Roma come Dacca, Capitale del Bangladesh!

sabato 18 novembre 2017
Dacca, assalto al treno





Roma come Dacca
La spia gialla sul cruscotto dello scooter mi avvisa che è ora di fare rifornimento.
Per fortuna la pompa di benzina di piazza Galeno è aperta, nonostante siano le sette e mezzo di sabato mattina.
Mi accosto. Il benzinaio mi saluta con un cenno della mano e mi sorride.
Scendo dalla moto, alzo il sellino, svito il tappo del serbatoio e lui infila la pistola.
"Ce ne andranno cinque euro", dico io ricambiando il sorriso.
Lui annuisce.
Ha un viso simpatico e dalle
 fattezze deduco che deve essere indiano o giù di lì.
"Hai visto che casino ieri?".
"No", rispondo sorpreso.
"È andata via la corrente, tutti i tram fermi, un macello....
". "Posso immaginare.......", replico.
"Purtroppo Roma è così.......il caos, l'immondizia, la disorganizzazione....".
Lui riavvita il tappo e chiude il sellino.
"È vero....sembra proprio la mia città".
"Quale città?", chiedo incuriosito.
"Dacca", risponde con un sorriso a 360° che rivela una dentatura perfetta.
"Ah", faccio io. "Sei del Bangladesh...".
"Sì, vengo da lì. Ma no nostalgia. Roma come Dacca, io sono a casa qui".
Ammutolisco.
Gli metto dieci euro in mano e lui mi dà il resto.
"Proprio uguale....", continua sorridendo e sogghignando.
"Sono contento per te", faccio di rimando.
Poi gli dò una pacca sulla spalla, monto in sella e riparto. Non faccio più cento, forse duecento metri, e accosto.
Spengo il motore, prendo il cellulare in mano, vado su google e digito: Dacca. 
Capitale del Bangladesh, 15 milioni di abitanti, un gran carnaio e un gran casino.
Le immagini scorrono veloci.
Caos, grovigli umani, discariche a cielo aperto, povertà e misera, degrado ovunque. 
Le parole del benzinaio mi frullano nel cervello cozzando contro le pareti del cranio.
"Roma come Dacca....Roma come Dacca....".
Salvo qualche foto e le metto nel file dove ho immortalato nei mesi, negli anni, l'impietoso, inarrestabile, vergognoso declino di Roma.
E la cosa terribile è che non vedo differenze sostanziali tra le nuove foto di Dacca e quelle vecchie di Roma.
Degrado lì, degrado qui.
Roma come Dacca.
Ha ragione lui, il benzinaio del Bangladesh.
È fuggito da lì come tanti altri e ha trovato una seconda vita qui.
Qui dove tutto ricorda il suo paese e dove può permettersi di non soffrire di nostalgia.
Tanto, Roma è come Dacca.
Spengo il cellulare e giro la chiavetta dell'accensione.
Riparto.
Supero cumuli di immondizia maleodorante che giacciono intorno ai cassonetti di via Lancisi, costeggio quello che dovrebbe essere il marciapiede di viale Regina Elena e che invece è ormai uno sterrato di campagna con l'asfalto ormai divelto ovunque, osservo il suq del Policlinico che anche di sabato, come ogni mattina, prende vita e mentre questo spettacolo mi travolge con tutta la sua drammaticità, penso alla capitale del Bangladesh.
Dacca.
Deve essere proprio una gran bella città.....
                                                          Roma, assalto alla metro

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