La fontana delle Rane oggi: ennesimo simbolo del crollo verticale di Roma |
L’Ottocento non fu prodigo di fontane con Roma, mentre lo fu il primo trentennio del novecento e in questo contesto si inserisce la fontana delle Rane, al centro di Piazza Mincio, nel suggestivo quartiere Coppedè, costruito dall'architetto Gino Coppedè negli anni ’20.
Su un progetto risalente al 1915, l'architetto Gino Coppedè realizzò, tra il 1921 e il 1927, anno della sua morte, un'area “residenziale” (che lo stesso Coppedè definì impropriamente “quartiere” e che poi prese appunto il suo nome) all'interno del quartiere Trieste, che allora si chiamava “quartiere Savoia”. Si trattava di un gruppo di diciotto palazzi e ventisette palazzine costruite con un uno stile unico che mischia elementi architettonici neoclassici, medievali, rinascimentali, barocchi e Art Nuveau. Il nucleo di questo quartiere è proprio Piazza Mincio.
Per la sua particolare architettura il Quartiere Coppedè fu scelto da diversi registi (ad esempio Dario Argento ha girato qui alcune scene dei suoi film "Inferno" e "l'uccello dalle piume di cristallo").
Una curiosità: in una delle villette del quartiere aveva la sua casa romana il tenore Beniamino Gigli.
Al centro della Piazza non poteva mancare una fontana ornamentale, di fattura molto elaborata, che lo stesso architetto disegnò e realizzò, nel 1924, in stile perfettamente barocco: la fontana delle Rane.
La fontana ha una struttura quadrilobata; su ogni lobo una vasca dalla forma di conchiglia molto decorata è sostenuta sulle spalle da due figure umane poste l'una di schiena all'altra, dalle cui bocche esce l'acqua contenuta nella conchiglia, che viene a sua volta riempita dal doppio getto emesso dalla bocca di una.
Tra le basi delle due figure una seconda vasca, un pò più sporgente e meno elaborata di quella superiore. I gruppi circondano un balaustro corto e tozzo, che sostiene il catino sommitale, sul cui bordo sono accovacciate otto piccole rane, mentre sulla parte inferiore sono posizionati quattro mascheroni. Il catino è alimentato da uno zampillo centrale e dai getti che le otto rane indirizzano verso il centro.
ADESSO BASTA!
La fontana che abbiamo descritto, che oggi versa in condizioni vergognose, è una delle innumerevoli cose che rendono Roma unica e bellissima, un museo a cielo aperto a disposizione di tutti.
Purtroppo cittadini e visitatori possono godere di queste magnificenze in modo sempre più precario e disagiato.
Ciò a causa del totale disinteresse di questa Amministrazione che si evince dall’incuria e dall’abbandono in cui versa la gran parte della nostra città.
In questi ultimi tempi tutti noi abbiamo denunciato con fotografie, battute, post appassionati il degrado che progressivamente sta attanagliando la nostra Roma: la rete è ormai invasa di foto di buche, cassonetti strapieni , animali vari che circolano in città, autobus che prendono fuoco... etc.
È ora di cambiare passo e darsi da fare perché se attendiamo che lo faccia questa Amministrazione sarà troppo tardi.
Lo diciamo con tanto rammarico, perché tutti noi paghiamo tasse altissime affinché la città funzioni, ma lo diciamo con altrettanto orgoglio che deriva dalla consapevolezza di essere parte di un patrimonio immenso che tutti noi abbiamo il dovere morale di preservare.
Soltanto infatti dalla cura del bello che c’è, si potrà progredire verso una città migliore; non è quindi semplice nostalgia del passato ma scommettere, puntare su noi stessi e sulla nostra città, per il nostro benessere e la nostra felicità .
Che fare quindi ?
Proprio dal caso della fontana delle Rane, Riprendiamoci Roma, dopo anni di attività di denuncia sui social, con un passato (2009/2013) di attività spontanea sul campo per l'eliminazione del degrado della città, decide di fare un ulteriore passo in avanti costituendosi in Comitato con l’obiettivo di incidere nel tessuto cittadino, canalizzando in modo consapevole le energie positivamente creative di Roma.
Appena formalizzata la costituzione giuridica di Riprendiamoci Roma, avvieremo una campagna di sottoscrizioni affinché, con la massima trasparenza e onestà intellettuale e soprattutto grazie al coinvolgimento pro attivo di una comunità che si riconosce in determinati valori ed interessi, si possa iniziare a rispondere, partendo proprio dal caso in questione, agli sfregi che questa Amministrazione continua a produrre alla nostra Roma.
Seguiteci!
Riprendiamoci Roma
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