UNA CITTA' ALLA CANNA DEL GAS SI DIVIDE PER UNA MANIFESTAZIONE AI FORI CHE PORTERA' INTROITI PER PRESERVARE I FORI STESSI.

venerdì 21 aprile 2017




Siamo alle solite. A Roma non si riescono ad avere delle linee guida precise, scritte per il bene della città. Delle regole da scrivere sulla pietra: quelle sono e quelle devono rimanere. Si deve capire che Roma ha un grossissimo potenziale, che offre scenografie senza eguali, che è una città che va fatta fruttare in termini economici, con relative ricadute occupazionali. Questo passaggio non è un capriccio da bimbetti ma da esso, dalla sua comprensione e concretizzazione, passa il futuro della città che va dalla preservazione/valorizzazione dei suoi inestimabili tesori alla realizzazione d'infrastrutture per migliorare la vita dei romani di oggi e di quelli del futuro. Per noi di RR qualunque occasione dev'essere vagliata e resa concreta seguendo proprio quelle linee guida che invochiamo e che ancora non esistono. Vendersi ma non svendersi. Far fruttare ma non sfruttare. Su questo siamo delle capre!
Roma potenzialmente potrebbe essere una città ricchissima, ma manca una cabina di regia, mancano, come detto delle regole certe, e sono presenti in maniera virale e fortemente lesiva i soliti "Comitati del No a prescindere", da quelli storici (Italia Nostra e Comitato Celio) a quelli  che germogliano spontaneamente quando si va ad intaccare un interesse particolare, a danno di quello della collettività. L'ultimo esempio di questa follia suicida, che ormai la città ripete quasi meccanicamente da almeno 30 anni, è un palco, certo non piccolino, realizzato per il musical "Divo Nerone - Opera Rock". Una struttura certo di grande impatto visivo (36 metri di larghezza, 27 di profondità e 14 di altezza) comparsa da due giorni nell'area di Vigna Barberini all'interno del sito archeologico del Palatino. Ci sono già anche le 480 poltrone della platea, l'impianto audio e delle luci. Presto arriverà la scenografia e le tre file di gradinate. L'allestimento, ideato da Franco Migliacci, divide la città nonostante il patrocinio del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che ha visto un anno e mezzo fa le scenografie di Dante Ferretti e che è favorevole a utilizzare i monumenti come cornici di eventi. Come lo siamo Noi. Sempre e solo se i soldi restino in città. Siamo stati sempre contrari al fatto che gli incassi  generati dal monumento simbolo romano, il Colosseo,  forse a qualcuno è sfuggito, non restino a Roma ma vadano a finanziare un fondo di solidarietà per Musei Minori sparsi per il paese. Non ce ne voglia Mario Sotgiu, l'ideatore del Museo più piccolo d'italia, in quel di Arzaghena (Sardegna), ma i soldi del Colosseo devono rimanere in città: servono per realizzare tram, preferenziali, nuove linee metro, ciclabili e quanto di meglio si possa avere per colmare il gap che separa Roma dalle altre Capitali Europee. Tornando al subito contestato musical che, tra le altre, prevede la presenza di quattro premi Oscar: Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo, Gabriella Pescucci e Luis Bacalov con la regia di Gino Landi, il 50% dei biglietti è già stato venduto, segno evidente della bontà di tali iniziative. Biglietti che vanno dai 45 ai 180 euro per circa 3.000 posti a sedere. Bassa, molto bassa, a nostro parere la percentuale degli incassi che andrà per la conservazione del nostro patrimonio, appena il 3%. Capito perché servono regole certe? Ma, al di là della percentuale, a dissipare ogni dubbio sulla bontà dell'iniziativa,  sono intervenuti già i tour operator della Capitale che sostengono che il musical farà aumentare il pernottamento dei turisti, facendolo passare da 2 a 3 notti. Il famoso indotto che ogni evento di spessore porta con se. Vi pare poco? RR

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