“Ho trovato una città di mattoni, ve la restituisco di marmo.”
Ottaviano Augusto
Dai tempi dell’antica Roma e dell’affermazione di Ottaviano Augusto di tempo ne è passato, tanto, e di Sindaci e Amministrazioni ne abbiamo avute tante. Non so quante hanno lasciato che quel marmo di Ottaviano Augusto risplendesse come ai tempi d’oro della Roma Imperiale. Certo è che oggi sul marmo, e da molti anni si è depositato uno spesso strato di cartone, che deturpa le bellezze indiscusse della più affascinate, unica, meravigliosa Città del Mondo. Cartoni di quei Cartelloni Pubblicitari che deturpano e nascondono gli splendori di Roma. Ma la modernità “deve” fruire di una pubblicità che serve alla società di oggi, e anche alla Amministrazione della Città. Un “do ut des” che se da un lato aiuta le entrate delle Città, dall'altro occorre preservare quei marmi di Ottaviano Augusto ed anche la sicurezza dei cittadini. Spesso intralciano la vista in incroci, in strade che rendono ciechi alcuni punti e così la pericolosità di chi è in movimento è maggiore. E di incidenti per scarsa visibilità proprio per colpa di cartelloni troppo grandi o mal posizionati ce ne sono stati troppi.
Qualche tempo fa, in epoca Marino, si iniziò a parlare di realizzare il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP), ed addirittura in una intervista, Marta Leonori, Assessore per Roma Produttiva, spiegava, nel lontano aprile 2015, che si sarebbero, entro la successiva estate, avviate le gare d’appalto per regolamentare la presenza delle pubblicità nella Capitale. Addirittura con già pronti i piani per 15 municipi, con le relative mappature, salvaguardando, ovviamente, il decoro di una Città che “deve” osservare regole precise e determinate, come tante altre ovviamente, ma considerando il patrimonio artistico e culturale, con una maggiore attenzione a riguardo. Il Piano della Leonori prevedeva anche la realizzazione di progetti di arredo urbano.
Nel progetto di realizzazione oltre che al piano di rispetto della legalità degli appalti, e del decoro per le Belle Arti, si sarebbe anche valutata la natura degli stessi dal punto di vista etico. Spieghiamo meglio. A volte ci si trova con pubblicità che possano essere lesive della religione di alcuno, o della dignità, o razzisti. Ebbene si sarebbe fatta attenzione anche a tutto ciò.
Ammirevole attenzione ai dettagli di quanto invasivi e di “impatto” possano essere fonti di guadagno per l’Amministrazione, e una etica di rispetto verso l’Arte e gli esseri umani.
Ma questo era il passato, quello di Marta Leonori e di Marino Ignazio.
Oggi se cerchiamo su sito del Comune di Roma troviamo un piano regolatore datato maggio 2014, e delle innovazioni che la Leonori non ha potuto portare a termine, nulla. Per chi volesse dare un rapido sguardo ecco il link:
Oggi a distanza di tanto tempo, e con una nuova Amministrazione cosa abbiamo?
Lo stato di determinazione del piano per i cartelloni pubblicitari e l’aggiudicazione della gestione è stata avviata dalla Leonori, ed anche quella della localizzazione degli stessi, poi viste le dimissioni di Marino, avanzata con procedimento riacquisito dal Commissario Straordinario Francesco Paolo Tronca, non terminato a seguito dell’insediamento dalla nuova Giunta Capitolina a Cinque Stelle.
Quindi quelle “promesse” il tanto discusso Marino le aveva realmente avviate. Quindi non “promesse”, ma fatti che hanno avuto seguito, almeno per quanto potuto, visti i tempi brevi della “vita” di quella Amministrazione. Che dire? Nulla, si avvia un progetto ben fatto, e si avviano le procedure ad esso connesse.
Poi che cosa accade a questa Città dell’immobilismo a Cinque Stelle? Più che immobilismo si puó parlare di un retrocedere lento, inesorabile, verso una situazione che neanche 40 anni orsono era presente nella Capitale.
Il 22 giugno 2016 il Sindaco (non tollero “la Sindaca”, sgradevole termine di un italiano degradato, come il resto che ci circonda) Virginia Raggi si insedia nell’Amministrazione e nomina ad Assessore alle Attività Produttive: Adriano Meloni.
Che accade da questo momento?
Nulla, nulla, nulla …
Anzi la faccenda si complica. Anche se il completamento e l’attuazione del piano è di competenza della sola Giunta, si intromette la commissione commercio con Andrea Coia (M5S), che interpellando associazioni di categoria delle imprese pubblicitarie che tendono a rimanere in “sospeso” per ovvi interessi personali, tiene varie riunioni, partorendo IL NULLA!
Solita storia.
L’iter è fermo ed anzi si può affermare che “l’inumazione” è oramai alle porte.
E pensare che se guardiamo ai tempi passati anche la Raggi insieme a Stefàno, De Vito, Frongia, pur se all’opposizione, votarono a favore.
Oggi sono al governo eppure tutto resta vergognosamente immobile.
Tanti si lamentano e chiedono di mantenere le promesse, soprattutto quelle di una Amministrazione “pulita e trasparente”, ma lo stato delle cose non fa sembrare che ci sia la voglia e la sincera trasparenza annunciata e quasi divenuta un tormentone del Campidoglio targato Cinque Stelle.
Oggi, quasi metà giugno 2017,a 13 mesi dall’insediamento, il solito NULLA.
Si è parlato di una Cartellopoli e ci si è infilato anche il Tar che ha espresso parere favorevole al progetto con due appunti: bocciati i formati e la divisione in lotti degli impianti. Ma d’accordo con la sostituzione delle concessioni con i bandi di gara, basta all’oligopolio delle insediate e consolidate consuete aziende.
E va bene cerchiamo di vedere qualcosa di buono.
Il 28 settembre 2016 Adriano Meloni annuncia sulla pagina di Facebook che sono stati rimossi 100 cartelloni abusivi, con tanto di foto e prima e dopo l’oscena visione. Poi si continua con decoro da ripristinare e tutelare: gli abusivi, gli eventi prestigiosi, altri cartelloni rimossi, la lotta all’abusivismo commerciale, eccetera.
Poi il 16 maggio 2017 sempre su Facebook rimossi 1277 cartelloni e annuncio che l’iter della riforma iniziata dalla Leonori prosegue ed entro i primi di giugno si sarebbero conclusi gli esami tecnici del Dipartimento Sviluppo economico e dell’Assessorato per poi proseguire con il resto del progetto di riordino e riqualificazione. E non si accorge che l’Assemblea, che avrebbe dovuto esaminare e approvare la delibera indispensabile a far riavviare tale riforma posta all’ordine del giorno da De Vito, non la vota perché viene ritirata all’ultimo minuto, e (gaffe) Meloni si vanta dell’approvazione della delibera. (Sic!)
Ma che succede Onorevole Assessore? Distrazione? Disinformazione? Cartelloni-Gate?
Siamo a metà giugno, da quel lontano Aprile 2015 di tempo ne è passato.
Si di cartelloni abusivi se ne sono tolti 1277 (forse siamo arrivati a 1300?), ma la riforma?
Ci si ferma al 18 maggio con questo sul sito del Comune: “Piani riforma impianti pubblicitari: riavvio termini entro i primi giorni di giugno” per chi vuole andare oltre ecco il link:
E così procede l’interminabile affare (malaffare) dei Cartelloni, e i soliti insediati, oramai con radici profonde, nella gestione della cartellonistica apprezzano e ringraziano la solerte attuazione del piano di riorganizzazione e delle gare da realizzare.
“Roma è l’esempio di ciò che accade quando i monumenti di una città durano troppo a lungo.”
Andy Warhol
Forse ha ragione Andy Warhol, forse la estrema bellezza non deve essere eterna. Ma si sta forse ispirando a questa frase il nostro Governo a Cinque Stelle?
Speriamo di no.
Confidiamo che i marmi risplendano ancora, e che oltre al decoro si abbia maggior sicurezza stradale. E che la Cartellopoli finisca presto.
A Roma, il “non fare” pare sia la politica del momento, ma il prezzo che si sta pagando è alto, anche qui a tutela degli interessi di pochi ed a vantaggio di pochi, con un danno di decoro ed economico di molti, troppi, i cittadini di una Città che non merita tanta lentezza e incapacità amministrativa.
Concludo con una citazione di Ennio Flaiano:
“Vivere a Roma è un modo di perdere la vita.”
Qui si perde la vita se non si sbrigano a regolamentare la posizione e la dimensione dei Cartelloni, ma si perde anche oltre al decoro, la faccia. O meglio: quel poco di presentabile rimasto dopo la "porcata" pro-ambulanti!
Pierre Bergemas
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