La politica si appropria dei social. La fuffa è servita. Riflessioni del nostro Luca.

mercoledì 12 luglio 2017

Avete notato come sono bravi ora i nostri governanti ad usare i social con cui ci informano su cosa dicono e cosa fanno? Così Pinuccia Montanari ci informa che hanno presentato la videoguida in Campidoglio (5.000 copie, mica una...) che illustra come crescere un cane o le sue proposte sulla riqualificazione delle sponde del Tevere, il sindaco Virginia Raggi ci declama le sue ordinanze, peraltro già esistenti, per non parlare di Renzi e le sue epistole strappalacrime e di tanti altri che mettono online le proprie gesta, mostrando una solerzia, un proliferare di idee, un darsi da fare di cui probabilmente nessuno sarebbe a conoscenza. La cosa è davvero stupefacente e ancora più stupefacente è come questa sorta di autoesaltazione stia cambiando la percezione che noi abbiamo di chi sta al potere. Personalmente, la cosa mi da veramente fastidio.

 Perché raramente i proclami sono validi, trattandosi di discorsetti da quattro soldi che potremmo fare dal parrucchiere per gioco tra amici. Solo che loro sono pagati per questo, e li paghiamo noi. Non vi fa incazzare? Siamo costretti a subire questo bombardamento mediatico senza arte né parte senza poter fare nulla, senza poterci opporre. E Tizio ci dice che vede Caio, Ipsilon è onorato di ospitare Zeta con cui parla di temi sociali importantissimi, Alfa mangia con Omega, Beta si arrabbia e dice basta, Delta ha la ricetta per la soluzione di gravi problemi, ecc ecc. E poi? Poi la gente approva, disapprova, commenta, condivide, bestemmia, osanna e tutto finisce quando arriva un nuovo proclama. Ma la sostanza? Dov'è la sostanza? Dove il dunque, il quindi? Dove gli effetti delle conclusioni? Dove il CAMBIAMENTO? Io lo cerco, in questa giungla di farneticazione collettiva, ma non lo trovo. Anzi, trovo ben altro, che, riassumendo, si può chiamare NULLA. E allora mi incazzo. Ovvio. Perché si fanno riprendere su balconi con vista mozzafiato, capelli al vento, sguardo serio, rassicurante, voce ferma, decisa, di chi sa, sguardo intenso, penetrante per poi parlare del nulla.  Un po' come i personaggi dei romanzi di Wilbur Smith. Ma, ripeto, l'unica cosa che risalta, in questa farsa hollywoodiana é la loro pochezza. E noi? Noi siamo semplicemente presi per il culo. Quotidianamente. Li ascoltiamo, perché non possiamo fare diversamente, cerchiamo di tenere a bada gli istinti omicidi che ci assalgono, commentiamo illudendoci che poi leggano le nostre parole e ci riflettano su e fine della storia. Avanti un altro video. A noi il gioco fche ci rincoglionisce, a loro quello che giustifica il loro essere lì. Ma l'incazzatura, almeno, ce la potrebbero ripagare.... Luca per RR.

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