L'ultimo ad invocarla, in ordine di tempo, è stato Beppe Grillo dalle pagine del suo Blog: " E' un Comune strano, questa dovrebbe essere la capitale d'Italia, Roma, e qui hanno vissuto in questo sogno metafisico che veramente fosse la Capitale. Ma tutte le capitali del mondo hanno una legislazione da parte dello Stato privilegiata, con finanziamenti privilegiati, perché qui sono le ambasciate, ci sono i flussi del Vaticano, ci sono milioni di turisti, non è che puoi trattarla come una una città normale". "Non è possibile che per qualsiasi investimento tu debba passare attraverso la Regione Lazio! La Regione Lazio decide se fare o non fare una struttura da un milione di metri cubi, e il Comune deve subire questa roba - aggiunge -. Dobbiamo avere una legislazione dello Stato che dica effettivamente se Roma è la città Capitale d'Italia. Così, non c'è. Io vi dico due cifre perché sono un ragioniere: abbiamo un bilancio di 4,5 miliardi in questa città, di spesa sono destinati agli investimenti solo 236 milioni. Milano destìna agli investimenti 10 volte di più". Prima di lui, in piena Mafia Capitale, ad invocare una legge speciale per Roma ci fu Rosi Bindi e il Senatore Luigi Zanda che disse: "Serve una nuova idea di città per progettare il futuro della Capitale. E serve uno schema di governo diverso grazie a una legge speciale che ne determini il profilo adeguato con poteri e risorse da città-Regione, perché nonostante tutto Roma è piena di risorse positive». Aggiunse: «Roma deve diventare una capitale all’altezza delle altre grandi capitali europee. Bisogna valorizzare la straordinaria personalità, offrendo servizi pubblici efficienti e immettendo nell’amministrazione gli anticorpi per battere la corruzione. Serve uno schema di governo diverso. A Roma occorre una legge speciale che ne determini il profilo istituzionale adeguato, con poteri e risorse da città-Regione, accade per gran parte della capitali europee». Ma perché ancora Roma, nonostante la volontà politica espressa da diversi schieramenti, non ottiene una legislazione speciale come Berlino, Londra, Parigi, Madrid: tutte capitali che hanno un contatto diretto con lo Stato e una legislazione ad hoc dovuta dallo Status di Capitale del rispettivo Paese?
L'anomalia è solo Italiana e a pagarne lo scotto sono Roma e i romani ( i più tartassati d'Italia!). Il 2017 dovrebbe davvero essere l’anno di una legge speciale che dia allo Stato i pieni poteri sulla capitale, ridimensionando i Consigli comunali che da decenni sono corrotti o inadeguati, con i sindaci impreparati, spesso alleati alle lobbies: si pensi a quanto sta avvenendo con i "mutandari" con i quali l'attuale governo cittadino si è apertamente schierato, con i tassisti, con i movimenti per la casa cioè quelli che la vogliono gratis mentre voi, coglioni, pagate regolarmente il mutuo, con gli occupanti illegittimi di alcuni importanti spazi culturali della città, gestiti in regime dittatoriale! Tutto questo deve finire e mentre scriviamo c'è un'altra città, la Capitale economica del Paese, che cerca di elevarsi sempre più e che invoca apertamente una legge speciale pur non essendo Capitale Istituzionale. Milano, in occasione della recentissima presentazione del progetto per fare del capoluogo lombardo la capitale finanziaria d’Europa, davanti agli stati maggiori della finanza e del mondo delle professioni, dell’economia, dell’università, ha chiesto apertamente allo Stato Italiano, una legge speciale. Lo ha fatto perché Milano, e non Roma fate attenzione, possa esser messa nelle condizioni di competere con altre capitali europee che si candidano allo stesso ruolo, quali Francoforte e Parigi per poter ospitare sedi e funzioni che oggi sono localizzate a Londra ma che a breve dovranno cercare una ricollocazione nell’area euro per effetto dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (si parla della sede dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco e di alcune attività legate al funzionamento dei mercati finanziari). Bene Milano. Male, malissimo, come sempre, Roma. RR
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