Una tragedia annunciata

lunedì 2 novembre 2009


Una tragedia annunciata. Di quelle che accadono ogni qual volta ci si ostina a non voler guardare in faccia i problemi, sottovalutandone i rischi. A un tratto il filo si rompe e qualcuno si fa male. Vale davvero la pena di rischiare una multa, qualche mese di carcere, o peggio ancora la vita, per spruzzare un po' di vernice sui muri?

Roma, 30 ottobre 2009 – Un ragazzo di 23 anni, R. L., è rimasto gravemente ferito oggi intorno alle 18 dopo essere stato investito da un treno a poca distanza dalla stazione Tiburtina, a Roma, all'altezza di via di Vigna Mangani, nel quartiere Pietralata. Il giovane, molto probabilmente un writer, si trovava in compagnia di un amico a poca distanza dalla stazione in direzione di via Nomentana quando, in base a quanto raccontato dall'amico, è stato investito da un treno ed è stato sbalzato al lato dei binari nel tratto Tiburtina-Bivio Nomentano, direzione Orte. Sembra che il ragazzo stesse realizzando dei graffiti sul vagone di un treno. Soccorso dai vigili del fuoco e dai medici del 118, il ragazzo è stato trasportato in codice rosso all'ospedale Sandro Pertini. Per le ferite riportate è stato necessario procedere all'amputazione di una gamba e di una mano. Il ragazzo ha riportato anche un esteso trauma cranico. La linea ferroviaria è stata interrotta per circa 40 minuti. (il messaggero)

16 commenti:

Massimiliano Tonelli ha detto...

La tragedia è avere una città priva anche solo di un centimentro quadrato di muri puliti. Non è mai tragedia quando chi compie un delitto ha la peggio. Mai.

Anonimo ha detto...

Seguo questo sito da poco tempo (così come "Roma fa schifo") ma quasi giornalmente e con interesse. Concordo con le battaglie che portate avanti, io che sono venuto a Roma un anno e mezzo fa sognando la Città Eterna e ritrovandomi invece lo Squallore Perenne.

Dissento, però, dai toni usati su questa notizia, in particolare dall'amico Sessorium. Credo sia giusto distinguere i veri writers dai vandali. I primi sono veri e propri artisti moderni (non facciamoci le pippe sul fatto che non sia arte, sappiamo bene tutti come funziona in questo mondo: anche le installazioni potrebbero per me non essere arte) i secondi sono ignoranti irresponsabili. I primi, in molto paesi occidentali, hanno anche degli spazi assegnati dai comuni per esprimersi e in alcune città vengono addirittura considerati "risorse"; ci sono writers statunitensi che sono considerati veri e propri artisti internazionali. Addirittura ad Ostia, la parrocchia di San Vincenzo de Paoli ha fatto dipingere le saracinesche della chiesa con immagini religiose (http://www.flickr.com/photos/24593122@N08/sets/72157621854985341/) da giovani writers che hanno fatto piccoli capolavori. A questi professionisti non verrebbe mai in mente di andare su un cartellone turistico o sulla parete di un palazzo cinquecentesco a spruzzare una firma stupida piuttosto che un simbolo anarchico. I futuristi erano molto più "trasgressivi" dei bombolettari di oggi eppure dopo cento anni Roma ha dedicato loro una tributo quasi esagerato (a mio modo di vedere).
Il problema grosso di Roma è come al solito espressamente culturale. Ieri sera ho assistito a una scena in cui 3 carabinieri, in piazza S. Lorenzo da Lucina, fermavano lo spettacolo di una band di talentuosi musicisti perchè avevano sforato le due ore di permesso. La gente che si era accalcata è rimasta male perchè si stava divertendo tanto e quei ragazzi erano riusciti a ravvivare per un pomeriggio una piazzetta bella ma solitamente morta. Però a due passi c'erano carretti di bibite ogni 10 metri, marroni caldi e disgustosi negozi con luci e musica a palla. Per non parlare del fatto che eravamo vicini a quella specie di carcere penitenziario vicino piazza Colonna. Ma questo è un altro discorso.

Un'ultima cosa: la vera tragedia è avere una città priva anche solo di un centimetro quadrato di coscienza pulita. D'accordo sul fatto che il ragazzo stava facendo una cosa illegale ma mi sembra eccessivo dire che non si tratta di una tragedia. Proprio voi fate delle passeggiate per testimoniare il degrado anche nelle fermate metro: mi sembra che ci sia dell'altro di altrettanto indecoroso. E ve lo dice uno che spezzerebbe le dita a ogni fumatore che butta una cicca per terra.

Dino

p.s.: l'ultima passeggiata a San Paolo l'avete fatta proprio sotto casa mia, ma purtroppo io non ero a Roma! Dato che sono un "mezzo" fotografo, volevo chiedervi se posso contribuire ogni tanto a qualche testimonianza, dato che sono spesso in giro con la reflex alla mano. Saluti!

Riprendiamoci Roma ha detto...

Ciao Dino. Per me quello che è accaduto è una tragedia, non ho difficoltà a dirlo, l'ho anche scritto nel post. Vere tutte le cose che hai scritto sui writers artisti, ma permettimi di farti alcune domande.
1) Quanti veri artisti ci sono ogni 1000 vandali che scrivono sui muri? Un paio forse?
2) Quanti di questi veri artisti possono dire di non aver mai deturpato un muro di un'abitazione privata o all'interno delle mura aureliane?
3) Chi se l'è mai presa con i writers artisti bravi che dipingono su muri legali?

Writer significa "scrittore", è un'accezione generica che significa tutto o niente. Io a Roma vedo un problema writers, altrochè, lo vedo ovunque. Vedo pochissime cose degne di nota, molte delle quali assolutamente fuori luogo. Un artista che non rispetta l'arte (quella vera, quella del Bernini e del Borromini per esempio) non sarà mai un artista vero. Io ce l'ho con chi scrive sui muri dei palazzi.

ps. se ora sei a Roma, avrai notato senz'altro che la fermata metro San Paolo ha qualche quintale di carta attaccata in meno e che molti pali osno stati ripuliti dai cartelli di vendesi.
Mandaci pure foto e segnalazioni sul tuo quartiere, e se ti va puoi partecipare alle nostre passeggiate future.

Ciao!!!

Anonimo ha detto...

Assolutamente in accordo con tutto. E infatti avrai capito, da come ho chiuso il mio intervento, che personalmente mi sono scagliato sempre contro qualunque forma di inquinamento estetico (esiste come definizione?!) e quindi anche con le sigarette per terra e le cartacce, i segnali stradali rotti, gli scooter parcheggiati sul marciapiede, etc.
Quello che volevo dire è che, sempre secondo me, dire che c'è un problema writers non è corretto, perchè nonostante il rapporto artista/vandalo sia forse anche superiore di 1/1000 non è giusto renderlo un unico pacchetto. Al massimo c'è un problema vandalismo, termine che contiene vari elementi tra cui anche il danno a una cosa pubblica (o peggio ancora a un bene artistico). Per me quello non rientra neanche nel famoso termine che può voler dire tutto o niente, è semplicemente tutt'altro. Proprio l'altro giorno ero in una piazzetta del centro ed ho visto un negozio elegante con una costosa facciata danneggiata con una bomboletta nera, senza alcun senso, senza nessuna voglia di comunicare nulla. Questo non è un problema writers. Altrimenti, secondo me, è come dire che è giusto arrestare i lavavetri per combattere il racket. Che è come dire che è giusto arrestare il ragazzetto preso col fumo in tasca e picchiarlo a sangue in carcere per combattere i narcotrafficanti.
Forse, ecco, se si evitassero i termini stranieri e si definissero le cose con la più bella e ricca lingua italiana non si correrebbe il rischio di mischiare le cose.

Per il resto, concordiamo sull'idea base che c'è uno schifo tutt'intorno. Uno schifo talmente grande che mi porta a storcere un po' il naso quando tanta gente del mio paese mi dice:"Beato te che vivi a Roma, quanto è bella".

Appena ho del materiale interessante ve lo mando!

Saluti!

Dino

p.s.: di San Paolo me n'ero già accorto passandoci ieri. Avete fatto un gran lavoro, grandi! ;-)

Alessandro ha detto...

N.b. Caro Dino, Roma ha i suoi muri legalizzati"...Semplicemente non hanno funzionato. I writers hanno instaurato una vera faida interna a chi riempiva più spazi, sopra il disegno dell'altro. Ed hanno sconfinato tranquillamente...Non c'è cultura della legalità e del rispetto delle regole. I writers che mi oscurano il finestrino del treno, che lo rendono meno pulito sono VANDALI, compresi quelli che effettuano lavori artistici. Perché c'è arte e arte. E l'arte sul vagone ferroviario proprio non mi va giù...Io ho diritto, da cittadino, a viaggiare in mezzi al pari degli standard occidentali. La tua libertà, direi al caro writer, finisce dove inizia la mia: pertanto comprati una tela e produci lì la tua "arte".

;)

Alessandro ha detto...

Comunque, signori miei, alle 18 stavano imbrattando...alle 18, con passeggeri della stazione Nomentana testimoni (così dicono le cronache). Ormai fanno quello che vogliono quando vogliono...Se entro 1-2 anni non cambia la musica io me ne vado da Roma.

Anonimo ha detto...

Fanculo ai writers il primo che prendo lo faccio nero che la madre pe riconoscelo je deve prende il calco dentale.

Anonimo ha detto...

Caro Alessandro,
innanzitutto non sapevo del fatto che anche Roma avesse i suoi muri (vivo quì da neanche un anno e mezzo e ti ringrazio per la puntualizzazione.
Io sono d'accordissimo con te, infatti nel mio secondo commento cerco di spiegare meglio la mia netta distinzione tra artisti e vandali ed il fatto che non mi va di accorparli entrambi sotto la voce "writers".

Il fatto è: come mai, proprio in questa città, proprio nella Capitale di questo Paese i muri non hanno funzionato? Evidentemente perchè l'aria che si respira (purtroppo) in questa città tende sempre alla filosofica via dello "STI CAZZI".
Ero a Roma da pochi giorni quando, passando il biglietto in metro a San Paolo, non mi si aprono gli sportelli. Vado al gabbiotto dove c'erano due addetti e chiedo loro di farmi passare. Uno dei due, sbragato su una sedia e con i piedi poggiati sul piano di fronte a lui, mi guarda e mi fa:"Attaccate a quarcuno". Solo perchè non poteva staccare la schiena dalla sedia e allungare un braccio.

Ecco perchè, dico: fermo restando che questi vandali vanno fermati assolutamente, c'è da considerare tutto quello che porta a questa inciviltà.
Perdonami, ma se sotto casa mia il marciapiede è pieno di scooter, io non lo trovo un atto meno squallido. Il marciapiede è mio, lo uso per camminare e non andare per strada, ci vanno anziani e bambini. E non ci parcheggiano certo tutti writers lì sotto. E io sono l'unico pirla che gira 10 minuti per cercare un posto "civile" per il mio motorino, a costo di metterlo sotto il pino e ritrovarlo tutto scacazzato il mattino dopo.

Spero che si capisca che non sto facendo l'avvocato del diavolo e anzi mi associo alle dure critiche. Ma che sto attento a non guardare soltanto il particolare più evidente.

Dino

Les ha detto...

Il topic di Riprendiamoci è preciso.
Quello che ha perso la bussola è sessorium, ormai in preda all'odio esibizionistico.
I suoi blog sono importanti voci di protesta ed analisi del fenomeno degrado ma le sue parole ultimamente non mi piacciono affatto.
Il popolo dei bloggers antidegrado la violenza la schifa, vuole solo una città più bella e ordinata.
-
Dino, mi sembri una persona colta e intelligente, perciò ti dico:
non cadere nel buonismo intellettuale che fa dire al ceto medio riflessivo che il writing è arte.
L'affermazione è semplicemente sbagliata.
-
Il writing è un fenomeno socio-culturale che ha la caratteristica di ignorare il rispetto della proprietà pubblica.
Questo fenomeno socio-culturale ha prodotto una forma espressiva, il graffitismo, che ha raggiunto punte di arte riconosciuta in tutto il mondo.
Il graffitismo ha indubbiamente segnato la cultura moderna ma ciò non toglie che la maggior parte dei suoi adepti ha finito per ingaggiare una terribile sfida al buongusto auto-convincendosi che ogni superficie monocolore deve essere imbrattata.
Qui è subentrata la cultura civile ed estetica di nazioni come gli Stati Uniti che - pur avendo partorito il fenomeno del writing - ha saputo mettere fine all'abuso dello spazio pubblico e così hanno fatto altri paesi occidentali civili ed illuminati.
L'Italia, a dispetto del suo grande passato artistico, è un Paese ignorante con cittadini mediamente incivili e una classe intellettuale pigra e conformista che non ha esitato a prendere le parti dei writers, senza se e senza ma.
Così ci ritroviamo una città, Roma, che potenzialmente è una tra le più belle al mondo ma in pratica è squallida e trasandata a causa delle scritte sui muri che la ricoprono dal centro alla periferia.
A questo scempio occorre dire basta subito, da domani.
Bisogna tornare a degli standard europei, americani, civili.
Roma non può essere imbrattata dal primo all'ultimo muro, ciò annulla la sua bellezza e mina alle basi il prestigio culturale dell'Italia.
La favola dei graffiti opera d'arte sempre e comunque la vadano a raccontare da un'altra parte i writers de noantri, anche se vedo difficile dove possano trovare asilo, visto che nel resto d'Europa i graffiti sono permessi esclusivamente in aree concesse dal Comune, esperimento questo provato anche da noi e miseramente naufragato visto che i graffitari sconfinano puntualmente dai loro muri per invadere tutto il vicinato.

-les

Anonimo ha detto...

Les,
perfettamente d'accordo.

E infatti ho sposato il precedente commento di Riprendiamoci in cui veniva giustamente fatto notare che il rapporto artista/vandalo è decisamente misero e insufficiente per permettere di catalogare il tutto sotto la voce "arte".

Il punto sul quale io voglio umilmente cercare di focalizzare parte dell'attenzione è un altro, aiutato dal fatto che i miei sono occhi di un cittadino ospite di questa città da relativo poco tempo e che guardano tutto attorno facendomi spesso sentire ancora un turista in vacanza prolungata: nella speciale classifica degli elementi di degrado stilata in ordine di importanza, il primo posto non è occupato dai writers. Mi trovo in Puglia in questo momento, a casa mia, e proprio poco fa parlavo ai miei genitori della situazione disastrosa che vive Roma. Fa tanto, tantissimo trovarsi davanti agli occhi quelle scritte inutili ad ogni centimetro quadro di muro, ma io la trovo squallida e trasandata anche per molti altri motivi che nascono spesso dalla natura menefreghista e provinciale del romano medio. Se io racconto ai non romani perchè Roma è solo la potenziale città più bella del mondo ci metto in primis molti altri segni di inciviltà COMPRESO quella dei writers.

Alessandro, qualche post fa, diceva che "se non cambia la musica entro 1-2 anni" lui lascia la città. Io ho sognato di vivere a Roma da quando ero piccino ed ora a distanza di un anno e mezzo già comincio a sentire la necessità di dover andar via (e che spero con tutto il cuore che si spenga presto, per amore della Città Eterna). E questo accade semplicemente perchè non riesco a tollerare determinati atteggiamenti che forse mi aspetterei in un paesello sperduto del meridione, come il mio, ma non nella Capitale di un paese del G8.

Poi c'è un altro punto sulla quale si potrebbe discutere ma che ci porterebbe forse un po' fuori tema: il valore che ha l'arte in questa città. Hai scritto che questo problema "mina alle basi il prestigio culturale dell'Italia", prestigio che personalmente considero ormai inesistente, azzerato, galleggiante solo sulla scia dei fasti di un tempo. Non c'è movimento artistico-culturale a Roma, è tutto fermo. Problema identico, ad esempio, a quello della città di Firenze dove ho vissuto per due anni, città che si riempie la bocca con parole inneggianti al Rinascimento ma dove la manifestazione culturale più moderna è rappresentata da un qualunque spettacolo di sbandieratori. Parigi negli anni '70 costruì il Centre Pompidou per tornare ad essere il riferimento culturale europeo, a Roma abbiamo il Colosseo che è senza accesso ai disabili (almeno fino a poco tempo fa, ora non so).
Quando Graziano Cecchini ha tinto di rosso la Fontana di Trevi o di palline colorate Piazza di Spagna molti hanno gridato al puro vandalismo: ci si può discutere, io stesso non sono di certo sulle stesse idee politiche del neofuturista, ma è indubbio che il gesto sia stato una fortissima provocazione contro l'assoluto immobilismo culturale di questa città che potrebbe essere potenzialemente la capitale artistica del mondo occidentale.

Scusatemi se mi dilungo un po' troppo, giuro che non lo faccio più! :-)

Un saluto a tutti e grazie per l'interessante discussione!

Dino

Anonimo ha detto...

Condivido quello che avete scritto ragazzi.

L'altroieri è iniziata la guerra ai lavavetri, venditori di robaccia, etc. ai semafori...Questo a dimostrazione che volere è potere. Io sogno il giorno in cui l'Alemanno/Veltroni di turno gridi guerra ai vandali senza sé e senza ma. Sarebbe per me il giorno più bello...Speriamo sia l'Alemanno di turno, perché altrimenti, come ho detto nell'altro post, il giorno più bello lo vedrò da qualche città più civile...

Alessandro

Les ha detto...

Io l'ordinanza anti-lavavetri la giudico in ambito "sicurezza".
In ambito "decoro urbano" non vedo niente all'orizzonte.
Ricordatevi che a marzo ci sono le elezioni, vi immaginate Alemanno ma pure Zingaretti che parlano male delle affissioni abusive?
No, non diranno niente.
E i graffiti vandalici?
Per il momento solo ipotesi vaghe di provvedimenti.
E io i graffiti e le tags li vedo aumentare ogni giorno quando ripasso nelle stesse strade, è sconvolgente, se non protestiamo noi non lo fa nessuno.
Oggi speciale foto dei lettori della "Roma che non va", sito di Repubblica.
Non una foto dedicata ai graffiti vandalici.
Capite?
Il problema più vistoso del decoro bellamente ignorato.
-
Roma e l'Italia hanno ottimi movimenti culturali, il problema è che l'arte e l'archeologia che detiene il nostro Paese viene annullata dal contesto urbano che la circonda.

les

Anonimo ha detto...

Les,
solo un appunto: se il "movimento culturale" si basasse sul quantitativo di opere d'arte ereditate dai geni del passato allora sarebbe: Italia-Resto del Mondo 5-1.

Quello è patrimonio artistico, è ben diverso e noi posteri abbiamo un gran culo ad averne così tanto: il movimento culturale è quello che hanno città come Barcellona, Parigi, Berlino, per rimanere in ambito europeo, è quello che serve a preservare e rivalutare il primo.

Poi per il resto, concordo! ;-)

Dino

Les ha detto...

guarda che pure noi abbiamo artisti, scrittori, pittori, musicisti...
non mi baso mica sul passato.
Barcellona culturalmente è normale, i pezzi grossi sono Parigi, Berlino e ovviamente Londra.
Parigi è più ricca e più colta di noi,
Berlino ha dietro la Germania avanguardista e tecnologica,
Londra è una delle culle della cultura popolare del '900.
Noi siamo piccolini ma sappiamo farci strada con quel poco che abbiamo che a volte è di gran qualità, basta saperlo diffondere.
Il più delle volte non ci riusciamo per scarsità di mezzi e incapacità di proporsi.

les

Alessandro ha detto...

@Les

No, lo so bene che è più un provvedimento di sicurezza che di decoro. Dicevo solo che volere è potere: si possono stroncare brutte abitudini.

Anonimo ha detto...

@les

Non sono d'accordo. O almeno non in parte.
Chiaro che anche da noi ci sono artisti, per fortuna quelli li puoi trovare anche nel paese più disastrato della pianeta (l'arte è l'ultima cosa che muore prima della speranza) il problema è che noi, in quanto Italia, dovremmo vantare un'attenzione e una sensibilità artistica nettamente superiore a qualunque altra nazione, semplicemente perchè fa parte del nostro DNA da sempre.

E' innegabile che i nostri artisti, già in quantitativo inferiore rispetto ad altre realtà, non trovino terreno fertile dove piantare e far crescere il loro talento, e questo è evidente fin dall'inizio del percorso universitario o accademico. Si potrebbero fare migliaia di esempi a tal proposito, ma non è questo forse lo spazio ideale.

Noi non dovremmo essere piccolini, cavolo, è questo il punto! Il mondo ci guarda come la più grande raccolta d'arte al mondo ma facciamo tanta fatica a produrne di nuova, se non all'estero. E questo non credo sia normale. E il "basta saperlo diffondere" non basta, purtroppo. O forse non si è disposti a farlo in quei modi che nulla hanno a che fare con l'arte. Gli ambienti interni alle varie correnti artistiche sono totalmente chiusi e gestiti spesso in maniera molto discutibile, non di certo basati su merito e talento. Ti basta prendere un qualunque pittore uscito da un accademia e chiedergli quanti e quali modi ha di esporre e farsi conoscere: te ne dirà uno solo, molto italiano per caratteristiche. E questo è un piccolo esempio, solo di una categoria, che si può estendere a tutti gli altri campi, dal cinema alla fotografia, dal teatro alla poesia.

E ho paura che non basti avere un ministro che scrive poesie per risolvere il problema.

Dino

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