IL GIRO D'ITALIA, LA VERGOGNA DI ROMA

mercoledì 30 maggio 2018

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Roma. Tappa finale del Giro d'Italia.

Carlos Alberto Betancur, in mondovisione, urla alla telecamera che lo riprende la parola "vergogna". Si riferisce alle buche che minano la sicurezza dei ciclisti e poco dopo il giro viene fermato.

La città eterna è in ginocchio e mostra al mondo le sue ferite.

Se io fossi stato Virginia Raggi, il giorno seguente avrei fatto fagotto e me ne sarei andato in una fattoria ai piedi del Monte Cook, in Nuova Zelanda, dove avrei passato il resto della mia vita a tosare pecore sperando di essere dimenticato dal mondo il più in fretta possibile.

Ma io non sono lei e lei non è me. Lei, però, non è neanche quella che diceva di essere: il vento del cambiamento epocale.

Il cambiamento sì,  c'è stato: in peggio.

Una città abbandonata, un'amministrazione incapace, figuracce stratosferiche col mondo, prese in giro continue e un'arroganza e una presunzione da parte di chi governa che lasciano sconcertati. Roma è oggi una città da quarto mondo.

Di lei, ci si può solo vergognare,  dice Carlos Alberto.

Sono trascorsi due anni, due anni passati a dire "è colpa delle amministrazioni precedenti", senza fare nulla o prendendo solo iniziative stupide e destinate al fallimento.

Il resto è solo slogan e autoesaltazione.

Non sono capaci di farsi rispettare da nessuno.

Sono stati in grado di far passare l'apertura di sette cessi pubblici come l'impresa del secolo.

Hanno promesso il piano Marshall per le buche, hanno invocato la task force, hanno urlato che Roma è ora più "green" e fruibile, che il decoro è finalmente ripristinato e così via; una continua, infinita, stucchevole e umiliante sequela di idiozie che non si possono più raccontare e, soprattutto, sopportare. E ora quelle parole...in mondovisione....

Ha ragione, Virginia, a starsene qui e non fuggire in Nuova Zelanda. Ha anteposto la vergogna al formaggio di pecora contravvenendo al suo credo "green". Quando l'ha assecondato per la lotta alla zanzara tigre ci siamo beccati la chikungunya.

Ora che, restando al suo posto,  sconfessa il suo credo, ci becchiamo la derisione del mondo, un risultato ben peggiore. Se la zanzara comunque con l'autunno sparirà, la derisione rimarrà come zavorra sulle nostre spalle per molto, molto tempo. Come le parole rabbiose del ciclista Carlos Alberto Betancur che ha descritto con cinque consonanti e tre vocali tutto il dramma della nostra città e l'incompetenza di chi la amministra: VERGOGNA!


Lettera Firmata

0 commenti:

Posta un commento

ShareThis