di Giorgio Carra
Sono passati sei mesi da quando a metà ottobre
l’Assessore alla “Città in movimento” Linda Meleo annunciava la nascita e il
rinforzamento di alcune corsie preferenziali per i mezzi pubblici. Fra i casi
più semplici da risolvere menzionava via Principe Eugenio e via Napoleone III.
Queste due strade avevano già i cordoli di protezione fino a quando l’ex
sindaco Alemanno scelse di eliminarli a favori delle borchie gialle totalmente
inutili. Infatti basta farsi un giro per notare un’eterna seconda fila che
obbliga i conducenti dei mezzi privati ad invadere la corsia centrale dei tram
5 e 14. L’assessore Meleo prometteva che “entro fine novembre, al massimo entro
i primi giorni di dicembre 2016 le corsie saranno nuovamente protette”. Siamo a
fine aprile 2017 e la situazione è la medesima. Al danno si aggiunge però la
beffa. La beffa è quella che si è concretizzata in via Emanuele Filiberto dove
se è vero che la nuova giunta capitolina ha creato la corsia preferenziale del
tram 3 a centro strada è anche vero che non solo non la ha protetta con i
cordoli ma neanche con le borchie. Insomma una corsia preferenziale della
peggior politica. Quella politica che fa vedere di fare qualcosa non risolvendo
un bel nulla. Tutti i santi giorni quest’ultima corsia è, anch’essa, invasa
dalle auto private considerata a seconda fila continua ai bordi della strada.
Ha senso fare promesse che poi non si mantengono o creare false illusioni?
Notizia del giorno è poi la creazione di una nuova linea tranviaria che colleghi
piazza Vittorio con largo Corrado Ricci ai Fori Imperiali. In pratica lo stesso
identico percorso che già dovrebbe esistere visto che l’ex sindaco Marino ne
aveva promesso la costruzione entro il 2015. L’idea è ottima, basta solo che
dall’idea e dalle promesse scaturiscano i fatti. Fatti che dovrebbero, secondo
la nostra visione di città, portare ad un tracciato di binari che colleghi
piazza Venezia a via Labicana onde consentire ai tram di non fare un giro
assurdo per raggiungere dal deposito a Prenestina la linea 8 passando per il
Circo Massimo, la Piramide e Testaccio.
C’è poi il vecchio progetto del prolungamento proprio
dell’8 da piazza Venezia alla stazione Termini. Ufficialmente la scusa per non
farlo è stata che la Sovrintendenza avrebbe bocciato i fili elettrici su via
Nazionale. Se così fosse vorremmo ricordare alla Sovrintendenza che Roma e il
suo centro storico erano pieni di tram e via Nazionale era un corridoio eccellente
così come via del Tritone. E Roma decenni fa era sicuramente più bella di oggi.
Anche qui ci aspettiamo coraggio da chi ci governa onde arginare inutili
burocrazie. Rimettere tante nuove linee i tram a Roma deve essere una priorità.
Ma torniamo a parlare di corsie preferenziali.
Possiamo convintamente asserire che le uniche vere corsie preferenziali
funzionanti siano quelle di via Nazionale verso piazza della Repubblica e di
via del Tritone verso via del Corso. Questo non perché su queste strade gli
automobilisti improvvisamente si riscoprano più disciplinati, bensì perché
all’inizio delle vie sono installate le telecamere pronte a multare chi
illegalmente percorre le corsie preferenziali. La stessa cosa si potrebbe fare
in via del Corso da cui da diverse mesi sono addirittura spariti i vigili al
controllo.
C’è poi una corsia preferenziale protetta da anni ma
quasi inutile. È quella della linea 8. Decine e decine di semafori rallentano
il tram. I sensori, che in tutto il mondo e anche in Italia fanno sì che i al
passaggio del tram il semaforo diventi verde, qui da noi sono fantascienza e
così per fare poche centinaia di metri da piazza Venezia alla stazione di
Trastevere è possibile impiegare anche una buona mezz’ora.
Tante cose si potevano fare in questi dieci mesi.
L’unica da non fare è prendere in giro i cittadini. E su questo Linda Meleo è diventata maestra.
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