Per la metro B1 un ricorso di Tammurrino, docente alla Sapienza e attivista di Italia Nostra, alla Commissione europea rallentò la realizzazione della fermata Jonio di ben un anno. Passando alla C, l'Associazione di cui sopra, insieme al Comitato Celio, cercò in tutti i modi di bloccare i cantieri della metro tra San Giovanni e Colosseo, in questo caso con la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti contro i lavori in procinto di partire. Il Presidente di Italia Nostra di allora era Ripa di Meana, uno che sicuramente non è mai salito su un bus o una metro, questo per sottolineare la distanza reale tra il cittadino e l'ovattato mondo degli "italianostristi romani". Sempre durante la reggenza di Ripa di Meana, in epoca Alemanniana, i "NOISTI" de noantri si scagliarono contro la realizzazione del Parcheggio del Pincio.
Il Comunicato recitava così: "La motivazione ufficiale per questo parcheggio è quella di togliere le auto dal Tridente per pedonalizzarlo, ma in realtà il numero dei residenti e degli aventi diritto a comprare i posti macchina è molto più numeroso. Quindi le macchine al Tridente non saranno sicuramente eliminate.
Inoltre sono previsti posti a rotazione chiaramente per i clienti degli alberghi ed esercizi commerciali vicini.
Il parcheggio funzionerà da magnete per attirare nuovo traffico automobilistico verso il centro storico con attraversamento e con un carosello di macchine in Piazza del Popolo, oggi interamente pedonalizzata.". Una boiata dietro l'altra che purtroppo ha sortito l'effetto sperato: la non realizzazione del parcheggio, la solita perdita di posti di lavoro per la realizzazione e gestione, l'eliminazione delle auto dal tridente ed una gestione della sosta di stampo europeo.
Fosse stato per Italia Nostra, l'attuale Stadio Centrale del Tennis non sarebbe MAI esistito: poiché il Complesso Monumentale del Foro Italico ha una doppio vincolo, quello monumentale e quello paesaggistico. Anche in quella occasione presentarono ricorsi ma fortunatamente senza successo. "La costruzione del centrale del tennis - dissero - è e rimane un abuso legalizzato dai poteri dello Stato". Sempre in tema di sport sono stati ovviamente strenui oppositori delle Olimpiadi a Roma.
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