AMARCORD: UNA RAGGI ALL'OPPOSIZIONE LEGGE LE LETTERINE A MARINO... DA VEDERE E LEGGERE.

giovedì 31 maggio 2018


Quando si vedono video come questi, non si può che provare un unico sentimento: rabbia.

L'allora consigliera Raggi, all'opposizione, legge per 45 minuti le mail di cittadini indignati (anche una di suo marito) e disperati per i problemi non risolti della città. Comincia con i bambini, poi legge le altre lettere.

A volte ride, a volte ironizza, altre ironizza ridendo. Si interrompe addirittura, non riuscendo a controllare il riso, quando un cittadino parla di marciapiede viscido pieno di foglie e rotto.

Al termine della maratona letteraria, chiede fermamente che si ascoltino i cittadini e le loro lamentele. Per tre quarti d'ora non fa altro che parlare di immondizia, buche, sporcizia, sistemi di trasporto da terzo mondo, abbandono, degrado. Lei ride, scuote la testa, è palesemente infuriata perché in pochi se la filano.

Eh già, sta parlando del mancato decoro di Roma, quello che non esiste, quello di cui tutti si lamentano, quello invocato dai cittadini stanchi e delusi e ignorato dagli amministratori (del 2015).

Lei, paladina degli oppressi e dei sofferenti, richiama tutti alla serietà, all'impegno per la soluzione dei tanti problemi segnalati nelle mail che ha raccolto.

Si, si prova rabbia, tanta, tantissima.

A tre anni e poco più da quel video la situazione è esattamente la stessa, se non peggiore.

I cittadini, totalmente ignorati, si lamentano, l'amministrazione è assente.

Nessuno ascolta nessuno.

Lei rideva, allora. Oggi dovrebbe piangere. Ironizzava, allora, oggi dovrebbe chiedere scusa.  

Ma perdonarla è difficile. Non c'è umiltà, in questa persona, solo arroganza e superficialità, un connubio che ha una sola conseguenza: la presa in giro costante del cittadino.

Slogan, smodato utilizzo dei social, proclami, promesse, dichiarazioni deliranti.

Ecco il governo del cambiamento epocale di Roma. Ma l'unico cambiamento epocale che si è visto, è stato il nulla cosmico e la totale desolazione.

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