LA DIATRIBA TRA COMUNE E REGIONE: IL TEATRINO QUOTIDIANO E' SERVITO

sabato 20 gennaio 2018

E ci risiamo.

Chi dice bianco e chi dice nero.

Titolo dell'opera: progetti impianti di compostaggio.

Attori: L'assessore regionale Buschini, e l'assessore comunale Montanari.

Trama: Buschini accusa Montanari di aver inviato delle semplici diapositive al posto dei progetti, Montanari accusa Buschini di fare campagna elettorale e, in sostanza, di raccontare frottole.

Ancora una volta la politica è morta.

E con lei è morta la fiducia del cittadino nelle Istituzioni che dovrebbero tutelarlo, proteggerlo, aiutarlo.
Perché chi ci rimette, in questa tragicomica, è proprio il cittadino.

Si, cari politici, imparate questa parola: "cittadino", colui che in voi dovrebbe vedere un esempio, un'ancora, un sostegno.

E invece assiste a continue, inconcludenti, inutili diatribe tra chi dichiara una cosa e chi puntualmente la smentisce senza poter fare nulla, senza avere uno strumento per discernere la verità, sentendosi solo vittima di un gioco perverso, di una presa in giro che si perpetua ogni giorno senza fine.

E non capite come appariate ridicoli e offensivi, come nel sentimento di questo "cittadino" ci sia spazio solo per la sfiducia, la rabbia e, in alcuni casi, anche l'odio.

La capacità di farsi detestare è una vostra caratteristica: sembrate quasi programmati per questo. Agite sempre e solo in questo senso, come foste guidati da una forza oscura che vi fa dire, fare, o meglio non fare dicendo di fare.

Il "cittadino", questo incredibile, strano, soggetto al quale propinate la vostra scelleratezza (perchè di questo si tratta, di che altro?), dovrebbe essere trattato in ben altra maniera.
E' lui che vi ha portato nei luoghi dove si gestisce il suo destino, è lui che si aspetta da voi atti concreti, è lui al quale dovete rendere conto, è a lui che dovete tendere ogni vostro pensiero, ogni gesto, ogni idea.

Ma questo non accade quasi mai.

Una volta giunti in quei luoghi, perdete ogni riferimento, ogni contatto con la realtà, ai buoni propositi si sostituiscono arroganza, inconcludenza e, ahinoi, tanta incompetenza.
Ed è per mascherare questa incompetenza e l'incapacità di lavorare al servizio del "cittadino" che vi perdete in continue quisquiglie, battibecchi da comari, chiacchiere da dopo-partita, alle quali costui (il cittadino) è del tutto estraneo e nelle quali non si riconosce.

Chi dice la verità? Ma poi quale verità? Esiste una verità che non sia la vostra?

Queste sono le domande che il cittadino si pone, quando vi sente parlare, vi legge sui social che tanto amate usare per farvi pubblicità, vi guarda nei talk show nei quali a emergere risulta alla fine il nulla.
E poiché a questi interrogativi non c'è risposta, ecco la disperazione, la sfiducia, la rabbia.
Di queste cose non vi preoccupate.
Eppure dovreste.
Siete soli, come sono soli i cittadini.
Due mondi che non si parlano, non comunicano, non interagiscono.
Ciò che dite, lo dite fra voi, nell'indifferenza generale che avete causato.

Ciò che il cittadino soffre rimane confinato dentro di sé, a volte espresso come semplice sfogo personale, attraverso gli stessi social che usate per la vostra autoesaltazione, come grido in un cielo infinito popolato dal niente.

Voi non ascoltate questo grido e fate male.

Se lo faceste, se per un attimo taceste, se evitaste di lanciarvi l'uno contro l'altro, se abbandonaste il palcoscenico del vostro teatrino, se solo ascoltaste, vi accorgereste del mondo che rinnegate con il vostro "operato" e che è tutto intorno a voi e in voi ripone una speranza.
E' in questo perenne e infinito attimo che vive il "cittadino".
Fermate il tempo, per favore.....

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