Scrive: "tutte le capitali del mondo hanno una legislazione da parte dello Stato, privilegiata, con finanziamenti privilegiati, perché qui sono le ambasciate, ci sono i flussi del Vaticano, ci sono milioni di turisti, non è che puoi trattarla come una una città normale. Non è possibile che per qualsiasi investimento tu debba passare attraverso la Regione Lazio! La Regione Lazio decide se fare o non fare una struttura da un milione di metri cubi, e il Comune deve subire questa roba. Dobbiamo avere avere una legislazione dello Stato che dica effettivamente se Roma è la città Capitale d'Italia. Così, non c'è. Io vi dico due cifre perché sono un ragioniere: abbiamo un bilancio di 4,5 miliardi in questa città, di spesa sono destinati agli investimenti solo 236 milioni. Milano destìna agli investimenti 10 volte di più. Roma non è una città normale - continua - è la città più grande d'Europa, dopo Londra credo sia la più estesa d'Europa, ha 8560 km di strade, Milano ne ha 1700, hai voglia a mantenere il verde, l'illuminazione, le buche... 8560 km, Milano 1700!" Il suo post, dopo altri ragionamenti, suona come una resa: "Ma cosa pretendete del Movimento 5 Stelle? Cosa pretendete dalla Raggi? Cosa fa in una situazione così?"

L'appello al Papa: "Bergoglio ha dichiarato che vorrebbe pagare l'Imu: Bergoglio ti prego, mi hai già copiato tutto il programma, ora cerca di dare una mano a questa meravigliosa città. E' anche giusto che tu partecipi, e ti daremo dei premi, ti faremo delle belle cose, ma dai una mano per favore Bergoglio, abbi pazienza"
Dopo quanto letto, la domanda è lecita: cosa diavolo stanno facendo? No, perché leggendo il post davvero non si capisce nulla e l'ansia, da romano che nutriva una qualche speranza, sale alle stelle. Tutto è impossibile, tutto è difficile, tutto è insormontabile. Tutto è fuori dalla portata di chiunque. Chi aspettiamo Superman? No, caro Beppe, la situazione era conosciuta dai tuoi e da te negli anni d'opposizione. Il romano che vi ha dato il consenso si aspetta l'"adesso cambiamo tutto" che da slogan elettorale deve trasformarsi in realtà. RR
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