Dopo Berdini, il nemico numero uno dello Stadio è Francesco Sanvitto

mercoledì 15 febbraio 2017
Dopo Berdini, il nemico numero uno dello Stadio è Francesco Sanvitto, architetto, attivista a cinquestelle, pronto a presentare, insieme ad altri attivisti un ricorso per bloccare la realizzazione dell'arena romanista. "Io presenterò una denuncia penale e un esposto al Tar. E con me lo faranno altri 5Stelle" - dice Sanvitto - al tavolo urbanistica del Movimento di cui è coordinatore. Parla davanti ad una cinquantina di persone accorse per salvare il salvabile e per interrompere quello che loro vedono come una mera speculazione edilizia in favore di privati e a svantaggio della città.  "Noi non siamo contro lo stadio - ribadisce Sanvitto - è legittimo che una società sportiva se ne costruisca uno tutto suo. È giusto anche che ci mettano ristoranti e negozi. Ma non si può truffare la città dicendo che è un'opera indispensabile". "Si è utilizzata la legge sugli stadi che va in deroga al piano regolatore - illustra ancora Sanvitto - per mascherare un cosiddetto "piano particolareggiato" che invece prevede altre prescrizioni". Insomma, per molti attivisti lo strumento utilizzato è "illegittimo". Anche per questo verrà presentato un esposto a Tar e procura. "Ma non come quello confuso portato avanti in passato dai nostri consiglieri ai tempi della giunta Marino. Allora denunciammo un atto non concluso. Bisognava aspettare la fine dell'iter. Lo faremo ora", assicura l'architetto. Il Campidoglio, però, pare ormai aver preso una decisione: il problema vero è che una cinquantina di attivisti, come è avvenuto  per altre infrastrutture cittadine (si veda la Stazione di Vigna Clara), potrebbe avere il potere di rallentare pesantemente la realizzazione dell'opera. RR


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