Quando le belle idee milanesi cozzano con il pressappochismo romano. La Nuova Rinascente: tante sbavature e parecchie lamentele sulla scortesia del personale impiegato nella ristorazione di qualità!

lunedì 16 ottobre 2017
La nuova Rinascente nel centro di Roma.


Gentili lettori, chi ci segue e ci conosce sa benissimo che, tra le nostre attività principali, c'è quella di promuovere Roma e di esaltarne le cose positive. 

Questa nostra mission è cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi mesi.


Tra #lecosepositive avevamo evidenziato l'inaugurazione della  Rinascente a Via del Tritone: undici lunghissimi anni per realizzare uno spazio meraviglioso nel cuore della Città storica. 

Un investimento importante per la Città: 200 milioni di euro, di cui 24 in oneri urbanistici per il Comune di Roma, con l'assunzione di 650 persone. Una manna dal cielo per l'economia capitolina. 

Ottocento i brand presenti e, oltre allo shopping, spazi dedicati alla ristorazione di qualità. 

Ed è proprio riguardo al settore slowfood che sono iniziate ad arrivarci parecchie lamentele e segnalazioini in merito alla "educazione" del personale selezionato. Abbiamo ricevuto la mail, che riportiamo qui sotto, il giorno successivo all'inaugurazione. 

La scrivente sottolinea questo fatto molte volte. 

Purtroppo, nei giorni successivi, su tutti i nostri canali social,  sono arrivate conferme a quanto riportato dalla nostra lettrice. La proprietà ha investito ben 25.000 ore in formazione del personale. Evidentemente non sono bastate per quello relativo alla ristorazione che dovrebbe essere di qualità, non solo nei cibi proposti, ma anche nel personale selezionato. Speriamo in un rapido colpo d'ala! 

la splendida Terrazza della Rinascente

Ecco la mail della nostra lettrice.

"Inaugurazione della Rinascente in Via del Tritone, capita di andarci a pranzo perché l'amica, che è un loro fornitore, è a Roma per lavoro. Andiamo nonostante si sappia che il primo giorno è un macello, che tutti gli ingranaggi devono ancora andare al loro posto e che ci sarà troppa gente. 

Alle 12.30 troviamo un tavolo al bar della terrazza, non sul terrazzo ma nella parte adiacente. Alle 12.50 ci portano i menù, alle 13.10 riusciamo ad ordinare. Dopo 40 minuti dall'ordinazione non ci hanno neanche portato l'acqua, al sollecito fatto direttamente al bancone ci dicono che non  c'è nemmeno la comanda. Ma che risposta è? Chiami di nuovo la cameriera che alza gli occhi al cielo, le chiedi di portare almeno l'acqua, ti porta l'acqua e subito dopo i due bicchieri di Falesco Roscetto. Peccato che invece sia del banalissimo prosecco.Va bene, è l'inaugurazione, saranno in panico. A chi non è capitato? Due ragazze in piedi dietro di me chiedono del responsabile di sala, sono indignate perchè è stato rifilato loro del prosecco  a € 16.00 al  bicchiere anzichè quello che avevano ordinato. Allora non è capitato solo a noi. Mi volto a guardarle ed una di loro indica i nostri bicchieri e ci dice "State bevendo del prosecco, è solo prosecco!"Sono le 14.15, quasi due ore da che ci siamo sedute, sollecitiamo i piatti ed intanto si decidono a portarci tovaglioli e posate. Alla fine arriva un solo piatto per due persone. Facciamo notare che avevamo ordinato entrambe la stessa cosa, la cameriera si altera e dice che no, che ne avevamo ordinato solo uno, noi calme rispondiamo che siamo certe di averne ordinati due. Lei ribatte che no era uno solo, e che volendo, tortilla e jamon Serrano sono venduti anche separatamente (peccato che nel menù esista SOLO come piatto unico) e che una ha ordinato una cosa ed una l'altra però "Nun ve preoccupate, ve ne faccio pagà solo uno".  Ma va?

Il prezzo di una piccola tortilla di patate con del Serrano, è sicuramente dettato da quest'ultimo, la qualità si paga, si sa. Peccato che invece che Serrano sia del semplice prosciutto crudo. 

Peccato per loro che l'amica lavora nel food and beverage da più di 30 anni e peccato che si punti sempre a fregare le persone; con me ci sarebbero riusciti.I prezzi sono scritti chiari sul menù, quindi l'ordinazione è fatta con coscienza, ma se si si tenta di fregare il cliente, allora no, non va più bene. 


Mi sta bene che i tempi di attesa siano dilatati il giorno dell'apertura, mi sta bene che ci si senta smarriti e non ci si sappia ancora muovere bene finanche che si vada in panico. Il primo giorno di lavoro in un posto nuovo lo abbiamo passato anche noi, così come il primo giorno di apertura al pubblico di un esercizio pubblico. Mi sta bene tutto, ma la strafottenza, la tracotanza, l'aria di annoiata sufficienza e l'arroganza, no, ancora meno se hai aperto da due ore perché, mi chiedo, come sarai fra 2 mesi sotto le feste di Natale?


"Vi sarà capitata la cameriera sbagliata" potrà ribattere qualcuno. Ce ne sarà capitata più di una con il modo di fare sbagliato, ribatto io, perché con chiunque si tentasse di interagire, il modo di fare era lo stesso. 


Non va infatti meglio con la cassiera: quando arriva il nostro turno dobbiamo aspettare almeno cinque minuti prima che si decida a farci il conto perchè prima deve parlare con una collega, poi con l'altra fino al colpo di classe: la cameriera che le parla in un orecchio con la mano davanti la bocca. 


"Scusate ma abbiamo fretta, siamo qui da due ore e dovremmo rientrare in ufficio".


"Ehh, ma ce saranno dumila persone" è la risposta strafottente di chi ci presenta un conto molto poco adeguato alla qualità ed al servizio.

No, non ci siamo. Mi sta bene che il giorno dell'inaugurazione ed anche i due o tre successivi  che il personale si debba coordinare, che i prodotti non ci siano tutti e che la tensione debba ancora calare, questo lo capisco e mi sta bene. Ma sul fregare il cliente e sulla maleducazione no, su quello davvero non transigo.Mi auguro che  un progetto così bello non finisca con il naufragare nel pressapochismo romano."

Susanna

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