L'IMBARAZZANTE VISIONE DELLA CITTA' DELLA RAGGI, ESPRESSA SULLE PAGINE DEL PRESTIGIOSO NYT, E' UNA COSA ALLA QUALE OPPORSI CON FORZA E DETERMINAZIONE! NOI NON CI STIAMO!

mercoledì 22 marzo 2017
Una Giunta di selfisti





"Roma non sarà mai come Amsterdam, piena di bici, o Parigi, piena di linee del metrò, Ma possiamo migliorare, e noi miglioreremo. La gente deve solo avere pazienza".
Finisce con questa frase l'intervista rilasciata da Virginia Raggi al prestigioso New York Times, prima di partire per l'Alto Adige per una vacanza consigliatale dai medici dopo il forte stress di questi primi, per noi improduttivissimi, mesi di governo alla guida della città.  Il Times la disintegra: fa aperti riferimenti a Giunte virtuose come quella dell'Appendino a Torino; la dipinge "come un sindaco ostaggio della sua inesperienza, costretta a dibattersi fra le divisioni all’interno del Movimento fondato da Beppe Grillo; cita il sondaggio di Repubblica per il quale il 70 per cento dei romani dichiara di non fidarsi del sindaco eletto da meno di un anno; fa poi l’esempio della Raggi che appoggia lo sciopero dei tassisti che invadono le strade di Roma e che visita il Teatro Valle occupato per mesi per sostenere che "secondo molti il Movimento 5 stelle è più adatto alle proteste di strada che alle stanze del potere".
Ma a noi interessa la frase finale dell'articolo con la quale abbiamo aperto il nostro e da questa vogliamo partire per contestarla con forza nella sostanza e nel merito. Quella che per alcuni potrebbe essere interpretata come espressione di saldo pragmatismo va invece letta come una frase di vera e propria resa, che sicuramente non interessa a chi vuole, come noi e voi che ci leggete,  che Roma eguagli le altre Capitali Europee. 
Raggi dice che non è possibile che Roma diventi come Parigi o Amsterdam e noi questo non lo vogliamo proprio accettare. Ma il nostro non è un capriccetto da bimbetti ma un punto fermo, che cercheremo di argomentare, e che passa attraverso la trasformazione radicale della città e dei suoi cittadini. In primo luogo Roma deve cambiare dal punto di vista istituzionale: proprio l'altro giorno abbiamo scritto sull'anomalia tutta Italiana che priva la nostra Capitale, al contrario delle nostre competitors, di una legislazione speciale (articolo che puoi leggere qui) che permetta allo Stato i pieni poteri sulla capitale, ridimensionando i Consigli comunali che da decenni sono corrotti o inadeguati, con sindaci impreparati, spesso alleati alle lobbies: si pensi a quanto sta avvenendo con i "mutandari" con i quali l'attuale governo cittadino si è apertamente schierato, con i tassisti (oggi nuovamente in sciopero), con i movimenti per la casa cioè quelli che la vogliono gratis mentre voi, coglioni, pagate regolarmente il mutuo, con gli occupanti illegittimi di alcuni importanti spazi culturali della città, gestiti in regime familiaresco e  dittatoriale! Questo è quello che sta avvenendo oggi e che è sotto gli occhi di tutti. Deve essere poi interrotto quel meccanismo diabolico e distruttivo che chi arriva dopo elimina quel poco di programmato da chi c'era prima.
Lo Stato deve avere una  visione precisa della propria Capitale con dei capisaldi (servizi, trasporti, etc.) che siano tolti dalle competenze di chi governa la città per democratica alternanza. Non è possibile, per fare un esempio, che  Alemanno abbia deciso di cassare la Linea Metro D prevista da un atto ufficiale che è il Piano Regolatore Generale e per la quale molta gente ha comprato casa in zone che dovevano essere attraversate dalla, speriamo riesumabile, linea gialla. Tornando alle lobbies, ci si aspettava un cambiamento, ci si aspettavano tanti NO, quelli detti al sottosviluppo e all'arretratezza, quelli detti al mantenimento di posizioni di potere e di monopolio, non certo quelli detti allo sviluppo e crescita della città, e invece anche questi qui si sono messi a braccetto con coloro che, per convenienze personali, frenano da decenni lo sviluppo della Capitale. Ed ancora: bisogna dire basta alla "bugia" che a Roma non ci sono soldi. E' più corretto dire che il lassismo e l'inefficienza di chi dovrebbe tutelare gli interessi della città non fa il proprio mestiere come si deve. Potremmo fare centinaia di esempi su questo punto, talmente tanti da farvi venire la nausea, ma vi ricordiamo che, fino a poco tempo fa, "affittare" Piazza del Popolo costava un paio di centinaia d'euro, che i costi per l'occupazione di suolo pubblico restano irrisori, che c'è tutto il capitolo, enorme, delle mancate entrate per disorganizzazione e lassismo istituzionale: dalle mancate sanzioni alle auto in doppia e tripla fila, a quelle per chi getta in modo criminale i rifiuti, a quelle per chi affigge e/o piazza impianti abusivi, all'evasione paurosa sui mezzi e così via. La città ha, nonostante il degrado che la divora, un valore immenso. La Raggi, tornando al suo ragionamento da "casalinga", dice che non eguaglieremo Amsterdam come numero di bici e Parigi come Linee di Metrò e lo dice con la naturalezza di chi è consapevole di non poterlo realmente fare. D'altronde cosa ti ci vuoi aspettare da una che nel programma elettorale, piuttosto che immaginare nuove infrastrutture su ferro, ha messo tra i suoi punti l'incentivazione del telelavoro: c'è caos, non ci sono i mezzi, facciamo stare le persone chiuse in casa! Sulla mobilità, quella seria, si giocano le sorti della città e si potrebbe già fare tanto ma ci dev'essere un piano preciso, ragionato e con un'unica cabina di regia che coordini i vari attori coinvolti. E' paradossale o no che Roma, con una linea metro di superficie già pronta, lunga 28 km, che collega la città al mare, non abbia ancora predisposto i lavori necessari per trasformare la Lido in Linea E, decongestionando tutto il quadrante sud della città? Una linea che, con treni sgangheratissimi, viene utilizzata, oggi, da 100.000 romani, numero che potrebbe essere triplicato se la Roma-Lido fosse una vera e propria metropolitana. E' paradossale o no che questa amministrazione ancora non sappia se far proseguire o meno la linea C?  E che dire dei mancati nodi di scambio di cui abbiamo parlato approfonditamente in altri articoli? Senza l'effetto rete non si va da nessuna parte. E che dire delle Laziali che vanno trasformate in moderno metrotram sul modello di Cagliari?  E che dire di una totale razionalizzazione delle line FL, ben 8, che con investimenti adeguati e creazioni di stazioni centrali potrebbero fare sistema integrandosi  con le metropolitane esistenti?  Due di esse, la FL1, l'unica passante, e la FL3 hanno propensione da linea metropolitana. Poi ci sono i prolungamenti delle metro esistenti e la Linea D: tratta che va assolutamente riesumata per incentivare quell'effetto rete necessario in ogni sistema di TPL che si rispetti. Qualche tram azzeccato, pensiamo alla TVA (Termini, Vaticano, Aurelio,) ti consente realmente di liberare il centro dalle auto e di creare più aree pedonali, ciclabili e spazi per le bici. Tutto questo e molto altro (chiusura dell'Anello Ferroviario) si potrebbe perseguire invece di rassegnarsi o di proporre improbabili funivie. Tutto questo dovrebbe potersi realizzare: le altre città corrono , progettano futuri prossimi car-free e noi ci sentiamo dire che ci vuole tempo ma che miglioreremo. Ok, ma in cosa? A lavorare da casa? A Roma, nell'ora di punta, con un traffico micidiale il rapporto è uno a uno: un'automobile per un solo passeggero. Sanno questi "cittadini" che ci governano che esiste il car pooling? Sanno che altrove la sosta a pagamento viene giustamente aumentata per disincentivare l'uso del mezzo privato e liberare le strade per i bus.  Sanno che altrove si fanno i parcheggi interrati per liberare spazi urbani e restituirli al cittadino? Sanno che altrove vengono diminuiti i posti auto? Al Presidente Stefàno, l'uomo dalle mille inconcludenti riunioni, chiediamo:  dove sono i cordoli delle preferenziali promessi che da subito aumenterebbero la velocità commerciale dei mezzi non consentendo al romanaro di fermarsi in doppia fila? Possibile che in un anno non si siano ancora riusciti a realizzare? Cosa e quanto si deve aspettare non è dato sapere. Se questi sono i tempi, un rodaggio infinito, cosa riceverà la città nei restanti 4 anni di guida pentastellata? Cosa?
 La visione della Raggi, di questa città e del suo futuro è a dir poco deprimente. Tutto questo Riprendiamoci Roma lo rispedisce al mittente promettendo battaglia senza sosta per il miglioramento reale della città che può e deve competere con le altre Capitali, ma non per spirito di egocentrismo, ma per cruda e pura sopravvivenza. Chi non capisce questo fa del male, e tanto, alla città e come tale va isolato e lasciato perdere. Roma deve correre: troppi anni son già stati sprecati. Ci mancava la visione da "massaia" a completare il quadro. Ci mancava l'incapacità mista al miopismo politico. Ci mancava proprio questo. Dopo Alemanno, Marino, Tronca sono arrivati questi "signori": degli inetti al potere, senza uno straccio di programma condiviso. Nella loro pochezza istituzionale, in questi 9 mesi, non hanno fatto altro che intestarsi, con enorme disgusto istituzionale, quel poco di buono fatto dalla Giunta precedente. Ma ancora, a nove mesi di distanza, una cosa che sia stata partorita da loro non si è ancora vista. E' tutto un "vedremo", "feremo", "realizzeremo". Intanto la città è lurida, piegata su se stessa, con una Sindaca esaurita che, a nostro avviso, non sa bene dove portare la città. E' questo è un problema grave. E' di oggi la notizia che il PIL della capitale è letteralmente in picchiata. E' di ieri la notizia che è previsto un ulteriore calo di turisti. Siamo davanti a un malato terminale al quale gli si somministra una tachipirina. Siamo, per concludere, alla follia pura. RR.

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