Ma chi è veramente #sottoattacco?

domenica 28 aprile 2019
Le discariche del Tevere .
Ma chi è veramente sotto attacco? 

Dal piccolo battello sul Tevere svettano come tanti birilli le teste dei turisti affacciati sul fiume.
Gesticolano, vociano e così facendo attirano la mia attenzione.
Mi fermo e osservo quel tanto che basta per notare con orrore i cellulari protesi verso la riva.
Scattano foto, ovviamente.
Mi guardo intorno, cercando di intuire i soggetti immortalati, i ricordi che porteranno a casa, che mostreranno, che commenteranno.
Un brivido mi sale lungo la schiena.
Già, perché lo spettacolo intorno a me è a dir poco desolante.
Muri imbrattati di graffiti, immondizia di ogni genere, alberi ricoperti di sacchetti, plastiche, stracci e rifiuti, erbacce, cartelloni arrugginiti con i vetri spaccati devastati dalle bombolette spray.
Ovunque il mio sguardo si posi è un pugno nello stomaco che alimenta una rabbia tenuta a bada a fatica, confesso.
Vorrei sbracciarmi per fermare il battello e farlo tornare indietro, urlare parole di scusa, impedire ai turisti di scattare istantanee che mostrano la Roma di oggi, umiliata, abbandonata, uccisa da un degrado che non merita.
Il battello si allontana, le voci si spengono, alcuni gabbiani sfrecciano radenti sul fiume incuranti del mio dolore e del mio senso perenne di colpa.
Il loro candore stride col grigiore dell'acqua.
In questo meraviglioso, unico percorso che, se fosse curato a dovere, sarebbe probabilmente uno dei luoghi più belli del pianeta, c'è tutto il dramma della città eterna.
E questo dramma per me è cominciato al villaggio olimpico con i cumuli di rami tagliati e abbandonati da novembre e il verde ricresciuto dopo il trionfalistico stralcio autunnale, è proseguito col degrado sotto il ponte della Musica, la discarica autoriproducentesi a lato di Ponte Matteotti, le scale di accesso al Lungotevere imbrattare di ogni genere di scritte, panchine rotte, buche, la giungla del verde, le discariche sulla riva sinistra, gli accampamenti abusivi, i cartelli rotti, gli alberi ricolmi di immondizia che pende come fossero brandelli di carne putrefatta, il cimitero delle o-bike, la discarica di Pietra Papa sotto sequestro e senza alcun controllo, fino a quella della Magliana, immensa quasi come quella della Collatina Vecchia e abbandonata anch'essa.
Lì ci vive ancora qualche disperato, qualcuno invece rovista alla ricerca di pezzi di ricambio, in un fetore insopportabile.
Lì passano ciclisti, italiani e turisti, guardano senza fermasi e passano scuotendo la testa.
Questa è Roma oggi.
E allora mi chiedo chi sia davvero sotto attacco e non riesco che a trovare un'unica, triste, desolante risposta: noi, i cittadini, non tu, Virginia.
Noi non siamo senza colpe, questo è certo; non abbiamo alcun senso civico e ci comportiamo di conseguenza.
Ma tu, tu che ci chiami "nostalgici di mafia capitale" se manifestiamo per una città migliore, tu che invochi continuamente i poteri occulti per nascondere una incapacità ormai certificata di gestire la città, anche tu non non sei esente da colpe.
E invece di dire che "Roma è sotto attacco di una criminalità che agisce contro i cittadini", al tuo posto mi farei un giro per questi luoghi e poi mi tapperei la bocca.
Non prima di chiedere scusa e fare un gesto sensato, un gesto d'amore per la città che hai detto più volte di amare, l'unico forse della tua amministrazione.
Andartene.

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