Due flash: su twitter e su facebook ci riportano a parlare del tristemente noto "dente cariato" di Termini. Un luogo non solo antiestetico ma dove lo Stato ha perso la propria giurisdizione.

venerdì 26 maggio 2017
La presenza di RR sui più importanti canali social ci regala la possibilità preziosa di raggiungere più persone possibili, dunque, di confrontarci con  utenti che condividono le nostre stesse battaglie. L'utilizzo non ludico che ne facciamo, ma impegnato e incentrato sui problemi della città, ci ha accreditato, nel tempo, come collettore di proposte, istanze, denunzie da parte di migliaia di cittadini. La diversificazione  era una passaggio obbligato. Costa fatica, triplica gli sforzi (siamo presenti su facebook, twitter ed instagram) ma  ti premia alla grande.
Ed è proprio da questa nostra presenza di cui sopra che nasce questo articolo relativo a quello che i romani chiamano il "dente cariato" di Termini: un intero isolato di palazzine basse, ad un lato della Stazione,  tra via Gioberti e Via Giolitti, completamente avulso dal contesto architettonico complessivo. Un pugno in un occhio per tutti, figuriamoci per un fine esteta, cultore di volumi e proporzioni. Ed è proprio da Twitter che un nostro ormai fedele compagno di battaglie comuni ci chiamava in causa in merito all'aspetto estetico del "dente". Ecco il Tweet di @pedoneromano.

il tweet del @pedoneromano
Il paragone con Addis Abeba è centrato perchè indicativo di un periodo (il 1992) in cui la Capitale Etiope non brillava. Oggi, contrariamente alla sua ex Capitale dell'Impero, ovvero alla nostra città, il "nuovo fiore" (questo il significato del nome in amarico) è sbocciato. Diventata prestigiosa sede centrale dell'Unione Africana con i suoi 3.273.000 abitanti, ha una popolazione più vasta di quella romana. E' una città cosmopolita all'interno della quale convivono 80 nazionalità e lingue diverse, con comunità religiose cristiane, ebraiche e musulmane. Grande spinta al suo sviluppo è arrivata dalla Cina. Nel giro di un decennio, mentre Roma annaspa nel più totale delirio e degrado, Addis Abeba è letteralmente esplosa con la costruzione di nuovi importanti palazzi e di ben due linee di metropolitana leggera per rendere più fluidi gli spostamenti in città: uno bello smacco per una "certa" Roma.
Tornando al discorso meramente estetico e ai nostri "avviluppamenti socialmediatici", giungeva, questa volta su facebook, una segnalazione/denuncia sulle condizioni di elevata criminalità e degrado presenti proprio nell'isolato del "dente".
Ma prima di entrare nei dettagli della denuncia corredata da foto, per farvi capire meglio di quale area specifica stiamo parlando, specie per chi non è di Roma,  ecco uno screenshot da google maps.
Ecco l'isolato visto nella sua interezza: qui, lo Stato Italiano, non ha giurisdizione


E passiamo alla denuncia. Ci scrive Giorgio e ci manda tre foto a corredo: "Questo è lo schifo che sta in via Gioberti, appena usciti da Roma Termini, uno degli scali più importanti d'Europa. 
Non si passa neanche in due tra il muro e le bancarelle, figuriamoci con i trolley dei turisti. Per non parlare delle belle facce che ti propinano di tutto! Dagli orologi a quella merda di cianfrusaglie che vendono, schede telefoniche di dubbia provenienza per finire con droga di vario tipo. Uno schifo.
Ed è sempre peggio. Abusivismo incontrollato!"

Il Suq di Via Gioberti, tra legali e abusivi si vende anche droga e merce contraffatta

Guardate lo schifo: non pare vero ma siamo a Roma.

La Casbah vista in lontananza
La denuncia di Giorgio non è l'unica dalla nostra nascita (anno 2009) ad oggi. Noi stessi, armati di fotocamera e smartphone, ci siamo addentrati all'interno per filmare i loschi giri. Quello che colpisce, a chi non abita a Roma, è l'immutabilità della situazione. Lo Stato Italiano, come in tante altre parti della città, qui sembra non esistere. Vengono esibite, sempre dai soliti noti che ormai abbiamo imparato a conoscere, scarpe e borse contraffatte. Tutto alla luce del sole e come se nulla fosse. Gira anche della droga, prevalentemente hashish. Le domande che vengono spontanee sono due: perchè vengono mantenute queste isole d'Illegalità? Chi e quali interessi si hanno? Lasciamo a voi le risposte. 
A completezza di informazione non possiamo non citare un progetto di riqualificazione, a firma Fuksas, datato 2004, che giace, impolverato, in chissà quale cassetto dell'Assessorato ai Lavori Pubblici. Un progetto con una sua dignità, senza sfarzi o fronzoli, che avrebbe sanato l'orrore architettonico attuale e sicuramente riqualificato l'isolato. Un progetto semplice, dicevamo, che prevede la ricostruzione dell'altezza originaria del corpo di fabbrica ottocentesco, con cinque piani fuori terra, da destinare ad attività culturali, spazi dedicati all'arte per eventi e manifestazioni, uffici, un albergo e un parcheggio multipiano. Il progetto prevede inoltre un collegamento del nuovo manufatto, tramite tunnel sotterraneo su via Giolitti, con le strutture commerciali di Roma Temini e la nuova piastra parcheggi della stazione. Non entriamo nel merito dell'Architetto e del progetto: non ci interessa, ma voi pensate che città come Londra, Parigi, Madrid o Berlino avrebbero lasciato una situazione del genere, nel cuore del proprio centro, vicino alla principale stazione ferroviaria? Noi c'avemo Er Colosseo! RR
Nella foto il rendering del palazzo progettato da Massimiliano Fuksas

0 commenti:

Posta un commento

ShareThis