Divagazioni. Oggi giornata per certi versi illuminante. Ci stiamo confrontando con sempre più persone alle quali cerchiamo di spiegare la situazione di Roma, l'universo, non sempre bello, dei Blog antidegrado o presunti tali, e la difficoltà concreta di far muovere le persone dalle loro scrivanie o poltrone. Gente, ve lo garantiamo, animata dai più buoni propositi, alla quale però sfuggono parecchi elementi. Troppi! Lavoriamo ai fianchi, cercando d'instillare, impresa titanica, l'orgoglio romano e l'appartenenza a un luogo che sembra essere scomparso. Roma t'incattivisce. Un amico che abita a Flaminio e che ha proprio difficoltà a trovare parcheggio incorre in due ordini di situazioni. La prima, buffa, è che non ricorda mai dove ha messo la macchina: sono talmente tanti i giri che fa, tra Vignola, Reni, Flaminia, che il giorno dopo, preso da amnesia dovuta a stress, lo vedi girare per quelle vie, schiacciando in maniera ossessiva il telecomando della sua auto, nella speranza di intravedere un doppio segnale luminoso. Ma si puó vivere così? La seconda è ancora più buffa e figlia della prima. Quando esce di casa, con le chiavi della sua automobile in mano, viene letteralmente aggredito da un'umanità varia che gli rivolge, speranzosa, sempre la solita domanda: "che fa, esce?". Lui mente: dice di essere appena arrivato. Il cervello va in Tilt: anche se deve scappare a lavoro, temporeggia. Non vuole cedere il posto che gli è costato 40 minuti di ricerca e 5 euro di benzina. Poi, quando non passa nessuno, fugge via! È vita questa? Roma ti cambia. Questa Roma ha cambiato tutti noi. Non sappiamo bene indicarvi un periodo d'inizio: ma i racconti dei nonni, cose normali oggi diventate utopia, stridono in maniera irriverente con il vissuto di oggi. Scene apocalittiche: in fila in tangenziale, un tizio su di una micra scassata cerca di superare un bus ATAC, incuneandosi nella piazzola d'emergenza: l'autista non lo vede e, continuando la marcia, gli chiude lo spiraglio di manovra, che poi, visto che si andava a passo d'uomo, voleva solo dire attestarsi davanti al bus e rimanere impilato tra le altre migliaia di lamiere. Gesto, quello dell'autista, recepito dal tizio come inaccettabile affronto! Lo vediamo, increduli, zompare dall'auto, sfilarsi la cinghia e colpire ripetutamente, tra bestemmie e urla, il giá precario torpedone. A Casal de Pazzi, giorni addietro, assistiamo ad una rissa per un parcheggio: un romano e un peruviano occhialuto, almeno lo è stato per que pochi secondi prima di prendere la prima sberla, si affrontavano in un combattimento da wrestler, con prese che avrebbero fatto impallidire il più lucido degli Antonio Inoki. Ma questa è vita? Dice: vivo a Roma perchè comunque a un teatro la sera ci vai... Ma quando? Come? Chi? Menti a te stesso sapendo di farlo! Conosciamo concittadini che, tra il lavoro e il tempo che ci impiegano per raggiungerlo e quello per tornare a casa, vivono la loro abitazione come se fosse un albergo. Si lavano i denti in ufficio e vanno di corpo in ufficio. L'ufficio diventa casa, la macchina diventa un'estensione del proprio corpo. Ma è vita questa? L'esaurimento è a mille e la qualità della vita è pessima. Lo è per le persone normali. Roma è una città museo che non è pensata per i Turisti e non è pensata per chi vi risiede. Potremmo farvi talmente tanti esempi da tenervi incollati alla lettura per tutto il periodo estivo. Ma abbiamo pietá di noi e di voi. Roma è caos. A Roma rischi di morire ogni giorno e se non ti seccano sul colpo, rischi di farlo in un'ambulanza imbottigliata nel traffico! Roma è paralisi: basta che due si tocchino, si fermino per redigere il CID e via a bloccare un intero quadrante. Roma è morta: lo è nella mente di chi ci vive che resta catatonica, paralizzata, inebetita davanti a tutto. L'anormalità è diventata prassi consolidata; l'abuso è la regola. Roma è forse l'unica città al mondo dove un pedone, attraversando sulle strisce, ringrazia: ma è un tuo diritto, svegliati! Roma è lobotomia: una città stanca, popolata da incivili ma anche di radical chic. Quelli che tacciano coloro che chiedono decoro, ordine e pulizia come fascisti! Questi, e non sono pochi, sono un tumore per questa città la cui unica via d'uscita è la TOLLERANZA ZERO. La situazione è talmente tanto compromessa che hai due strade: la prima è quella di sperare nelle nuove generazioni, ma visti gli exploit negativi delle nuove leve ( i famosi bimbiminkia) meglio affidarsi alla seconda, più rapida e concreta: colpire tutti i furbetti, farlo nel nel portafogli. Multe, sanzioni e pene accessorie esemplari. In America è meccanismo oliatissimo. Roma ha bisogno di una legislazione speciale, di una gestione commissariale, possibilmente tedesca, per almeno 10 anni! Non è una sparata la nostra ma è la soluzione più plausibile a un ventaglio politico formato da rappresentanti, anche nazionali, che sono il nulla mischiato col niente. Voi vedete qualcuno di così elevato spessore da poter risolvere, con queste regole del gioco, la situazione? Ce lo indicate? Dirvi che c'è sarebbe mentirvi e mentire a noi stessi. Come si chiude una divagazione? Alla fine, questo non è un vero articolo: sono ragionamenti scritti nero su bianco, condivisi con voi nel tentativo difficile di trovare nostri simili; gente che la pensi come noi. Quel che è chiaro a tutti è che così non è più possibile andare avanti. Chi lo nega è complice. Prenderne coscienza sarebbe il primo, piccolo grande passo per il cambiamento. A voi. RR.
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