Metro A, il furto legalizzato prosegue indisturbato (foto romafaschifo) |
Racconti dal sottosuolo. Termini, Metro A, ore 18 circa di poche sera fa (non specifico volutamente il giorno). Mentre scendo le scale mobili per arrivare in banchina, vedo in fondo un festoso gruppo di una decina di borseggiatrici minorenni che ha già puntato una preda (la classica signora sola di una certa età) e mi affretto a scendere. Come arrivo giù, passo gli archi e vedo che proprio lì c'erano due vigilanti. Li avviso della presenza delle borseggiatrici, e del tutto inaspettatamente uno dei due vigilanti, con la faccia rossa di rabbia, mi viene incontro e mi urla in faccia: "LE HAI VISTE RUBARE?!? LE HAI VISTE RUBARE?!? PERCHÈ SE LE HAI VISTE RUBARE DEVI CHIAMARE IL 113!!! NOI NON CI POSSIAMO FARE NIENTE!!! È INUTILE CHE CE LO VENITE A DIRE A NOI!!!". Una "simpatica" signora incalza e dice: "Ahooò lo volete capì che nun ce possono fa gniente?! Semo in Itaglia!". Le faccio presente che i vigilanti potrebbero almeno avvisare le persone in banchina e che anche lei potrebbe essere borseggiata un giorno, e lei risponde "Ma io la borsa me la tengo bella stretta, mica me faccio fregà!". Morale: lo scemo sono io che mi agito e disturbo il prossimo, come scemi sono quelli che si lasciano derubare perché distratti. Il trambusto ha fatto (momentaneamente) desistere e allontanare le borseggiatrici, che sono salite sulla metro e si sono poi equamente distribuite tra Repubblica, Spagna e Flaminio. Comprendo e giustifico lo sfogo del vigilante, sebbene sopra le righe. Non comprendo né giustifico, invece, il comportamento rassegnato e forse anche menefreghista della signora. Fino a quanto dovremo sopportare questa situazione che è ormai già palesemente degenerata?
Mercurio Psicopompo
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