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Il Circo Massimo oggi, un sito che altrove avrebbero valorizzato in ben altro modo. |
Come promesso, dopo avervi fatto vedere il
degrado del Colosseo e di Colle Oppio, dopo l'articolo relativo alle
Terme di Caracalla, dopo quello su abusivi e ladri dentro il
Foro Romano, dopo l'articolo sul degrado dello sbocco al Tevere della
Cloaca Massima, cui è seguito, grazie alla nostra denuncia, quello de
Il Giornale, dopo i
video vergognosi di abusivismi non sanzionati, non contrastati, ma tollerati, passiamo, come promesso a parlare delle condizioni in cui verte un altro monumento simbolo di Roma, anch'esso da primato, anch'esso inesorabilmente degradato, guarda caso, nelle aree di esclusiva competenza dell'
Amministrazione Raggi. Una sfilza di inadempienze inaudite, con tutti i monumenti simbolo della Capitale gravemente compromessi e che continueremo a farvi vedere con articoli quotidiani. I Romani e gli Italiani devono sapere. Altro che dimissioni e commissariamento: qui ci vorrebbe un pool di stranieri, magari tedeschi, per raddrizzare una situazione non più tollerabile. Oggi vi parliamo del
Circo Massimo, monumento da primato, dicevamo. Con i suoi 600 metri di lunghezza e i suoi 140 di larghezza è lo spazio adibito ad attività di spettacolo più grande mai costruito dall'uomo. Vi pare poco? Cosa non hanno fatto i nostri nobili antenati davanti ai quali, oggi, appariamo tutti piccolissimi e indegni di cotanta ricchezza "maledettamente" arrivata sino ai giorni nostri. Un fardello, più che un dono prezioso. Una maledizione che non siamo in grado di gestire. Ma come si presenta oggi il Circo Massimo? Una fogna. Non usiamo giri di parole ma arriviamo direttamente al dunque. Il monumento, e questo lo evidenziamo, non ha mai ricevuto la giusta cura. Questo va detto. Fosse per chi scrive, sarebbe diventato un'area verde di erba finissima, nel cuore della città. Non lo è mai stato, anzi oggi si presenta con vegetazione altissima ai lati e brullo e polveroso nella parte piana con qualche macchia di malerba cresciuta a casaccio. Uno spettacolo deprimente. Avvicinandoci ai bordi, lì dove l'erba è alta, ecco spuntare cumuli d'immondizia coperta dalla vegetazione: bottiglie, cartoni, fogli, lattine e tanto altro. Non capiamo davvero come si possa consentire una cosa del genere, trasformando un così mirabile monumento in discarica. Dal lato di Via del Circo Massimo si fermano i bus turistici, quelli a due piani. Fortunatamente per noi è un Turismo mordi e fuggi: due scatti volanti all'area e via verso altre destinazioni. Sullo stesso marciapiede insistono una bancarella urtista, con extracomunitario d'ordnanza, un camionbar gestito sempre da extracomunitario e qualche venditore abusivo che c'è parso essere di passaggio più che stanziale. Attraversata la via, ci immergiamo in sentieri di erba alta sbruciacchiata dal sole, attorniati da panchine con sporcizia ed evidenti segni di bivacco. Fotografiamo il tutto e proseguiamo. Fortuna vuole che a pochi passi da quell'orrore vi sia il Roseto Comunale con i suoi rigogliosi giardini e le sue profumatissime rose. Godiamo di questa parentesi di normalità europea e proseguiamo il nostro giro camminando su un marciapiede più utile ad un mountain-biker che a noi. Nel tragitto, vediamo una Palina Atac: qui l'inefficienza dell'amministrazione incontra la sciatteria tipica della Municipaizzata dei trasporti: comunicazioni ai turisti con pennarello, direttamente sulla palina. Cose che nemmeno a Baghdad. Arrivati alla fine di Via del Circo Massimo, vediamo il non bellissimo palazzo della Fao e diamo un'occhiata alle discenderie della Metro, vera e propria ossessione per noi. Sono infatti e purtroppo i trasporti uno dei criteri di valutazione del turista durante la visita di un luogo. Il loro funzionamento, la loro pulizia e il loro grado d'efficienza rispecchiano quelli del popolo che vi risiede. Fila, no? Quella lato FAO che porta a Laurentina, nonostante l'intervento recente dei Retake, è leggernente compromessa da qualche scarabocchio, eseguito sicuramente in notturna, quando la metro chiude e si smonta il presidio militare anti-terrorismo. La Stazione, pur essendo ariosa, come tutte quelle sotterranee della B, presenta muri crepati e parecchie altre sbavature ma è, per lo standard romano, una stazione modello, il che è tutto dire. Attendiamo il treno per raggiungere la Basilica di San Paolo fuori le mura, ma di questo e di quanto trovato lì, vi parleremo nell'articolo di domani. Non vi resta che gustarvi le foto a corredo di quanto descritto. Un sentito ringraziamento ai "cittadini" che siedono al Governo della città per questo ulteriore monumento tenuto nel degrado e nella sciatteria e un caro saluto a voi tutti.
RR
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Anche qui, ma in misura minore rispetto al Colosseo, sanpietrini saltati e basoline di contenimento divelte |
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