Tornano i romani, riaprono gli uffici, e Roma assiste impotente alla consueta invasione di volantini pubblicitari e freepress. Ieri mattina ero all'Università e mi sono fatto una passeggiata nel quartiere San Paolo per constatare l'entità del fenomeno. A dire il vero di volantini ne ho contati pochi (con mio grande stupore) sia sui tergicristalli che in terra. Non altrettanto si può dire per quanto riguarda i freepress. In 200 metri o poco più, dal vialetto antistante l'Università fino alla Basilica di San Paolo e nelle strade intorno, era tutto un fiorire di mucchietti di carta e fogliacci svolazzanti. Così ho deciso di improvvisarmi spazzino e ne ho raccolti da terra almeno una decina. Inutile nascondersi, il servizio di freepress è diventato in poco tempo uno dei principali catalizzatori di degrado urbano di Roma, com'era d'altra parte prevedibile trattandosi di città abitata e gestita da persone per lo più incivili. Il servizio non è affatto gratuito, perchè il degrado che si porta dietro rappresenta un costo (indiretto) per tutti noi romani. Dai costi di pulizia delle strade, passando per l'incalcolabile danno di immagine di una Città Eterna ridotta a una eterna discarica. Me ne torno a casa chiedendomi se abbia un senso continuare ad offrire un servizio gratuito a gente incivile che non si meriterebbe neanche di uscire di casa. Consapevole che domani lo spettacolino sarà lo stesso di oggi, solo che io non sarò lì a ripulire le strade dai mucchietti di carta.
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3 commenti:
e se poi li togliessero dalla circolazione cambierebbe qualcosa..???
Noi non chiediamo di toglierli, ma di distribuirli solo in luoghi chiusi, opportunamente graffettati.
Anche se nolto utili, leggo, metro e affini sono free press, ma sempre legati a grossi gruppi editoriali...
Ritengo più interessanti i free press underground o quelli più di nicchia, come Vice, Grab Magazine o Nero.
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