, più delle notte bianche, più degli sgomberi dei campi rom, rispetto ai quali i nostri quartieri non sono certo messi meglio in termini di decoro e vivibilità. Non possiamo far altro che invitare gli scontenti della politica (del PDL, del PD e dei loro rispettivi schieramenti) a votare la Rete dei Cittadini. A nostro avviso, un'ottima alternativa all'astensione. Le loro azioni quotidiane antidegrado sono quanto di più vicino alla politica portata avanti del nostro blog. Sono ben organizzati e ripuliscono i muri di Roma dal centro alla periferia. E se volete sapere perché, nel corso del nostro ultimo blitz a Via Nazionale, abbiamo trovato i muri di Villa Aldobrandini completamente puliti, beh, provate a cliccare qui. Buona visione.
L'agonia di Villa Farnesina
E' una delle ville più belle, se non la più bella, del Rinascimento romano. Capolavoro di Baldassarre Peruzzi, conserva al suo interno ambienti magnifici con affreschi di Raffaello e dei suoi allievi. Come la splendida Loggia di Amore e Psiche, completamente affrescata, che dà sui giardini. O come il meraviglioso Trionfo di Galatea, uno dei capolavori più alti del maestro di Urbino. Ebbene queste sono le condizioni in cui versa la nostra villa. O meglio, le mura perimetrali della villa, dal lato che dà sul Lungotevere. Questo è quello che si vede passando di lì, questo è quello che fotografano i turisti. In qualunque paese, non voglio neanche fare distinzioni tra "civile" o "incivile", in qualunque paese al mondo una scena agghiacciante come questa scatenerebbe una protesta di piazza di gente esasperata coi forconi in mano. Qui a Roma tutto tace. Nessuno dice niente. A questo punto, di fronte a questo assordante silenzio l'unica cosa da fare è cominciare a scrivere ai giornali stranieri e all'UNESCO, chiedendo che Roma venga radiata dalla lista dei beni patrimonio dell'Umanità. Forse una minaccia di questo tipo da parte dell'UNESCO potrà smuovere qualcosa, e mettere finalmente alla sbarra, uno per uno, questi barbari devastatori, e fargli pagare fino all'ultimo centesimo per ripulire fino all'ultimo centimetro. Ci è andata vicina Napoli a farsi buttare fuori, può riuscirci Roma. Mi chiedo come sia possibile che telegiornali e programmi di approfondimento continuino a definire "artisti" questa mandria di Unni con la bomboletta in mano. E parlando di artisti veri, di intellettuali, di storici dell'arte, mi chiedo come sia possibile che a Roma nessuno di loro dica niente, che nessuno organizzi una protesta, una manifestazione contro questa carneficina della civiltà.
Anche sui monumenti
Quello che vedete è il muro di cinta della teca dell'Ara Pacis di Meier. La foto è stata scattata da Francesca durante l'intervento di "stacchinaggio" a Piazza Augusto Imperatore. Ci chiediamo come sia possibile, di fronte alla situazione devastante in cui ci troviamo, definire "artisti" queste scimmie selvatiche. Un artista che scrive su un opera d'arte io non l'ho mai visto. Un artista che deturpa i muri di edifici storici, chiese, monumenti, io non l'ho mai visto. Bisognerebbe cominciare a denunciare per istigazione a delinquere i media che, trattando di writing, pronunciano anche solo di striscio la parola "artista". I writers sono vandali. Il 99% di loro lo è. E pazienza se i writers veri verranno qui a dirci che adolescenti, mocciosi, e hiphoppettari vari non sono degni di essere chiamati writers. Gli "emuli illegittimi" sono il 99% dell'intero movimento. Numericamente parlando, gli "effetti collaterali" sovrastano i pochi casi virtuosi. Per una singola opera d'arte di un writer bravo, che magari scrive su muri legali o sulle pareti interne di un museo, abbiamo un carico di milioni e milioni di scritte di ragazzini incivili. E questi effetti collaterali sono semplicemente inaccettabili. Il gioco non vale la candela, tanto vale sopprimere tutto. Fino a che i veri writers non spenderanno una parola contro il barbaro degrado generato dai loro "figli illegittimi", non avranno diritto di cittadinanza nella città civile, di certo non qui dentro. L'invito che vi faccio è sempre lo stesso: rimuovere le tag con prodotti antigraffiti, ripitturare gli intonaci danneggiati, proteggere le facciate con protettivi antigraffiti, informarsi e spargere la voce. Non appena l'emergenza manifesti selvaggi si sarà attenuata, alla fine della campagna elettorale, sarà guerra vera contro le scritte sui muri.
Liceo Virgilio senza vergogna
C'è chi dice no al parcheggio sotterraneo di Via Giulia. C'è chi parla di speculazione, di complotto, di associazione a delinquere. Sapete chi sono? Sono gli studenti e i genitori del Liceo Virgilio. Sono quelli che hanno trasformato un angolo di Via Giulia, la più bella strada del centro di Roma, in un raccapricciante ammasso informe di scarabocchi. Sono quelli che scrivono con la vernice sui muri dei palazzi del '500, che spruzzano l'acido sulle vetrine dei negozi, per lasciare la loro firma, marcare il territorio come i cani, seguendo un istinto primordiale. Sono i genitori che non vogliono rinunciare al loro posto auto in tripla fila per portare i figli a scuola. Ebbene coloro che hanno devastato completamente questo angolo meraviglioso della Roma rinascimentale oggi sono in prima linea a gridare "vergogna"! Vergogna contro un parcheggio multipiano interrato che toglierebbe le auto dalla superficie, eliminerebbe quell'informe massa di lamiera che oggi attanaglia Vicolo della Moretta, consentendo di pedonalizzare Via Giulia, ridandole finalmente la dignità che merita. Un progetto che, grazie agli oneri concessori, permetterebbe di riqualificare tutta l'area di Via San Filippo Neri, devastata dagli sventramenti di epoca fascista. Una soluzione che decongestionerebbe anche il traffico sul Lungotevere (formato da auto che girano e rigirano alla ricerca di un parcheggio). Invece questi il parcheggio non lo vogliono e parlano di speculazione. Come se Roma non avesse bisogno di parcheggi. Gli ho spedito due email, non mi hanno neanche risposto. Ho scritto sul loro gruppo facebook, ma i messaggi vengono sistematicamente cancellati. Con loro non c'è dialogo possibile. E allora organizziamola noi una protesta vera. Contro lo stupro sistematico e quotidiano di Via Giulia. I residenti sono con noi.
ReTake Rome: Il 14 tutti a Villa Borghese
Lo avreste mai detto? La galassia di blog, associazioni e volontari che si battono per arginare e sconfiggere l'intollerabile livello di degrado della nostra città da oggi parla anche inglese. Anna, una nostra lettrice, ci segnala questo gruppo di cittadini americani, residenti a Roma, che organizzano iniziative di volontariato per ripulire i muri della città dai graffiti. Sono i volontari di ReTake Rome, che in inglese sta appunto per "Riprendiamoci Roma". Il progetto portato avanti da questi "romani d'adozione", capitanati da Rebecca Spitzmiller, è assai ambizioso: promuovere e organizzare iniziative di volontariato civico e diffondere nelle scuole la cultura del rispetto per il bene comune. Quel rispetto che manca a molti nostri concittadini. La prima iniziativa documentata sul sito della Fondazione Garibaldi si è svolta il 16 gennaio scorso e ha interessato la chiesa di Sant'Emerenziana, i cui portici sono stati completamente ripuliti dai graffiti. Domenica14 marzo, alle 10:30, in occasione della Festa di San Patrizio, è prevista una nuova iniziativa a Villa Borghese, anche questa dedicata alla rimozione dei graffiti. Invitiamo tutti i lettori e i membri del blog a partecipare. Chi vuole può portare un flacone di solvente antigraffiti o di acetone, oppure partecipare alle spese con una donazione di 15 euro. Anche se i prodotti utilizzati non sono particolarmente tossici, è consigliato l'uso di una mascherina e di guanti in lattice per le mani. Qui trovate il volantino della manifestazione, per maggiori informazioni sul luogo dell'appuntamento inviateci una email. Diffondete il volantino, spargete la voce il più possibile e invitate gente a partecipare.
Secondo blitz: Lungotevere
Il secondo blitz anti-manifesti abusivi si è svolto sabato mattina alle 10:30 sul Lungotevere. Il secondo gruppo è arrivato decimato da influenze e impegni dell'ultima ora, ma si è avvalso della collaborazione di due nuovi volontari: Daniele e Stefano. Le foto che vedete qui sopra sono talmente raccapriccianti che sembrano uscire direttamente da un film dell'orrore. Come sia possibile che a Roma vi siano queste condizioni di degrado folle è un vero e proprio mistero. Parliamo del blitz. Come prima cosa sono state ripulite le due centraline elettriche presso Ponte Garibaldi e sul Lungotevere de' Cenci. Nella seconda, i manifesti avevano addirittura ricoperto le insegne di pericolo, col rischio che un qualsiasi addetto al decoro urbano, nel tentativo di rimuovere i manifesti, la aprisse e morisse fulminato. Una cosa folle, pazzesca, un attentato alla pubblica sicurezza che in un qualsiasi paese civile si risolverebbe con una raffica di arresti. Qui invece si tollera qualsiasi cosa. Come la presenza dell'attacchino, con l'apetta ferma in doppia fila sul Lungotevere, che tranquillamente incollava manifesti sullo storico Palazzo Falconieri appena restaurato. Per la cronaca, alla fine è stato costretto a toglierli per poi andarsene con la coda tra le gambe. Di ritorno c'è stato anche il tempo di ripulire una seconda volta le due centraline elettriche che nel frattempo erano state nuovamente incartate dagli attacchini. Nelle ultime foto potete vedere una plancia crollata a terra e transennata alla cazzo di cane, e i depliant elettorali di Zaratti (in barba all'ordinanza comunale anti-volantinaggio). Ringraziamo tutti i partecipanti al blitz, Marcello per le foto, Les per l'organizzazione, e Viola Giannoli, la giornalista di Repubblica presente al blitz che ci ha dedicato un articolo sul sito web del quotidiano. Alla prossima!
Primo blitz: Via Nazionale
Sentivate la mancanza dei cittadini-stacchini? Beh, eccoci qui, siamo tornati. E siamo più di prima e più in forma di prima. Questa volta abbiamo preparato ben due blitz, il primo si è svolto venerdi sera a Via Nazionale, il secondo sabato mattina sul Lungotevere. Purtroppo mi tocca raccontarli in terza persona, impegni universitari mi hanno impedito di partecipare a entrambi i blitz. Il gruppo di Riprendiamoci Roma era comunque presente in massa. Il primo blitz è stato organizzato in collaborazione con "Er Transenna", alias Rondone Romano, e due ragazze di Legambiente del II Municipio. Appuntamento alle 21 a Largo Magnanapoli. I muri della villa Aldobrandini si presentavano "puliti" (nel senso che erano privi di manifesti, ma con il classico effetto "Mimmo Rotella" tipico degli interventi dell'AMA). Proseguendo per Via Nazionale, cominciano i primi dolori. La solita favelas di carta sulla facciata di un Teatro ora chiuso, umiliato dalla furia attacchinara dei moderni vandali pagati dai politici per devastare la città. Ancora più avanti, i muri di un palazzo completamente incartati, fino all'incrocio con Via Milano, dove c'è il traforo. Siamo di fronte al Palazzo delle Esposizioni e da qui si vede una sterminata fila di faccioni. Sono i politici che hanno commissionato la distruzione della nostra città. Sono quelli che vogliono il voto per amministrare questa città, questa regione, questo paese. Politici burini che utilizzano metodi da "medioevo della civiltà", da peracottari dell'ultima ora, da veri attentatori del decoro urbano. I cittadini-stacchini hanno staccato manifesti abusivi e oscurato i faccioni dei candidati lungo tutta Via Nazionale. Grazie a Marco per l'eccellente reportage fotografico e a tutti i partecipanti. Qui trovate l'articolo di 06blog con altre foto del blitz. Loro sporcano, noi puliamo.
La protesta viaggia per posta
Non solo cittadini stacchini: la protesta contro i manifesti elettorali abusivi viaggia anche via posta. Giorni fa abbiamo dato il via a una singolare forma di protesta a cui ognuno di voi può partecipare. E' molto semplice e soprattutto non si rischia niente, ci vogliono solo pochi minuti. Si tratta di stampare questo volantino, farne 20 copie (oppure fotocopiarlo) e inserirlo nelle buche delle lettere del vostro condominio, o di altri condomini cui avete accesso. L'intenzione è quella di creare una vera e propria Catena di Sant'Antonio che abbia, per una volta, uno scopo nobile. Se la cosa riuscirà sarà una bellissima sorpresa. Immaginatevi la faccia del politico, del candidato, dell'attacchino quando si troveranno questo volantino nella buca delle lettere. Non preoccupatevi, non c'è nessuna maledizione per chi spezza la catena, non ci sono sette anni di guai e l'amore con la vostra dolce metà non finirà. Anche se noi, sotto sotto, confidiamo nella proverbiale superstizione dei romani (oltreché nella forza del messaggio) per la riuscita dell'iniziativa. Qualcuno ci fa notare che l'iniziativa è un grosso spreco di carta. Ma la carta da fotocopie, se differenziata, si ricicla. E se può servire a combattere un fenomeno che si porta dietro milioni di manifestoni non riciclabili ogni anno, scegliamo il male minore. Parallelamente a questa iniziativa, abbiamo scritto una email che arriverà a tutta la mailing list e che vi invitiamo a inoltrare a tutti i vostri contatti. Infine, in prossimità delle elezioni, sarà la volta degli status facebook che inviteranno a non votare chi pratica affissioni abusive. Infine, per chi fosse interessato a partecipare ai nostri blitz può contattarci via email. Stiamo preparando qualcosa di grosso per la fine della campagna elettorale. Non vi anticipo nulla, vi dico solo che farà molto, molto rumore. Per sapere i dettagli, scriveteci.
L'ordinanza fa acqua
L'altra sera ho avuto finalmente il piacere di beccare un writer all'opera. Mi trovavo in macchina, erano circa le 22 di sabato sera e lo stronzo in questione stava taggando con vernice bianca sulla palazzina all'angolo tra Via Galvani e Via Marmorata. Gli sono passato davanti, ma il traffico mi ha impedito di fermarmi e di prenderlo a parolacce. Qualcuno pensava davvero che la nuova ordinanza antigraffiti potesse avere qualche effetto? Marco (uno dei fondatori del gruppo Riprendiamoci Roma) ci ha riferito che a Trastevere, da quando è entrata in vigore l'ordinanza, i graffiti sono quasi raddoppiati. I writers stanno sfidando il Sindaco e almeno per ora sembra stiano avendo la meglio. E i residenti sono letteralmente esasperati. Sempre Marco, ci ha inviato queste foto, scattate qualche giorno fa tra Via del Babuino, Via Margutta, Via Ludovisi e Via Giolitti. Questo per ricordarci che l'ordinanza antigraffiti, già di per sé insufficiente, è del tutto inutile se non si abbina in parallelo un radicale intervento di pulizia dei muri e trattamento protettivo delle facciate, quartiere per quartiere. Secondo la ben nota Teoria delle Finestre Rotte, quando le trasgressioni vengono trascurate, queste generano automaticamente fenomeni di emulazione. Se in un quartiere un writer scrive sui muri e il giorno dopo nessuno ripulisce è molto probabile che qualcun altro, passando di lì, faccia altrettanto se non peggio, dando così inizio a una spirale distruttiva. A Roma siamo ormai ben oltre questo rischio. Siamo all'emergenza, alla catastrofe. L'imperativo non è più multare, ma pulire. Per questo il gruppo Riprendiamoci Roma scenderà ben presto in campo nella lotta ai graffiti, mettendo in pratica la nostra Teoria delle Oasi Antidegrado.
Candidati virtuosi III
La nostra ricerca dei candidati virtuosi continua. Questa volta vi presentiamo Luca Sappino, un giovane candidato di Sinistra e Libertà che ha rinunciato ad affiggere manifesti elettorali, preferendo farsi campagna elettorale "applicando" scritte con uno stencil sui manifesti abusivi (qui il video). Una iniziativa a dir poco singolare e che ci suscita una certa simpatia, anche se non sappiamo quanto effettivamente potrà risultare efficacie. Di sicuro non potrà che far bene alla causa di chi, come noi, si batte contro il manifesto selvaggio. Dice Luca: "Nonostante gli appelli dei cittadini e le belle parole del Sindaco Alemanno, la città continua ad essere impacchettata da una miriade di manifesti abusivi. Proprio in virtù del rispetto che abbiamo per Roma e della necessità di ridurre lo spreco di carta, la nostra sarà una campagna senza manifesti". Niente male davvero come risultato. Per la prima volta da che io mi ricordi, abbiamo dei candidati che scelgono di fare della lotta alle affissioni selvagge il proprio cavallo di battaglia in campagna elettorale. Lotta alle affissioni selvagge che è anche lotta al racket attacchinaro, agli sprechi di denaro e al degrado in genere. L'attenzione sul fenomeno è altissima, mai come ora se ne era parlato tanto e per così lungo tempo. L'impressione è che, questa volta, chi pratica le affissioni abusive ci stia facendo una grande figura di merda. La chiave di volta sta tutta qui. Se incartare Roma dovesse diventare una pratica controproducente, oltreché economicamente dispendiosa, allora forse potrebbe cambiare veramente qualcosa. E' per questo che facciamo appello a tutti voi e vi chiediamo di votare i candidati che non praticano affissioni abusive. Segnalateci chi sono, di destra, di sinistra, di ogni partito politico.
Il tugurio Cavour
Questa specie di tugurio che vedete nella foto è l'entrata della metropolitana di Roma. Non una fermata qualunque, ma la centralissima Via Cavour. Io credo che non esistano altri luoghi al mondo, non in Sud America, non nell'Europa dell'Est, non in India, nemmeno in Africa, dove si possa assistere a una scena simile. Una casupola vecchia e ammuffita, completamente incartata di manifestacci e pubblicità abusiva. La scritta Cavour è talmente zozza, annerita di smog e in ombra che fra poco neanche si leggerà più. Si vede bene, invece, il murales a vernice acrilica che fa da contorno alla legenda delle fermate. A quanto pare quei geni dell'ATAC (che ora gestiscono le metropolitane) hanno pensato bene di piazzare la suddetta legenda sopra il murales, senza cancellarlo, col risultato che, ora, è fisicamente impossibile non far caso a quello schifo. E qui le considerazioni si sprecano. Già abbiamo la rete metropolitana più corta, vecchia, zozza, brutta, disastrata e inefficiente del mondo (del mondo!), se poi la diamo in gestione a simili incompetenti mi chiedo io dove andremo a finire. Tempo fa dedicammo un post alla oscena fermata metro San Paolo, che fa parte della stessa Linea B. La nostra denuncia finì nella sezione "La mia Roma" del Messaggero, il più importante quotidiano romano. In un paese civile, alla vista di quelle foto di una delle fermate della metropolitana più frequentate dai turisti (a pochi metri dalla Basilica), sarebbe scoppiato il finimondo. Qui invece non è successo niente, è tutto come prima. Questa foto ce l'ha mandata Marco, l'ha scattata pochi giorni fa. Non è cambiato niente, capito? Roma è perennemente immobile nel suo schifo. Che dobbiamo fare per cambiare qualcosa? Andare a pulire noi?
Il centrosinistra torna alla carica
Sinceramente ci stavamo preoccupando. Era da un po' di tempo che non si vedevano a Via Nazionale i manifesti dei partiti del centrosinistra (eccezion fatta per quei pochi del Partito Socialista). Ci stavamo quasi autoconvincendo che gli appelli della Bonino avessero sortito un qualche effetto sui partiti alleati. Contrordine, c'eravamo sbagliati. A quanto pare sono tornati alla carica e hanno incartato alla grande tutta Via Nazionale. Non le mura di Villa Aldobrandini, che ora vengono ripulite con buona frequenza dall'AMA, ma il tratto più avanti, il pezzo di mura della Villa dopo l'edicola, l'angolo tra Via Nazionale e Via Milano (all'altezza del traforo), e soprattutto la facciata dell'ex Teatro Quirinale, da tempo chiuso e ora "sequestrato" dagli attachini e trasformato in una immensa bacheca. A nulla è valso neanche il tentativo (sic) del Comune di mettere un freno alle affissioni abusive raddoppiando le plance e gli spazi per le affissioni regolari. Gli spazi regolari sono raddoppiati nel giro di 24 ore, ma sui muri tutto è rimasto pressappoco com'era, col risultato che Roma sembra ancora più incartata di prima. Le foto che ci invia Marco sono state scattate un paio di giorni fa e sono fin troppo eloquenti. L'invasione continua, non si è mai fermata. Una nota di merito (e qui attenzione che potrebbe nevicare di nuovo) va solo alle squadre anti-affissioni dell'AMA. Le abbiamo viste all'opera più volte e devo dire che non se la cavano poi così male. Intendiamoci, non sono minimamente in grado di contrastare il fenomeno, ma almeno è appurato che esistono e fanno quello che possono.
Mini-blitz al Portuense
La protesta anti-affissioni si sposta in periferia, precisamente in Via Leonardo Greppi, quartiere Portuense. Dalle passeggiate antidegrado si passa ai mini-blitz fai-da-te, diffusi capillarmente in tutta Roma. O almeno questa è l'idea, che speriamo venga recepita e messa in pratica da tutti i lettori. Notate un gruppo di manifesti affissi abusivamente? Stampate un paio di manifestini di protesta, passate di lì, lasciate l'auto in doppia fila, scendete e li attaccate sui manifesti. Facile, veloce e privo di rischi, come bere un bicchier d'acqua. E soprattutto porta via poco tempo. Scegliete i posti più vicini a casa, oppure quelli dove passate più spesso, agite preferibilmente di sera. Così abbiamo fatto io e Les. Su Via Leonardo Greppi all'angolo con Viale di Vigna Pia c'è un muro che viene preso di mira dagli attacchini 365 giorni l'anno. Quel muro non ho mai avuto il piacere di vederlo pulito. Solo manifesti di destra, da che mi ricordi. Nel mirino sono finiti due candidati del PDL, Luzzi e Terranova. Avevamo programmato anche un blitz sulle mura dell'Ospedale Forlanini, ma proprio oggi, durante un sopralluogo, Daniele ci aveva segnalato che era già passata l'AMA a rimuoverli con l'idropulitrice. Meglio così, segno che le squadre anti-affissioni esistono e lavorano discretamente bene, almeno da queste parti. O, più semplicemente, l'AMA ha un deposito proprio lì davanti e da dove sono è impossibile non vedere lo scempio. In conclusione, vi invito ad estendere la protesta quanto più possibile nei vostri quartieri. Nelle prossime settimane organizzeremo comunque altri blitz di massa, e per la fine della campagna elettorale abbiamo in mente qualcosa di veramente grosso, qualcosa di fragoroso, qualcosa che farà rumore. Scrivetemi per saperne di più o anche solo per chiedere consigli sui vostri blitz.
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