"Roma è grande". "A Roma non ci sono soldi." "A Roma non ci sono solo i romani, è un'accozzaglia di gente venuta da ogni parte d'Italia e dall'estero portando con se le peggiori abitudini." Queste alcune frasi del romano medio per giustificare inefficienza e disservizi.

lunedì 3 aprile 2017

"Roma è grande". "A Roma non ci sono soldi." "A Roma non ci sono solo i romani, è un'accozzaglia di gente venuta da ogni parte d'Italia e dall'estero portando con se le peggiori abitudini."
Queste le frasi più gettonate dal romano per spiegare il caos capitale. Ma le domande che ci e vi poniamo sono le seguenti: come fanno a Berlino che ha circa 700.000 abitanti in più di Roma a gestire magnificamente le S-Bhan, 15 linee ferroviarie urbane e le U-Bhan, 10 linee metropolitane e le 22 linee di tram in loro dotazione garantendone pulizia, pagamento del biglietto da parte di tutti, efficienza e puntualità? Saranno mica dei marziani? E come fanno a Londra con 8 milioni di abitanti e 15 milioni di visitatori/anno a fare lo stesso, a tenere la città pulita, a tenere i parchi splendidamente ordinati? Verranno da un altro pianeta sicuramente! "Ma sono popoli del Nord, diversi da noi del Sud europa", risponderebbe il romano medio. Ma allora a Madrid? A Lisbona? Come diavolo fanno? Se avete mai girato per una Capitale europea sicuramente non vi sarà mai capitato di vedere vendere mutande in ogni dove, in strade di pregio come in periferia. Non vi sarà mai capitato di vedere i lavavetri ai semafori, finti storpi ed elemosinanti ovunque, rovistatori di cassonetti, cumuli d'immondizia senza fine, parcheggiatori abusivi che vi taglieggiano sia se andate a trovare un parente in ospedale, sia se andate a prendere una pizza o a vedere un film o uno spettacolo teatrale. Sono dannatamente ovunque. Ovunque. Non vi capiterà, qualora decideste di accedervi con l'auto, di vedere le ormai tristemente note "discariche lineari" che costeggiano tutte le consolari romane. No, non vi capiterà.
Ma qual è il motivo reale di tanta differenza. Perchè Roma, biglietto da visita del Paese, si è appiccicata addosso, praticamente rassegnata, questo format terzomondista?
Pesano certamente i decenni di cattivissime amministrazioni che si sono succedute. Pesa la passività dei romani di qualche generazione fa che, in nome della libertà automobilistica, ha consentito alla politica di portare a termine la fine dello smantellamento della rete tranviaria più grande d'Italia che oggi risolverebbe non pochi problemi. Pesa, sempre riferito al romano, la sua perdita d'orgoglio e d'interesse nei confronti della città che non percepisce più come sua ma come uno spazio d'attraversare, imbottigliato per ore in auto, lobotomizzato, ad occhi bassi, come se tutto questo fosse normale. Ma la cosa che pesa di più, lo ribadiamo, è lo status di Roma Capitale, una finzione vera e propria: la Raggi ha, di fatto, gli stessi poteri dei Sindaci delle altre città italiane, né più né meno.
Nel resto d'Europa nessuna Capitale che conta è organizzata come Roma. Prendiamo l'esempio di Londra, città leggermente più grande per estensione della Capitale ma con il triplo di residenti: essa consente al Sindaco di avere dei poteri di una certa rilevanza ma le scelte chiave  (rifiuti, trasporti, sicurezza, servizi sociali, trasporti e sviluppo della città) sono delegati in primo luogo ai boroughs, che hanno poteri più incisivi dei nostri ridicoli municipi e che sono sotto l'ala protettiva/direttiva della Greater London Autority.
Volendo fare il paragone con una città più vicina a noi come popolazione possiamo fare riferimento a Berlino: dalla quale, dalle pagine di questo blog, abbiamo spesso indicato di prendere esempio in molti ambiti specie in quello dei trasporti poiché la Capitale Tedesca, che è una città-stato, con propri poteri ben delineati, è in possesso di una poderosa rete metropolitana sviluppata in gran parte  in superficie e in viadotto, anche nelle zone centrali. Cosa che a Roma andrebbe fatta per le future metro periferiche, per la Lido, per la Nord, per la FL1 e  per le Laziali. Andando in Francia e parlando di Parigi possiamo tranquillamente definirla come una centralità molto compatta, attorno alla quale gravitano circa 130 comuni limitrofi che hanno regole d'indirizzo comune perché inseriti all'interno del'Ile de France che conta ben 12 milioni di abitanti.
In Italia e per Roma ci sarebbe una speranza: le città metropolitane. Riforma al momento monca e che deve passare da un referendum costituzionale e dall'ostilità delle Regioni che mostrano una certa gelosia, specie la nostra che ad oggi ha moltissima voce in capitolo sulla Capitale. Un'occasione da sfruttare ma con grosse incognite sul suo cammino, talmente tante da potersi facilmente trasformare da opportunità ad ennesimo problema. RR.

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