Ma quanti sono gli abitanti di Roma? E come si spostano?

venerdì 3 marzo 2017


Non è facile rispondere a questa domanda ma ci proviamo. All'ultimo censimento del 2016 a Roma risultano residenti 2. 870 336 persone. A questa cifra se ne devono aggiungere parecchie altre: in primo luogo i "city-users": i pendolari; coloro che quotidianamente arrivano in città per lavorarci. Il loro numero può essere quantificato in 1,4 milioni di persone dall’area urbana esterna e 720mila pendolari dall’area metropolitana.

A Roma poi ci sono i diplomatici che son doppi, per lo Stato Italiano e per la Santa Sede. Il loro numero è fissato in 11.000. A questi si devono aggiungere i turisti: la stima è di 125.000 persone giorno e gli studenti fuori sede. Le università romane accolgono ben 88.000 studenti da tutta Italia.

Sicuramente si sfiorano i 4 milioni di persone che ogni giorno vivono la città: numero destinato a salire se si considerano gli invisibili ovvero coloro che risiedono sul territorio cittadino senza che nessuno ne abbia traccia.  Il dato è comunque sempre approssimativo.

Ma arriviamo al dunque: come si muovono queste persone? Iniziamo col dire che gli spostamenti giornalieri a Roma sono circa 7,4 milioni di cui 690mila con la metropolitana; 160mila con le ferrovie concesse e 220mila con le ferrovie regionali; gli autobus, teoricamente, trasportano circa 900mila persone tra ATAC e Cotral. In totale 1milione 750 mila persone si spostano con il trasporto pubblico.
Della quota restante (quota altissima) la gran parte si muove con la propria auto o con un ciclomotore. Un caos inaudito: rapporto auto/persona 1 a 1, doppie e triple file, preferenziali violate. Un brodo primordiale fatto di coatti al volante.

Chiunque al governo di una città, avendo questi numeri alla mano, cercherebbe di invertire la tendenza. In primo luogo abbassando il numero di spostamenti con mezzo privato: obiettivo indicato dall’Unione Europea e dall’UITP, l’Unione Internazionale delle Aziende di Trasporto Pubblico per il 2020. Per raggiungere i parametri dettati dall'Europa, a così stretto giro, a Roma servirebbe dimezzare il numero di persone che si spostano con mezzo privato, obiettivo oggettivamente IRRAGGIUNGIBILE.

Per farlo, chi ci amministra, dovrebbe bussare al Governo e presentare un piano serio,  organico, coordinato, ragionato e omogeneo che coinvolga tutti gli attori sotto un'unica cabina di regia. Si continua a cazzeggiare: una preferenziale di qua (quali?), una funivia di là, un inutile e scollegato tranvetto, aspettando l'invenzione del teletrasporto!

Le infrastrutture sono realmente poche: una miseria. 

La Linea A è una delle linee più affollate d'Europa e non si sa cosa avverrà con l'allaccio alla C a San Giovanni. Prevedibile delirio, del quale nessuno, oggi, sembra preoccuparsi! La B ha orari da treno regionale. Le concesse fanno letteralmente schifo e le linee ferroviarie regionali non fanno sistema: i romani, colpa dei mancati investimenti delle Ferrovie in stazioni/nodi di scambio, non le percepiscono come opzione possibile agli spostamenti. Il quadro che si viene a delineare è sconcertante: mancano bus, vengono tagliate corse, le preferenziali non vengono ancora protette, si è all'anno zero per gli spostamenti dell'ultimo miglio con il Bike Sharing che a Roma pare non possa avere diritto di esistere, e le ciclabili sono poche, rispetto alla vastità del territorio comunale, e, ovviamente, mal tenute.

Una situazione ereditata da trent'anni di fesserie, di finte "cure del ferro", di promesse di chiusure di anelli ferroviari, di monorotaie (si ricordi la gronda orientale di Aurigemma) con un progetto stile Gardaland, ma contro la quale, neanche oggi, nella gestione cinquestelle, vediamo soluzioni.

Ci vuole tempo, è chiaro, Ma ci vogliono le idee. Noi di RR ne abbiamo presentate alcune. Nel breve periodo, abbiamo proposto, con l'ausilio di privati, di sfruttare il Tevere , come tra l'altro fanno ovunque si abbia un fiume, per metter su una metropolitana sull'acqua che possa bypassare il traffico generando un nuovo interessante tipo di pendolarismo. Abbiamo proposto nodi di scambio: quello Libia B1 /Nomentana Fl1 con appena 400 metri di sottopasso per aumentare l'effetto rete. Oggi ancora più cruciale per l'imminente realizzazione della stazione Pigneto. Abbiamo rimesso al centro dell'attenzione il Ponte ciclopedonale sull'Aniene per consentire agli abitanti al di là del fiume di poter raggiungere la stazione Conca d'Oro. Abbiamo proposto di aprire parcheggi di scambio come quello di Cornelia e di recuperare in qualsiasi modo quello di 500 posti auto sotto Porta Pia, di risistemarne la Piazza e di fare una ciclabile lungo la Via Nomentana.  Abbiamo proposto, inascoltati dal 2009, di rilanciare il progetto di tranvia leggera Saxa-Ruba/Cinecittà/Laurentina. Con la nostra pagina sui trasporti abbiamo rilanciato l'idea della TVA, tram Termini, Vaticano, Aurelio. La linea C andrebbe portata a termine. TUTTA. Andrebbe riesumata la D. Lido in metro E; Nord in treno metropolitano; le laziali in moderno metrotram. La FL1, unica ferrovia passante, e la FL3 in treni metropolitani, aumentandone la penetrazione urbana con nuove stazioni e modulando, per la FL1, un servizio EXPRESS da uno metropolitano (normalità ad altre latitudini).

Siamo negativi, è inutile nasconderlo: poco o niente di tutto questo verrà realizzato. Non si porranno nemmeno le basi per realizzarlo. Manca, lo ribadiamo, l'idea di un piano organico intermodale per la mobilità sostenibile per la città di Roma. Si prosegue a mozzichi e bocconi nella più avvilente tra le rassegnazioni. RR.



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