I Pollai arancioni simbolo di una Roma immobile.

domenica 12 febbraio 2017
Bivacchi con Peroni/Tavernello, doppia fila, rovistaggio, mercatini del rubato e della monnezza, scritte, adesivi, buche e cartelloni. In questo marasma di degrado e sciatteria si sono ricavati un ruolo di tutto rispetto i pollai arancioni, ormai elementi urbani di degrado imposto a tutta la cittadinanza. Hanno assunto questo status per un semplice motivo: da intervento temporaneo, a protezione di una buca, di un marciapiede divelto, di un albero caduto, sono plastica sintesi dell'immobilismo di Roma. L'asfalto viene puntellato, il pollaio montato e poi si vedrà. Quando e come si interverrà non è dato sapere. Non siamo neanche convinti che esista un censimento per Municipio di quanti ne siano presenti per territorio. Dimenticati per mesi, alcuni per anni, negli angoli o al centro delle carreggiate, democraticamente distribuiti in centro come in periferia, hanno il potere di rallentare il traffico di intere arterie a pesante scorrimento facendo saltare i nervi, già fortemente messi a dura prova, del cittadino romano; hanno il potere di occupare un intero marciapiede costringendo i pedoni a pericolosi attraversamenti ai lati della strada. Il pollaio arancione non è un aspetto di Roma, è Roma. Lo è in tutta  la sua inefficienza, in tutta la sua lentezza a passare dalla contingenza alla normalità. E al romano non resta che farci dell'ironia...

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