I negozi di Roma
Mi son sempre chiesto come un commerciante possa accettare che la saracinesca del suo negozio sia completamente devastata dai graffiti e ridotta in queste condizioni. Forse perché quando il negozio è aperto, quando arrivano i clienti a comprare, la saracinesca è tirata su e non si vede. Ma di notte, di domenica, quando il negozio è chiuso e la gente passeggia, il degrado visivo generato da questi abomini diventa insopportabile. Secondo noi, una legge che obblighi i commercianti a ripulire e mantenere pulita la propria saracinesca, sarebbe l'ideale. Basterebbe davvero poco, una riverniciata e un trattamento antigraffiti dal costo di non più di 40 euro, per sistemarla una volta per tutte. Eppure questa misera spesa imposta ai commercianti è vista dai politici come una misura impopolare. Quaranta euro una tantum. Anche se contribuisce a migliorare notevolmente l'estetica della strada e quindi ad attirare turisti. Tempo fa scrissi un commento sul blog di Stefano Tozzi esponendo questa idea per l'Esquilino. Il commento, in attesa di approvazione, non è mai apparso sul suo blog. Si continua invece a discutere di aria fritta, di Rione più pulito (ma dove?), di rivoluzione del decoro (seeee). Bisogna pretendere dai commercianti che le proprie saracinesche siano ripulite. Se lo facessero tutti i commercianti sarebbe un bel passo avanti. Ma non lo fa nessuno. E noi cittadini che ancora ci indigniamo davanti a questo schifo rischiamo pure una denuncia se per caso proviamo ad andarle a ripulire. Dobbiamo farlo di notte, di nascosto. Poi i commercianti non si vadano a lamentare sulla stampa se la strada raccoglie sbandati, ubriaconi e teste rasate anziché una clientela internazionale. Ma cosa si aspettano da questo cacatoio di strada? Per la cronaca, qui siamo in Via dei Pettinari.
Rome: disappointingly dirty!
TripAdvisor è il primo e più importante sito web dedicato al turismo. Una guida virtuale nel quale trovare guide sulle città da visitare, indici di gradimento, recensioni su hotel, bar, ristoranti, locali e quant'altro. Il sito ha oltre 10 milioni di utenti ed è una vera e propria mecca per chi pianifica le proprie vacanze online. Ebbene, perché vi diciamo questo? Perché sul frequentatissimo forum di TripAdvisor è recentemente apparso un post dedicato alle scandalose condizioni di degrado in cui annega la nostra città. Il titolo è tutto un programma: Rome - disappointingly dirty! Un devastante ritratto della nostra città descritta senza mezzi termini come una città-latrina. I turisti si lamentano di tutto, dalla sporcizia delle strade alle scritte sui muri, dalla mancanza di bagni pubblici (peraltro tutti in pessimo stato) alla cronica carenza di servizi turistici (parcheggi, metro, bike-sharing, offerta alberghiera e quant'altro) che fanno di Roma una città terribilmente fuori dagli standard non solo europei ma mondiali. Una città come Roma, che vive di turismo, la città d'arte per eccellenza al mondo, ha standard di servizi turistici il più delle volte inferiori perfino a città turistiche di quello che noi definiamo "terzo mondo". Basta prendere ad esempio Marrakech, principale località turistica del Marocco (vedi qui, qui e ancora qui). Gli utenti del forum se la prendono anche con l'orrore mafio-cafon-palazzinaro del litorale romano, in particolare Ostia. Provate a confrontarlo, che so, con i lungomari di Tangeri e Casablanca (vedi qui, qui e ancora qui). Dobbiamo solo vergognarci per come abbiamo gestito e amministrato le sorti di questa città fino ad oggi. Stuprando e saccheggiando il suo territorio con logiche clientelari e criminali, regalando interi quartieri alla mafietta buzzurra e cafona del quartierino di periferia. Amministrando la più grande città d'arte e turistica del mondo con politiche condominiali, senza spendere 1 euro per riqualificare il territorio, da perfetti buzzurri quali siamo.
La Capitale più sciatta d'Europa
Le condizioni di indicibile degrado in cui versa la nostra città continuano a destare scandalo e ad occupare le prime pagine della cronaca cittadina. Les ci segnala una interessantissima lettera inviata dall'ex Ambasciatore italiano a Berlino a Paolo Conti, curatore della rubrica "una città mille domande" del Corriere della Sera. Il diplomatico ci fornisce un'analisi lucidissima della deprimente situazione romana e della totale incapacità e inadeguatezza dei nostri amministratori. Senza mezzi termini, non esita a definire Roma "la Capitale più sciatta d'Europa". Eccovi la lettera:
Caro Conti, seguo questa rubrica da quando, ancora nel 2001, segnalavo il disdoro dei cartelloni pubblicitari abusivi a Roma. Da Veltroni ad Alemanno, non è cambiato nulla a conferma che sul decoro urbano e culturale esiste una radicata connivenza politica. Nei giorni scorsi molti cittadini si sono lamentati delle manifestazioni a piazza del Popolo, dei venditori ambulanti, dei graffiti, della sporcizia, per non parlare della demenziale raccolta dei rifiuti nel centro storico. Gli ambasciatori americani accreditati a Roma hanno ripulito qualche muro a Trastevere. Bello ma grottesco. Perché gli amministratori si rifiutano di vedere, perché ci si nasconde dietro le norme in un Paese che, quando torna comodo, si fa beffe di tutto pur di salvaguardare qualche interesse privato? Perché il primato europeo di Roma nella sciatteria lascia indifferenti le istituzioni? Al punto in cui siamo arrivati, il sindaco di Roma dovrebbe lanciare un vibrante appello affinché i cittadini osservino elementari obblighi civici, attivarsi perché i responsabili vengano puniti, affrontare sul serio le emergenze di Roma. Saluti cordiali, Antonio Puri Purini.
L'Inferno del Tintoretto
Infernal Terminal
L'Air Terminal Ostiense era uno dei gioielli dei mondiali di calcio del 1990. Nato come snodo privilegiato per i collegamenti tra l'aeroporto di Fiumicino e Roma, restò in funzione per poche settimane, per poi subire un rapido abbandono. Oggi si trova nelle condizioni che vedete qui sopra. Abbandonato a se stesso nel degrado più totale. Diventato ricovero per sbandati e barboni. Una storia tipicamente italiana, che testimonia quanto il nostro paese e la nostra Capitale siano assolutamente inadatte ad ospitare eventi sportivi di tale entità. Un monumento al degrado eretto a perenne memoria della nostra incapacità nel pianificare e gestire un evento e nell'amministrare la nostra città. Le foto sono raccapriccianti, ma rendono davvero poco l'idea del livello di schifo raggiunto da questo luogo infernale. La puzza di piscio, vomito e merda non si possono fotografare, ma il nostro reporter Marco ce le ha ben descritte in una email dai toni decisamente horror. Le immagini dello schifo sono sufficientemente eloquenti e non meritano alcun commento se non un disprezzo cieco e imperituro verso i responsabili di questo sperpero di denaro. Tuttavia una buona notizia vogliamo darvela. E riguarda il futuro di questo luogo. In un primo momento sembrava destinato a diventare la sede del Campidoglio2, quindi il progetto è stato abbandonato e si è rischiato di vederci nascere un centro commerciale (qui trovate tutta la storia). Oggi, a quanto pare, le prospettive future sono ben più rosee. Marco ci fa sapere che la struttura dell'Air Terminal ospiterà la sede romana di Eataly. Gli operai sono già al lavoro e la struttura potrebbe aprire già il prossimo anno.
I futuri appuntamenti
Dopo la giornata di sabato, il movimento antidegrado guarda al futuro con più ottimismo. Un anno fa eravamo in tre a coniare termini quali "passeggiata antidegrado" e "blitz antigraffiti". Oggi questi termini sono su tutti i giornali, nelle prime pagine della Cronaca Roma. Significa che il movimento ha preso piede. Ormai il dado è tratto ed è impossibile fermarci. Alla prossima occasione saremo ancora di più. E la volta dopo di più ancora. Ad ogni blitz, ad ogni intervento, parleremo con commercianti e residenti e li coinvolgeremo nella nostra battaglia contro i graffiti e le affissioni abusive. E chi non si allineerà e continuerà ad imbrattare la nostra città finirà per vergognarsene. Parliamo ora di futuri appuntamenti. Prendete il calendario e segnatevi in rosso una data: il 4 luglio si va a pulire il Gianicolo. Un intervento che richiederà uno sforzo immane e il massimo impegno da parte di tutti. Servirà non solo ripulire i muretti dai graffiti, ma anche ripulire i giardini dai rifiuti e dalle bottiglie abbandonate. Ma il sogno nel cassetto (almeno per il sottoscritto) sarebbe quello di coinvolgere qualche fans di guerrilla gardening per sistemare anche i giardini. Non un intervento invasivo, ma una semplice cura e manutenzione del manto erboso. In questo modo potremo finalmente restituire a romani e turisti il più bel belvedere sulla città. Ma prima di questo intervento ci saranno altri appuntamenti. A Trastevere, a proseguire il lavoro iniziato sabato, ripulendo i portoni delle abitazioni e le saracinesche e per testare i prodotti protettivi. Nel Rione Regola, per ripulire le facciate dei palazzi in Via dei Banchi Vecchi e dintorni. E ancora al Ghetto, al Rione Monti, all'Esquilino, a Via Nomentana. Se avete voglia di unirvi a noi fatelo ora senza esitare. Se ci crediamo possiamo davvero cambiare questa città.
Il movimento antidegrado spopola sui media
Repubblica, Messaggero e Corriere della Sera, riportano nella prima pagina della Cronaca Roma articoli e foto dell'intervento antigraffiti di sabato scorso. Pagine su pagine, sia sul sito web che sull'edizione cartacea. Ancora Repubblica e il Messaggero dispensano articoli su articoli sull'allarmante proliferazione dei cartelloni abusivi, adottando perfino il termine "Cartellopoli" (ormai definitivamente entrato nel linguaggio collettivo). Ci concedono interviste, pubblicano le segnalazioni che arrivano dai blog, ci seguono con interesse. Il Corriere della Sera ha seguito fin dall'inizio la vicenda dei "cittadini-stacchini", pubblicando articoli su articoli su articoli e ancora articoli, sia sul sito web che sulla carta stampata e segnalando in anteprima la nascita di blog quali Cartellopoli e Pro Pup Roma. E gli spazi di interazione dei siti web dei quotidiani (da "La città che non va" e "La mia Roma") accolgono ogni nostra segnalazione. Anche Il Giornale ha seguito la vicenda dei volontari antidegrado, approfondendo molti contenuti dei blog romani e mostrando un particolare interesse per le nostre proposte in merito alla lotta ai graffiti. Il Tempo dedica addirittura un video all'operazione antigraffiti di sabato scorso promossa da ReTake Rome e dagli ambasciatori americani. E anche nei free-press si comincia a parlare dei blog antidegrado. Insomma la galassia di blog e associazioni antidegrado finalmente spopola sulla stampa. E anche i telegiornali incominciano a seguire le nostre azioni. Ci contattano radio e tv satellitari, da Romauno a C6tv, da Ecoradio a Radio One-O-Five. Noi ringraziamo sentitamente. Il movimento antidegrado ha bisogno di questo per crescere e diffondersi in tutta la città.
La commedia romana degli abusivi
La crociata anti-muretto a Piazza Augusto Imperatore assume risvolti da commedia romana. Infatti, proprio nei giorni in cui Meier dava l'ok all'abbattimento del suo muretto "per liberare la visuale della chiesa" secondo le richieste del Sindaco, accanto alla suddetta chiesa spuntava, dall'oggi al domani, l'ennesimo camion-bar abusivo. Bordoni (lo stesso assessore responsabile di Cartellopoli) si affrettava a dire: "Manderò la Municipale, ma è difficile spostare i camion-bar". Difficile certo, visto che il Comune è complice di questo schifo. Leggendo le pagine del Corriere della Sera, spunta fuori un articolo datato 12 Novembre 2006, in cui si dà notizia della revoca della licenza al punto ristoro dell'Ara Pacis (e si fa il nome della famiglia Tredicine, che oggi ha un rappresentante nel consiglio comunale). Dunque le cose sono due: o quel punto ristoro è abusivo, e allora non ci vuole nulla a toglierlo di mezzo (e un assessore che non fosse in grado nemmeno di spostare una camionetta abusiva meriterebbe di essere trombato e spedito a casa a calcioni per manifesta incompetenza!); oppure il camion-bar ha riottenuto la licenza che gli era stata tolta nel 2006, e in tal caso sarebbe stato il Comune stesso a ridargliela. Dunque, stanti così le cose, il Comune butterà giù un pezzo di muro della Teca di Meier per "far vedere meglio" dal lungotevere il camion-bar abusivo appoggiato alla chiesa. Ma le comiche non sono ancora finite. Già, perché proprio in questi giorni Alemanno ha annunciato un piano contro l'abusivismo e l'illegalità. Diamo qualche spunto al Sindaco: si potrebbe cominciare proprio dal camion-bar davanti all'Ara Pacis. E proseguire estirpando la bancarellopoli dell'Esquilino, il fruttarolo dei Fori Imperiali, il mini-market di Fontana di Trevi, il pataccaro della Scala Santa, i venditori di calzini davanti alla Basilica di San Giovanni. O forse questi demenziali, ignobili suk sono tutti autorizzati? Leggetevi questo articolo e guardatevi bene questo video.
Via Giulia: i residenti hanno detto SI!
Hanno fatto casino a sufficienza, hanno avuto spazio in abbondanza sui giornali, ma alla fine, facendo i conti, si scopre che i NO PUP sono una esigua minoranza. E' quanto afferma questo articolo del Corriere della Sera, segnalato dal blog Pro Pup Roma. Al termine di una riunione di due ore al tavolo permanente sul Centro Storico svoltasi il 16 aprile scorso, è emerso che l'80% dei Comitati è favorevole al parcheggio, e solo il 20% contrario. Favorevoli anche i residenti (ad eccezione del Coordinamento Residenti Città Storica) e i commercianti, mentre fortemente contrari restano gli studenti e i professori del Liceo Virgilio, sostenuti dall'associazione Italia Nostra. I contrari al parcheggio chiedono almeno garanzie (più che legittime) sulla tenuta dei terreni. E noi aggiungiamo: garanzie anche sulla qualità architettonica dei progetti di superficie. Scorrendo l'articolo del Corriere si scopre anche che molti residenti favorevoli al parcheggio, tra cui Flaminia Borghese, chiedono anche la chiusura totale alle auto di Via Giulia. E questa è certamente la sorpresa più piacevole. Dunque il parcheggio si farà. Ed è interessante leggere tra le righe il futuro destino dell'area interessata dal cantiere. Si dovrà decidere anche il futuro di Vicolo della Moretta, osceno buco nero chiuso da palazzi smozzicati e attanagliato da un groviglio informe di lamiere. Nell'articolo del Corriere Dino Gasperini propone di pedonalizzare la piazza e trasformarla in giardino. Un'altra ipotesi è quella di realizzare un'edificio funzionale destinato a "cittadella dell'artigianato" con il fine di combattere lo scandaloso caro-affitti per le attività artigianali storiche. Un progetto che dovrà essere affidato ad un architetto di fama internazionale, previo concorso pubblico. Del futuro dell'area interessata dal cantiere si discute sul blog Pro Pup Roma con il fine di stilare un documento di proposta da inviare a Gasperini. Invitiamo tutti a partecipare attivamente alla discussione.
Guerriglia legalizzata
Che lo Stadio Olimpico fosse un porto franco dove tutto è possibile e tutto è concesso era già noto da tempo. Eppure le polemiche degli scorsi anni avevano lasciato intendere che ci fosse la volontà di risolvere il problema. Guardando queste immagini verrebbe da chiedersi a che razza di incompetenti abbiamo affidato questo compito. Andare allo stadio oggi significa rischiare la vita. E questo accade ormai solo in Italia. In Inghilterra, in Germania, in Olanda, avevano molti più problemi di noi sotto questo punto di vista. Tutti noi ricordiamo il fenomeno hooligans, la massa urlante dei tifosi ubriachi che distruggevano tutto quello che incontrava sulla propria strada. Ebbene, all'estero il problema lo hanno risolto. Gli hooligans ci sono ancora ma le risse da stadio sono solo un ricordo. E in Italia? Qui da noi siamo ancora fermi al medioevo, abituati ad accantonare i problemi o a risolverli in maniera approssimativa e superficiale. Infiliamo i tifosi in stadi che sembrano gabbie per polli, non riusciamo neanche a fare in modo che le due tifoserie avversarie vengano a contatto. Così il giorno dopo il derby si contano i danni: una macchina bruciata (e per poco una donna nigeriana con due bambini non ci lasciava le penne), cassonetti spaccati, tre accoltellati di cui uno alla gola (si, avete capito bene: alla gola!) ricoverato in gravi condizioni. E tutto questo nell'indifferenza generale. Mentre i volontari antidegrado andavano a pulire i muri di Trastevere gli ultras preparavano l'armamentario, composto da mazze, asce, seghe, bastoni e coltelli (per citare solo il materiale sequestrato). Questi qui ti tolgono anche la gioia di esultare per un gol. Al solo pensiero di cosa accadrebbe ai muri dei palazzi se per caso si dovesse vincere lo scudetto, mi viene quasi da augurarmi che tutto questo non avvenga.
I Love Cassia
Sabato scorso, nel XX Municipio, si è svolto un secondo blitz antidegrado organizzato dai volontari di ReTake Rome e da Paola Carra. Decine e decine di persone, cittadini romani, americani e stranieri, di tutte le età, armati di ramazze, cesoie e sacchi della spazzatura, si sono ritrovati in strada per ripulire il quartiere dalle affissioni abusive e dalle scritte sui muri. Uno spettacolo bellissimo che fa il paio con l'intervento antigraffiti di Trastevere. Molti cittadini, passando, si sono fermati a chiedere informazioni sull'evento, offrendosi di partecipare come volontari ad eventuali future iniziative. E già si parla di un futuro, prossimo appuntamento a Ponte Milvio. Segno che il volontariato civico è contagioso, che la gente è stufa del degrado in cui vive e che ha voglia di impegnarsi in prima persona per combatterlo. L'importante è canalizzare e raccogliere questo malessere per trasformarlo in energia utile alla città. In questo senso i blog antidegrado hanno svolto una fondamentale azione aggregante, senza la quale non si sarebbe mai arrivati a questo. Ed è auspicabile la nascita di una rete di blog antidegrado di quartiere, che faccia inchieste serie e approfondite e che sia costantemente in contatto con la gente. Ogni associazione DEVE avere un blog, su cui postare foto, video, commenti, interventi. Continuiamo così e ben presto queste iniziative di volontariato si farà perfino fatica a seguirle tutte. L'aria che tira ci dice che abbiamo imboccato la strada giusta, sta a noi continuare a seguirla, non far spegnere la fiamma che con tanta fatica abbiamo contribuito ad accendere. Potete guardare le foto e i video dell'intervento su vignaclarablog.it. I volti dei partecipanti, più che mai allegri e soddisfatti, sono il migliore spot possibile per continuare la nostra battaglia.
Riprendiamoci Trastevere
Se il buongiorno si vede dal mattino, il vasto e variegato movimento antidegrado è destinato a fare grandi cose. Sabato pomeriggio almeno un centinaio di persone si sono riversate nei vicoli di Trastevere a strappare manifesti e locandine pubblicitarie, cancellare scritte, ridipingere muri. Tra gli organizzatori, gli ambasciatori americani, ReTake Rome e il Comitato Vivere Trastevere. Stavolta hanno fatto davvero le cose in grande. All'appello ha risposto presente anche uno sponsor, la A.G.E.P. Hydrosoft, che ha fornito ai volontari i prodotti antigraffiti. Io e Giovanni ci siamo dati da fare ripulendo un muro e la saracinesca di un garage, mentre Marcello, Alfb e Luca hanno rimosso decine di manifesti attaccati abusivamente. Purtroppo dobbiamo segnalare l'assoluto dilettantismo con cui gli operatori del decoro urbano dell'AMA hanno gestito la cosa. Sul travertino hanno utilizzato un prodotto molto viscoso applicato con la pennellessa che non è penetrato nei pori del marmo e le scritte non sono venute via. Si doveva intervenire con una sabbiatrice. In mancanza di questa, sarebbe stato meglio utilizzare l'antigraffiti per ripulire saracinesche, segnali stradali, pali della luce, cestini in ghisa e superfici in metallo. Anche nella scelta delle vernici, il dilettantismo più totale. Le tonalità erano tutte sbagliate. Qualcuno ha addirittura passato la vernice sopra ai manifesti attaccati ai muri. Al di la di questo, l'intervento di sabato è stato un importante inizio. Ora la questione degrado è all'ordine del giorno. Abbiamo intenzione di ripetere l'iniziativa tornando a ripulire portoni, saracinesche e tutto quello che non si è riusciti a fare nella giornata di sabato. Ringraziamo gli amici americani di ReTake Rome, il comitato Vivere Trastevere e gli abitanti del rione scesi a ripulire i muri. Qui trovate l'articolo del Corriere della Sera, qui quello di Repubblica.
La "Piastra" e i progetti dimenticati
Ecco un progetto che ci stava particolarmente a cuore: il Parcheggio Piastra sopra la Stazione Termini. Il cantiere aprirà i battenti nei prossimi giorni e fra quattro anni porterà alla stazione e al quartiere un patrimonio di 1400 posti auto e 180 posti moto. Un'opera fondamentale, non solo per tutti coloro che prenderanno il treno e che potranno finalmente lasciare l'auto in un posto sicuro senza girare ore e ore alla ricerca di un parcheggio, ma anche per il quartiere, che soffre, come tutta Roma, della carenza di posti auto. Un progetto che consentirà di riqualificare anche tutta l'area di Via Giolitti. Una piastra di acciaio e calcestruzzo sospesa andrà a ricoprire i binari, celandoli completamente alla vista. Le strade limitrofe ne trarranno beneficio in termini di decoro e vivibilità. Niente più doppia sosta o parcheggi improvvisati in mezzo alla carreggiata, niente più intoppi formati da auto alla ricerca di un parcheggio. Qui potete vedere alcuni renderings del progetto. La piastra sospesa sui binari ospiterà sul tetto una folta schiera di pannelli solari. Fin qui il parcheggio, ma sul futuro del quartiere restano ancora parecchie nubi. A cominciare da Piazza dei Cinquecento. Il nostro sogno è che la piazza sia liberata dalle auto e sistemata a giardino. Una soluzione che darebbe finalmente respiro alla facciata della Stazione e che consentirebbe di valorizzare il tratto superstite delle Mura Serviane. Da stabilire anche il futuro destino del "Dente Cariato", l'orrendo edificio mozzo che affaccia sul piazzale e per il quale c'era in ballo un progetto di riqualificazione (ora sparito) firmato da Massimiliano Fuksas. Infine, i giardini che conducono a Piazza Esedra, infestati da erbacce e baracche e perennemente ostaggio nel più assoluto degrado. Verranno finalmente riqualificati? Nessuna notizia in merito.
Benvenuti a Roma
La scenetta la conoscete tutti. E' l'incredibile, folle cartolina di degrado che vi si para davanti in ogni angolo di questa città marcia e ammuffita. Questo è il bel biglietto da visita che Roma "offre" al turista appena sceso dal treno ed uscito dalla Stazione Termini. Scenette simili non le troverete in nessun altro angolo del mondo, neanche in Africa. Forse solo in qualche città dell'India o del Perù. Queste scenette la dicono lunga su chi siamo noi romani. Un popolo di incivili, di burini, di maleducati, di zozzoni. Ognuno fa come cazzo je pare. Su questi pali arrugginiti, su queste colonne eroiche, ci sono diverse generazioni di pubblicità. Potete trovarci gli adesivi dei mondiali di Italia '90, le pubblicità del Campari, i manifesti abusivi dell'MSI. A nessun Sindaco è mai venuto in mente, passando di qui, di promuovere un'opera di pulizia integrale dei pali di Roma e di trattamento antiaffissioni. O quantomeno una verniciata. Nulla di nulla. Per il romano D.O.C. cresciuto in quartieri fatiscenti che nulla hanno da invidiare alle favelas, tutto questo è normale. Il degrado i romani non lo vedono. Non lo vedono. A Cutrufo, che si chiede come sia possibile che Roma abbia così pochi turisti in relazione al suo immane potenziale, proporrei di aprire gli occhi. Basterebbe leggersi qualche rivista di settore per capire cosa pensano i turisti stranieri di Roma, basterebbe un minimo di esperienza e competenza, magari qualche incarico in meno e un po' più di tempo da dedicare a questa città. E' il tempo di smetterla con i cafonissimi progetti del "secondo polo turistico", con i parchi a tema di fantocci che combattono improbabili naumachie in stadi di plastica. E poi gli stadi veri, il Circo Massimo, il Colosseo, il Teatro Marcello, giacciono anneriti, ricoperti di muffa e tubi innocenti, contornati da favelas di cartaccia.
Appuntamento a Piazza Trilussa
Appuntamento a domani, alle ore 14:00, a Piazza Trilussa. Andremo a ripulire i muri dei palazzi nei vicoli di Trastevere dalle scritte sui muri. Più volontari saremo, più muri riusciremo a pulire. Gli operatori dell'AMA e il delegato per il centro storico Dino Gasperini forniranno l'occorrente, dalle idropulitrici alle vernici. Venite muniti di guanti in lattice, mascherine, un pennello e un rotolino di carta vetrata a grana finissima. Sarà l'occasione per sperimentare la nostra "tecnica a costo zero" di rimozione dei graffiti, con il riutilizzo della vernice preesistente. E' necessario anche avere un barattolo di solvente antigraffiti o acetone e un set di spugne verdi abrasive. Infine, è necessario portare uno spruzzino e un paio di raschietti per rimuovere eventuali manifesti abusivi (come quelli attaccati sul muretto del piazzale che si affaccia su Via del Politeama) e stickers attaccati sui muri o sui segnali stradali. Il materiale dovrebbe averlo Les, se manca qualcosa fatemi sapere al più presto. Mi raccomando, cercate di venire. Venite in tanti e spargete la voce il più possibile. Dalla riuscita di questa iniziativa dipende buona parte del futuro del nostro progetto. Se conoscete qualcuno che vive a Trastevere o nelle immediate vicinanze, contattatelo immediatamente e chiedetegli di partecipare. Domani sarà anche l'occasione per parlare con il comitato Vivere Trastevere e con i commercianti e i residenti per programmare futuri interventi di pulizia nel rione. Le strade interessate dall'intervento sono Via Benedetta, Vicolo del Bologna, Via del Moro, Vicolo del Cinque, Via della Pelliccia, Piazza Trilussa, Ponte Sisto. In ultimo segnaleremo ai rappresentanti del Comune lo stato di degrado delle panchine di Piazza Trilussa, rotte e transennate con teloni arancioni. Una scena che non vogliamo vedere mai più.
Anti-volantini & anti-affissioni
Capita che le passeggiate antidegrado nascano così. Una mattina libera, un colpo di telefono e ci si becca davanti all'Università. Stamattina io e Les siamo andati a staccare manifesti e a raccattare volantini pubblicitari al Lungotevere degli Inventori (quartiere Marconi). Abbiamo completamente bonificato i tergicristalli delle auto dai volantini-spazzatura. A finire nelle nostre mani sono stati una ventina di avvisi di vendita e 200 volantini pubblicitari che pubblicizzavano l'apertura di un nuovo ristorante giapponese (in barba all'ordinanza comunale anti-volantini). Nelle foto potete vedere i mucchietti di carta raccolta. Inutile dire che volantini e locandine sono stati messi lì solo per essere fotografati. Abbiamo provveduto a raccogliere tutto e a differenziare la cartaccia raccolta. Nelle ultime foto abbiamo documentato la situazione dei manifesti elettorali. Nonostante siano passate più di due settimane, le plance elettorali sono ancora lì in bella mostra, fissate con gli zeppetti e con le loro belle lastre metalliche arrugginite. Scene raccapriccianti degne del paese incivile quale siamo. L'ultima foto è un tripudio di orrori all'ennesima potenza. C'è di tutto: volantini pubblicitari, manifesti elettorali, avvisi di vendesi. Un minestrone di cartaccia da far venire il voltastomaco solo a guardarlo. Questa la cronaca della mattina. Nel pomeriggio, io e Marco ci siamo visti al Ghetto per parlare coi commercianti e discutere di future azioni antidegrado. Anche qui ci siamo dati da fare, staccando un'altra ventina di volantini fastweb, un paio di avvisi di vendesi e 4 maxi locandine che pubblicizzavano un concerto. Il tutto tra la gente che ci guardava con aria stupita. Ma cosa c'è di strano nel vedere due ragazzi che si prendono cura della propria città? Solo una signora anziana si è fermata per farci i complimenti.
Interrare le auto, pedonalizzare le strade
Salutiamo con enorme soddisfazione la nascita del nuovo blog Pro Pup Roma. Finalmente una voce fuori dal coro che si leva a difesa di opere sacrosante, contro le sterili e inconsistenti polemiche dei seguaci sfegatati del NIMBY. Siamo stanchi di una città condannata a vivere nel medioevo per mancanza di coraggio. Si vuole discutere sul parcheggio? Benissimo, lo si faccia pure, ma senza mettere in discussione la necessità dell'opera. In tutta Europa si costruiscono parcheggi sotterranei, e difatti le strade sono sgombere dalle auto e pedonalizzate. In Italia no, i parcheggi sotterranei non si costruiscono, e difatti le auto sono parcheggiate lungo le strade, anche se si chiamano "Via Giulia". Al Liceo Virgilio un parcheggio esiste già. Si estende da Largo Perosi a Vicolo della Moretta, passando per Via San Filippo Neri. Un osceno buco nero partorito dalla furia devastatrice del "piccone selvaggio" e invaso da un groviglio informe di lamiere. Lamiere che non disdegnano di invadere anche Via Giulia, strada pedonale solo sulla carta, in realtà un immenso parcheggio abusivo (vedi foto sopra). Cosa avrebbero fatto in Europa? Avrebbero costruito un parcheggio sotterraneo, con ingresso dal Lungotevere, avrebbero tolto tutte le auto dal Rione Regola e pedonalizzato integralmente Via Giulia ricostituendole l'asse perduto dopo aver integrato l'area sventrata di Vicolo della Moretta e Via San Filippo Neri con architetture di qualità. Questo è quello che si fa in un paese civile. E tutta l'area ne sarebbe uscita fuori riqualificata e finalmente restituita alla dignità che merita. Ma questo è quello che accadrebbe in Europa. Qui siamo in Italia, qui si aprono comitati contro qualsiasi cosa, qui si affoga il futuro di una città. Una sola parola d'ordine: interrare le auto e pedonalizzare le strade.
Il 17 aprile tutti a Trastevere!
L'ennesima occasione persa
La parata di archistar all'Auditorium poteva essere un'occasione propizia per sbilanciarsi. Per dire una cosa fuori dalle righe, per lanciare un j'accuse, un grido d'allarme. Per sbattere in faccia a tutti i romani, dal primo all'ultimo cittadino, il deprimente stato di degrado e abbandono in cui versa la Capitale. Nulla di tutto questo. Si è continuato a parlare di progetti-feticcio spacciandoli per interventi di rivoluzione urbanistica. Oggetti meravigliosi inseriti in un contesto osceno da favela brasiliana. Opere che comunque non vedranno la luce prima dei prossimi 10 anni. Considerare la città in blocchi, a compartimenti stagni, come una somma di progetti indipendenti l'uno dall'altro, è un errore madornale. Manca un'idea di città, una visione d'insieme, un criterio unificante. Si procede a tentoni con interventi spot. Gli architetti progettano cattedrali nel deserto, e quando poi questi vengono stuprati da graffiti e scritte, oscurati da cafonissimi maxicartelloni abusivi, non dicono una sola parola. Cara Zaha Hadid, venga a vedere che bel megacartellone giallonero hanno piazzato davanti al suo MAXXI a Via Guido Reni. Caro Renzo Piano, venga a vedere la parata di cartelloname che umilia i suoi tre "scarabei" dell'Auditorium Parco della Musica. Architetti romani, svegliatevi, prendete coscienza che una città non si cura né coi cerotti né con un po' di make-up. La vera battaglia per Roma è restituirle ordine, decoro, legalità, civiltà, vivibilità. E' cominciare a pensare a Roma come a una Capitale Europea, con gli stessi standard di servizi, decoro e vivibilità di Parigi e Londra. E' una rivoluzione culturale. Unica nota positiva in questo mare magnum di mediocrità andato in scena all'Auditorium, è l'iniziativa promossa da Cartellopoli. Manifesti di protesta duri come macigni. Leggete qui l'articolo di Repubblica.
Auto del popolo
I muri scarseggiano, i vagoni dei treni e delle metropolitane sono ormai tutte imbrattati, le pensile ATAC non hanno più un centimetro libero... le strade, quelle no, sono dei ragazzini "mocciosi". A allora noi ci prendiamo i camioncini! Ormai l'emergenza graffiti a Roma è in versione "tridimensionale". Sui muri, per terra, sulle auto, ovunque. Ai cultori del genere dovrebbero vendere degli occhialetti appositi per poter gustare al meglio questo osceno spettacolo a tutto tondo. Chissà, potremmo aprire un business. Il fatto è (tornando alle cose serie), il fatto è che ai proprietari dei camioncini che vedete nella foto non gliene può fregar di meno se gli fai una scritta sull'automezzo. Fregherebbe, invece, e molto se qualcuno cominciasse a taggare sulle auto private. Allora si che il popolo si incazzerebbe, allora si che si assisterebbe a una vera rivolta, allora si che il movimento dei taggaroli si darebbe una martellata sulle palle. Spiace dirlo, ma questo è il solo modo per cominciare a svegliare un'opinione pubblica colpevolmente assente. Un muro può restare sporco e chissenefrega, ma chi andrebbe in giro con la fiancata taggata o il parabrezza dipinto? Ovviamente non intendiamo minimamente istigare nessuno a taggare sui cofani delle auto, ci mancherebbe. Ma seguendo il ragionamento del Ministro dell'Interno Maroni, perché i muri possono essere libri di popolo e le auto no? Taggano sui vagoni della metro, perché non farlo anche sulle auto? Magari proprio sull'auto blu del Ministro. A rigor di logica non ci sarebbe nulla di male. Anziché taggare sul muro di casa mia, che ripulisco io coi miei soldi, andate a taggare l'auto blu di Maroni. Anche se pure quella, gira e rigira, la paghiamo noi con i nostri soldi.
Strade del popolo
I muri puliti scarseggiano, i vagoni dei treni e delle metropolitane sono ormai tutte imbrattati, le pensile ATAC non hanno più un centimetro libero, e così i ragazzi della "Generazione Moccia" hanno deciso di prendersi anche le strade. Non da oggi, intendiamoci, ma da parecchio tempo ormai, nell'indifferenza e nel menefreghismo generale (in primis dei media) si sta diffondendo l'usanza di dedicare frasi amorose alla propria dolce metà scrivendole direttamente sulla strada. Sui marciapiedi o sulla carreggiata, magari addirittura all'uscita del portone di casa. Che poi si rischia anche meno che a scriverle sui muri, visto che le strade non sono di proprietà di nessun privato cittadino. E dunque, in attesa che Via del Corso, Via dei Condotti, Via Giulia, o Via Veneto si trasformino in lunghissimi papiri colmi di "moccianate", godiamoci questo "splendido" angolo di inciviltà romana catturato dalla nostra fotocamera nel quartiere San Paolo. Siamo precisamente a pochi metri dal Liceo Platone, in sostanza a pochi metri di distanza dal muro fotografato ieri. La dedica che vedete nella foto è stata replicata per ben tre volte, lungo tutta la strada. Non contento, il vandalo in questione ha abbandonato la bomboletta sul muretto che vedete lì a sinistra, a far compagnia a una bottiglia di birra. Queste sono le parole (tratte da una canzone di Gianluca Grignani). Noi, immensamente noi, condividiamo tutto sai, anche questa nostra gioia strana, che stranamente noi ci fa stare insieme, come quando il giorno ci allonta, ma ti sento vicina dalla notte prima. Non proprio il massimo dell'originalità. A costo di passare per cinici, non possiamo che augurarci che questo splendido amore finisca quanto prima. Ammesso che non sia già finito.
Libri di popolo
Sostiene Roberto Maroni: "I muri sono libri di popolo". Nessuno tocchi il graffitaro. Anche io, da piccolo, scrivevo sui palazzi di notte con la mia bella bomboletta spray. A parlare così non è un politico qualunque. E' l'attuale Ministro dell'Interno. Verrebbe da chiedersi se Roberto Maroni, a cui si deve il naufragio della rigida legge contro i writers così come era stata pensata dal PDL, si sia mai fatto un giro a Roma. Lui che apprezza così tanto i libri di popolo troverà certamente grande ristoro per anima e mente a passeggiare per i bellissimi vicoli di questa città orrendamente sfigurati dai suoi amici scrittori. Eppure noi siamo convinti che la passeggiata romana a Maroni non piacerà. Anche ammettendo che i muri siano libri di popolo, verrebbe da chiedersi cosa cavolo ci sia scritto su quei libri. DOGH! E' tutto qui quello che i moderni barbari amici di Maroni riescono a partorire? DOGH! E' per salvaguardare questa perla di letteratura che il Ministro dell'Interno ha stoppato una legge che prevedeva multe salatissime e carcere per chi devasta quotidianamente la nostra città, arrivando perfino a scrivere sulle targhe di marmo coi nomi delle strade? A questo punto, dato che abbiamo il lasciapassare del ministro, vorrei esporvi la mia idea. Attacchiamo dei fogli A4 sopra le tag e scriviamoci sopra la nostra denuncia. Attacchiamoli con lo scotch carta, facilmente rimovibile e che non lascia traccia. Non vogliamo deturpare la città più di quanto non sia già deturpata. Vogliamo solo dare la sveglia ai nostri concittadini. Utilizzando i muri ma senza vandalizzarli. Occultiamo le tag sui muri con un foglio A4, scriviamoci sopra la nostra denuncia. Usiamo i muri per denunciare i mali di Roma. Abbiamo il Ministro dell'Interno che ci fa da sponsor.
Graffiti, graffiti, graffiti
Per qualche strano motivo, sembra che per i ragazzi di oggi non esista altro modo di esprimersi se non quello di scarabocchiare i muri. Si definiscono artisti ma il loro concetto di arte è decisamente limitato. La storia dell'arte non la studiano. E quindi non la rispettano. Non hanno rispetto per niente e per nessuno. Hanno una bomboletta in mano e questo basta. Con quella in mano si sentono liberi. Liberi di scrivere su qualsiasi superficie che si presti allo scopo. Scrivono sulle chiese, sugli edifici storici, sui cartelli turistici. E hanno la faccia tosta di definirsi artisti. Questo è uno dei muri perimetrali che dividono il Liceo Classico Platone dalla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma3. Lo stesso muro immortalato qualche giorno fa nel post "sQuola di degrado". Un muro grigio come tanti, subito preso d'assalto dai ragazzi con la bomboletta in mano. Ma com'è stato riempito questo muro? Non un disegno, non un murales, niente che contribuisca a riqualificare l'ambiente. Solo una serie confusa di firme e lettere senza alcun senso. Lettering di bassissima qualità. Un'esercitazione forse. Lo spirito di emulazione fa si che il primo deficiente che passa si metta lì a scarabocchiare i muri. Le cose non vanno meglio girando l'angolo. Scarabocchi confusi, scritte su scritte, una sull'altra. Un groviglio selvaggio senza capo né coda. Non c'è nulla di artistico in queste scritte. E' vandalismo allo stato puro. Il writing a Roma non ha portato nessun valore aggiunto. Solo un danno economico di centinaia di milioni di euro. E una generazione di vandali che hanno rovinato questa meravigliosa città. Faremo piazza pulita dei loro scarabocchi.
L'Inferno di Via dei Pettinari
Lo abbiamo sempre detto: il degrado ambientale è una delle principali cause del degrado sociale. Questa volta i fatti ci danno ragione. Parliamo di Via dei Pettinari. Quella che era una rispettabile strada del centro storico di Roma, a pochi metri da Via Giulia, si è trasformata negli ultimi anni nella strada più degradata del centro di Roma, costantemente presa di mira da vandali e writers (vedi qui). Nel giro di pochi anni la strada è diventata un Inferno. Un postaccio frequentato dalla feccia di Roma. Dove accadono cose come questa. Uno sbandato piscia sul muro di un bar, il proprietario si incazza e finisce a bastonate. Leggiamo l'articolo di Repubblica. Alle due di notte presi di mira da un gruppo di ragazzi con giubbotti e crani rasati. Che urlavano frasi come "Sporchi ebrei, vi bruciamo il bar". Vittime, i titolari di un bar di via dei Pettinari. Ai militari è stato anche consegnato un video con le immagini catturate dalle telecamere esterne dello stesso bar poco prima delle due del mattino di venerdì scorso: si vedono cinque o sei ragazzi con crani rasati e bomber che con una tavola di legno si scagliano contro la serranda del locale. Il titolare è anche stato refertato in ospedale con 4 giorni di prognosi. Uno dei ragazzi con i bomber e capelli rasati è stato notato dai baristi mentre orinava contro un muro di via dei Pettinari vicino all'esercizio commerciale. Ne è nata una lite accesa, e la frase antisemita "ebrei, vi bruciamo il bar" è stata uno dei molti insulti lanciati dal gruppo verso gli esercenti del bar. "Qui intorno - dice un altro negoziante - tutte le notti sono un problema. Se qualcuno sparasse, nessuno si girerebbe. Qui, anche se siamo in pieno centro, vivere e lavorare è sempre più difficile".
L'Aula Gotica resta chiusa
Era il lontano 1996, quando a Roma, in occasione dei restauri di un'aula del Monastero dei Santi Quattro Coronati, venne scoperto, in maniera del tutto fortuita, uno sbalorditivo ciclo pittorico duecentesco. Gli affreschi erano nascosti sotto uno spesso strato di intonaco bianco. Ci sono voluti quasi dieci anni per rimuovere ogni centimetro di intonaco, ma il risultato oggi appare straordinario. Al momento della presentazione degli affreschi agli studiosi l'Aula fu definita "la Cappella Sistina del Duecento". Al di là della qualità eccelsa degli affreschi, l'importanza storica di questo ciclo pittorico è tale da obbligare studiosi e storici a riscrivere intere pagine di storia dell'arte. Di questo ritrovamento ne ha parlato, con toni entusiastici, la stampa di tutta Europa (qui un articolo). Gli affreschi sono attribuiti al Terzo Maestro d'Anagni, lo stesso autore degli affreschi della Cripta della Cattedrale di Anagni, uno dei più importanti e amminirati cicli pittorici medievali dell'Italia intera. Ma ora arrivano i problemi. L'Aula Gotica si trova all'interno di un monastero di suore di clausura che non possono avere contatti con nessun'altra persona. Per aprire l'Aula al pubblico si rendeva quindi necessaria la realizzazione di una porticina di accesso secondaria. Nel dicembre 2006, l'allora Ministro Francesco Rutelli annunciò la fine dei lavori di restauro, rimandando l'apertura al pubblico al marzo 2009. Ma ad oggi i lavori necessari per la costruzione dell'accesso esterno non sono ancora iniziati. Da una indagine del quotidiano romano Il Tempo è emerso che la responsabilità dei lavori è dell'A.p.s.a. (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica), un organo del Vaticano al quale il giornale si è rivolto senza ottenere risposta. E così l'Aula Gotica è destinata a rimanere chiusa. Tutto bloccato. Per una porticina.
Ghetto, futura Oasi Antigraffiti
Come primo obbiettivo abbiamo scelto il Ghetto. Un quartiere limitato e compatto, con una sua ben specifica identità, in cui bene o male tutti si conoscono. Una zona di Roma relativamente ben tenuta, a parte una manciata di strade (Via dei Falegnami e traverse). E' qui che Riprendiamoci Roma metterà in pratica il suo primo esperimento antigraffiti, nel tentativo di trasformare il quartiere nella prima Oasi Antigraffiti di Roma. Non ci diamo limiti di tempo, ma è chiaro che quanti più saremo tanto più rapido sarà il processo. In cosa consiste il nostro esperimento? E' molto semplice. Ripulire integralmente le strade del rione, estirpare tutti i graffiti, dal primo all'ultimo, coinvolgendo gli abitanti e i commercianti del Rione. Il tutto a costo zero. Non chiederemo un'euro di manodopera, chi vorrà darci un contributo per l'acquisto dei prodotti sarà libero di farlo di sua iniziativa. L'intervento si svolgerà in più fasi. Inizialmente coinvolgerà i commercianti della zona, per la pulizia delle saracinesche ed eventuale protezione delle stesse con specifici prodotti antigraffiti. Quindi sarà la volta dei residenti, che coinvolgeremo nella ripulitura dei muri intonacati con vernici opportunamente preparate a partire da campioni di intonaco. Il tutto, ovviamente, curando in maniera maniacale e scrupolosa la qualità del risultato finale. Una volta puliti i muri, lasceremo agli abitanti del quartiere la vernice rimanente, chiedendogli di provvedere a mantenere puliti i muri. Se qualcuno vuole partecipare, ci invii subito una email al nostro indirizzo. Se qualche ditta specializzata in rimozione graffiti e protezione delle facciate vuole cogliere l'occasione per pubblicizzare i propri prodotti, si unisca a noi. Se qualche abitante vuole fornirci un supporto logistico, si faccia avanti. E' il momento di rimboccarsi le maniche.
8-9 Aprile: tutti all'Auditorium!
Giorni fa il blog Cartellopoli ha pubblicato un articolo su una conferenza cittadina che si svolgerà l'8 e 9 aprile all'Auditorium Parco della Musica dal titolo "Roma 2010-2020: nuovi modelli di trasformazione urbana". Sarà presente, oltre al Sindaco Alemanno, una nutrita schiera di architetti, tra cui il romano Massimiliano Fuksas, Richard Meier, Zaha Hadid e Santiago Calatrava. Un'occasione ghiottissima per portare all'attenzione dei media e del mondo civile lo "Scandalo Cartellopoli", ad oggi l'unica vera "trasformazione urbana" cui abbiamo assistito. Trasformazione che peraltro è ancora in atto, dato che l'invasione vandalico-cartellonara non accenna ad arrestarsi. E così Cartellopoli propone una sorta di chiamata alle armi. Il blog cerca volontari per organizzare un'azione di protesta forte e rumorosa. L'iniziativa prevede un volantinaggio con fogli di denuncia, che mostreranno immagini dei confronti prima/dopo e foto dei cartelloni che oscurano i monumenti storici e le architetture del '900, con una scritta a caratteri cubitali: "Ecco il modello di trasformazione urbana della nostra città". Ma ognuno può sbizzarrirsi come meglio crede, portando volantini, cartoncini, striscioni e quant'altro. A nostro avviso, questa è un'opportunità da prendere al volo per denunciare questa barbara invasione. Non dobbiamo assolutamente lasciarcela sfuggire. Invitiamo dunque tutti coloro che fossero interessati a partecipare a una o a tutte e due le giornate ad inviare una email a questo indirizzo, confermando la propria presenza. Qui trovate il Programma degli Stati Generali, qui l'elenco dei relatori. Fatevi avanti, serve l'aiuto di tutti voi.
Fastweb siamo noi
Nuovo blitz un po' più sostanzioso per le vie del quartiere San Paolo. Questa volta a finire nelle nostre mani sono i fantomatici volantini fastweb, una nostra vecchia conoscenza. In tutto ne abbiamo staccati una trentina, da cancelli, muri, cabine telefoniche e pali della luce. Erano praticamente ovunque, attaccati alla "cazzo di cane" con del volgarissimo scotch carta. Se questi sono i metodi di pubblicizzazione della più importante azienda italiana nel settore delle comunicazioni in fibra ottica, stiamo messi male. Non starò qui a ricordare le recenti vicende di cronaca che hanno riguardato l'azienda e che tutti noi conosciamo benissimo. Mi soffermerei piuttosto sulla pubblicità che compare sui giornali e sulla homepage dell'azienda. Una lunga teoria di facce con su scritto "La fastweb siamo noi". Ecco, a noi ci piacerebbe pensarlo, ma purtroppo la realtà è un'altra. L'azienda è responsabile della peggiore campagna di pubblicizzazione selvaggia che abbia mai coinvolto la nostra città. Dopo le locandine delle agenzie immobiliari e delle discoteche villa, dopo gli adesivi dei traslocatori e degli spurgatori di fogne, subito dopo viene la fastweb. Mai prima d'ora un'azienda si era azzardata ad attaccare volantini pubblicitari sui muri in marmo dei palazzi con lo scotch carta. Su ogni muro, su ogni strada, dalla periferia al centro. Una invasione grottesca e ridicola, segno dell'anarchia che regna sovrana in questa città. E le ordinanze continuano a fare acqua, se è vero che di volantini e cartaccia varia continuiamo a vederne e a raccoglierne in quantità industriale. Invitiamo tutti, come sempre, a fare altrettanto. E se qualcuno di voi avesse voglia di chiamarli e di litigarci un po', a noi farebbe molto piacere.
Il dado è tratto
La sfida ai writers è ufficialmente lanciata. Fino ad oggi hanno agito indisturbati o quasi, da domani a contrastare la mandria di barbari che devasta ogni sera i muri delle nostre città ci saremo noi e altre associazioni di volontari antidegrado. Tra queste, ReTake Rome, associazione di cittadini americani romani d'adozione, che ha ottimamente organizzato l'ultimo blitz antigraffiti a Villa Borghese. Cittadini americani che amano la propria città d'adozione molto più di tanti nostri zotici, invicili concittadini, che non esitano a devastare la città per puro divertimento, tra la totale assenza delle aministrazioni (incapaci di capire e contrastare il fenomeno) e una popolazione ormai troppo abituata a vivere in una città-discarica per potersi opporre al dilagare dello schifo. Da domani non sarà più così. I blitz antigraffiti si susseguiranno a cadenza regolare e vedranno una partecipazione massiccia di persone. La differenza è che noi potremo agire alla luce del sole, mentre loro, i writers, continueranno a rischiare multe, denunce, botte, ecc. Nei mesi scorsi abbiamo studiato, sperimentato e testato nuove soluzioni nella lotta ai graffiti. Soluzioni ampiamente documentate sul nostro blog, ispirate ai criteri di economicità e fattibilità ma qualitativamente ineccepibili. Ora è giunto il momento di metterle in pratica su larga scala. L'obbiettivo che ci prefiggiamo è quello di individuare un'area, un quartiere, un rione, e di estirpare integralmente i graffiti, riportando palazzi, strade e piazze all'originaria bellezza. A questo scopo, stiamo contattando numerose associazioni di quartiere attive sul territorio. Se siete una di queste, non esitate a scriverci. Siamo tanti, organizzati, preparati e determinati.
Demolition Day: atto secondo
La task force anti-cartelloni è tornata in azione. Giovedi scorso è andato in scena il secondo atto della lotta ai cartelloni selvaggi. Il secondo Demolition Day organizzato da Andrea Catarci, presidente dell'XI Municipio, dalla Regione Lazio, in collaborazione con la Sovrintendenza Archeologica e l'Ente Parco, ha permesso la bonifica di Via Grottaperfetta e del Parco dell'Appia Antica. Un intervento massiccio di grande efficacia (si parla di una trentina di impianti rimossi, alcuni dei quali pericolanti) che ha consentito di recuperare un paesaggio magnifico, un angolo di campagna romana denso di storia e di testimonianze archeologiche, miracolosamente scampato alla furia palazzinara ma oscurato in maniera indecente da un filare interminabile di cartelloni. E adesso Catarci rilancia, proponendo di estendere questo genere di interventi a tutto il territorio romano. "Roma non è in vendita", sottolinea Catarci, ed è ora di darsi da fare e rimboccarsi le maniche per difendere il territorio dalla barbara furia dei banditi devastatori. Lo stesso Catarci annuncia che denuncerà le società responsabili di un simile abominio chiedendo i danni per il danneggiamento del manto stradale. Da registrare l'ostruzionismo del comandante cittadino della Polizia Municipale, Angelo Giuliani, che ha provato a bloccare l'intervento di rimozione adducendo non meglio precisate motivazioni. Al difensore di turno dei banditi cartellonari auguriamo di finire presto a dirigere il traffico. Ringraziamo Andrea Catarci per il suo impegno e per le email che ci ha mandato, e Maria Laura Corami per averci inviato le foto dell'intervento di demolizione. Qui trovate l'articolo relativo al primo intervento di demolizione, portato a termine due settimane fa. Speriamo davvero che questo genere di interventi si diffondano presto a tutta la città.
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