IL RACKET SI INFILA OVUNQUE. LA NUOVA MODA E' SOPPERIRE ALLE CARENZE DI AMA SULLA PULIZIA DEI MARCIAPIEDI. UN FENOMENO ORMAI DILAGANTE.

venerdì 7 aprile 2017


"Gentili Signore e Signori desidero integrarmi onestamente nella vostra città senza chiedere l'elemosina. Da oggi terrò pulite le vostre strada. Vi chiedo un contributo di soli 50 centesimi per il mio lavoro. Buste, scope, palette e altro materiale per la pulizia sono ben accetti. Grazie per la vostra contribuzione".
Questo il testo del cartello che ormai, in serie, troviamo ad ogni angolo della città. Un testo sempre uguale, con i medesimi errori di grammatica e scritto in un italiano quasi perfetto. Tutti indizi che portano a sospettare che questa attività non sia di libera iniziativa ma gestita dal solito racket che ammorba la città: quello del degrado e dell'abusivismo. Probabilmente zingari. Ancora non lo abbiamo scoperto. Ma lo scopriremo.  Quel che è certo è che la cosa inizia a puzzare e tanto. La richiesta esplicita di una somma minima, 50 centesimi, ulteriore indizio.  A Roma, come vi abbiamo più volte spiegato, ogni giorno va in atto il teatrino delle marionette. In centro storico vengono scaricate e sfruttate persone con evidenti disabilità, fatte venire in Italia appositamente e posizionate in punti strategici. Allo stesso modo, giovani zingare vengono travestite da vecchie elemosinanti tremolanti, posizionate anche loro in altri punti di passaggio turistico ben studiati, e riprese la sera quando, miracolosamente, il Parkinson scompare. Accanto a questa flotta di individui ci sono poi i falsi storpi: un video di poco tempo fa, pubblicato da noi, smascherava questi soggetti che, al calar della sera e a fine turno, in quel di piazza del Popolo riacquistavano, miracolosamente anche loro, la totale capacità di deambulare. Un'altra variante del teatrino è il racket dello spolverino: giovani e vecchi, sempre di etnia rom, vengono ricoperti da uno spolverino logoro e lasciati, scalzi, a mendicare al semaforo. Abbiamo smascherato anche questi imbroglioni postando una foto di un soggetto che, nascondendosi goffamente  dietro a un albero, parlava tranquillamente attraverso uno smartphone di ultima generazione. Cosa può essere accaduto? Gli indizi sono forti. Gli Extracomunitari, che ancora oggi sono in giro a bighellonare per le strade chiedendo l'elemosina, sono stati letteralmente agganciati dal racket, lo stesso che gestisce i bangladini, e sfruttati alla stessa maniera. A Roma, non serve l'intelligence per capirlo, c'è una sovrastruttura, divisa in gruppi ed etnie che si è spartita il territorio e gestisce tutto l'ambulantato illegale, la gente ai semafori, la prostituzione per strada, i falsi storpi, le finte vecchie, gli zozzi con lo spolverino. Come mai nessuno interviene a tagliare le gambe a queste azioni criminali? Eppure basterebbe poco: sequestrare sistematicamente il materiale usato dai lavavetri, caricare su furgoni tutti questi saltimbanchi portati appositamente in centro, accertarsi che l'attività degli extracomunitari, novelli pulitori di strade, sia di libera iniziativa o telecomandata, fare una lotta serrata ai parcheggiatori abusivi, alcuni, quelli storici, al trentesimo anno di attività. In una parola: controllare il proprio territorio. Roma purtroppo è terra di nessuno e tra le pieghe di questo lassismo istituzionale ci si infila praticamente di tutto con un unico scopo: lucrare attraverso l'imbroglio o attraverso l'espletamento di un servizio non richiesto o di un servizio inventato che va a coprire le carenze dell'amministrazione; nel caso di specie la sporcizia indicibile dei nostri marciapiedi. Questa è Roma oggi. Una città che non ha il controllo del suo territorio. Una città dove vige l'anarchia. RR.

2 commenti:

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