Ieri abbiamo salutato un'amica in partenza. Romana, con un figlio di 4 anni. Destinazione Milano. Il marito è uno dei giornalisti SKY, trasferiti forzati, dopo la scelta della Direzione Italiana di trasferire il TG in Lombardia! Il motivo è semplice. Roma è una città senza un progetto. Al contrario di Milano, a un anno dall’insediamento della giunta 5Stelle di Virginia Raggi, è una città con la labirintite. L'immagine, anche internazionale, è fortemente compromessa. Sino al punto da mettere in fuga molte imprese, perdendo posti di lavoro e centri decisionali. Dopo Sky e il Tg5 di Mediaset che a ruota sposterà a Cologno 50 giornalisti e 90 tecnici, l’emorragia si è tutt’altro che arrestata. Secondo la Cgil sono circa 11 mila i posti in bilico nella capitale «con la crisi Alitalia, che rischia di impattare su 3-5 mila occupati e le ristrutturazioni del settore chimico-farmaceutico, dove si perdono 200 posti alla volta, che destano le maggiori preoccupazioni» spiega il segretario generale della Cgil Roma e Lazio, Michele Azzola.
«Roma purtroppo sta perdendo la propria vitalità e la propria capacità attrattiva. È una crisi di sistema molto grave», ha sancito nelle scorse settimane il presidente della Regione Nicola Zingaretti. «Ci sono fatti specifici che riguardano accorpamenti, riorganizzazioni, interventi per la riduzione dei costi che non riguardano la perdita di appeal della capitale - spiega il presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello -. Dopodiché è innegabile, anche dal punto di vista psicologico, che essere perennemente in emergenza per colpa dei rifiuti o nel campo della mobilità non aiuta». Così come non aiuta «la situazione disastrata delle infrastrutture, che scoraggia i tanti manager delle multinazionali a trasferirsi qui nonostante riconoscano alla capitale un gran fascino. Per non dire poi delle nostre croniche lentezze nel campo della giustizia e della burocrazia».
Il CROLLO DELLA FARMACEUTICA
Da sempre un settore nevralgico per Roma, anche la Farmaceutica è in crollo: stop a investimenti sulla ricerca, spostamento in altri lidi e mero mantenimento delle sedi legali. Il bollettino è da "soluzione finale" e non lascia spazio a prigionieri: Baxalta lo scorso marzo ha chiuso il suo quartier generale dell’Eur e trasferito 40 persone a Milano; Italchimici, dopo essere stata acquisita da Recordati, ha lasciato la sede legale a Pomezia ma ha trasferito (sempre a Milano) 60 dipendenti e lo stesso ha fatto Mylan, multinazionale americana dei generici, che nella capitale ha lasciato appena 40 persone su 110. E ora, dopo il passaggio ad Alfa Wassermann, si teme per il futuro dell’ex Sigma Tau che già in passato ha lasciato a casa 500 persone e trasferito fuori regione le sue attività di ricerca.
Nel campo dei petroli sia Esso che TotalErg hanno da tempo deciso di dismettere la propria rete di distributori. La filiale italiana di
Exxon Mobil per questo ha già trasferito a Genova 50 dei 200 dipendenti della sede romana. Ma c'è preoccupazione anche per i 1800 dipendenti della sede Eni all’Eur. un'apocalisse!
Exxon Mobil per questo ha già trasferito a Genova 50 dei 200 dipendenti della sede romana. Ma c'è preoccupazione anche per i 1800 dipendenti della sede Eni all’Eur. un'apocalisse!
Cosa questa Giunta stia facendo per questa emorragia è presto detto: nulla. Anzi,a fine luglio, 699 dipendenti Multiservizi resteranno a casa. Stupisce e paralizza la dichiarazione di oggi della Raggi, Sindaco di Roma, che ha confessato seraficamente di non saperne nulla. Ma in che mani siamo finiti? Anche il Governo Nazionale non appoggia. Qui ci sarebbe da cambiare legislazione: più adatta allo Status di Roma Capitale, prendendo il modello Berlino, che è una vera e propria Città Stato. Di questo abbiamo parlato già ampiamente sul blog. Sono peró processi lunghi: l'emergenza è adesso e nel vuoto istituzionale di Palazzo Senatorio non esistono personalità credibili, adatte a fronteggiare una crisi del genere. Le Aziende, a prescindere da ristrutturazioni/delocalizzazioni, addotte come scusanti da molti Grillini, in un mondo globalizzato, chiedono servizi, qualità, rapidità di dialogo, magari incentivi. Vogliono sedi in città non degradate, con metropolitane, tram, dove ci si possa spostare rapidamente. Vogliono tutto quello che Roma non ha e non vedono che ci sia qualcuno a lavoro per recuperare il gap diventato buco nero. I CDA si riuniscono e, in un paio di riunioni, preso atto della totale assenza di prospettive, optano per il trasferimento. Una conseguenza di 30 anni di malgoverno, certo, ma anche di un imbarazzante immobilismo misto ad impreparazione di quest'ultimo. Continuando così, i nostri giovani andranno nelle farm australiane a raccogliere frutta. Nella migliore delle ipotesi. Chiaro!??! RR
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